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Circulating Endothelial Progenitor Cells: isolation and biological characterization of EPCs from healthy subjects and nephropatic patients

Laterza, Claudio <1980> 10 May 2012 (has links)
Nel 1997 venne isolata una popolazione cellulare con caratteristiche appartenenti a cellule endoteliali mature e a cellule progenitrici ; le cellule appartenenti a queste popolazione furono denominate EPCs (cellule endoteliali progenitrici circolanti) e fu messa in evidenza la loro capacità di dare origine a vasculogenesi postnatale. Lo scopo dello studio è stata la caratterizzazione di tale popolazione cellulare in termini biologici e la valutazione delle differenze delle EPCs in soggetti sani e nefropatici in emodialisi. È stata infine valutata l’eventuale capacità della Vitamina D di influenzare le capacità delle Late EPCs in termini di formazione di colonie in vitro e di attività anticalcifica in soggetti in insufficienza renale cronica.
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Sistemi innovativi per il miglioramento della qualità e della sicurezza degli alimenti / Innovative systems for the improvement of food quality and safety

Regnicoli, Gian Franco <1981> 24 May 2012 (has links)
Nell’attuale contesto, caratterizzato da un’elevata attenzione alla qualità e alla sicurezza degli alimenti e alle soluzioni tese a garantirli, l’implementazione di sistemi microelettronici per il controllo del prodotto attraverso supporti miniaturizzati e a basso costo può risultare un’opportunità strategica. Oggetto della ricerca di dottorato sono stati lo studio dell’utilizzo di sensori e strumentazione innovativi per la misurazione ed il controllo di parametri ambientali di conservazione di prodotti alimentari e per la loro identificazione mediante la tecnologia della radiofrequenza. Allo scopo è stato studiato il contesto in cui operano gli attori principali della filiera agroalimentare ed è stata sviluppata un’idea di etichetta progettata per essere in grado di emettere attivamente segnale di allarme in caso di necessità (etichetta RFID intelligente semi-passiva). Il prototipo di chip, realizzato in via sperimentale, è stato validato positivamente, sia come strumento di misura, sia in termini di prestazione nel caso studio del monitoraggio della conservazione di un prodotto alimentare in condizioni controllate di temperatura e radiazione luminosa. Le significative evidenze analitiche di reazioni di degradazione dello stato qualitativo del prodotto, quali analisi di pH e colore, raccolte durante il periodo di osservazione di 64 giorni, hanno trovato riscontro con le misure rilevate dal chip prototipo. I risultati invitano ad individuare un partner industriale, con il quale sperimentare l’applicazione della tecnologia proposta. / In the actual context, characterized by a high attention to quality and safety of foods and to the solutions designed to guarantee them, the implementation of microelectronic systems for the control of the product through miniaturized and low cost devices, can be a strategic opportunity. Subject of this PhD course were the study of the use of innovative sensors and instrumentation for the measurement and control of environmental parameters of preservation of food products and for their identification by means of radio frequency technology. With this aim, the context in which they operate the main actors in the food industry has been studied and has been developed an idea of label designed to be capable of emitting an active alarm signal in case of need (intelligent semi-passive RFID tag). The prototype chip, has been tested both as a measuring instrument, both in terms of performance in the case study of the monitoring of the preservation of a food product. The prototype has been validated positively for measures and reliability was confirmed in the study case of monitoring the quality conditions of cheese samples stored under controlled conditions of temperature and light exposure. The significant evidences of analytical degradation of the quality of the product, such as changes of pH and color, collected during the observation period of 64 days, reflected the measurements taken by the prototype chip. The results invite to find an industrial partner with whom to experience the application of the proposed technology.
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Ricerca sulle Caratteristiche di Filtrabilità della Birra e Ottimizzazione del Processo di Filtrazione / Research on Beer Filterability and Optimisation of Filtration Process

Sensidoni, Michele <1982> 24 May 2012 (has links)
Il presente lavoro ha avuto lo scopo di identificare le caratteristiche di filtrabilità della birra attraverso lo svolgimento di prove tecnologiche di filtrazione in scala di laboratorio e su scala pilota, utilizzando diverse tipologie di sistemi filtranti e sperimentando diversi materiali di membrana. La fase preliminare della caratterizzazione della filtrabilità della birra è stata condotta presso i laboratori del Campden-BRI – The Brewing Research International, Inghilterra, mentre le prove tecnologiche su scala pilota si sono svolte presso il CERB – Centro di Eccellenza per la Ricerca sulla Birra. Le prove di filtrazione e le analisi sui campioni hanno permesso di verificare le performance delle diverse membrane utilizzate in risposta alla variazione dei principali parametri del processo di filtrazione tangenziale. Sono stati analizzati diversi parametri di qualità della birra filtrata attraverso il monitoraggio del processo e lo svolgimento di prove analitiche sul prodotto volte ad evidenziare gli effetti delle differenti tecnologie adottate. Per quanto riguarda le prove di laboratorio per la caratterizzazione della filtrabilità della birra, l’analisi della PCS (Photon Correlation Spectroscopy) è stata utilizzata per verificare l’influenza di diversi trattamenti enzimatici sulla efficienza del processo di filtrazione e la loro influenza sulla stabilità colloidale della birra filtrata. Dai risultati ottenuti è emerso che il PCS è un valido strumento per determinare la distribuzione in classi di diametro e il diametro medio effettivo delle particelle solide in sospensione nella birra e può essere utilizzato sia per predire la stabilità della birra filtrata, sia per monitorare il processo di filtrazione in tempo reale. / The purpose of this work was to identify the characteristics of filterability of beer throughout different filtration tests on a laboratory scale and on a pilot scale, using different types of filter systems and experimenting with different membrane materials. The preliminary characterization of beer filterability with the particle size analysis was conducted at the laboratories of Campden-BRI - The Brewing Research International, United Kingdom, while the pilot-scale filtration tests were conducted at the CERB – The Italian Brewing Research Centre, Italy. The filtration tests and the analysis on the samples allowed to verify the performance of the different membranes used in response to the variation of the main process parameters of cross-flow filtration. Several quality parameters were monitored on both filtered and unfiltered beer samples, to highlighting the effects of the different technologies used. With regard to the laboratory tests for the characterization of beer filterability, the analysis of the PCS instrument (Photon Correlation Spectroscopy) was used to verify the influence of various enzymatic treatments (Protease and Cellulase) on the efficiency of the filtration process and their influence on the colloidal stability of filtered beer The results showed that the PCS instrument is a reliable tool for determining the size distribution of suspended particles in beer and can be used to predict the colloidal stability of the filtered beer and to monitor the process filtration in real time.
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La molecola IRTA1 (immunoglobulin superfamily receptor trans location associated 1) risulta selettivamente espressa nei linfomi non Hodgkin B della zona marginale / The IRTA1 molecule is selectively expressed in nodal and extranodal marginal zone lymphomas

Sagramoso Sacchetti, Carlo Alberto <1972> 10 May 2012 (has links)
La diagnosi di linfoma non Hodgkin B della zona marginale si basa su criteri morfologici e sulla sostanziale negatività per marcatori immunoistochimici espressi in altri sottotipi di linfoma B. L’ obiettivo di questo lavoro è stato, quindi, quello di ricercare una molecola specifica associata ai linfomi della zona marginale. Materiali e Metodi. Sono stati esaminati 2.104 linfomi periferici di entità nosologia eterogenea mediante un anticorpo monoclonale, diretto contro la molecola IRTA1, che riconosce la zona marginale nei tessuti linfoidi umani. Risultati. Si è riscontrata espressione di IRTA1 nel 93% dei linfomi della zona marginale ad insorgenza extranodale e nel 74% di quelli primitivi linfonodali suggerendo la possibilità che questi linfomi possano originare dalle cellule perifollicolari o monocitoidi IRTA1+ riscontrabili nei linfonodi reattivi. La valutazione immunoistochimica mediante doppia colorazione (IRTA1/bcl6), ha inoltre dimostrato come vi sia una modulazione fenotipica nelle cellule marginali neoplastiche nel momento in cui esse colonizzano i follicoli linfoidi e durante la loro circolazione nei centri germinativi. Le cellule marginali neoplastiche che differenziano in senso plasmacellulare perdono l’ espressione di IRTA1 Discussione. In conclusione, tali evidenze hanno permesso di ampliare la conoscenza sulla biologia dei linfomi marginali e sottolineano come IRTA1 sia il primo marcatore diagnostico positivo per queste neoplasie. / Diagnosis of marginal zone lymphomas (MZLs) is based on morphological criteria and negativity for markers characteristically detectable in other B-cell lymphomas. Searching for a molecule specifically associated to MZLs, we immunostained 2,104 peripheral lymphomas of various types with a monoclonal antibody against IRTA1 that recognizes the equivalents of marginal zone in human lymphoid tissues other than spleen. IRTA1 expression was mostly restricted to extranodal (93%) and nodal MZLs (73%) and to lymphomas with marginal zone differentiation. Extranodal MZL cells with the strongest IRTA1 expression were usually located adjacent to epithelia, mimicking the IRTA1 expression pattern of normal and acquired mucosa-associated lymphoid tissue (MALT). The cytological features, growth pattern and IRTA1 positivity we observed in nodal MZLs suggest they may derive from the IRTA1+ perifollicular B-cells or monocytoid B-cells detectable in reactive lymph nodes. Double immunostaining for IRTA1/BCL6 allowed to track colonization of B-cell follicles by MZL cells and to document modulation of their phenotype (e.g. acquisition of BCL6) during recirculation through germinal centers. MZL cells differentiating to plasma cells usually lost IRTA1. These results further expand our knowledge on the biology of MZLs and highlight IRTA1 as the first positive marker for MZLs, enabling more accurate diagnosis of these neoplasms.
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Il giudicato implicito: profili teorici e questioni pratiche / The implicit judgment: theoric profiles and practical questions

Pacilli, Matteo <1979> 29 June 2012 (has links)
La tesi intende offrire una disamina approfondita dell’istituto del giudicato implicito, di rito e di merito, sotto il duplice profilo dei recenti orientamenti della giurisprudenza di legittimità, da un lato, e dei rilievi critici della dottrina, dall’altro. Il candidato si sofferma, preliminarmente, sulla ratio delle recenti sentenze delle sezioni unite della Cassazione, le quali promuovono un’interpretazione restrittiva e residuale dell’art. 37 c.p.c. alla luce del principio costituzionale della ragionevole durata. Si pone, quindi, il problema del rapporto tra il giudicato implicito sulla giurisdizione e i principi processuali costituzionali, dedicando ampio spazio e rilievo alle riflessioni critiche della dottrina sulla teoria del giudicato implicito. Il candidato passa così all’esame del giudicato implicito sulle questioni preliminari di merito, dopo aver trattato il tema dell’ordine logico-giuridico delle questioni e della struttura della decisione. Nel corso di questa analisi, ravvisa nel principio della ragione più liquida la negazione dell’idea di giudicato implicito, sviluppando così alcune riflessioni critiche sul giudicato di merito implicito. A questo punto, il piano dell’indagine si incentra su un aspetto specifico dell’istituto in esame, particolarmente importante sotto il profilo dei risvolti applicativi: le implicazioni del giudicato implicito in sede di impugnazione. Segue, quindi, la parte conclusiva della tesi dedicata ai profili di criticità del recente orientamento delle sezioni unite, con particolare riguardo all’onere di appello incidentale della parte vittoriosa nel merito. La tesi mette in luce come la struttura degli istituti venga in qualche misura piegata ad esigenze di deflazione, che andrebbero però perseguite con altri e più coerenti strumenti. / The thesis aims at providing a thorough assessment of the institute of the implicit judgment, formal and substantial, in the dual perspective of the recent guidelines of the jurisprudence of legitimacy, on the one hand, and the criticisms of the doctrine, on the other hand. The analysis starts from the strict interpretation of the article 37 of the code of civil procedure promoted by the Court of Cassation and raises the question of the relation between implicit judgment on the jurisdiction and the constitutional procedural principles, identifying the operational limits of the mentioned institute. Then, the thesis examines the implicit judgment on the other prejudicial formal questions and on the preliminary substantial questions. The plan of the investigation focuses on a specific aspect of the institute examined: the effects of the implicit judgment on the impugnation, with particular attention to the procedural technique to use against the implicit decision. The final part of the thesis is dedicated to the analysis of the critical profiles of the recent orientation of the Supreme Court. The expositive plan is inspired evidently by the objective of providing a complete investigation, jurisprudential and doctrinal, of the institute of the implicit judgment.
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Insolvenza transfrontaliera e giurisdizione: l'esperienza del regolamento (CE) n. 1346 del 2000 / Cross-Border Insolvency and Jurisdiction: the EC Regulation n. 1346/2000

Pasini, Caterina <1982> 29 June 2012 (has links)
L’elaborato è strutturato in quattro parti: la prima è dedicata all’inquadramento del background normativo. L’autrice affronta, con un approccio ricostruttivo, i precedenti alla redazione del regolamento e le difficoltà incontrate a causa delle resistenze degli Stati membri. Si sofferma altresì sulle norme UNCITRAL, anch’esse oggetto nel recente periodo, di numerose implementazioni. La seconda parte fotografa il ruolo della Corte di Giustizia nell’interpretazione del regolamento n. 1346/2000 ed individua i concetti fondamentali del regolamento: l’universalità attenuata, il campo di applicazione soggettivo del regolamento, la legge applicabile, il principio dell’automatico riconoscimento delle decisioni e la correlata tematica dell’ordine pubblico, nonché la figura del curatore. Si approfondisce l’attività degli Stati membri nel dotarsi di norme di coordinamento ( esemplare il caso della Spagna e della Germania) sottolineando il silenzio del legislatore italiano che, nonostante le numerose riforme in materia, a tutt’oggi non ha ideato un sistema in grado di coordinare la normativa nazionale con la struttura del regolamento europeo. Nella terza parte l'autrice approfondisce la giurisdizione nel regolamento n. 1346/2000. Si individuano le parole chiave: Comi e dipendenza, i cui significati sono sfumati seguendo le posizioni della Corte di Giustizia, (Leading Case Eurofood sino a Interedil) e si mette in discussione, nel panorama attuale, la tenuta di tali criteri giurisdizionali. Sempre intorno al concetto di Comi, si analizzano: la giurisdizione verso gruppi di imprese disciplina assente nel regolamento, i rapporti tra procedura principale e secondaria , la giurisdizione in materia di azioni connesse e/o correlate (Gourdain vs Nadler/Seagon vs Deko Marty). Il capitolo conclusivo offre una panoramica delle proposte finalizzate ad un’implementazione della struttura del regolamento sull’insolvenza. Numerose, infatti, sono le proposte a livello dottrinale e da parte degli organi comunitari in vista della scadenza del Report della Commissione Europea sulla applicazione del regolamento 1346 del 2000 (art. 46). / The paper is divided in four sections: the first part is focused on the E.U. regulatory frame work of cross-border insolvency. The author has approached the background that led to the E.C. regulation and the difficulties in achieving said drafting. The author also analysed the UNCITRAL rules, which have been recently strongly implemented. Second section deals with the role of the Court of Justice in the interpretation of Regulation no. 1346/2000 and identifies the main elements of the European Regulation (universality and territoriality, the subjective scope of the regulation, the applicable law, the principle of automatic recognition of decisions, the issue of public order and the role of the curator). The legislation of Member States that adopted standards in coordination with new global discipline have been studied: (see the case of Spain and Germany) It is pointed out the silence of the Italian legislator that, despite several recent reforms, still has not improved the National legislation with a system of rules complying with the European regulation. Third section relates to jurisdiction in the EC Regulation. The first part identifies the keywords provided by the E.U. Regulation: Comi and establishment, whose meanings are shaded according to the positions of Court of Justice (see Interedil and Eurofood). Following the analysis of case law, the author argues about the force, in the current scenario, of the jurisdictional criterion represented by the Comi and the issue of jurisdiction in respect of groups of companies, which have not been foreseen by the Regulation. Moreover, the author analyses the matter of jurisdiction of “related proceedings” (Leading case Gourdain vs. Nadler and Seagon vs. Deko Marty). Fourth section closes the paper with an overview of new proposals aimed at improving the structure of the Insolvency Regulation.
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Physiological and structural aspects of fruit and vegetable mild processing / Aspetti fisiologici e strutturali di prodotti vegetali lavorati al minimo

Panarese, Valentina <1984> 23 May 2013 (has links)
Over the past years fruit and vegetable industry has become interested in the application of both osmotic dehydration and vacuum impregnation as mild technologies because of their low temperature and energy requirements. Osmotic dehydration is a partial dewatering process by immersion of cellular tissue in hypertonic solution. The diffusion of water from the vegetable tissue to the solution is usually accompanied by the simultaneous solutes counter-diffusion into the tissue. Vacuum impregnation is a unit operation in which porous products are immersed in a solution and subjected to a two-steps pressure change. The first step (vacuum increase) consists of the reduction of the pressure in a solid-liquid system and the gas in the product pores is expanded, partially flowing out. When the atmospheric pressure is restored (second step), the residual gas in the pores compresses and the external liquid flows into the pores. This unit operation allows introducing specific solutes in the tissue, e.g. antioxidants, pH regulators, preservatives, cryoprotectancts. Fruit and vegetable interact dynamically with the environment and the present study attempts to enhance our understanding on the structural, physico-chemical and metabolic changes of plant tissues upon the application of technological processes (osmotic dehydration and vacuum impregnation), by following a multianalytical approach. Macro (low-frequency nuclear magnetic resonance), micro (light microscopy) and ultrastructural (transmission electron microscopy) measurements combined with textural and differential scanning calorimetry analysis allowed evaluating the effects of individual osmotic dehydration or vacuum impregnation processes on (i) the interaction between air and liquid in real plant tissues, (ii) the plant tissue water state and (iii) the cell compartments. Isothermal calorimetry, respiration and photosynthesis determinations led to investigate the metabolic changes upon the application of osmotic dehydration or vacuum impregnation. The proposed multianalytical approach should enable both better designs of processing technologies and estimations of their effects on tissue. / Negli ultimi anni l'industria di trasformazione al minimo ha mostrato un crescente interesse verso i trattamenti di disidratazione osmotica e di impregnazione sottovuoto per le loro caratteristiche basse temperature di processo e per le relativamente contenute esigenze energetiche. La disidratazione osmotica, che consiste nell'immersione di tessuti vegetali in soluzioni ipertoniche, consente all’acqua presente nei tessuti di diffondere nella soluzione osmotica ed ai soluti in soluzione di diffondere, in direzione opposta, all'interno dei tessuti. L'impregnazione sottovuoto prevede l’immersione del tessuto vegetale in una soluzione di processo e consiste di due fasi successive. Durante la prima fase, la riduzione della pressione agente sul sistema solido-liquido provoca l'espansione ed il parziale rilascio nella soluzione del gas contenuto nei pori del tessuto. La seconda fase di ripristino della pressione atmosferica determina l’espansione del gas residuo nel tessuto con conseguente richiamo della soluzione esterna all'interno dei pori. L’impregnazione sottovuoto rappresenta un’interessante operazione tecnologica poiché può permette l’introduzione nei tessuti di specifiche molecole quali antiossidanti, regolatori di pH, stabilizzanti o crioprotettori. Il presente studio si è proposto di valutare, seguendo un approccio multianalitico di indagine, le principali modificazioni a carico di tessuti vegetali assoggettati a trattamenti di disidratazione osmotica o impregnazione sottovuoto. Misurazioni di tipo macro- (risonanza magnetica nucleare), micro- (microscopia ottica) ed ultrastrutturali (microscopia elettronica a trasmissione) sono state affiancate ad analisi di texture e di calorimetria a scansione differenziale. Sono stati valutati i principali effetti sulle interazioni aria-liquido in reali condizioni, sullo stato dell'acqua del tessuto e sui compartimenti cellulari. Misurazioni di calorimetria in isoterma e determinazioni dell'attività respiratoria e fotosintetica hanno infine permesso un'indagine dei cambiamenti metabolici. Tale approccio multianalitico, permettendo una valutazione complessiva delle modificazioni a carico della materia prima, può essere applicato nell’ottimizzazione dei parametri di processo sulla base delle caratteristiche ricercate nel prodotto finito.
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Analytical methods for evaluating the quality and the genuineness of olive oils

Valli, Enrico <1984> 24 May 2013 (has links)
This Ph.D. thesis focuses on the investigation of some chemical and sensorial analytical parameters linked to the quality and purity of different categories of oils obtained by olives: extra virgin olive oils, both those that are sold in the large retail trade (supermarkets and discounts) and those directly collected at some Italian mills, and lower-quality oils (refined, lampante and “repaso”). Concurrently with the adoption of traditional and well-known analytical procedures such as gas chromatography and high-performance liquid chromatography, I carried out a set-up of innovative, fast and environmentally-friend methods. For example, I developed some analytical approaches based on Fourier transform medium infrared spectroscopy (FT-MIR) and time domain reflectometry (TDR), coupled with a robust chemometric elaboration of the results. I investigated some other freshness and quality markers that are not included in official parameters (in Italian and European regulations): the adoption of such a full chemical and sensorial analytical plan allowed me to obtain interesting information about the degree of quality of the EVOOs, mostly within the Italian market. Here the range of quality of EVOOs resulted very wide, in terms of sensory attributes, price classes and chemical parameters. Thanks to the collaboration with other Italian and foreign research groups, I carried out several applicative studies, especially focusing on the shelf-life of oils obtained by olives and on the effects of thermal stresses on the quality of the products. I also studied some innovative technological treatments, such as the clarification by using inert gases, as an alternative to the traditional filtration. Moreover, during a three-and-a-half months research stay at the University of Applied Sciences in Zurich, I also carried out a study related to the application of statistical methods for the elaboration of sensory results, obtained thanks to the official Swiss Panel and to some consumer tests. / Questa tesi di Dottorato si focalizza sullo studio di parametri analitici chimici e sensoriali legati a qualità e purezza di diverse categorie di oli ottenuti da olive: oli extravergini di oliva, sia venduti presso la grande distribuzione organizzata (supermercati e discount) che reperiti direttamente presso diversi frantoi italiani ed oli di qualità inferiore (raffinati, lampanti e “repaso”). In parallelo all’applicazione di metodologie tradizionali e già consolidate, quali gascromatografia e cromatografia liquida ad elevate prestazioni, è stata realizzata la messa a punto di tecniche d’indagine innovative, rapide e a basso impatto ambientale. Ad esempio, sono stati sviluppati approcci analitici basati sulla spettroscopia nel medio infrarosso a trasformata di Fourier e la riflettometria nel dominio del tempo, abbinate ad una robusta elaborazione chemiometrica dei risultati. Sono stati indagati anche indici chimici di qualità e freschezza non inclusi fra i parametri “ufficiali” stabiliti dalla normativa italiana e comunitaria: l’adozione di un piano analitico completo ha permesso di avere interessanti informazioni sul grado di qualità dell’olio extravergine di oliva, in particolare all’interno del mercato italiano. Qui il range di qualità è risultato molto vasto, in termini di parametri chimici, sensoriali e classi di prezzo. Grazie alla collaborazione con altri gruppi di ricerca italiani e stranieri, sono stati realizzati studi riguardanti la shelf-life degli oli ottenuti da olive e gli effetti dell’applicazione di trattamenti termici sulla qualità di questi prodotti. Anche un trattamento tecnologico innovativo ed alternativo rispetto alla filtrazione tradizionale, come la chiarificazione con gas inerti, è stato studiato. Inoltre, durante un periodo di ricerca di tre mesi e mezzo svolto presso l’Università di Scienze Applicate di Zurigo, è stato realizzato uno studio relativo all’ applicazione di metodiche statistiche per l’elaborazione dei risultati sensoriali, derivanti sia dall’attività del Panel ufficiale svizzero di assaggio di oli vergini di oliva che da consumer test.
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Studio della via di segnale PI3K/Akt/mTOR nelle Cellule Dendritiche / Study of the PI3K/Akt/mTOR signaling pathway of Dendritic Cells

Ulbar, Francesca <1983> 06 June 2013 (has links)
Il trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche è spesso l’unica soluzione per la cura di diverse malattie ematologiche. La aGVHD è la complicanza più importante che si può avere a seguito del trapianto allogenico ed è causata dai linfociti T del donatore che riconoscono gli antigeni del ricevente presentati dalle APC. Eliminare o inattivare la APC del ricevente prima del trapianto potrebbe prevenire la aGVHD. Ad oggi non esistono farmaci specifici diretti contro le APC, sono però noti i meccanismi molecolari coinvolti nella sopravvivenza cellulare come la via di segnale di PI3K. In questo lavoro abbiamo testato l’attività di due farmaci, che colpiscono target molecolari della via di PI3K, la rapamicina e la perifosina, sul differenziamento dei monociti a differenti popolazioni di cellule dendritiche (DC), in vitro. La rapamicina riduceva il recupero cellulare delle DC derivate da monociti coltivate in presenza di IL-4 aumentando l’apoptosi, mentre i monociti coltivati in presenza di GM-CSF con o senza IFN-α risultavano resistenti alla rapamicina. Inoltre la rapamicina riduceva l’espressione della molecola costimolatoria CD86 e incrementava l’espressione della molecola CD1a solo nei monociti coltivati con GM-CSF e IL-4. Nelle DC derivate dai monociti in presenza di IL-4 la rapamicina bloccava la produzione di IL-12 e TNF-α e ne alterava la capacità allostimolatoria. La rapamicina non alterava la sopravvivenza e la funzione delle DC circolanti. Il trattamento con perifosina provocava un incremento di apoptosi nei monociti coltivati sia con GM-CSF che con GM-CSF e IL-4. La perifosina bloccava la produzione di TNF-α nelle DC derivate da monociti coltivati nelle diverse condizioni. Questi risultati dimostrano che l’azione della rapamicina è strettamente dipendente dalla presenza dell’IL-4 nel terreno di coltura, in vitro, rispetto alla perifosina e suggeriscono un possibile ruolo della perifosina nella prevenzione della GVHD prima del trapianto allogenico di cellule staminali. / Allogeneic transplantation of hematopoietic stem cells (HTSC) is the most effective curative option for many neoplastic hematological disease. Acute graft versus host disease (aGVHD) is the most feared complication following HTSC and is caused by donor lymphocytes recognizing recipient histocompatibility antigen presented by antigen-presenting cells (APC). Removal or inactivation of APC before transplantation prevents GVHD. Nowadays there are no drugs specifically targeting APC. The molecular mechanisms involved in cell growth of these cells are well known and mostly involve the activation of the PI3K signaling pathway. In this study we tested the effects of two drugs targeting the PI3K pathway, rapamycin and perifosine on the differentiation of monocytes to distinct DC subtypes in vitro. Rapamycin decreased the recovery of monocyte-derived DC cultured in presence of IL-4 due to increased apoptosis, while monocytes cultured in GM-CSF with or without IFN-α were not affected. Rapamycin decreased the expression of the costimulatory molecules CD86 and increased the expression of CD1a in monocyte-derived DC, only in presence of IL-4. Moreover, rapamycin blocked the secretion of IL-12 and TNF-α and altered the allostimulatory capacity only in monocytes cultured with IL-4. Rapamycin didn’t alter the survival and function of circulating DC. Treatment with perifosine was associated with increased apoptosis of monocytes cultured both with GM-CSF only or with GM-CSF and IL-4. Perifosine blocked the secretion of TNF-α by monocytes cultured with GM-CSF only and with GM-CSF and IL-4 after 3 days of culture. These results suggest that the action of rapamycin is more strictly dependent on IL-4 than perifosine, suggesting a possible use of perifosine in the prevention of GVHD before HSCT.
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Pre-clinical and clinical development of leukemia stem cell inhibitors in acute leukemias / Sviluppo pre-clinico e clinico di inibitori della cellula staminale leucemica nelle leucemie acute

Papayannidis, Cristina <1980> 06 June 2013 (has links)
In Leukemias, recent developments have demonstrated that the Hedgehog pathway plays a key-role in the peculiar ability of self renewal of leukemia stem cells. The aim of this research activity was to investigate, through a first in man, Phase I, open label, clinical trial, the role and the impact, mainly in terms of safety profile, adverse events and pharmacokinetics, of a Sonic Hedgehog inhibitor compound on a population of heavely pretreated patients affected by AML, CML, MF, or MDS, resistant or refractory to standard chemotherapy. Thirty-five patients have been enrolled. The drug was administered orally, in 28 days cycles, without rest periods. The compound showed a good safety profile. The half life was of 17-35 hours, justifying the daily administration. Significant signs of activity, in terms of reduction of bone marrow blast cell amount were seen in most of the patients enrolled. Interestingly, correlative biological studies demonstrated that, comparing the gene expression profyiling signature of separated CD34+ cells before and after one cycle of treatment, the most variably expressed genes were involved in the Hh pathway. Moreover, we observed that many genes involved in MDR (multidrug resistance)were significantly down regulated after treatment. These data might lead to future clinical trials based on combinatory approaches, including, for instance, Hh inhibitors and conventional chemotherapy.

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