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Luoghi, spazi, tempi dell'integrazione. Le nuove generazioni nella società multietnica / Places, Spaces and Times of Integration. New Generations in Multiethnic Society

GILARDONI, GUIA 28 February 2008 (has links)
L'approfondimento teorico ed empirico del concetto di integrazione è stato condotto con particolare attenzione alle nuove generazioni. La declinazione teorica del concetto (cap. 1) è stata realizzata attraverso un esame delle prospettive epistemologiche che ne stanno alla base (universalismo, differenzialismo e interculturalismo) e le prospettive del capitale sociale (cap. 2) e della distanza sociale (cap. 3). Della letteratura nazionale e internazionale della letteratura (cap. 4) che riguarda il processo di integrazione delle seconde generazioni, in particolare la teoria dell'assimilazione segmentata di Portes e i molti contributi che vi si riferiscono, emerge che i percorsi di integrazione possono essere molto diversificati, dipendendo sia da fattori individuali e, soprattutto, da fattori di contesto. Il questionario impiegato per l'indagine empirica (seconda parte), svolta nell'a.s. 2005/06 su un campione di 17.225 preadolescenti (11-14 anni) che frequentano le scuole lombarde secondarie di primo grado con il più alto numero di alunni con cittadinanza non italiana, è stato preso e riadattato da quello di impiegato da Portes nella prima indagine CILS. La lettura dei dati, volta a un confronto costante tra italiani, stranieri e figli di coppia mista, è stata condotta attraverso l'analisi delle distribuzioni di frequenza e la costruzione di alcuni indici, tra cui un indice di propensione all'integrazione e di capitale sociale. Dai risultati emerge un forte divario nella riuscita scolastica tra italiani e stranieri e i figli di coppia mista i quali si avvicinano maggiormente agli stranieri in Italia da più tempo. Le differenze di genere esercitano un peso a volte superiore di quello delle differenze di appartenenza. La variabile tempo esercita un'influenza non lineare rispetto a molte dimensioni. I latinoamericani sono il gruppo che presenta le maggiori difficoltà linguistiche e scolastiche, gli asiatici sono i più isolati dal punto di vista sociale. La scuola si conferma come luogo di produzione di capitale sociale e l'integrazione avviene ma in maniera frammentata. / Integration has been studied in theory and empirically paying attention to new generations. It has been first interpreted through epistemological perspectives of universalism, differentialism and interculturalism and through social capital and social distance. From international literature on second generation, in particular from Portes segmented assimilation theory and the many contributions that refer to it, it's clear that integration paths are widely differentiated. This differentiation is due to individual and, most of all, to context factors. The questionnaire used in the empiric research made in 2005/06 on a sample of 17.225 preadolescent (11-14 years old) attending first grade of secondary school in Lombardy with the most high percentage of non-Italian students, it has been adopted and readapted by Portes's first CILS survey. Data interpretation it has been led on a constant confrontation between Italian, non-Italian and mixed couples sons and daughters trough frequencies distributions and indexes. Results show a big device between Italian and non-Italian school performances. Mixed couples sons and daughters are more similar to non-Italian long resident than Italian to which they formally belong. In some cases, gender affects results more significantly than national partnership. Time plays an important role but with a non linear influence on school and linguistic performances. South Americans group is the one with the most high difficulties on Italian language and at school. Asiatic group is the most isolated from peers. School is confirmed as a social capital producing agency and integration is positively related to socioeconomic high levels and it appears discontinue.
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LO SCANDALO POLITICO DALLA COSTRUZIONE DELLA NOTIZIA ALLA COMUNICAZIONE DELL' EVENTO: UNO STUDIO SUL CONTESTO ITALIANO / POLITICAL SCANDAL, FROM NEWS MANAGEMENT TO COMMUNICATION OF EVENT: A RESEARCH ABOUT THE ITALIAN CONTEXT

GIOCONDO, CLAUDIA 26 June 2009 (has links)
Oggetto di questo lavoro è lo studio dello scandalo politico come costruzione mediatica, dalla notizia alla comunicazione dell’evento. L’individuazione dei temi sensibili e la ricostruzione delle retoriche dello scandalo politico italiano, avverrà tramite una ricognizione del dato giornalistico delle principali testate del Paese. La trasformazione di un fatto in scandalo è spesso strumento della competizione politica, utile alla messa in crisi della reputazione, della stima e della fiducia, quali caratteristiche indispensabili di ogni leader politico. L’accentuata relatività del confine tra spazio pubblico e privato, unitamente all’invadenza dei media, contribuiscono poi alla vulnerabilità della sua immagine. L’obiettivo è quello di utilizzare lo scandalo come lente di ingrandimento della relazione fra politica e media, rispetto alla contesa del potere per la gestione della notizia, tramite cui si è in grado di influenzare la percezione pubblica dei fatti politici. Come la politica è la politica dei media, come la politica gestisce i media e come i media gestiscono la politica, è il risultato dell’analisi. I tre casi scelti sono collocati nel periodo successivo al governo Prodi (2006-2007): lo scandalo della “droga in Parlamento”, quello legato al nome di Scaramella e alla Commissione Mitrokhin, ed infine il caso “Sircana” all’interno dell’inchiesta Vallettopoli. / Object of this work is the study of political scandal as a media creation, from news to the communication of event. The rhetoric of political scandal in Italy and the sensitive topic are analyzes through journalistic information of the main national heading. The transformation of fact in scandal is often a tool for political competition, as useful for critically damage the reputation, esteem and trust as fundamental characteristics of a political leader. The increased relativity of the threshold between public and private spaces and the pervasive nature of media, contribute to the vulnerability of his image. The objective is utilize the scandal as a magnifying glass for the relation between politics and media, with respect to contention of the news management power, for the final influence of public perception of political facts. How politics are media politics, how politics manage the media, and how media manage politics, is the result of my analysis. Case studies include three scandals exploded during the last govern Prodi (2006-2007): “drug in Parliament”, the scandal regarding “Scaramella e la Commissione Mitrokhin” and the case of “Sircana”, inside the investigation of Vallettopoli.
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Strategie di integrazione degli stranieri tra società e carcere. Una ricerca in Calabria ed Emilia-Romagna / INTEGRATION STRATEGIES OF FOREIGNERS BETWEEN SOCIETY AND PRISON: A RESEARCH IN EMILIA-ROMAGNA AND CALABRIA

CROCITTI, STEFANIA 15 March 2010 (has links)
La tesi esamina il rapporto tra le opportunità di integrazione che gli immigrati hanno in Italia e la possibilità che essi facciano ricorso al crimine. L'analisi della legislazione italiana evidenzia come gli ostacoli, e la discrezionalità delle pratiche, legati al soggiorno regolare sul territorio rendano difficile l'integrazione degli stranieri nella società. Di conseguenza, la capacità degli immigrati di adottare proprie strategie di adattamento (basate sul capitale individuale e sul capitale sociale) alla loro situazione acquista fondamentale importanza. Per verificare empiricamente tali concetti, ho intervistato un campione di stranieri, sia all'interno che all'esterno del carcere, al fine di ricostruire la loro esperienza migratoria e confrontare le "strategie di integrazione" dei detenuti con quelle dei non detenuti. Dalla ricerca è emerso che, a parità di difficoltà incontrate in Italia, e pur essendosi rilevati in entrambi i gruppi periodi di irregolarità (legati alla mancanza del permesso di soggiorno), gli stranieri non detenuti erano riusciti ad adottare più efficaci strategie di integrazione - intese quali fattori protettivi dal coinvolgimento in attività criminali - che non gli stranieri intervistati in carcere. Inoltre, la relazione tra integrazione e criminalità è stata analizzata, in particolare, in Calabria ed Emilia-Romagna attraverso interviste in profondità con un più ristretto campione di stranieri detenuti negli istituti penitenziari delle due regioni. Attraverso interviste con alcuni osservatori privilegiati, infine, sono state esaminate le strutture delle opportunità sia legittime che illegittime presenti in ciascun contesto regionale. / The thesis explores the relationships between the possibilities of integration of migrants in Italy and the eventuality of foreigners' recourse to crime. From the analysis of Italian laws emerges that legal obstacles, and the discretionary nature of practices, linked to a regular sojourn, make integration particularly difficult. Therefore, the ways in which migrants are able to mobilize strategies of adaptation (based on individual and social capital of foreigners) to their situation are crucial to their final success. In order to test these concepts empirically, I collected the stories of a sample of foreigners - interviewed within and out of prisons - and compared "integration strategies" of inmates and non-detainees. From the research resulted that, starting from similar difficulties encountered in Italy, and even if both groups experienced periods of irregularity (due to the lack of residence permits), foreigners out of prison had been able to more effectively mobilize their skills of social integration - meant as a protective factor from involvement in crime - than inmates. Furthermore, the relationship between integration and crime has been explored, in particular, in the two Italian regions of Calabria and Emilia-Romagna through in-depth interviews with a smaller sample of foreigners detained in regional prisons. Also the structure of both legitimate and illegitimate opportunities in each region has been analyzed through interviews with key informants.
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L'editoria delle minoranze etniche: un'etnografia della produzione televisiva nell'epoca della convergenza culturale / Ethnic Minority Publishing: an Etnography of Television Production in the Covergence Era

GELPI, ANDREA 03 May 2010 (has links)
Il presente lavoro di tesi si propone di ricostruire le “logiche mediali” dell’editoria promossa dalle minoranze etniche attraverso un approccio etnografico. Nella prima parte si ricostruisce lo scenario mediale, culturale, istituzionale entro il quale si dipanano le attività editoriali, con particolare attenzione alle profonde trasformazioni indotte dalle dinamiche globali e dalle migrazioni internazionali. Nella seconda parte, si ricostruisce il dibattito sulle culture mediali etnico-minoritarie a partire dall'analisi dei contributi più significativi, con un approfondimento meta-teorico sugli approcci metodologici più ricorrenti e, infine, la descrizione della realtà editoriale italiana. Nella terza parte, si indaga il significato del processo di framing in relazione alla capacità dell’istituzione giornalistica di fornire definizioni della situazione sociale e, al contempo, produrre un allargamento delle forme di cittadinanza. Nella quarta e ultima parte, si espongono i risultati di una ricerca etnografica che ha coinvolto un campione composto da sei redazioni impegnate nella produzione di contenuti televisivi. Dall’indagine qualitativa emerge una panoplia di culture produttive, in cui la professionalità e l’etnicità del soggetto vengono ri-negoziate sulla base delle peculiarità di ciascun assetto produttivo. Nondimeno, le culture mediali etnico-minoritarie rappresentano un punto d’osservazione privilegiato dal quale cogliere le complesse dinamiche che investono il mediascape contemporaneo nell’epoca della convergenza. / The dissertation is an attempt to reconstruct ethnic minority publishing media logic through an ethnographic approach. The first part is a depiction of the media, cultural, institutional scenario, where publishing practices unfold, with a specific focus on meaningful transformations provoked by both global dynamics and international migrations. The second part is a reconstruction of the debate upon ethnic media culture, or rather, an analysis of the most salient approaches and a meta-theoretical examination of the most recurring methodologies. The third part provides an insight on the process of framing with relation to the journalism, and the possibility to offer a definition of the social situation and to produce an enlargement of the concept of citizenship. The fourth part is a presentation of the ethnographic results of a research upon a sample compounded by six newsroom. Qualitative outcomes reveals a huge range of productive cultures, in which both professionalism and ethnicity are negotiated in base of the specific features of each organization. Nevertheless, ethnic minority media culture represents a privileged viewpoint from where to observe the complex dynamics affecting the contemporary mediascape in the convergence era.
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SFERE PUBBLICHE NELLA RETE. PROMESSE PARTICIPATIVE E UTOPIE COMUNICATIVE / Online Public Spheres. Promises of participation and utopias of communication

MURRU, MARIA FRANCESCA 03 May 2010 (has links)
La tesi affronta la questione delle culture civiche presenti su internet a partire dal dibattito teorico sulla rete e le sue implicazioni in relazione al discorso e alla prassi politica. Nella prima parte verranno messi in luce i presupposti delle riflessioni più recenti che tematizzano la possibilità che il web, in quanto luogo di discussione e partecipazione tendenzialmente libero e inclusivo, possa rappresentare l’incarnazione del modello idealtipico di sfera pubblica borghese, magistralmente elaborato da Habermas (1962). Grazie all’interattività, ai bassi costi di produzione e distribuzione, a una nuova struttura di comunicazione many-to-many, le nuove tecnologie digitali sembrerebbero consentire la realizzazione di una intersoggettività pura, autenticamente orientata all’intesa reciproca e non contaminata dall’agire strumentale dei sistemi politici ed economici. Tuttavia, se si analizzano le ricerche empiriche finora condotte (tra gli altri Whilelm 1999, Tsaliki 2002, Wright e Street 2007), si osserva che, accanto a contributi che evidenziano una notevole capacità deliberativa delle discussioni online, ne esistono altrettanti che, al contrario, mettono in luce un gap profondo tra l’ideale normativo e la prassi concretamente messa in atto. Attraverso un doppio binario, induttivo e deduttivo, si tenterà di provare come la contraddittorietà radicale di tali risultati empirici sia in ultima istanza riconducibile alle problematicità insite nel modello habermasiano e alla sua inadeguatezza nel cogliere la complessità dei processi della partecipazione politica che hanno luogo sulla rete. A partire da questa constatazione, si dimostrerà come la sua applicazione possa ancora essere feconda a patto che si ipotizzi di considerare l’ideale di sfera pubblica habermasiano come uno dei paradigmi che ancora informano gli immaginari sociali moderni (Taylor, 2005), piuttosto che come ideale contro-fattuale (Dryzek, 1990) rispetto al quale commisurare criticamente le imperfezioni del reale. Ne discenderà una traslazione della prospettiva analitica, sintetizzabile nel passaggio da un approccio normativo – prescrittivo, rigidamente ancorato a una determinata concezione del “dover-essere”, a un approccio culturale - diagnostico che invece indaga la contingenza del reale alla luce delle sue precondizioni sociologiche e culturali (Nieminen, 2006). Nella seconda parte, si analizzerà il caso empirico del blog curato dal comico italiano Beppe Grillo (www.beppegrillo.it) attorno al quale si è sviluppato un movimento politico altamente articolato ed eterogeneo, capace di promuovere incursioni sempre più frequenti nella politica istituzionale. L’analisi empirica scaturirà dall’applicazione di un modello analitico che attinge al paradigma delle culture civiche proposto da Dahlgren (2009) e in parte lo riformula alla luce del concetto di mediazione sviluppato da Silverstone (1999). Attraverso l’analisi del contenuto dei post del blog e di un corpus di interviste realizzate su lettori del blog e attivisti del movimento, si tenterà di dimostrare come il fenomeno sviluppatosi attorno a Beppe Grillo abbia funzionato come una “public sphericule” (Gitlin, 1998), una piccola sfera pubblica capace di maturare una propria cultura civica, contraddistinta da autonomi processi di mediazione e di valorizzazione del quadro socio-tecnologico a disposizione. / The notions of deliberation and the frame of the discourse theory of democracy (Habermas, 1996), have inspired a substantial strand of studies focused on the internet’s democratic potential (See e.g. Kellner (1999), Rheingold (1993), and Wilhelm (1999)). The central accomplishment of these various contributions lies in the assessment of the extent to which dialogical exchanges taking place in the cyberspace conform to the normative requirements of the ‘counter-factual ideal’ of public sphere (Dryzek, 1990). However, the contradictions that appear when analyzing practical research findings from a comparative global view, pose a dilemma that deals more with theoretical assumptions rather than with the empirical methods applied. The basic aim of the thesis will be the proposal of a cultural turn in the analysis of online public spheres, inspired by the model of “civil cultures” developed by Dahlgren (2009). For this purpose, two major lines of reasoning will be developed. On one hand, the theoretical roots of the concept of deliberation and the long wave of criticisms drawn out by them, will be explored in order to underscore the intrinsic shortages of the notion. It will be argued that the model of “civic cultures” seems to offer a more adequate analytical frame in order to make sense of the pluralized and fragmented online environment. In fact, its original assumptions offer a real antidote to technological determinism. If it is true that technology only makes sense within a social context from which it receives symbolic and pragmatic meanings (Lievrouw, 2002), we can think of civic cultures as a ‘community of practices’ (Wenger, 1998) within which specific ways of using and interpreting technologies are carried out in order to achieve political and civic purposes. On the other hand, the theoretical path will be supported by the references to an empirical case study that will show how the model can be conveniently used to study what is concretely happening in the living public spheres of the internet. The case study will be focused on Beppegrillo.it, an Italian weblog acting as a communicative platform for the development of a civic and political movement which is lead by Beppe Grillo, a well-known comedian.
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LA CREDIBILITA' DELL'INFORMAZIONE E IL WEB

SPALLETTA, MARICA 03 May 2010 (has links)
Il sistema dell’informazione italiano vive oggi un periodo di profonda crisi, che molti osservatori definiscono come crisi di credibilità: il pubblico non sembra infatti fidarsi dei news media tradizionali e preferisce cercare altrove le proprie fonti di informazione (blog, social network, ecc,); i giornalisti non sempre percepiscono la scarsa fiducia del pubblico, e tendono talvolta a chiudersi nella propria autoreferenzialità. La ricerca indaga il problema della credibilità, tanto dei media tradizionali quanto dei digital media, distinguendo tra credibilità della notizia e credibilità del giornalista, e individuando nel metodo, nel linguaggio, nella formazione e nella responsabilità gli strumenti cui il sistema dell’informazione può fare ricorso per recuperare la fiducia del pubblico e, con essa, la propria credibilità. / Nowadays Italian news system is experiencing a period of radical crisis, that it’s defined by several observers as a “credibility crisis”: people don’t seem to trust in traditional news media and prefer to look elsewhere for the sources of their information (blog, social network, etc.); journalists don’t always perceive the lack of public trust, and sometimes they tend to be locked in their own self. The research investigates the problem of credibility (related to mainstream media and digital media) distinguishing between news credibility and the journalist’s credibility. Method, language, training and responsibility are the main tools that the news system can use to recover people’s trust and its credibility.
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Immigrati e infortuni sul lavoro: la realizzazione di un'indagine sulle vittime per una migliore comprensione della sovra-rappresentazione degli immigrati nel fenomeno. / Immigrants and Occupational Injuries: A Survey Conducted on Victims toward a Better Understanding of their Over-Representantion

MARTINELLI, DANIELA 06 July 2010 (has links)
La tesi si occupa degli infortuni sul lavoro degli stranieri: essa approfondisce il tema della presunta maggiore vulnerabilità agli infortuni sul lavoro degli immigrati rispetto agli italiani e mira ad identificare quali fattori influiscono sull’accadimento degli infortuni degli italiani e degli stranieri, al fine di capire meglio le ragioni della loro differente vulnerabilità. Sebbene fin dagli anni Settanta diverse ricerche abbiano cercato di dimostrare se gli immigrati siano o meno più vulnerabili degli autoctoni rispetto agli infortuni sul lavoro e di capirne le cause, la presenza di molti limiti sia metodologici che di contenuto, ha impedito di accettare i risultati delle ricerche esistenti come definitivi. Il presente studio ha cercato di superare alcuni dei limiti delle ricerche precedenti attraverso la raccolta diretta di dati. È stata infatti realizzata una survey, attraverso la somministrazione di un questionario, su due campioni, uno di vittime italiane di infortuni sul lavoro (300 rispondenti) e uno di vittime straniere (200 rispondenti). L’area locale interessata è il Trentino. Il lavoro sul campo ha permesso di raggiungere i seguenti obiettivi: verificare se gli stranieri siano o meno più vulnerabili degli Italiani rispetto agli infortuni sul lavoro; stilare un profilo dell’infortunato straniero e di quello italiano ed individuare, attraverso l’analisi statistica, quali fattori possono aiutare a spiegare la sovra-rappresentazione degli stranieri nel fenomeno. / This thesis deals with the issue of occupational injuries among migrants: it delves deeper into the problem of their supposed higher vulnerability to occupational injuries in respect to Italians and aims to identify which factors influence the occurrence of work injuries in each of the two groups, in order to better understand the reasons of their different vulnerability. Even though since the Seventies researchers have attempted to demonstrate whether non-natives are more vulnerable than natives to occupational injuries and to explain the reasons for this alleged over-representation, the presence of many limits related both to the content and to the methodology of extant studies prev ented the reader from accepting these results as definitive. This research attempts to overcome some of the limitations of previous studies collecting first-hand data. A survey, though the administration of a questionnaire, has been carried out on two samples, one of Italian victims (300 respondents) and one of immigrant victims (200 respondents) of work injuries in a local Italian area (Trentino). The work on the field has allowed, then, to gain the following objectives: verify whether migrants are more vulnerable to occupational injuries than Italians; depict a profile of the injured migrant and of the injured Italian and finding out, though statistical analysis, the factors that help to explain migrants’ over-representation in the phenomenon.
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STRATEGIE GLOBALI E PROCESSI DI IDENTIFICAZIONE ORGANIZZATIVA: IL CASO NESTLE' PROFESSIONAL

VALENTINO, FRANCESCA ROMANA 08 July 2010 (has links)
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Islam e modernità: dottrine e prassi nella comunità sciita libanese

MAZZUCOTELLI, FRANCESCO 05 May 2011 (has links)
La tesi analizza l'impatto di percorsi di reinterpretazione della tradizione religiosa sciita sul tessuto sociale e sulle forme di mobilitazione politica della comunità sciita libanese nel corso del ventesimo secolo. La creazione di un'identità sciita distinta viene studiata nel quadro della formazione di una "ideologia islamica" e nel contesto del consolidamento del modello istituzionale confessionalista libanese, prima nel periodo mandatario e poi dopo l'indipendenza, in un intreccio fluido di fattori transnazionali e locali e di meccanismi di identità e di alterità. Le pratiche rituali e i costrutti simbolici connessi alla commemorazione di Ashura sono, in particolare, il sito di una battaglia per la legittimazione e per la definizione dell'identità collettiva: l'interpretazione radicale di Ashura è usata per legittimare forme di dissenso e resistenza. L'impegno religioso espresso nello spazio pubblico dà vita a numerose forme associative e assistenziali che creano un sistema alternativo di offerta di servizi sociali, rafforzando i legami comunitari e sostenendo stili di vita e modelli di comportamento islamicamente corretti, in ciò che definiamo come la sfera pubblica islamica. Questo progetto di modernità alternativa comprende anche l’assimilazione selettiva di pratiche e modelli della globalizzazione e di forme di mercificazione. I discorsi e i documenti analizzati mostrano infine la formazione di una metanarrazione della resistenza, in cui, reinterpretando temi del paradigma di Karbala', la comunità sciita viene descritta come prima linea della resistenza contro la tirannia e l’oppressione, in una visione teleologica della storia. / This dissertation investigates the impact of patterns of reinvention and reinterpretation of Shi'a religious tradition on the social fabric and the politics of the Shi'a community of Lebanon during the twentieth century. We firstly explore the theorization of doctrines that discharge "Western"-oriented modernizing projects as the only legitimate patterns of development and governance for Muslim societies. This theoretical framework is conceived and conveyed mainly by a transnational Shi'i clerical milieu. We examine how a distinct Shi'a collective identity is formed, partly as a result of the formation of an "Islamic ideology", and partly as a collateral effect of the confessionalist system that is implemented in Lebanon during the Mandate and after the independence. We observe a fluid, complex interplay of transnational, domestic, and parochial factors, and how they shape mechanisms of identity and otherness. In particular, we analyze how the ritual practices and symbolic constructs related to the commemoration of Ashura and the battle of Karbala' become a site of ideological dispute for legitimacy and self-identity. In particular, we see how a radical reading of Ashura is used to legitimize forms of political dissent and resistance. We then explore how religious commitment and forms of public piety are related to social activism and the provision of multiple services through a vast network of charitable institutions. This alternative system of social welfare and assistance strengthens communal relations and pious lifestyles, envisaging a religiously-inspired society that we define as Islamic public sphere. We also question how this project of alternative modernity is shaped by a selective assimilation of practices and models marked by globalization and commodification, where scientific and technical development is accepted but a vast array of values and behaviors are discharged as un-Islamic. We finally examine the tropes of a metanarrative of resistance through a reading of major documents of Hezbollah and public speeches. We analyze a narrative construct where the Shi’a community, as part of the disinherited and the injustly oppressed of the world, is pitted – along the same lines of Ashura and the battle of Karbala' – against the forces of oppression and tyranny, in a teleological view of human history. We evaluate how this discourse is framed in the public sphere and how it is productive of symbolic capital and legitimacy at a political and social level.
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Teen Television: televisione crossmediale e adolescenti in Italia

SAMPIETRO, SARA 26 June 2012 (has links)
Obiettivo della ricerca presentata in questa tesi è la comprensione delle pratiche televisive convergenti degli adolescenti, a partire da una ricostruzione dei fattori che possono orientare i differenti atteggiamenti fruitivi. Al di là dell’adesione al mito dei “nativi digitali” come soggetti dotati di competenze e abilità superiori a quelle dei loro genitori appare infatti necessario studiare le esperienze crossplatform, contestualizzandole all’interno del set di opportunità e di vincoli, culturali, sociali e contestuali che strutturano la quotidianità dei ragazzi. L’importanza data ai molteplici fattori che, a diverso titolo, interagiscono nel modellare i consumi convergenti ha guidato l’intero processo di analisi dei risultati fin verso la definizione di uno sguardo interpretativo situazionale e multifattoriale, volto a interpretare la natura contingente e provvisoria degli equilibri su cui si reggono le differenti esperienze di consumo crossmediale. I dati descritti e analizzati sono frutto di un processo di ricerca etnografica che ha coinvolto adolescenti iscritti ai primi quattro anni della scuola secondaria di secondo grado e residenti in diverse province italiane. / The research presented in this thesis explores convergent television-related consumer practices of teenagers by mapping factors which potentially orient fruition patterns. The myth of “digital natives” as more skilled and resourceful than their parents does not suffice: it is necessary to study actual cross-platform experiences by contextualizing them within the sets of affordances and limitations (cultural, social and contextual) which structure the daily lives of teenagers. The centrality assigned to the many factors shaping convergent consumptions has driven the analysis towards the definition of a situational multi-factor interpretative view able to interpret the contingent and ephemeral nature of the balances underpinning convergent consumption experiences.

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