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Prosa, mondo e verità in Alessandro Manzoni: rilievi retoriciBATTAGLINI, RAFFAELLA 15 April 2013 (has links)
Il lavoro nasce come prosecuzione del saggio del Professor Langella "Manzoni poeta teologo". Consta di tre parti: una iniziale rassegna critica fa quasi da pretesto per trovare assetto e convergenza metodologica. Il secondo capitolo ripercorre due grandi questioni biografiche manzoniane (conversione e giansenismo). Il terzo capitolo, eminentemente stilistico, contiene anche una riflessione sul valore della similitudine in Manzoni. Schedate in appendice tutte le similitudini del "Fermo e Lucia" e dei "Promessi Sposi". / Dr. Raffaella’s Battaglini’s work was born as an ideal completion of Professor Langella's essay "Manzoni poeta teologo".
The present essay is evidently threefold: the critical review at the beginning functions almost as a way - we might even say a pretext – to find the right methodological approach for the entire work.
The biographical overview is focused on the knots of Manzoni’s conversion on one hand, and of his Jansenism on the other. A sort of status quaestionis of Manzoni’s Jansenism is presented in the Second Chapter.
The final stylistic analysis – which was initially supposed to appear at the beginning of the essay – has undoubtedly great qualities and reveals Dr. Raffaella Battaglini’s talent.
The monographic study of the simile summarizes and revives many of the remarks (Trompeo, Petrocchi, Cerisola, Raimondi can be quoted among others) that the critical corpus about Manzoni has often pointed out but not always fully developped.
The approach to the text is easy without being ingenuous, the remarks are always thoughtful, the prose is fluent and lively.
The final appendix about simile, patiently composed, happily fulfills a literary whole contemplari et aliis contemplata tradere.
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Poetica della metamorfosi e poetica della conversione: scelte formali e modelli del divenire nella letteratura / Poetics of metamorphosis and poetics of conversion: formal choices and examples of the eternal change in the history of literatureBISI, MONICA 17 February 2009 (has links)
Questo lavoro mira ad offrire una nuova prospettiva dalla quale leggere la dialettica fra cultura pagano-mitica e cultura cristiana che attraversa tutta la tradizione letteraria italiana. Tema comune alle due visioni del mondo, la trasformazione è figura guida dell’intera ricerca, figura che assume declinazioni differenti e prende il nome di metamorfosi nella cultura mitica e quello di conversione nella cultura cristiana. La novità della prospettiva consiste nel tentativo di una lettura di carattere retorico di questi due fenomeni, con lo scopo di formalizzare due tipi di poetica che corrispondano al tema della metamorfosi e a quello della conversione. Applicando al vasto materiale offerto da Divina Commedia, Gerusalemme liberata, Adone, Promessi sposi, tragedie manzoniane e da alcune poesie tratte dall’Alcyone di d’Annunzio gli strumenti derivati dagli studi antropologici sui sacrifici arcaici di Girard e dalle intuizioni di Bottiroli a proposito della traduzione letteraria di alcuni schemi logici propri alla cultura occidentale si è potuta constatare una corrispondenza costante tra le forme dei contenuti ‘metamorfosi’ e ‘conversione’ e le particolari forme dell’espressione con cui essi sono stati rappresentati. Una volta individuate, le particolari forme dell’espressione sono state codificate in figure retoriche, tanto che si è giunti ad indicare lo schema, in generale, dell’antitesi come marca propria alla poetica della metamorfosi e la figura della correctio come caratteristica della poetica della conversione. / This work aims at offering a new perspective from which it is possible to read the dialectic between the heathen-mythical culture and the Christian culture that runs through the whole literary Italian tradition. Transformation is the theme in common between the two visions of the world, it is the leading figure of the whole research and it assumes different forms. It takes the name of metamorphosis in the mythical culture and of conversion in the Christian culture. The novelty of this perspective consists in the attempt of a rhetorical reading of these two phenomena, in order to formalize two kinds of poetics., that could correspond to the theme of metamorphosis and conversion.
Applying to the large materials offered by Divina Commedia, Gerusalemme liberata, Adone, Promessi sposi, tragedies by Manzoni and some poems from Alcyone by d’Annunzio the instruments deriving from the anthropological studies about archaic sacrifices by Girard and from the intuitions of Bottiroli about literary transposition of some logical schemes, which are typical of the Western culture, it was possible to notice a constant correspondence between forms of contents ‘metamorphosis’ and ‘conversion’ and the particular forms of the expression, with which they have been represented. Once they have been pointed out, the particular forms of expression have been codified in figures of speech, so that it was possible to indicate the overall scheme of the antithesis as the proper sing of the poetics of metamorphosis and the figure of correctio as the feature of the poetics of conversion.
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Il contratto di lavoro a progetto / The Self-Employed Project ContractBONORA, CHIARA TERESA 18 February 2008 (has links)
L'autore analizza i punti salienti della nuova disciplina del lavoro a progetto introdotto con il D. Lgs. 10 settembre 2003, n. 276. L'analisi muove dall'individuazione delle ragioni sottese alla introduzione del lavoro a progetto che riguardano, l'inadeguatezza dei tradizionali modelli di subordinazione ed autonomia a rappresentare l'attuale mondo del lavoro e dell'impresa e l'incremento dell'abuso dei rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, sottolineando che il legislatore, con il D. lgs. 276/2003 si è concentrato principalmente sul problema di abuso della legalità e per fronteggiarlo, ha lavorato sulla fattispecie, configurando una specifica tipologia contrattuale, caratterizzata da un tenore letterale spesso incerto e discutibile. L'A. evidenzia come la scelta del legislatore si dimostra inefficace, in primo luogo, a causa dell'indeterminatezza dell'elemento del progetto, programma o fase di esso ed inoltre, perché il sistema sanzionatorio di conversione in rapporto di lavoro subordinato in caso di assenza del progetto, non può che essere interpretato nel senso di una presunzione relativa a causa dei palesi vizi di incostituzionalità che si presenterebbero in caso contrario. Inoltre il sistema di tutele predisposto per i collaboratori coordinati e continuative a progetto appare leggero. / The Author points out the new statutory features of self-employed project contract, introduced with the D. Lgs. September 10, 2003, No 276. The analysis begins from the identification of the reasons of the introduction of this contract, which concern, on one hand, the inadequacy of conventional patterns of subordination and autonomy within the current world of work and enterprise and, on the second hand, the increasing abuse of the collaboration coordinated and continuous contract. The A. underlines that the new statutory has been focused mainly on the issue of the abuse of law and, in order to face it, has worked on the legal case specification, setting up a specific type of contract, featured by a uncertain and questionable wording. The A. underlines that the choice of the legislature is ineffective anyway. First of all, because the "project, program or phase of it" is a too much generical expression and second of all, because the sanctionative system can only be interpreted as a refutable presumption. Moreover, the system of safeguards provided for the coordinated and continuous project workers is very light.
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«... DISPERATAMENTE FECESI TURCHO»: Alipio di S. Giuseppe (1617-1645, OAD), tra adesione all'Islam, martirio e santitàSOSIO, FRANCESCA 26 March 2010 (has links)
Prigioniero a Tripoli e falso sacerdote. Apostata e penitente. Supposto martire e, pertanto, candidato alla santità. È questo il ritratto di Alipio di S. Giuseppe che emerge dalle fonti agiografiche e dal cospicuo, e in gran parte inedito, corpus documentario, di cui il primo capitolo della tesi offre un’articolata ricognizione. La vicenda di questo frate agostiniano scalzo di origine palermitana – che ben si inserisce nel contesto mediterraneo dei secoli XVI-XVII, caratterizzato da un continuo e ampio rimescolamento di uomini, merci, appartenenze religiose e culturali, e di cui la guerra di corsa, con tutte le sue conseguenze, costituisce una delle dimensioni più rappresentative – fu anzitutto una vicenda di prigionia, conversione all’islam e successiva abiura, nonché di martirio, cui il religioso andò volontariamente incontro nel febbraio del 1645; di questi aspetti, delle modalità con cui il tragico fatto fu trasmesso dai missionari apostolici residenti a Tripoli e recepito all’interno dell’Ordine degli Agostiniani Scalzi, oltre che delle interessanti analogie con altri episodi di apostasia si parla nel secondo capitolo. Nel terzo capitolo, invece, si dà conto del ruolo di primo piano avuto dalla famiglia siciliana dei Tomasi nella promozione della causa di beatificazione di fra Alipio, avviata in seguito all’arrivo, nel 1653, delle sue reliquie sul litorale agrigentino e approdata, dopo le ordinariae inquisitiones del biennio 1654-1656, alla Congregazione dei Riti, che però espresse parere negativo sia nel 1658 sia sessant’anni più tardi. / Captive in Tripoli and false priest, apostate and penitent, alleged martyr and then candidate to sainthood. That is the portrait the first part of this work brought to light from the considerable documentary corpus about Alipio di San Giuseppe, mostly still unpublished. The human existence of this Augustinian Discalceate friar from Palermo – set in the XVI and XVII centuries, when in the Mediterranean mix of people, goods, religions, also privateering was a significant aspect – is a sequence of captivity, conversion to Islam and following abjuration, culminating in the martyrdom he deliberately chose in February 1645. This story, its narration made by the apostolic missionaries in Tripoli as wells as its understanding by the Augustinian Discalceate order are investigated in the second chapter and compared with similar episodes of abjuration. In the third part the relevant role played by the Sicilian family Tomasi in promoting the beatification proceedings of Alipio is explained; started after his relics were brought to the shore near Agrigento in 1653, the proceedings moved to the Congregatio Sacrorum Rituum after the ordinariae inquisitiones in 1654-1656, and there were denied first in 1658 and definitively 60 years later.
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