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Formation expérientielle et voyage initiatique en Extrême-Orient : Etude par explicitation biographique du parcours de vie d'un adulte occidental au mitan de sa vie / Experential Training and Initiatory Journeys to the Far EastBreton, Hervé 09 December 2013 (has links)
Cette thèse porte sur l’étude des processus de formation par les expériences de voyage en Extrême-Orient. En procédant à un détour "au plus lointain", la recherche travaille par le voyage, les passages et les transitions réalisés par contact et expérience de l'ailleurs, mais aussi avec le retour dans le quotidien. Ainsi, la recherche veut contribuer à l'élaboration d'un modèle de la transformation de la vie adulte dans un contexte de mondialisation. Empiriquement, la recherche repose sur l'étude d'un parcours de vie, celui d'un adulte né en France dans les années 1970, en procédant selon une méthodologie d'enquête qui croise les entretiens biographiques visant la narration du parcours de vie, et les entretiens d'explicitation pour l'exploration de moments singuliers. Le rapprochement fait au final entre "pratiques du voyage" et "pratiques réflexives" aboutit à l'élaboration d'un cadre pour repenser les pratiques d'accompagnement dans le champ de la formation professionnelle / This thesis is a study of the transformation processes undergone by a Western adult, in the first half of his life, after a series of trips to the Far East. In making a detour "to the most distant," the aim is not to think the training process with reference to the extraordinary journeys or the unusal trials, regardless of the everyday life. Concisely, the connection made between "journey paractices" and "reflexive practices" leads to the formulation of a framework to think the initiated transformations and to structure accompanying practices in the field of vocational training. Emprirically, the research is based on the study of the journey of life of an adult born in France in the 1970s. The whole study is fulfilled according to a survey methodology called "biographical explanation." The used methodology consists of crossing biographical interviews -the narration of the life course in its different periods- and the explanation interviews to explore the unique and special moments
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Tydliggörande kommunikation i förskolan : En kvalitativ studie om pedagogiska arbetssätt som kan bli tydliggörande för barns kommunikation / Clarifying communication in preschool : A qualitative study of pedagogical methods that can be clarifying for children’s communication.Sand, Karoline, Stigsdotter, Anna January 2022 (has links)
Denna studie handlar om hur alla barn kan få möjlighet att göras delaktiga i förskolans verksamhet via olika kommunikationsformer. I studien undersöks vilka arbetssätt och tecken som förskollärare använder i tydliggörandet av barns kommunikation. Syftet är att bidra med kunskap om pedagogiska arbetssätt som kan bli tydliggörande för barns kommunikation i förskolan. Empirin har samlats in genom en kvalitativ metod, med semistrukturerade intervjuer där sex förskollärare från fem olika förskolor medverkade. Resultatet har sedan analyserats utifrån ett multimodalt och designorienterat perspektiv. I resultatet framkommer det att förskollärare använder sig utav arbetssättet tydliggörande pedagogik, med tecken som det verbala språket, TAKK, bilder och digitala verktyg i tydliggörandet av barns kommunikation.
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Investigation on 3D-printing of homopolymer polypropyleneShah, Nilay Gaurang 26 April 2023 (has links)
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Naturerfaheungen bei elektronisch unterstützer Lernumgebung, unter besonderer Berücksichtigung von arabischen Kinder in Deutschland / Nature experiences in a mobile electronically supported learning environment, with special consideration of arabian childern in germanyAhmad, Mutieah 12 August 2011 (has links)
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Boiardo lettore di Dante. Comunicazione letteraria e intertestualità a Ferrara nella loro dimensione storicaCazzato, Matteo 29 May 2024 (has links)
La tesi si propone di indagare l’intertestualità dantesca nell’opera volgare di Matteo Maria Boiardo. Il fenomeno è già stato oggetto di studi – indirizzati soprattutto al poema cavalleresco, e in misura minore (specie negli ultimi anni) al canzoniere lirico – che si sono mossi però nell’alveo dell’impostazione strutturalista, con una considerazione della memoria poetica da un punto di vista formalista e tipologico. Questa corrente ha consentito sviluppi importanti negli studi filologici, ma porta a vedere il fatto letterario staccato dal suo contesto di riferimento. Se questo esito in Italia è stato arginato da una forte base storicista, va detto che gli studi sulle riprese poetiche hanno però vissuto una situazione particolare. Da una parte, infatti, lo strutturalismo fra anni ’60 e ’70 ha imposto anche in Italia, attraverso una serie di importanti lavori, il suo modo di trattare la questione, senza poi che il successivo approdo semiotico incidesse in maniera significativa. Dall’altra, la reazione di chi voleva agganciare il fenomeno al dato storico ha riportato il problema all’impostazione erudita della critica delle fonti, privilegiando la raccolta dati da mettere in relazione con le informazioni sulla storia della tradizione e della circolazione. L’obbiettivo di questa tesi è fare un passo avanti, nella convinzione che per lo studio di questi fenomeni di riuso sia la circolazione manoscritta che i dati testuali e formali vadano letti in una piena prospettiva semiotica: guardare ai fenomeni di tradizione e trasmissione testuale nell’ottica dei processi ricettivi, e considerare le scelte di memoria poetica come atti comunicativi, con un valore pragmatico. La ricerca ha l’intento di giungere ad una maggior comprensione del rapporto del dotto poeta umanistico con il modello dantesco, un’interpretazione più chiara delle strategie di riuso, determinate dal particolare modo di leggere la Commedia nel contesto specifico, e perciò attraverso un preciso filtro fra quelli disponibili al tempo. Accanto all’insieme di informazioni filologiche sulle attestazioni manoscritte nelle biblioteche del tempo, l’indagine qui condotta consente – anche da un punto di vista che potremmo definire attributivo – di indicare in Benvenuto da Imola l’esegeta di riferimento per Boiardo e il suo pubblico, proprio perché l’osservazione ravvicinata dei testi e dei loro legami fa emergere questa tradizione interpretativa come la più attiva nell’elaborazione boiardesca rivolta ai lettori. Il lavoro non ha preso le mosse da un afflato teorico, teso a riconcettualizzare l’intertestualità, ma da un intento di chiarificazione sui testi e alcuni loro aspetti che non sembravano però trovare una spiegazione soddisfacente all’interno del quadro metodologico diffuso. Il lavoro, allora, ha assunto poco alla volta anche una vena metodologica sorta dall’osservazione dei fenomeni in modo nuovo. E così, accanto all’indagine storico-letteraria, e in stretta relazione con essa, è stato possibile avanzare alcune proposte ermeneutiche sui meccanismi intertestuali in base alle dinamiche della comunicazione letteraria. E nelle pagine che seguono il percorso si articola attorno a nuclei diversi ma interconnessi: da una parte la riflessione generale a carattere semiotico sui fenomeni di memoria poetica, che vengono concettualizzati grazie agli apporti di discipline come la pragmatica; segue una ricognizione storica sulle modalità di lettura e ricezione del modello dantesco – e non solo – in base alla circolazione dei testi e dei loro apparati esegetici; si arriva poi al nucleo del lavoro con l’affondo diretto su opere e paratesti esegetici con le loro relazioni, che si instaurano all’interno del laboratorio d’autore e poi da lì arrivano al pubblico.
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