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L'area centrale del santuario di Tas-Silġ a Malta in età tardo-ellenistica / The Central Area of Tas-Silġ Sanctuary in Malta in the Late-Hellenistic AgeBONZANO, FRANCESCA 06 June 2007 (has links)
Il presente lavoro tratta delle trasformazioni edilizie nell'area centrale del santuario di Tas-Silġ a Malta (presso la baia di Marsaxxlokk), con particolare attenzione alla fase tardo-ellenistica (fine II inizio I sec. a.C.). il luogo di culto fu frequentato a partire dall'età preistorica, e il lobo centrale del tempio, costruito nella fase di Tarxien dell'eneolitico maltese (3000 2500 a.C.), fu mantenuto anche durante gli interventi successivi. L'arrivo sull'isola di genti fenicie (fine VIII sec. a.C.) determinò importanti trasformazioni edilizie riguardanti il tempio e lo spazio sacrificale (VII VI sec. a.C.), la più importante delle quali fu la messa in opera del ground altar arcaico all'ingresso del tempio. L'ultimo degli interventi che modellò il volto del santuario fino alla sua trasformazione in chiesa cristiana fu quello tardo ellenistico. L'intera area del santuario venne racchiusa da un muro di delimitazione dotato di torri e lo spazio antistante il tempio fu monumentalizzato con la costruzione di una corte-peristilio con portici sui quattro lati, la cui ipotesi ricostruttiva è stata affrontata nella tesi attraverso l'analisi dei frammenti di decorazione architettonica conservati. / The present work deals with the architectonic transformations in the central area of the Tas-Silġ sanctuary in Malta (close to Marsaxxlokk bay), with special focus on the late-Hellenistic phase (late 2nd early 1st b.c.). The cult site had been attended since the prehistorical age, and the central lobe of the temple erected in the Tarxien phase (3000 2500 B.C.) of the Maltese eneolithic was maintained during the following transformations. The arrival of Phoenician people on the island (end of VIII century) determined important architectural transformations involving the temple and the sacrifical praecinct, (VII VI cent.), which most important was the construction of the archaic ground altar at the entrance of the temple. The last of the major works which modelled the sanctuary face, transforming it into Christian church, was the late-Hellenistic one. The entire sanctuary area is delimited by an enclosure wall with towers and the space in front of the temple is monumentalized with a peristyled court with porches on the four sides, which reconstruction hypothesis was developed in the present thesis through the analysis of the architectural fragments.
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GEOGRAFIE APOLLONIANE. TRADIZIONI POETICHE ED EPICORICHE, CULTI MISTERICI, POLITICA DIETRO I TOPONIMI DELLE ARGONAUTICHEMASSARI, PIETRO 08 June 2017 (has links)
La ricerca è dedicata a un'indagine puntuale di tutti i toponimi e degli etnici del poema epico ellenistico Argonautikà di Apollonio Rodio. L'analisi, oltre alla valorizzazione di singoli elementi dal punto di vista letterario, ha permesso di individuare numerosi richiami interni, che delineano un'indiretta ma chiara struttura, fino ad ora mai notata. Una parte dei toponimi è stata infatti scelta dal poeta per alludere, contemporaneamente alla narrazione mitica, a culti misterici dionisiaci ed eleusini, contaminati non senza influssi orfici. Il prodotto estremo di tale procedimento è la delineazione, nel IV libro, di un itinerario misterico attraverso l'Attica fino a Eleusi, presentato in filigrana grazie alla manipolazione di omonimie ed eponimie, che consentirono all'autore una sorta di narrazione doppia. Inoltre, la ricerca conferma il forte legame dell'opera con il contesto tolemaico in cui ebbe luce e che condizionò i riferimenti a personaggi della corte quali Timostene di Rodi e Patroclo di Macedonia. / My research is focused on Apollonius Rhodius and deals with the toponymies and ethnonymies named by the poet in his epic poem Argonautikà. These tell much more than simple geography and often hint at myths, local traditions, contemporary court men of the Ptolemaic kingdom (such as Timosthenes of Rhodes and Patroclus of Macedon) and mystery cults (Orphic, Dionysian and Eleusinian, in a very blended form of syncretism). Following homonymies and eponymies I have also been able to discover a second parallel itinerary through Attica, designed by Apollonius behind the main return route of Argo.
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GLI EPIGRAMMI DI MNASALCE DI SICIONE. INTRODUZIONE, TRADUZIONE E COMMENTO / MNASALCES OF SICYON, EPIGRAMS. INTRODUCTION, TRANSLATION, AND COMMENTARYRAPELLA, ESTER 12 April 2019 (has links)
La ricerca è dedicata all’analisi della poesia e della poetica di Mnasalce di Sicione, epigrammatista greco della metà del III sec. a.C. La prima parte del lavoro consiste in un’introduzione generale relativa a tutti gli aspetti più importanti concernenti il poeta e la sua opera: dati biografici e cronologia; fonti degli epigrammi, con particolare attenzione a P. Köln V 204; sottogeneri epigrammatici coltivati; lingua e stile; usi metrici e prosodici. La seconda parte, che costituisce il corpo principale della tesi, è invece dedicata all’analisi dei singoli epigrammi, disposti secondo un criterio tematico. Il corpus esaminato consta di ventiquattro componimenti, di cui due dubbi; rispetto alle precedenti edizioni commentate di W. Seelbach (1964) e di A.S.F. Gow e D.L. Page (1965), esso risulta ampliato da cinque nuovi epigrammi conservati da P. Köln V 204 e dal dubbio SGO I 06/02/05. Di ciascun componimento si presenta il testo, corredato di traduzione e apparato critico, e, dopo una breve introduzione, il commento lemmatico, volto a evidenziare le relazioni di transtestualità intessute da Mnasalce e gli elementi di continuità e innovazione rispetto alla tradizione epigrammatica, sia letteraria che epigrafica. Il lavoro comprende inoltre un index verborum. / The research is focused on the poetry and poetics of Mnasalces of Sicyon, a Greek epigrammatist of the middle of the III century B.C. The first part of the dissertation is a general introduction that deals with all the most important aspects concerning the poet and his work: biographical information and chronology; sources of the epigrams, with particular attention to P. Köln V 204; epigrammatic subgenres; language and style; metrics and prosody. The second part, which represents the main body of the dissertation, is devoted to the analysis of the epigrams, arranged thematically. The examined corpus consists of twenty-four poems, including two dubia; the corpus of the previous editions by W. Seelbach (1964) and A.S.F. Gow and D.L. Page (1965) is thus enriched by five new epigrams from P. Köln V 204 and the dubium SGO I 06/02/05. The critical text of each poem is followed by a translation, a brief introduction and a word-by-word commentary, aimed at investigating the elements of transtextuality and those of continuity and innovation in relation to the epigrammatic tradition, both literary and epigraphic. The dissertation also includes an index verborum.
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