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Influenza delle caratteristiche quali-quantitative della luce da fonti artificiali sulla fisio-morfologia di piante verdi per interior landscapingNeretti, Ugo <1975> 30 April 2009 (has links)
La conoscenza delle esigenze luminose (intensità, spettro, durata minima, massima ed ottimale del fotoperiodo di illuminazione) e della tolleranza alle condizioni degli interni delle piante ad uso decorativo, è di fondamentale importanza per una giusta tecnica di progettazione (dimensionamento e dislocazione dei punti luce) dell’indoor plantscaping. Il lungo periodo di condizionamento al quale queste piante vengono sottoposte, caratterizzato principalmente dalla scarsa disponibilità di luce naturale e dagli alti livelli di concentrazione di CO2 determina una forte influenza sui processi morfo-fisiologici.
Il presente studio analizza il fattore luminoso ed è articolato su più punti quali;
• caratterizzazione della riposta fotosintetica all’intensità luminosa di 21 delle principali specie a fogliame decorativo comunemente utilizzate nella realizzazione degli spazi verdi indoor, per stabilire quali siano i minimi ed ottimali livelli di PAR tali da garantire una fotosintesi netta positiva e nel complesso le condizioni di maggior benessere per le piante;
• quantificazione dell’incremento fotosintetico netto dovuto ad una maggior concentrazione di CO2 negli interni rispetto alla concentrazione CO2 atmosferica esterna, all’aumentare dell’ intensità luminosa artificiale sulle precedenti specie;
• monitoraggio dell’andamento delle attività fotosintetiche durante il periodo di illuminazione di 8 ore comunemente utilizzato in un interno ad uso lavorativo, a PAR costante e variabile in Ficus elastica e Dieffenbachia picta, al fine di stabilire quali possano essere le durate e le modalità di somministrazione della luce per rendere massima la fotosintesi netta riducendo al minimo i consumi energetici dovuti all’accensione delle lampade;
• valutazione della risposta morfo-fisiologica e fotosintetica a modificazioni dello spettro luminoso mediante l’uso di LED monocromatici colorati ad emissione nel bianco, blu e rosso in Ficus benjamina e Iresine herbistii al fine di stabilire se questo tipo di lampade possano essere utilizzate come fonte integrativa e/o sostitutiva nella realizzazione degli spazi verdi interni.
Vengono analizzati il punto si compensazione alla luce (g), il punto di saturazione alla luce (s), l’efficienza quantica (AQE), il punto di respirazione al buio (Rd) e la fotosintesi netta massima (A max) per (Aglaonema commutatum, Asplenium nidus, Anthurium andreanum, Begonia rex, Calathea luoise, Calathea veitchiana, Calathea rufibarba, Calathea zebrina, Codiaeum variegatum, Cthenanthe oppenheimiana, Dieffenbakia picta, Ficus benjamina, Ficus elatica, Ficus longifolia, Fittonia verschaffeltii, Iresine herbistii, Philodendron erubescens, Philodendron pertusum, Potos aureus, Spathiphillum wallisi, Syngonium podophillum ) e classificate le specie in funzione di Amax in quattro categorie; A max < 2 µmol CO2 m-2 s-1, A max compresa tra 2 e 4 µmol CO2 m-2 s-1, Amax cpmpresa tra 4 e 6 µmol CO2 m-2 s-1, Amax > 6 µmol CO2 m-2 s-1, al fine di mettere in risalto la potenzialità fotosintetiche di ogni singola specie. I valori di PAR compresi tra (g) ed (s) forniscono le indicazioni sulle quali basarsi per scegliere una giusta lampada o dimensionare un punto luce per ogni singola specie e/o composizione.
È stimata l’influenza di due livelli di concentrazione di CO2 ambientale (400 e 800 ppm) all’incrementare dell’intensità luminosa sul processo fotosintetico delle specie precedenti. Per quasi tutte le specie 800 ppm di CO2 non favoriscono nessun incremento all’attività fotosintetica ad eccezione di Ficus benjamina, Ficus elatica e Syngonium podophillum se non accompagnati da una disponibilità luminosa superiore alle 10 µmol m-2 s-1.
Viene monitorato l’andamento dell’attività fotosintetica a PAR costante e variabile (intervallando periodi di 8 minuti a PAR 40 e 80) durante 8 ore di illuminazione su Ficus elastica e Dieffenbachia picta al fine di stabilire la miglior modalità di somministrazione della luce. La fotosintesi netta cumulativa per l’intera durata di illuminazione a PAR costante mostra un calo dopo alcune ore dall’attivazione in Dieffenbackia, e un andamento oscillatorio in Ficus. L’illuminazione alternata consente di raggiungere i quantitativi di CO2 organicata a 80 µmol m-2 s-1 di PAR, dopo 5 ore e mezza sia in Ficus che Dieffenbackia sebbene le potenzialità fotosintetiche delle due piante siano molto differenti.
È stato valutato l’effetto dell’illuminazione artificiale mediante LED (15W) a luce bianca, blu e rossa monocromatica in rapporto alla luce neon(36W) bianca tradizionale (con differenti abbinamenti tra le lampade) sui principali parametri morfologici e fisiologici, in Ficus benjamin ‘Variegata’ e Iresine herbistii per verificare se tali fonti possono rappresentare una valida alternativa nella sostituzione o integrazione di altre lampade per gli spazi verdi indoor. Tutte le combinazioni LED indagate possono rappresentare un’alternativa di sostituzione alla coltivazione con neon ed un risparmio energetico di oltre il 50%. Una PAR di 20,6 µmol m-2 s-1 della singola lampada LED bianco è sufficiente per mantenere la pianta in condizioni di sopravvivenza con un consumo di 15W a fronte dei 36W necessari per il funzionamento di ogni neon. La combinazione LED bianco + LED blu monocromatico favorisce il contenimento della taglia della pianta, caratteristica gradita nella fase di utilizzo indoor, una maggior produzione di sostanza secca e un’attività fotosintetica più elevata.
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Risultati agronomici ed applicazione di LCA su una successione orticola in ambiente protettoMezzetti, Mirco <1982> January 1900 (has links)
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La concezione del piano strutturale del verde: dalla teoria alla pratica. Ipotesi realizzativa nel Comune di Senigallia, integrando esperienze francesi / The concept of the green urban plan: the example of the town of Senigallia, integrating a French experience.Pasini, Ilaria <1982> 17 April 2012 (has links)
Il lavoro di ricerca descrive il percorso che ha portato alla redazione del Piano Strutturale del Verde del Comune di Senigallia (AN), quale strumento capace di migliorare la qualità di vita ed il benessere della città, intesa come ecosistema, e dei cittadini, quali parte integrante e, al tempo stesso, fruitori di suddetto ecosistema. Lo studio ha pertanto previsto dapprima un'analisi approfondita e dettagliata dell’intero territorio comunale e, successivamente, la stesura di linee guida e la definizione di soluzioni progettuali tipo indirizzate ad una pianificazione e gestione sostenibile del territorio. Il lavoro svolto non si limita alla descrizione del Piano Strutturale del Verde, ma illustra anche un caso studio francese, quale modello di analisi dell'iter successivo, che è consigliabile seguire dopo l'approvazione di questo tipo di Piani, al fine di renderli concreti ed operativi ed attuare, quindi, le linee guida da essi definite. L’obiettivo risulta dunque quello di evitare che questo importante strumento di pianificazione e gestione del territorio sia dimenticato in un cassetto degli Uffici Comunali. / The research explains in which way the Green Urban Plan of Senigallia, in Marche Region, was created. The Green Urban Plan has been considered as an instrument, able to improve the life quality and the welfare for people and for the city. After a depth analysis of the whole territory, the study has defined many guide lines and solutions to have a complete planning and management of the landscape. The work is not only a description of the Green Urban Plan, but it also shows a French example as a model for the future steps (process), it is advisable to follow after approval of these plans in order to make concrete and operative the guide lines defined by them. The aim of this project is to ensure that this important tool for planning and managing the landscape will be not forgotten somewhere in some Town office.
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Understanding The Physiological, Biochemical, and Molecular Mechanisms of Salinity Tolerance in Strawberry Cultivars and in HvTPK1-Overexpressed BarleyAlnayef, Mohammad <1980> 14 June 2012 (has links)
The research was carried out to investigate of main elements of salt stress response
in two strawberry cultivars, Elsanta and Elsinore. Plants were grown under 0, 10, 20 and
40 mM NaCl for 80 days. Salinity dramatically affected growth in both cultivars, although
Elsinore appeared to be more impaired than Elsanta. Moreover a significant reduction of
leaf photosynthesis, evaporation, and stomatal conductance was recorded 24 hrs after the
stress was applied in both cultivars, whereas physiological functions were differentially
restored after acclimation. However, cv. Elsanta had more efficient leaf gas exchange and
water status than cv. Elsinore. In general, Fruit yield reduced upon salinization, wheares
fruit quality concerning fruit taste, aroma, appearance, total soluble solids and titratable
acidity, did not change but rather was enhanced under moderate salinity. On the other hand
fruit quality was impaired at severe salt stress. Fruit antioxidant content and antioxidant
capacity were enhanced significantly by increasing salt concentration in both cultivars. The
oxidative effects of the stress were defined by the measures of some enzymatic activities
and lipid peroxidation. Consistently, an increase in superoxide dismutase (SOD), catalase
(CAT), peroxide dismutase (POD) enzymes and higher content of proline and soluble
proteins were observed in cv. Elsinore than in cv. Elsanta. The increase coincided with a
decrease in lipid peroxidation. The research confirmed that although strawberry cultivars
were sensitive to salinity, difference between cultivars exist; The experiment revealed that
cv. Elsanta could stand severe salt stress, which was lethal to cv. Elsinore. The parameters
measured in the previous experiment were proposed as early screening tools for the salt
stress response in nine strawberry genotypes. The results showed that, wheares Elsanta and
Elsinore cultivars had a lower dry weight reduction at 40 mM NaCl among cultivars,
Naiad, Kamila, and Camarosa were the least salt-sensitive cultivars among the screened.
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Salinity Effect on Horticultural Crops: Morphological, Physiological, and Biomolecular Elements of Salinity Stress ResponseSanoubar, Rabab <1971> 27 May 2014 (has links)
Among abiotic stresses, high salinity stress is the most severe environmental stress. High salinity exerts its negative impact mainly by disrupting the ionic and osmotic equilibrium of the cell. In saline soils, high levels of sodium ions lead to plant growth inhibition and even death. Salt tolerance in plants is a multifarious phenomenon involving a variety of changes at molecular, organelle, cellular, tissue as well as whole plant level. In addition, salt tolerant plants show a range of adaptations not only in morphological or structural features but also in metabolic and physiological processes that enable them to survive under extreme saline environments. The main objectives of my dissertation were understanding the main physiological and biomolecular features of plant responses to salinity in different genotypes of horticultural crops that are belonging to different families Solanaceae (tomato) and Cucurbitaceae (melon) and Brassicaceae (cabbage and radish). Several aspects of crop responses to salinity have been addressed with the final aim of combining elements of functional stress response in plants by using several ways for the assessment of plant stress perception that ranging from destructive measurements (eg. leaf area, relative growth rate, leaf area index, and total plant fresh and dry weight), to physiological determinations (eg. stomatal conductance, leaf gas exchanges, water use efficiency, and leaf water relation), to the determination of metabolite accumulation in plant tissue (eg. Proline and protein) as well as evaluation the role of enzymatic antioxidant capacity assay in scavenging reactive oxygen species that have been generated under salinized condition, and finally assessing the gene induction and up-down regulation upon salinization (eg. SOS pathway).
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Giardini per rivivere: orticoltura e giardinaggio a fini terapeutici in contesti sanitari / Gardens to relive: horticulture and gardening for therapeutic purposes in health care settingsRighetto, Costantina <1959> 18 May 2015 (has links)
Questa tesi riassume il lavoro di ricerca da me effettuato per studiare i meccanismi della relazione uomo - pianta su cui si basa l’orticoltura terapeutica, le sue modalità di attuazione e le risposte dei pazienti al lavoro in giardino. La ricerca si è svolta in due diversi giardini terapeutici con pazienti adulti con varie tipologie di disabilità fisica o psichica. Partendo dalla analisi delle basi teoriche su cui si fonda l’ortoterapia, l’obiettivo era di capire come creare le condizioni migliori per ottenere i massimi benefici dall’uso dell’orticoltura e del giardinaggio per il benessere delle persone. Due elementi sono apparsi fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi terapeutici: il primo è lo stretto legame esistente tra la forma del giardino e delle piante e la sua funzione terapeutica; il secondo sta nella necessità di creare nel paziente una connessione profonda con il giardino e il lavoro con le piante è risultato essere un fattore determinante per farlo. Utilizzando questionari e osservazioni degli utenti, sono stati raccolti ed elaborati dati relativi al benessere dei pazienti durante e dopo le attività in giardino e si è cercato di trovare un indice, individuato poi nella variazione di percezione del pollice verde, che potesse essere utilizzato per esprimere la soddisfazione del paziente. Infine si è cercato di capire come potesse variare la capacità ristorativa del giardino, in funzione della frequenza di visita e dell’attività che vi si svolgeva, attraverso la somministrazione della versione italiana della scala PRS a chi era impegnato nelle attività di orticoltura e giardinaggio, a chi passeggiava nel parco e a chi invece non lo frequentava regolarmente ma lo conosceva bene: è risultato che le tre modalità di fruizione del giardino davano ai fruitori un potenziale rigenerativo diverso e significativamente più alto per chi metteva le mani nella terra. / The research was carried out to investigate the people-plant connection, on which horticultural therapy is based, the rules to implementing it and the patients’ response to the work in the garden. The research took place in two different therapeutic gardens, with adult patients with various types of physical or mental disabilities. Starting from the analysis of the theoretical basis upon which horticultural therapy is founded, the goal was to work out how to create the best conditions to obtain the maximum benefits from the use of horticulture and gardening for the people's well-being. Two elements have played an important part in the achievement of therapeutic goals: the first was pointed out following all the phases of the Garden for Relive planning, created in the course of the research, and it is the close link between the design of the garden and its therapeutic function; the second lies in the need to create in the patient a deep connection with the garden: working with plants has proved to be crucial for it. Questionnaires and observations of users have been collected and data related to the welfare of patients during and after the activities in the garden were processed. We tested an index, then identified in the change in patient perception of personal green thumb, which could be used to express patient satisfaction. Finally, we tried to figure out how the restorative potential of the garden could change depending on the frequency of visits and on the activities carried out in the garden. The compilation of the Italian version of the scale PRS by three different types of users showed that the different use results in a different restorative potential of the garden: it was significantly higher among those who worked with the plants than the other two groups.
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Effect of different management intensities on natural and human-induced carbon fluxes in a golf course in northern ItalyZuffa, Daniele <1985> 08 May 2014 (has links)
Turfgrasses are ubiquitous in urban landscape and their role on carbon (C) cycle is increasing important also due to the considerable footprint related to their management practices. It is crucial to understand the mechanisms driving the C assimilation potential of these terrestrial ecosystems
Several approaches have been proposed to assess C dynamics: micro-meteorological methods, small-chamber enclosure system (SC), chrono-sequence approach and various models.
Natural and human-induced variables influence turfgrasses C fluxes. Species composition, environmental conditions, site characteristics, former land use and agronomic management are the most important factors considered in literature driving C sequestration potential. At the same time different approaches seem to influence C budget estimates.
In order to study the effect of different management intensities on turfgrass, we estimated net ecosystem exchange (NEE) through a SC approach in a hole of a golf course in the province of Verona (Italy) for one year. The SC approach presented several advantages but also limits related to the measurement frequency, timing and duration overtime, and to the methodological errors connected to the measuring system.
Daily CO2 fluxes changed according to the intensity of maintenance, likely due to different inputs and disturbances affecting biogeochemical cycles, combined also to the different leaf area index (LAI). The annual cumulative NEE decreased with the increase of the intensity of management.
NEE was related to the seasonality of turfgrass, following temperatures and physiological activity. Generally on the growing season CO2 fluxes towards atmosphere exceeded C sequestered. The cumulative NEE showed a system near to a steady state for C dynamics.
In the final part greenhouse gases (GHGs) emissions due to fossil fuel consumption for turfgrass upkeep were estimated, pinpointing that turfgrass may result a considerable C source. The C potential of trees and shrubs needs to be considered to obtain a complete budget.
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La diagnostica sonica nell'arboricoltura ornamentale / Sonic Analysis in Ornamental ArboricultureCevenini, Laura <1983> 17 April 2012 (has links)
Il tomografo sonico è uno strumento di recente applicazione nell’analisi morfo-sintomatica delle alberature. Si tratta di uno strumento che sfrutta la propagazione delle onde sonore nel legno per determinarne la densità e le possibili alterazioni interne.
Oltre all’applicazione su larga scala in un parco di Imola, per effettuare una valutazione approfondita di tutti gli esemplari, lo strumento è stato applicato per scopi diversi.
In prima analisi è stato utilizzato per valutare stadi precoci di alterazione e l’evoluzione delle patologie interne nel tempo.
Successivamente si voleva identificare il percorso di sostanze liquide iniettate con mezzi endoterapici nel tronco, attraverso l’applicazione di tomografia sonica sopra e sotto il punto di iniezione.
In ultima analisi è stato effettuato un confronto tra tomografia sonica e risonanza magnetica nucleare per identificare patologie invisibili ai normali strumenti utilizzati nell’analisi della stabilità delle piante. / Sonic tomograph is a new instrument used in morpho-symptomatic analysis of trees. This tool use sonic waves propagation to establish wood density and probably internal decay.
Sonic tomography was applicated on large scale in a urban park in Imola, to value all trees in depth way. Subsequently was used for different aims.
First of all the instrument was applied to evaluate early stage of decay and development of decline in urban trees, by periodic tests in time.
Afterwards was used to determine the travel of liquid substances injected in the trees by trunk injection methods.
In the last analysis there was carried out a comparison between sonic tomograph and nuclear magnetic resonance to identify decay invisible to normal tools used in tree evaluation
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Improvements in small scale soil less-systems: testing growing media and nutrient solutionFecondini, Marco <1982> 06 June 2011 (has links)
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Characterisation and evaluation of carrot germplasmRakić, Živojin <1969> 24 June 2008 (has links)
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