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La cura delle bambine e dei bambini nella scuola dell'infanzia: buone pratiche in Cina e in Italia / The child care in the kindergarten: best practice in China and in ItalyYuan, Qin <1985> 09 May 2016 (has links)
Motivazione:
La ricerca proposta vuole individuare e indagare i modelli educativi e le buone pratiche di cura dei bambini e delle bambine che si sono sviluppati nelle scuole d’infanzia di alcune zone della Cina e dell’Italia. A tale fine, verranno considerati i fattori connessi all’individuazione: a) del modello educativo; b) del pattern educativo informale; c) delle buone pratiche. Queste diverse fasi delle analisi ci aiutano a capire quali siano le teorie pedagogiche (implicite e/o esplicite) presenti nella scelta delle attività educative e nella loro organizzazione e le concezioni d'infanzia strettamente legate alle tradizioni culturali della cura e dell'educazione dei due paesi.
Metodologia:
La ricerca ha appoggiato alle diverse metodologie e strumenti di indagine. Si è scelto di utilizzare una metodologia di tipo descrittivo, alternando diversi metodi osservativi in alcune sezioni di diverse scuole d’infanzia sia in Italia sia in Cina. Inoltre si è scelto di utilizzare un altro strumento guida dell'osservazione, applicato solo alle scuole d’infanzia italiane perché si tratta della scala di valutazione della qualità della scuola dell'infanzia (PraDISI) elaborata sulla base delle storie e della culture dell'infanzia diverse da quelle della Cina, che permette di valutare la qualità delle scuole dell'infanzia coinvolte nell’indagine. Oltre a ciò, nelle scuole d’infanzia di Shanghai è stata utilizzata la tecnica della video-registrazione per poter documentare e successivamente analizzare momenti specifici e rilevanti delle giornate.
Conclusione:
Dalle analisi sui dati raccolti, si risulta che è interessante integrare due modelli: uno della scuola dell'infanzia di Shanghai centrato più sul gruppo e l'altro della scuola dell'infanzia di Bologna e di Reggio Emilia più sul singolo. / Objective:
The mail objective of the research is to identify: a. The educational model; b. The informal
educational pattern; c. The best practice in some preschools of China and Italy. The research of
this project has something with my personal experiences. The Chinese government pays more
attention to the child care and more preschools choose the Montessori educational model from
others. The negligence of training of teacher created many problems during the importation of the
education model, coming from another country.
Method:
In the part of empirical research, I used different tools for doing observation. In the three
preschools of Shanghai, it is applied that named descriptive, that is, collecting the data with the
paper and pen (Anna Bondioli); while in the preschool of Bologna and Reggio Emilia, it used the
PraDISI (Rossaella D’Ugo, Ira Vannini), an instrument for observation and valuation of the
quality of the teaching practice. The third tool which is applied just in one of the three preschools
of Shanghai is the video-cued multivocal ethnography, elaborated by the group of researchers of
Joseph Tobin.
Result:
After the analysis of data, it noted that the educational model in of preschool of Shanghai
emphasized the collective value, while in Italy it focus more on the individual realization. So it is
interesting that the one model can be integrated with another.
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Culture familiari e pratiche di vita quotidiana. Modelli educativi e culturali nelle conversazioni tra genitori e bambini / Families cultures and everyday life practices. Educational and cultural models into parents-children interactionVassallo, Erika <1982> January 1900 (has links)
la ricerca vuole analizzare e descrivere i modelli educativi agiti e trasmessi dai genitori nell'interazione quotidiana, privilegiando fra gli altri un peculiare contesto naturale quale quello delle cene in famiglia. Attraverso una interrogazione sistematica dell’apparente normalità delle interazioni tra genitori e figli, l’analisi si propone di amplificare la portata educativa delle pratiche quotidiane. A partire da un approccio qualitativo allo studio dell’interazione, il parlare-in-interazione è qui considerato come uno dei più potenti strumenti attraverso cui genitori e figli costantemente costruiscono, negoziano e mantengono le loro rispettive identità, ruoli, posizioni sociali. L’analisi si sofferma in particolare sul micro-ordine delle interazioni familiari, così come si realizzano nel contesto domestico (l’abitazione di ogni famiglia), in un momento specifico della giornata (la consumazione della cena). A tale scopo è stato raccolto un corpus di 28 cene video registrate presso 6 famiglie italiane riprese presso le loro case durante la consumazione della cena. La ricerca intende mostrare come modelli educativi, orientamenti valoriali e credenze culturali siano costantemente (ri)prodotti sul piano del micro ordine della vita quotidiana. / The research focuses on the ordinary life parents/children interactions. Through a systematical consideration of the only seeming normality of interactions between parents and children, the analysis aims at enlarging the educational meaning of family practices in the process of everyday life. On the basis of a qualitative approach to interaction studies, talking-in-interaction is here considered as one of the most powerful means by which parents and children steadily construct, negotiate and maintain their reciprocal identities, roles, social positions. The analysis specifically focuses on the micro-order of family interactions in the way they take form in the domestic environment (every family household) and in a specific moment of the day (dinner time). To this effect a corpus of twenty-eight Italian family dinners recorded in their own household has been collected. This research intends to show how educational patterns, values orientations and cultural beliefs are steadily reproduced and reshaped in the context of daily, interactive micro-order.
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Fuori dal limbo. Mafie e direzioni progettuali per una resistenza pedagogica / Out of the limbo. Mafia and pedagogical resistanceGazzotti, Elena <1983> 09 May 2016 (has links)
La riflessione pedagogica è stata da una parte accusata di silenzio e di mancanza di approfondimento rispetto alle responsabilità educative coinvolte nello sviluppo dei fenomeni mafiosi; d'altra parte ci confrontiamo con la diffusa domanda di comprensione di tali realtà e del ruolo della società civile e con un aumento di interesse, da parte delle Istituzioni, verso percorsi educativi. Questa ricerca intende contribuire al dibattito pedagogico sulle possibili progettualità educative per costruire una risposta civile alla problematica delle mafie.
Per fare ciò, si accostano diverse griglie interpretative (storiche, sociologiche, giuridiche) e si confrontano percorsi di differenti criminalità organizzate (mafia, camorra, 'ndrangheta a livello nazionale e internazionale in primis, ma anche Yakuza, Cosa nostra americana e Triadi) con l'obiettivo di formarsi un angolo visuale più ampio e nello stesso tempo profondo della problematica mafiosa nella società globalizzata. Da questo confronto emerge l'importanza di comprendere, accanto alla pervasività delle mafie, la permeabilità dei contesti e le convergenze con gli stili esistenziali inautentici del nostro tempo, improntati al consumo, all'utilitarismo, al disimpegno, all'antropocentrismo.
Ripercorrendo l'evoluzione delle iniziative che sono state svolte sul piano politico-istituzionale e su quello civile, constatiamo soprattutto a partire dagli anni '80 l'emergere del discorso educativo. Per comprendere i possibili obiettivi educativi, si analizzano infine diversi progetti, narrati attraverso la documentazione, le interviste e i questionari rivolti ai protagonisti, e confrontati con le riflessioni pedagogiche in merito alla cittadinanza e alla legalità. L'ascolto dei familiari delle vittime, le esperienze dei campi della legalità “tra nord e sud”, di rigenerazione sociale e cura degli spazi e dei beni pubblici e dell'abitare la città, consentono di aprire l'orizzonte all'utopia di una civiltà dell'empatia, a patto di non sottrarsi all'investimento educativo nello sviluppare la capacità di ascolto della realtà e delle ragioni dell'altro, di coltivare l'arte della resistenza nel segno dell'empatia. / Pedagogy has been blamed of silence and superficiality on the relationship between mafias and education; however, nowadays we are facing a spreading of interest among civil society and institution around educational projects. This research aims to contribute to the pedagogical debate around possible directions to support the civil society response to the problems of mafias.
First of all, it deepens different theoretical framework (sociological, criminological, historical, law) and compares the different evolution of mafias (Cosa nostra, camorra, 'ndrangheta in the italian and international context, but also yakuza, triads, and italo-american mafia). The aim is to keep a wide and deep perspective of the problem of mafias in the globalized era. From this analysis emerges the importance of comprehension not only of the pervasiveness of the phenomenon but also the permeability of the contexts and the convergence with inauthentic lifestyles which are connected with consumption, utilitarianism, anthropocentrism and disengagement.
Considering this, the research address to understand the evolution of political-institutional and civil initiatives. The importance of education has increased since the '80s, when the law enforcement agents have started to be murdered. To comprehend possible educational goals, the research analyzes different projects, which are narrated through the documentation, interviews and surveys of actors involved and it confronts them with the pedagogical reflections on citizenship and legality. Listening to the relatives of victims, working on the land confiscated to mafiosi and turned into social land trust or social projects, restoring and taking care of public spaces and goods, trying new way of social living: these practices allow us to open the horizon to the utopy of the civilization of empathy if we engage in the development of the ability to comprehend reality and the reasons of the other and to nurture the art of resistence, in the sign of empathy.
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Dal dolore alla solidarietà. Storie di resistenza attiva in contesti di conflitto e violenza per una pedagogia della solidarietà.Filippini, Federica <1980> 27 May 2011 (has links)
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INCONTROCANTO. Un'indagine esplorativa sul legame d'attaccamento tra genitori e bambini al nido d'infanzia / INCONTROCANTO. An exploratoy inquiry on the attachment bond between parents and children at the day nurseryFerrari, Laura <1979> 09 May 2016 (has links)
Il presente percorso di ricerca nasce da un interrogativo specifico: cosa pensano e affermano i genitori della relazione con il proprio bambino durante il primo anno di vita, nel momento in cui frequentano il nido? La nascita e la cura di un figlio richiedono alla coppia e al singolo, che diventa genitore, di pensarsi famiglia. Tra genitore e bambino, nel primo anno di vita, si formano relazioni affettive, legami di attaccamento che, secondo una vasta letteratura influenzano il comportamento del bambino. I bambini sperimentano altre relazioni durature e significative con adulti diversi dai genitori e questo richiede al genitore di riflettere, modificare e a volte negoziare il proprio stile educativo con l’altro genitore e con gli adulti tra cui le educatrici di nido. Le relazioni primarie tra bambino e genitore e quelle secondarie tra bambino ed educatrice hanno caratteristiche comuni: la continuità nel tempo, la ripetitività, la vicinanza, il contatto fisico, il coinvolgimento emotivo e la cura quotidiana. Il territorio bolognese, in cui questo progetto di ricerca è stato realizzato, è caratterizzato dalla presenza di numerosi servizi per la prima infanzia (0-6 anni) e da una cultura storica sul tema della cura e della genitorialità. Nei servizi d’infanzia, l’inserimento avviene in età precocissime (anche prima del compimento del primo anno di età) e per un numero significativo di ore di frequenza giornaliera. Lo spoglio della letteratura non ha portato alla luce studi specifici sulle opinioni dei genitori in merito al loro legame di attaccamento con il bambino piccolo inserito al nido d’infanzia nel primo anno di vita. Lo scopo della presente indagine è quello di esplorare la relazione tra bambino e genitore attraverso due strumenti di ricerca: un questionario e una serie di interviste condotte ad un numero ristretto di famiglie. / This doctoral research is based on a specific question: what do parents think and say about the relationship with their infant in the first year of life?
The birth and the care of a child require to the couple and to the individual -which becomes a parent- to think themselves as family. In the first year of life, between a parent and an infant, affective relationships and attachment’ bonds are created. These relationships, according to a wide literature, influence the future behaviour of the child. At the same time, the infants have the experience of other different, significant and lasting relationships with adults (caregivers of the day nurseries), who are different from parents. Thus, parents are required to reflect, to change and sometimes negotiate own parental style with the other parent and with the other adults. The primary relationships between infant and parent, and the second ones between infant and caregiver of the day nursery have common features: the continuity over the time, the closeness, the constant and repeated physical and body contact, the emotive involvement and the daily care. This exploratory inquiry has been carried out in the city of Bologna, where the culture of childhood, of the care and of parenting are traditionally strong, along with the presence of several day care services (for the early childhood) where the infants attend since very early age for many hours at day for five days a week. The analysis of the literature does not show specific studies and research on the parents’ opinions about the attachment’s bond between them and their infant, when he/she is attending the day nursery during the first year of life. The main aim of this exploratory inquiry is to explore the relationships between infants and parents by two research instruments: a questionnaire and the interviews.
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La rappresentazione della cultura arabo-islamica nei libri di storia per la scuola secondaria di primo grado. Uno sguardo particolare sull'immagine della donna musulmana / The representation of Arabic-Islamic cultural in the history textbooks of the first grade secondary school. A particular attention to Muslim woman’s imageMosleh, Lina Hasan Mahmoud <1978> 08 May 2015 (has links)
Il presente lavoro di ricerca si focalizza sulla rappresentazione della cultura arabo-islamica, così come viene restituita nei libri di storia per la scuola secondaria di primo grado. Il fatto che il mondo di oggi è caratterizzato, ora più che mai, da continui e inevitabili incontri tra persone con multiple appartenenze esige un forte impegno volto a favorire pacifici rapporti interculturali. A tale scopo si ritiene che i contenuti dei libri di testo abbiano un ruolo molto rilevante. Di qui, uno degli obiettivi consiste nel verificare se i libri di testo veicolano un’efficace educazione alla conoscenza e al rispetto delle altre culture e religioni, all’ascolto e al dialogo interculturale; nonché al superamento dell'etnocentrismo, degli stereotipi e dei pregiudizi. Si è cercato così di verificare – nel campione dei libri di testo presi in esame – quali eventuali pregiudizi ricorrenti, stereotipi o prospettive etnocentriche vengono costruite, consolidate, reiterate e trasmesse, consapevolmente o inconsapevolmente, attraverso le affermazioni o le immagini che illustrano la cultura arabo-islamica.
La prima parte della tesi, quella teorica, è dedicata all'approfondimento di due temi: il primo riguarda il rapporto Oriente-Occidente e la rappresentazione dell'altro e il secondo riguarda invece la condizione della donna musulmana tra stereotipi e realtà. La seconda parte invece, quella empirica, è dedicata principalmente all'analisi del contenuto dei testi di storia.
Dall'analisi effettuata è evidente l'interesse, da parte degli autori e degli editori dei libri di testo, per il tema della cultura arabo-islamica. Nonostante ciò, si è potuto riscontrare nei libri presi in esame, sebbene in misura differente, la presenza (o compresenza) di stereotipi, generalizzazioni e informazioni parziali, imprecise o errate attorno alla cultura arabo-islamica e a chi vi appartiene. / This research focuses on the representation of the Arabic-Islamic culture in the history textbooks of the first grade secondary school. The fact that the world today is characterized, more than ever, by continuous and inevitable encounters among people from different backgrounds requires a strong commitment to promote peaceful intercultural relations. For this purpose, it is believed that the contents of textbooks have an important role. Hence, the goal is to verify if the textbooks convey an effective education to know and to respect other cultures and religions, to promote intercultural dialogue; and to overcome ethnocentrism, stereotypes and prejudices. So, it was necessary to verify – in the sample of textbooks examined – the presence o any recurring prejudices, stereotypes and ethnocentric perspectives that can be constructed, consolidated, repeated and transmitted, consciously or unconsciously, through statements or images that illustrate the Arabic-Islamic culture.
The first part of the thesis, the theoretical one, is dedicated to two themes: the first theme concerns the relationship between East and West and the representation of the others and the second theme concerns the status of Muslim women between stereotypes and reality. The second part, the empirical one, is dedicated to the qualitative content analysis of history textbooks.
The analysis results show clear interest, by the authors and editors of the textbooks, for the theme of Arabic-Islamic culture. In spite of that, the texts may contain, although to different extents, stereotypes, generalizations and partial, inaccurate or incorrect information about the Arabic-Islamic culture and about Arabs or Muslims.
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La Città Inclusiva. Educazione, democrazia e giustizia sociale: la ricerca di una prospettiva e di strategie che promuovano umanizzazione e inclusione / The Inclusive City. Education, democracy and social justice: the search for a vision and strategies that promote inclusion and humanizationErrani, Francesco <1973> 08 May 2015 (has links)
L'interrogativo da cui nasce la ricerca riguarda la possibilità di individuare, in controtendenza con la logica neoliberista, strategie per l'affermarsi di una cultura dello sviluppo che sia sostenibile per l'ambiente e rispettosa della dignità delle persone, in grado di valorizzarne le differenze e di farsi carico delle difficoltà che ognuno può incontrare nel corso della propria esistenza. Centrale è il tema del lavoro, aspetto decisivo delle condizioni di appartenenza sociale e di valorizzazione delle risorse umane.
Vengono richiamati studi sulla realtà in cui siamo immersi, caratterizzata dal pensiero liberista diventato negli ultimi decenni dominante su scala globale e che ha comportato una concezione delle relazioni sociali basata su di una competitività esasperata e sull’esclusione di chi non sta al passo con le leggi di mercato: le conseguenze drammatiche dell'imbroglio liberista; la riduzione delle persone a consumatori; la fuga dalla comunità ed il rifugio in identità separate; il tempo del rischio, della paura e della separazione fra etica e affari.
E gli studi che, in controtendenza, introducono a prospettive di ricerca di uno sviluppo inclusivo e umanizzante: le prospettive della decrescita, del business sociale, di una via cristiana verso un'economia giusta, della valorizzazione delle capacità delle risorse umane.
Vengono poi indagati i collegamenti con le esperienze attive nel territorio della città di Bologna che promuovono, attraverso la collaborazione fra istituzioni, organizzazioni intermedie e cittadini, occasioni di un welfare comunitario che sviluppa competenze e diritti
insieme a responsabilità: l'introduzione delle clausole sociali negli appalti pubblici per la realizzazione professionale delle persone svantaggiate; la promozione della responsabilità sociale d'impresa per l'inclusione socio-lavorativa; la valorizzazione delle risorse delle
persone che vivono un’esperienza carceraria. Si tratta di esperienze ancora limitate, ma possono costituire un riferimento culturale e operativo di un modello di sviluppo possibile, che convenga a tutti, compatibile con i limiti ambientali e umanizzante. / This research came from the issue of how to identify suitable strategies for the affirmation of a development culture sustainable for the environment and respectful of a person's dignity, strategies that are in contrast with neoliberal logic and instead are able to value differences and take charge of the problems people face during their lives. The central theme is work, an aspect that is decisive for the conditions of social belonging and the value of human resources.
This research takes into account the studies about the reality we are immersed in, a reality characterized by the liberal thought dominant at a global scale in recent decades leading to a conception of social relationships based on an exasperated competitiveness and exclusion of anyone not in line with the laws of the market: the dramatic consequences of the liberal swindle; reducing people to consumers; the escape from the community and refuge in separate identities; the era of risk, fear and separation between ethics and business.
In contrast, this research also takes into account studies from a research prospective that introduce an inclusive and humanizing development: the prospects of decline; social business; a Christian path towards a just economy; the promotion of the capacity of human resources.
This research then examines the connections with the ongoing experiences in the territory of Bologna that promote opportunities for a community welfare through a collaboration between institutions, intermediary organizations and citizens: the introduction of social clauses in public contracts for the professional fulfilment of the disadvantaged; the promotion of corporate social responsibility for social-labour inclusion; the resource value of people living through a prison experience. Although these are limited experiences, they can constitute a cultural and operative reference point for a possible developmental model that can suit everyone and remain compatible with humanizing and environmental limits.
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Educazione democratica e società della conoscenza. Tecnologie per la libertà, l'informazione/formazione democratica, l'educazione interculturale: una scelta possibile?Corazza, Laura <1966> 25 May 2007 (has links)
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Modello di formazione extrascolastica per la minoranza italiana in CroaziaDebeljuh, Andrea <1979> 25 May 2007 (has links)
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Interculturalità e tutela linguistico-culturale. Le comunità italiane all'estero e il caso australianoTagliasacchi, Silvia <1975> 25 May 2007 (has links)
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