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Dal teatro alla performance e ritorno. La svolta performativa nel teatro contemporaneo e la svolta teatrale nella performance art / From Theater to Performance and Back. Performative Turn in Contemporary Theater and Theatrical Turn in Performance Art

Popovic, Branko <1971> 12 June 2012 (has links)
Il fulcro tematico e concettuale della tesi consiste nel rapporto complesso, paradossale e spesso anche controverso esistente fra il teatro e la performance (art) – e cioè il rapporto fra i concetti di “teatralità” e di “performatività”. L’attenzione è posta su quelle correnti nelle arti performative contemporanee che tendono allo scioglimento delle nozioni di genere, disciplina, tecnica e autorialità e che mettono in questione lo status stesso dell’opera performativa (lo spettacolo) in quanto prodotto esclusivamente estetico, cioè spettacolare. Vengono esaminate – prelevando rispettivamente dal campo del teatro, della danza e della performance art – le pratiche di Jerzy Grotowski e Thomas Richards, Jérôme Bel e Marina Abramović. Quello che accomuna queste pratiche ben diverse tra loro non è soltanto la problematica del rapporto fra teatralità e performatività ma soprattutto l’aspetto particolarmente radicale e assiduo (e anche paradossale) del loro doppio sforzo, che consiste nello spingere la propria disciplina oltre ogni confine prestabilito e nello stesso tempo nel cercare di ri-definire i suoi codici fondanti e lo statuto ontologico che la distinguerebbero dalle altre discipline performative. Sono esaminate anche diverse teorizzazioni della performance con particolare attenzione a quei contributi che mettono in luce (e in questione) il delicato rapporto fra il teatro e la performance (art) attraverso una (ri)concettualizzazione e comparazione dei termini di teatralità e di performatività. La tesi esamina l’evoluzione della comprensione di quel rapporto all’interno del campo teorico-storico e artistico che inizialmente riflette la tendenza a percepire il rapporto in termini di opposizione e addirittura esclusione per approdare col tempo a una visione più riconciliante e complementare. Le radicali pratiche contemporanee fra il teatro e la performance rappresentano forse una nuova forma-processo performativa specifica e autonoma – che potrebbe essere definita tout court “performance” – e con cui viene definitivamente superato il progetto teatrale modernista? / The thematic axis of the thesis and its conceptual crux is complex, paradoxical and often disputed relationship between the theater and the performance (art) - namely, the relationship between the concepts of "theatricality" and "performativity". The focus is on those currents in contemporary performing arts which tend to dissolve the conventional notions of artistic genre, discipline, technique and authorship, and which question the status of the performance work (the show) as an exclusively aesthetic, that is to say spectacular, product. Taking respectively from the field of theater, dance and performance art the thesis examines the practices of Jerzy Grotowski and Thomas Richards, Jérôme Bel and Marina Abramović. What links these very different practices is not only the problem of the interplay between theatricality and performativity reflected in their work but especially the particularly radical (and paradoxical) aspect of their twofold effort, which consists of pushing the respective discipline beyond all accepted boundaries and at the same time the effort to re-define it’s foundational codes and ontological status which distinguish it from other performative disciplines. Various theories of performance are also examined, with particular attention to those contributions that highlight (and question) the delicate relationship between theater and performance (art) through (re) conceptualization and comparison of the terms of theatricality and performativity. The thesis follows the evolution of understanding of that relationship within both theoretical-historical and artistic fields. While both fields initially reflect the tendency to perceive the given relationship in terms of opposition and even exclusion, in time they arrive to a more reconciling and complementary vision. Can we consider the radical practices here examined to form a new performative genre - which could be defined as "performance" tout court - one that has definitely overcome the modernist theater project?
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Studi sull'immaginario musicale in Euripide / Studies on the musical imagery of Euripides

Firinu, Elena <1984> 17 May 2012 (has links)
La dissertazione è suddivisa in due capitoli più tre appendici. Nel I capitolo, Musica e dolore, si indagano i casi di metamusicalità in riferimento al dolore, che si intensificano in Euripide: si nota lo sviluppo di una riflessione sul ruolo della mousike rispetto al dolore, espressa attraverso un lessico medico e musicale. Si dimostra che in Euripide si pone il problema di quale scopo abbia la musica, se sia utile, e in quale forma lo sia. Nella prima produzione si teorizza una mousa del lamento come dolce o terapeutica per chi soffre. Molti personaggi, però, mostrano sfiducia nel potere curativo del lamento. Nell’ultima produzione si intensificano gli interrogativi sulla performance del canto, che si connotano come casi metamusicali e metateatrali. Nell’Elena, nell’Ipsipile e nelle Baccanti, E. sembra proporre una terapia ‘omeopatica’ del dolore attraverso la musica orgiastico-dionisiaca. Nel II capitolo, Natura e musica, si sceglie l’Ifigenia Taurica come esempio di mimetismo orchestico-musicale fondato – oltre che su casi di autoreferenzialità – su un immaginario naturale che, ‘facendo musica’, contribuisce all’espressività della choreia e della musica in scena. Si ipotizza inoltre un accompagnamento musicale mimetico rispetto ai suoni della natura e movimenti di danza lineari accanto a formazioni circolari, che sembrano richiamare la ‘doppia natura’ del ditirambo. L’Appendice I, Gli aggettivi poetici ξουθός e ξουθόπτερος: il loro significato e la loro potenzialità allusiva, affronta un caso particolare e problematico di ‘mimetismo lessicale’, innescato dal termine ξουθός e dal composto euripideo ξουθόπτερος. Si dimostra che l’aggettivo indica originariamente un movimento vibratorio, ma sviluppa anche un senso sonoro, ed è quindi un termine evocativo rispetto alla performance. Nell’Appendice II, Il lessico musicale in Euripide, è raccolto il lessico euripideo coreutico-musicale. Nell’Appendice III, La mousike nei drammi euripidei, sono raccolti i riferimenti alla mousike in ogni dramma. / The dissertation is divided in two chapters and three appendix. In Chapter I, Music and pain, we investigate the cases of metamusicality in reference to pain in Euripides: he elaborates a reflection on the role of mousike compared to the pain, manifested by a medical and musical vocabulary. It is shown that in E. there is the problem of what purpose has the music, whether it is useful, and in what form it is. In the first production E. theorizes a mousa of lament that is sweet or therapeutic for sufferers. Many characters, however, show no confidence in the healing power of lament. In the last production questions about the performance of the song increase, and are characterized as cases of metamusicality and metatheatrality. In the Helen, Hypsipyle and Bacchae E. seems to offer a 'homeopathic' music therapy through Dionysiac music. In Chapter II, Nature and music, we choose the Iphigenia Taurica as an example of orchestic and musical mimesis, based on a natural imagery and on cases of self-referentiality. It contributes to the expressiveness of the music and choreia on stage. We suppose also a musical accompaniment which is mimetic of natural sounds and movements, and combines linear and circular formations (that recall the 'double nature' of dithyramb). Appendix I, The poetic adjectives ξουθός and ξουθόπτερος: their significance and their allusive force, faces a problematic case of 'lexical mimesis', made up of ξουθός and the euripidean compound ξουθόπτερος. It is shown that the word originally means a vibratory movement, but develops a sense of sound, and it is therefore a term able to evoke the performance. In Appendix II, The musical lexicon in Euripides, the musical and dancing lexicon of Euripides is collected. In Appendix III, The mousike in Euripides’ tragedies, the musical references of each drama are collected.
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Retorica come dissimulazione. Il ritmo della prosa manganelliana / Rhetoric as dissimulation. The rhythm of Manganelli's prose

Milani, Filippo <1983> 28 May 2012 (has links)
La tesi è incentrata sull'analisi dell'organizzazione retorica della prosa di Giorgio Manganelli, indagando il sistema ritmico attraverso il quale l'autore è in grado di creare un fluire sintattico che sfugge alle classificazioni di genere. Per Manganelli, infatti, il linguaggio è solamente organizzazione di se stesso, e perciò la scrittura ruota attorno a un centro narrativo vuoto, dissimulando l'assenza di necessità. Egli è un retore puntuale dotato di una straordinaria abilità compositiva, che gli consente di mettere in scena l'ambiguità insita nella retorica. Per affrontare questa analisi è stato opportuno avvalersi della critique du rythme ideata da Henri Meschonnic, a partire dalle riflessioni di Emile Benveniste sul concetto eracliteo di ritmo, poiché essa fornisce una prospettiva duttile, dinamica e svincolata da pregiudizi critici. Meschonnic infatti considera il ritmo non come schema metrico ma in quanto organizzazione del senso nel discorso, volto alla signifiance del testo. In quest'ottica si è tentato di costruire un percorso attraverso le opere di Manganelli per descrivere il sistema retorico su cui si fonda la sua scrittura, a partire dai materiali del suo laboratorio (poesie, prose, appunti di diario, scambi epistolari) fino all'ideazione di discorsi pseudo-teologici che si presentano come allegoria stessa della scrittura. Si sono analizzati in particolare la trasposizione letteraria della tecnica musicale della variazione in Nuovo commento (1969), e il ritmo del periodo ipotetico in Rumori o voci (1987), testo emblematico della ricerca di Manganelli sulle potenzialità del linguaggio. Infine la prosa manganelliana è stata messa a confronto con quella di altri importanti autori italiani del Novecento (Pavese, Gadda, Camporesi, Celati), al fine di comparare tra loro diverse organizzazioni ritmiche del linguaggio, e ricollocando così Manganelli al centro del panorama letterario italiano con tutta la sua eversiva marginalità. / This thesis focuses on the analysis of the rhetorical organization of Giorgio Manganelli's prose, investigating the rhythmical system by which the author is able to create a syntactic flow that escapes the genre classifications. According to Manganelli, the language is only organization of itself, and therefore the writing turns around a empty narrative center, in order to disguise the absence of necessity. He is a rhetorician with an extraordinary compositional skill that allows him to stage the ambiguities inherent in the rhetoric. To approach this analysis it seemed appropriate to use the critique du rythme that Henri Meschonnic designed starting from the ideas of Emile Benveniste on the Heraclitean concept of rhythm, as it provides a flexible and dynamic perspective. Meschonnic considers the rhythm not as a metrical scheme but as an organization of meaning in discourse, aimed at the signifiance inside the text. In this perspective, we tried to build a path through Manganelli' works, in order to describe the rhetorical system on which he bases his writing, from the materials of his laboratory (poetry, prose, diary notes, correspondence) until the pseudo-theological discourses, which appear to be an allegory of writing itself. We analyzed in particular the literary transposition of musical technique of variation in Nuovo commento (1969), and the rhythm of the conditional clause in Rumori o voci (1987), the emblematic text of Manganelli's research about the potential of language. Finally Manganelli's prose was compared with other Italians authors of the twentieth century (Pavese, Gadda, Camporesi, Celati), in order to compare different rhythmical organization of language; by this operation, we aim to replace Manganelli, with his subversive marginality, in the center of Italian literary scene.
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I drammi per musica di Giacomo Antonio Perti per il teatro della Villa medicea di Pratolino (1700-01; 1707-10) / The operas by Giacomo Antonio Perti for the theatre of the Medici Villa of Pratolino (1700–01; 1707–10)

Lora, Francesco <1981> 18 July 2012 (has links)
L’attività nel teatro della Villa medicea di Pratolino, presso Firenze, giunse al culmine nel primo decennio del ’700, quando il principe Ferdinando de’ Medici commissionò e vi fece rappresentare, una per anno, opere in musica di Alessandro Scarlatti e di Giacomo Antonio Perti. Benché le partiture siano perdute, sopravvive un’ingente quantità di materiale documentario, in massima parte inedito, il quale dà un eccezionale resoconto sul mecenatismo del Principe e sul funzionamento della macchina teatrale. La dissertazione si concentra sulle sei opere poste in musica da Perti ("Lucio Vero", 1700, in collaborazione con Martino Bitti; "Astianatte", 1701; "Dionisio re di Portogallo", 1707; "Ginevra principessa di Scozia", 1708; "Berenice regina d’Egitto", 1709; "Rodelinda regina de’ Longobardi", 1710), sui rapporti del compositore col Principe, col librettista Antonio Salvi, col rivale Scarlatti, coi cantanti e con la corte medicea, sullo stile da lui perseguito e – per quanto è dato sapere o lecito ipotizzare – sulla fisionomia dei suoi lavori (strutture e risorse letterarie, teatrali e musicali). / Activity in the theatre of the Medici Villa of Pratolino, not far from Florence, peaked during the first decade of the 1700s. At that time, Prince Ferdinando de’ Medici commissioned Alessandro Scarlatti and Giacomo Antonio Perti to compose operas, staged in the Villa on a one-per-year basis. Although the scores of these operas have been lost, much documentary material has survived. The greater part of this is still unpublished, but it provides an exceptional account of both the Prince’s patronage and the theatre’s functioning. This dissertation focuses on the six operas set to music by Perti ("Lucio Vero", 1700, in collaboration with Martino Bitti; "Astianatte", 1701; "Dionisio re di Portogallo", 1707; "Ginevra principessa di Scozia", 1708; "Berenice regina d’Egitto", 1709; "Rodelinda regina de’ Longobardi", 1710), on the composer’s relationship with the Prince, the librettist Antonio Salvi, his rival Scarlatti, the singers and the Medici Court, on the style he pursued and – to the extent that such information is known or may be legitimately inferred – on the physiognomy of his works (structures and literary, theatrical and musical resources).
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Drammatizzazioni devozionali del Venerdì santo a Milano in età post-tridentina: la processione con Misteri dei Barnabiti / Good Friday devotional dramatizations in Milan post-tridentine period: Barnabites «processione con misteri»

Salis, Giovanni <2012> 18 July 2012 (has links)
La tesi si occupa della «processione con Misteri» organizzata da Carlo Bascapè, preposito generale dei Barnabiti, a Milano, la notte del venerdì santo, a partire dal 1587. Di questo importante rito processionale sono giunte fino a noi diverse testimonianze documentarie, conservate presso l’Archivio Storico dei Barnabiti a Milano, che sono state il cuore di questa ricerca. La processione è una grande meditazione pubblica dove la musica svolge un ruolo molto importante. Il percorso che ho seguito è stato teso a rendere ragione delle motivazioni drammatiche e devozionali della processione, per poi approdare al significativo ruolo che la componente musicale svolgeva nel rito stesso. Nel primo capitolo ho rievocato la figura di Carlo Bascapè (1550-1615), inserendo la sua figura all’interno delle esperienze storiche nelle quali si è formato (la Milano di san Carlo Borromeo e l’Ordine dei Chierici regolari di San Paolo). Nel secondo capitolo ho scandagliato le radici devozionali alla base della processione (i concetti di devozione e orazione) e messo a fuoco il ruolo della musica nell’esperienza religiosa dei Barnabiti e, in particolar modo, di Carlo Bascapè. Il terzo capitolo si concentra sulle principali modalità di rappresentazione e meditazione della passione di Cristo. Nel quarto capitolo ho ricostruito, attraverso una lettura dei documenti, e con approfondimenti tratti dalla letteratura devozionale tardocinquecentesca sulla passione, i vari aspetti della processione e i suoi protagonisti (religiosi, nobili della città di Milano, musicisti), e, infine, ho messo in luce gli aspetti devozionali e drammaturgici. Nel quinto capitolo ho analizzato le musiche superstiti, pervenendo alla conclusione che ogni aspetto musicale era concepito tenendo ben presenti i due aspetti su cui era imperniata la processione: la rappresentazione della passione e l’immedesimazione dei fedeli. L’ultima parte della tesi consiste, infine, nella trascrizione dei documenti archivistici, nella loro parte testuale e musicale. / My Thesis concentrates on the processione dei misteri organized by Carlo Bascapè, superior general of the Barnabites, in Milan on the night of Good Friday since 1587. The Archivio Storico of Barnabites (Milan) contains several documents that are evidence of this important rite and represent the sources of this research. This processione was a huge public meditation in which music played a primary role. The aim of my writing is first to account for the dramatic and devotional reasons of the processione, then to investigate the significant meaning that the music would have had in the rite itself. In the first chapter I introduce Carlo Bascapè (1550-1615) emphasizing his historical constitutive experiences, that means presenting the city of Milan during Saint Carlo Borromeo and the Clerics Regular Order of Saint Paul. In the second I investigate the devotional roots under the processione, the concepts of devotion and oration, and I focus on the role of the music in relation to the religious experience of Barnabites and in particularly of Carlo Bascapè. In the third I concentrate on the main representation and meditation mode of the Christ Passion. In the fourth chapter I reconstruct the different aspects of the processione and its protagonists (religious people, Milan noblemen, musicians) through the reading of sources and deepening the late sixteenth devotional literature, and lastly I underline the devotional and dramatic features. In the fifth chapter I analyze the survivor sheets music concluding that every musical detail would have been conceived in order to respect two different aspects of the processione: on the one side, the Passion Drama and, on the other side, the believers’ identification. The last part of the thesis consists in the transcriptions of the archive documents.
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Accesorios de indumentaria del regnum visigodo temprano (siglos V-VI) / Clothing accessories from the early Visigothic regnum (5th-6th centuries)

Pinar Gil, Joan <1976> 04 July 2012 (has links)
Los accesorios metálicos de indumentaria constituyen uno de las fuentes materiales principales para aproximarse a la realidad social, cultural y económica de la población del Mediterráneo tardoantiguo. En el caso de los hallazgos de los siglos V y VI procedentes de la Península Ibérica y del suroeste de Francia, numerosos problemas de documentación han impedido extraer y desarrollar todo su potencial, tanto en lo referente al encuadre tipológico y cronológico de estos objetos como en la consiguiente fase interpretativa. Se hacía necesario acometer un nuevo estudio monográfico que actualizara el panorama de la investigación. El trabajo cataloga, data y clasifica tipológicamente más de cuatro millares de fíbulas y accesorios de cinturón recuperados en casi medio millar de yacimientos localizados en los actuales Portugal, España, Andorra y Francia. El resultado permite aproximarse a las áreas de producción y modalidades de circulación y utilización de cada uno de los tipos individualizados. Una veintena de indumentarias distintas, definidas por combinaciones de distintos tipos de accesorios en contextos funerarios, ha sido identificada. Parte de éstas constituye la base principal de un sistema cronológico organizado en seis fases distintas que cubren una cronología situada aproximadamente entre las últimas décadas del siglo IV y las últimas décadas del siglo VI. La investigación acomete asimismo el análisis de la implantación de los accesorios y de las indumentarias relacionadas con ellos en el paisaje tardoantiguo de Hispania y la Galia. El resultado permite reconstruir secuencias regionales de evolución indumentaria y establecer relaciones entre diversas tipologías de contextos funerarios y habitativos y los tipos de indumentaria previamente definidos. Los resultados permiten renovar la mirada sobre este tipo de objetos y el lugar que ocuparon en la vida cotidiana de muchos de los habitantes del regnum visigodo temprano. / Metal clothing accessories are one of the main archaeological sources to approach social, cultural and economic aspects of the population of the Late Antique Mediterranean. Many documentation problems have prevented the researchers to develop all the potentialities of 5th and 6th century finds in south-western France and the Iberian Peninsula, both in the fields of typology and chronology and in the ulterior interpretative phase. Thus it was necessary to endeavour a new monographic study able to update the general picture outlined by former studies and to convey data from the newest research. This study catalogues, dates and classifies typologically over for thousand brooches and belt fittings from almost five hundred sites in present day Portugal, Spain, Andorra and France. The results enable a new approaching to the production areas and modalities of circulation and using of each defined type. About twenty distinct clothes have been identified; they are defined by combinations of different types of clothing accessories recorded in funerary backgrounds. Some of them form part of the main basis for a chronological system organized in six periods, stretching from the last decades of the 4th century to the last decades of the sixth century. The integration of such accessories and of the cloths related to them in the Late Antique landscape of Spain and Gaul is also a main aspect of this research. As a result, some regional-based sequences of clothing evolution are identified, and the links between different typologies of funerary and settlement contexts and the previously defined types of clothes are explored. The collected data enables thus a new regard on clothing accessories and its position in the everyday life of many inhabitants of the Visigothic early regnum.
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«L’Eroica» e la xilografia italiana dal tardo simbolismo all’espressionismo (1911-1917) / “L’Eroica” and italian xylography from late symbolism to expressionism (1911 – 1917)

Virelli, Giuseppe <1974> 19 July 2012 (has links)
Il lavoro di ricerca vuole analizzare, attraverso lo studio specifico della rivista artistico letteraria «L’Eroica» fondata a La Spezia nel 1911 da Ettore Cozzani e Franco Oliva, gli artisti e le situazioni in cui si sviluppa e si diffonde in Italia un linguaggio grafico di tipo fauve-espressionista, in perfetta sintonia con le coeve esperienze straniere. Nello specifico, si è focalizzata l’attenzione sui così detti ‘anni eroici de L’Eroica’ (1911-1917), periodo in cui risulta più evidente il passaggio che si ebbe nel panorama dell’illustrazione italiana da uno stile ancora riconducibile a un linguaggio simbolista a uno, per l’appunto espressionista. Questa rivista, infatti, nella fase conosciuta come “gli anni eroici dell’Eroica” (1911-17), s’interessa in modo quasi esclusivo alla xilografia contemporanea avvalendosi in un primo momento della collaborazione di artisti noti nell’ambito del gusto liberty come, ad esempio, Adolfo De Carolis e dei suoi allievi (Gino Barbieri, Ettore di Giorgio, Antonio Moroni). Tale collaborazione però termina con la cosiddetta “Secessione degli Xilografi”, ossia l’abbandono nel 1914 da parte di De Carolis e dei suoi della testata spezzina, circostanza questa che determinerà un nuovo indirizzo stilistico per la rivista in cui prenderanno sempre più spazio artisti di una generazione più giovane, peraltro già attivi su «L’Eroica» stessa, quali ad esempio Lorenzo Viani, Arturo Martini, Emilio Mantelli, Felice Casorati, Giuseppe Biasi, Roberto Melli e Gino Carlo Sensani, questi ultimi tutti rappresentanti di un espressionismo italiano di primo ordine / By means of the specialized literary and artistic journal “L’Eroica”, founded in La Spezia by Ettore Cozzani and Franco Oliva in 1911, this research aims to study the artists and the situations that contributed to develop and spread in Italy a fauve-expressionist graphic language in perfect wavelength with the contemporary foreign movements. In particular the focus has been placed on the so called “heroic years of L’Eroica” (1911- 1917), a period marked by a considerable switch from a style still linked to symbolism to an expressionist one within the Italian illustration panorama. As a matter of fact the journal in the “heroic years of L’Eroica” (1911-17) focused almost exclusively on the contemporary xylography counting on the support of renowned artist of the liberty milieu such as Adolfo de Carolis and his pupils (Gino Bramieri, Ettore di Giorgio and Antonio Moroni). In 1914 this co-operation ended with the so called “Secession of the Xylographers” when De Carolis and his followers from La Spezia decided to leave the journal. This circumstance gave birth to a new stylistic trend for the journal that witnessed the entrance of a younger generation of artists, who were already active within L’Eroica, such as Lorenzo Viani, Arturo Martini, Emilio Mantelli, Felice Casorati, Giuseppe Biasi, Roberto Melli e Gino Carlo Sensani, these last ones all representatives of the main Italian Expressionism.
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Il repertorio italiano del Ms Gr. Rés. Vm7 676 della Biblioteca Nazionale di Parigi / The italian repertory in the Ms Gr. Rés. Vm7 676 of the National Library of Paris

Luisi, Maria <1969> 18 July 2012 (has links)
La tesi esamina il codice musicale Gr. Rés Vm7 676 della Biblioteca Nazionale di Parigi, che rappresenta una fonte di grande interesse per lo studio della musica vocale italiana tra Quattro e Cinquecento. Compilato nel 1502, il codice è stato oggetto di analisi da parte di vari studiosi, che ne hanno preso in esame singoli brani o intere sezioni, allo scopo di attestare procedimenti compositivi particolari (Torrefranca) o caratteri stilistici locali, in particolare relativi alla frottola mantovana e ferrarese (Prizer). Un’accurata ricognizione sul repertorio è stata effettuata da Nanie Bridgman in un saggio degli anni Cinquanta del secolo scorso, ma non è mai stato realizzato uno studio organico sul manoscritto. Pertanto la ricerca si è proposta di riconsiderare l’intero repertorio italiano tramandato dal codice, per proporre un plausibile inquadramento stilistico nella cultura della poesia per musica coeva. La trascrizione dei testi e delle musiche, supportata dal confronto con le fonti manoscritte e a stampa, letterarie e musicali, ha consentito di formulare alcune ipotesi in merito alla circolazione del repertorio tramandato e all’ambiente di produzione del documento. L’inconsueta varietà di forme musicali riscontrate nel codice consente inoltre di assumere questo manoscritto come una delle principali fonti della tradizione musicale che precede immediatamente la ‘sistemazione’ del repertorio frottolistico effettuata da Ottaviano Petrucci, a partire dal 1504, con la pubblicazione dei suoi undici libri di frottole (1501-1514). / This thesis examines the musical manuscript Gr. Rés Vm7 676 of the National Library of Paris, which is a source of great interest for the study of Italian vocal music between the fifteenth and sixteenth. Compiled in 1502, the code has been analyzed by various scholars who have examined individual songs or entire sections, in order to certify specific compositional procedures (Torrefranca) or local stylistic features, in particular relating to the frottola of Mantua and Ferrara (Prizer). A thorough survey on the repertoire has been performed by Nanie Bridgman in an essay of the fifties of last century, but has never been a completely study on the manuscript. Therefore, research has proposed to reconsider the entire Italian repertoire handed down by the Code, to propose a plausible framework style of poetry to music in contemporary culture. The transcription of the texts and music, supported by the comparison with manuscript and printed sources, literary and musical, has allowed to formulate some hypotheses concerning the circulation of the handed repertoire and its production environment. The unusual variety of musical forms found in the code also allows us to take this manuscript as a major source of the musical tradition that immediately precedes the 'accommodation' of frottolas repertoire made by Ottaviano Petrucci, starting from 1504, with the publication of his eleven books of frottolas (1501-1514).
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La didattica della traduzione specializzata dallo spagnolo in italiano: competenza traduttiva, genere testuale e nuove tecnologie / Teaching Specialized Translation from Spanish into Italian: Translation Competence, Textual Genre and ITC

Zucchini, Luisa <1970> 18 September 2012 (has links)
Il progetto di ricerca che presentiamo nasce dalla virtuosa combinazione di teoria e prassi didattica nello spirito della ricerca-azione. Scopo del presente lavoro è elaborare un percorso didattico di formazione alla traduzione specializzata in ambito medico-scientifico, tecnico ed economico-giuridico per la combinazione linguistica spagnolo-italiano all’interno della cornice istituzionale concreta dell’università italiana oggi. La nostra proposta formativa si fonda su tre elementi: la ricognizione del mercato attuale della traduzione per la combinazione linguistica indicata, l’individuazione degli obiettivi formativi in base al modello di competenza traduttiva scelto, l’elaborazione del percorso didattico per competenze e basato sull’enfoque por tareas di traduzione. Nella progettazione delle modalità didattiche due sono gli aspetti che definiscono il percorso proposto: il concetto di genere testuale specializzato per la traduzione e la gestione delle informazioni mediante le nuove tecnologie (corpora, banche dati terminologiche e fraseologiche, memorie di traduzione, traduzione controllata). Il presente lavoro si articola in due parti: la prima parte (quattro capitoli) presenta l’inquadramento teorico all’interno del quale si sviluppa la riflessione intorno alla didattica della traduzione specializzata; la seconda parte (due capitoli) presenta l’inquadramento metodologico e analitico all’interno del quale si elabora la nostra proposta didattica. Nel primo capitolo si illustrano i rapporti fra traduzione e mondo professionale; nel secondo capitolo si presenta il concetto di competenza traduttiva come ponte tra la formazione e il mondo della traduzione professionale; nel terzo capitolo si ripercorrono le tappe principali dell’evoluzione della didattica della traduzione generale; nel quarto capitolo illustriamo alcune tra le più recenti e complete proposte didattiche per la traduzione specializzata in ambito tecnico, medico-scientifico ed economico-giuridico. Nel quinto capitolo si introduce il concetto di genere testuale specializzato per la traduzione e nel sesto capitolo si illustra la proposta didattica per la traduzione specializzata dallo spagnolo in italiano che ha motivato il presente lavoro. / This research was born from the virtuous combination of theory and teaching practice in the spirit of a research-action. The aim of this thesis was to develop a learning path for training in specialized translation from Spanish into Italian in the medical-scientific, technical and economics-law fields, within today’s Italian university. This proposal is based on three elements: the analysis of the current market for translation from and into the above stated languages, the identification of the educational goals on the basis of the translation competence model chosen, and the development of the learning path according to skills and the enfoque por tareas. In developing the teaching methods, there are two aspects that define the path: the concept of specialized textual genre in translation and information management using new technologies (corpora, terminology and phraseology data bases, translation memories and “controlled translation”). This thesis is divided into two parts: the first one (four chapters) presents the theoretical background to the considerations on teaching specialized translation; the second one (two chapters) presents the methodological and analytical background to the teaching proposal. The first chapter sets out the relationship between translation and the professional world; the second chapter presents the concept of translation competence as a bridge between education and the professional translation world; the third chapter goes through the main stages of the general translation teaching evolution; the fourth chapter describes some of the most recent and complete teaching proposals for specialized translation in the technical, medical-scientific and economics-law fields. The fifth chapter introduces the concept of specialized textual genre in translation and the sixth chapter sets out the teaching proposal for specialized translation from Spanish into Italian, aim of this thesis.
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Strati, piano, rizoma. John Cage e la filosofia di Gilles Deleuze e Félix Guattari / Strata, plane, rhizome. John Cage and the philosophy of Gilles Deleuze and Félix Guattari

Waterhouse, Brent Alton <1971> 19 September 2012 (has links)
In base ad una recensione esaustiva dei riferimenti alla musica e al sonoro nella produzione filosofica di Gilles Deleuze e Félix Guattari, la presente ricerca s’incentra sulla posizione che il pensiero musicale di John Cage occupa in alcuni testi deleuziani. Il primo capitolo tratta del periodo creativo di Cage fra il 1939 e il 1952, focalizzandosi su due aspetti principali: la struttura micro-macrocosmica che contraddistingue i suoi primi lavori, e i quattro elementi che in questo momento sintetizzano per Cage la composizione musicale. Questi ultimi sono considerati in riferimento alla teoria della doppia articolazione che Deleuze e Guattari riprendono da Hjelmslev; entrambi gli aspetti rimandano al sistema degli strati e della stratificazione esposta su Mille piani. Il secondo capitolo analizza la musica dei decenni centrali della produzione cagiana alla luce del luogo in Mille piani dove Cage è messo in rapporto al concetto di “piano fisso sonoro”. Un’attenzione particolare è posta al modo in cui Cage concepisce il rapporto fra durata e materiali sonori, e al grado variabile in cui sono presenti il caso e l’indeterminazione. Le composizioni del periodo in questione sono inoltre viste in riferimento al concetto deleuzo-guattariano di cartografia, e nelle loro implicazioni per il tempo musicale. L’ultimo quindicennio della produzione di Cage è considerata attraverso il concetto di rizoma inteso come teoria delle molteplicità. In primo luogo è esaminata la partitura di Sylvano Bussotti che figura all’inizio di Mille piani; in seguito, i lavori testuali e musicali di Cage sono considerati secondo le procedure compositive cagiane del mesostico, delle parentesi di tempo che concorrono a formare una struttura variabile, e dell’armonia anarchica dell’ultimo Cage. / On the basis of a exhaustive identification of the references to music and sound in the philosophical production of Gilles Deleuze and Félix Guattari, the present research concentrates on the position occupied by John Cage’s musical thought in a number of deleuzian texts. The first chapter analyses the works composed by Cage between 1939 and 1952, focusing on two principal aspects: the micro-macrocosmic structure that characterises his first works, and the four elements that resume Cage’s approach to composition in the period in question. The latter are considered in relation to Hjelmslev’s theory of double articulation as elaborated by Deleuze and Guattari; both aspects are referred to the system of strata and stratification found in A Thousand Plateaus. The second chapter is dedicated to the compositions of the central decades of Cage’s production, in the light of the passage of A Thousand Plateaus in which Cage is considered in relation to the concept of a “fixed sonorous plane”. Particular attention is given to the way in which Cage conceives the relation between duration and sound materials, and to the variable degree to which chance and indeterminacy are present. The compositions of this period are furthermore seen in reference to the deleuzo-guattarian concept of cartography, and in their implications for musical time. The last fifteen years of Cage’s production are studied through the theory of multiplicity and the concept of rhizome. The score composed by Sylvano Bussotti that appears at the beginning of A Thousand Plateaus is therefore considered, followed by an examination of Cage’s late textual and musical works, giving particular attention to mesostics, time brackets and variable structure, and anarchic harmony.

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