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Grundzüge der schweizerischen Auswanderungspolitik /Lehmann, Sylvia. January 1949 (has links)
Diss. Jur. Bern. / Bibliogr.: p. 157-160.
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ANDARE PER IL MONDO. MIGRAZIONI DI MESTIERE E COMUNITA' LOCALI NELLE VALLI TRA IL VERBANO E IL CERESIO IN ETA' MODERNAPARNISARI, FRANCESCO 13 March 2014 (has links)
La tesi consiste in un'indagine approfondita sull'emigrazione dalle valli che si snodano tra i laghi Verbano e Ceresio dal Cinquecento al primo Ottocento, a partire da fonti per lo più inedite e, specialmente, gli atti notarili conservati nell'Archivio di Stato di Milano. La ricerca ha consentito di portare alla luce gli aspetti caratteristici delle migrazioni locali e i loro elementi di raccordo con quelle che partivano dall'intera fascia prealpina lombarda. Si sono individuate, in particolare, le principali mete lavorative in relazione con l'universo dei mestieri, non solo i più noti e tradizionali dell'edilizia, il legame degli emigranti con le loro famiglie, le comunità e le istituzioni dei luoghi di partenza. Infine, una parte importante del lavoro ha riguardato la sfera della mentalità e delle devozioni individuali riflessa nei testamenti. / The thesis consists of a thorough investigation on emigration from the valleys between Lake Lugano and Verbano from the sixteenth to the early nineteenth century, from mostly unpublished sources and, especially, the deeds preserved in the State Archives of Milan. The research has allowed us to bring to light the characteristic aspects of the local migrations and their connecting elements with those that started the entire foothills of the Alps of Lombardy. Were identified, in particular, the main goals in working relationship with the universe of trades, not just the most famous and traditional building, the binding of emigrants with their families, communities and institutions of the places of departure. Finally, an important part of the work has focused on the sphere of mentality and individual devotions reflected in the wills.
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Una migrazione controllata : selezione e controllo politico dei migranti italiani in Belgio nel secondo dopoguerra (1946-1956) / Une émigration organisée : sélection et contrôle politique des migrants italiens en Belgique après la seconde guerre mondiale (1946-1956) / A controlled migration : selection and political surveillance of Italian migrants in Belgium (1946-1956)Baldi, Giada 15 December 2017 (has links)
La thèse traite de l'émigration organisée italienne vers la Belgique pendant la première décennie du deuxième après-guerre (1946-1956) et, notamment, des "aspects politiques" du recrutement des travailleurs et du "contrôle politique" de leurs activités dans le pays de destination. Malgré l’origine principalement économique de ce phénomène migratoire, on s’est proposé de centrer le travail de recherche sur les questions d’ordre politique qui caractérisèrent l’administration de ce flux migratoire, liées soit aux deux contextes nationaux de départ et arrivée, soit à la conjoncture internationale de la Guerre froide. Les buts de la recherche ont donc été la reconsidération de l’entrecroisement de facteurs économiques et politiques dans la gestion de cet exode de travail, l’analyse des stratégies et des divergents intérêts politiques de l’Italie et de la Belgique, ainsi que l’examen de l’incidence concrète de ces questions politiques sur la vie des migrants. L’étude a été structurée en deux parties. Dans la première partie, on a analysé le système de recrutement des travailleurs en Italie et les opérations de sélection des candidats à l’émigration mises en œuvre par la Mission belge et par les autres fonctionnaires belges installés auprès du Centre d’émigration à Milan. Dans la deuxième partie, d’un côté on a analysé l’encadrement politique des migrants italiens en Belgique – au niveau de l’assistance et des services sociaux, du syndicalisme et de la presse destinée à la communauté italienne – et de l’autre côté, face à l’interdiction aux étrangers de faire de la politique, on a pris en considération la surveillance policière et les expulsions des Italiens du territoire belge. / The thesis deals with the post-war Italian assisted migration to Belgium (1946-1956) and it is particularly focused on the "political aspects" of the selection of migrant workers and on the "political control" of their activities in the receiving country. Despite the economic origins of this migration flow, my intention was in fact to study all the political issues concerning the management of the phenomenon, with reference both to the two national contexts of departure and arrival, and to international political circumstances, marked by the Cold War. The principal aims of my research were, therefore, to reconsider the interconnection between economic and political factors; to delve into the divergent strategies and political interests of the two countries involved in organising such working exodus; and to examine the real implications of political questions on migrants’ lives. The dissertation is composed of two main parts. In the first part, I have examined the recruitment system implemented in Italy, as well as the selection of candidates carried out by the Belgian Commission and by other Belgian officials at the Migration Centre in Milan. In the second part, instead, I have studied the political control over Italian migrants with respect to associations, social care and services, trade unions and newspapers on the one hand, and on the other hand, I have taken into account police surveillance and expulsion measures related to the Belgian ban on foreigners getting into politics. / La tesi tratta dell'emigrazione assistita italiana verso il Belgio nel primo decennio del secondo dopoguerra (1946-1956) e, in particolare, degli "aspetti politici" del reclutamento dei lavoratori migranti e del "controllo politico" delle loro attività nel Paese di destinazione. Nonostante la matrice essenzialmente economica dell’esodo lavorativo in esame, mi sono proposta di incentrare lo studio sulle questioni di natura politica che caratterizzarono l’amministrazione del flusso migratorio, legate tanto ai due contesti nazionali di partenza e di arrivo, quanto al contesto internazionale della Guerra fredda. La ricerca intendeva insomma riconsiderare l’intreccio tra fattori politici ed economici nell’organizzazione dell’emigrazione organizzata postbellica verso il Belgio, esaminare le strategie e gli interessi politici dei due Paesi coinvolti, nonché indagare il concreto impatto di tali questioni politiche sulle vite dei migranti. La trattazione si articola quindi in due parti. Nella prima parte ho analizzato il sistema di reclutamento dei lavoratori sul territorio italiano, oltre che le operazioni di selezione dei candidati all’emigrazione effettuate dalla Commissione belga e dai vari funzionari belgi presso il Centro di emigrazione di Milano. Nella seconda parte invece sono state prese in esame, da un lato, le strategie di "contenimento politico" della collettività italiana nel Royaume – nell’ambito dell’assistenza, dell’associazionismo, del sindacalismo e della stampa – dall’altro lato, la sorveglianza da parte della polizia belga e le espulsioni di immigrati italiani per motivi di ordine politico.
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La disciplina dell’esule: la letteratura comparata in America tra esilio e utopia e il caso studio Paolo MilanoAngeletti, Valerio 11 July 2022 (has links)
Lo studio ha riflettuto su alcune costanti della letteratura comparata che accomunano tale disciplina all’esilio, quando chi lo vive è in grado di contrastare i molti traumi che esso può comportare.L’emigrazione intellettuale avvenuta nel corso degli anni Trenta e Quaranta è l’evento storico a cui lo studio ha fatto riferimento. Costringendo molti intellettuali ad abbandonare i propri posti di lavoro e le proprie case, questa emigrazione ha contribuito a una notevole mobilitazione culturale soprattutto dall’Europa verso gli Stati Uniti d’America, dove ha cominciato a svilupparsi una nuova comparatistica sovranazionale e reazionaria. L’espressione “disciplina dell’esule” suggerisce un provocatorio inquadramento del modo di vedere e affrontare il testo come il mondo: crisi, apertura verso il nuovo e inclusività sono solo alcune parole chiave che, contraddistinguendo tanto la letteratura comparata quanto l’esilio, permettono di chiarire senso e prospettive di entrambe. Si è anche affermato che un tale atteggiamento ha come presupposto due processi culturali che sono caratterizzati da una spiccata dinamicità e disponibilità al cambiamento: la denazionalizzazione della scienza e l’ibridazione del sapere. Senza di essi non avrebbe potuto formalizzarsi una comparatistica “disciplina dell’esule”, da questo punto di vista intesa come un’utopica reazione a un percorso storico tendente sempre più al nazionalismo e all’esclusione. Lo studio ha infine individuato molte di queste idee e di questi valori nell’opera “americana” di Paolo Milano, intellettuale italiano esule negli Stati Uniti che lì si costruì una carriera come professore di letteratura comparata.
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