Return to search

Forma breve e fotografia: una narrativa del Mozambico / Short story and photography: a narrative of Mozambique

La relazione interdisciplinare tra letteratura e fotografia, nella rilettura della storia recente del Mozambico, è l’oggetto di studio della presente tesi. Il presupposto coincide in primo luogo con la disamina interna della dialettica esistente tra archivio coloniale e oralità, modalità narrativa in parte transitata nella estória, declinazione lusofona della forma breve che permette di recuperare l’eredità popolare del racconto tradizionale. Il dialogo tra verbale e visuale consente a sua volta di stabilire nuovi paradigmi interpretativi nel dibattito postcoloniale tra memoria, trauma e rappresentazione. L’analisi comparativa tra la narrativa di João Paulo Borges Coelho e la fotografia di Ricardo Rangel rivela sguardi diversi sul mondo circostante, ma anche convergenze contemplative che si completano nell’incorporazione reciproca delle “omologie strutturali” comuni alle due modalità espressive. La fotografia colma delle lacune fornendoci delle visioni del passato, ma, in quanto “rappresentazione”, ci mostra il mondo per come appare e non per come funziona. Il testo letterario, grazie al suo approccio dialogico-narrativo, consente la rielaborazione museologica della complessa pletora di interferenze semantiche e culturali racchiuse nelle immagini, in altre parole fornisce degli “indizi di verità” da cui (ri)partire per l’elaborazione di nuovi archetipi narrativi tra l’evento rappresentato e la Storia di cui fa parte. Il punto di tangenza tra i due linguaggi è la cornice, espediente fotografico e narrativo che permette di tracciare i confini tra l’indicibile e l’invisibile, ma anche tra ciò che si narra e ciò che sta fuori dalla narrazione, ovvero fuori dalla storia. La tensione dialettica che si instaura tra questi due universi è seminale per stabilire le ragioni della specificità letteraria mozambicana perché, come afferma Luandino Vieira, “nel contesto postcoloniale gli scrittori sono dei satelliti che ruotano intorno ai «buchi neri della storia» la cui forza di attrazione permette la riorganizzazione dell’intero universo letterario. / This thesis focuses on the interdisciplinarity between literature and photography according to a re-reading of the recent history of Mozambique.It starts from an enquiry into the colonial archive and the oral tradition partly merged with the “estoria” through which the popular heritage of the traditional narrative is recovered. The dialogue between verbal and visual expression allows new possible interpretations in the post- colonial debate between memory, trauma and representation. A comparative analysis between Coelho’s narrative and Rangel’s photography reveals different views of the external world but also convergencies marked by common forms of expression. Photography fills some gaps bringing about a certain vision of the past which is however just a representation of reality and not reality itself.
The literary text thanks to its dialogic approach allows a complex re-elaboration of both semantic and cultural data supplying clues for a re-writing of History. The convergence between the visual and the narrative expression marks the boundaries of what can actually be communicated. The dialogue between those forms establishes the peculiarity of the Mozambican literature which according to Luandino Viera’s “...in the postcolonial context writers are satellites in orbit round the black holes of history” whose force of attraction allows a new organization of the entire literary heritage.

Identiferoai:union.ndltd.org:unibo.it/oai:amsdottorato.cib.unibo.it:5883
Date28 May 2013
CreatorsSorrini, Alfredo <1966>
ContributorsMulinacci, Roberto
PublisherAlma Mater Studiorum - Università di Bologna
Source SetsUniversità di Bologna
LanguageItalian
Detected LanguageItalian
TypeDoctoral Thesis, PeerReviewed
Formatapplication/pdf
Rightsinfo:eu-repo/semantics/openAccess

Page generated in 0.002 seconds