Il nucleo del presente lavoro è costituito dal catalogo dei frammenti di manoscritti medievali, a contenuto liturgico-musicale, conservati nelle biblioteche e negli archivi della città di Trento. La tesi porta a compimento un lungo percorso, avviato con l’ambizioso progetto di censire tutti i frammenti riutilizzati, in varia soluzione, all’interno della legatura di libri antichi e materiale d’archivio. L’obiettivo posto in partenza era quello di approntare un’opera che potesse valorizzare in modo adeguato i reperti liturgici di Trento che, per quantitativi pervenuti e rilevanza storico-culturale, rappresentano un’eccezionale base di indagine. Il risultato ottenuto è il primo catalogo di frammenti liturgico-musicali in ambito regionale, frut-to di una ricognizione che si è spinta oltre all’interesse per un solo fondo o per una sola biblioteca. Si tratta di un ulteriore tassello in un mosaico di studi sui frammenti liturgici che negli ultimi anni ha attira-to sempre maggior attenzione nella comunità scientifica, in quanto punto di intersezione e incontro di molteplici interessi. Il progetto si è svolto in più fasi, nel corso di tre anni. La prima, necessaria, è stata la mappatura sistematica di tutti i fondi librari e d’archivio in cui era stata segnalata l’esistenza di frammenti medievali, nonché di fondi mai indagati in precedenza. Punto di forza del survey è il notevole spettro di enti coin-volti dalla ricerca: Archivio di Stato di Trento, Archivio Diocesano Tridentino, Biblioteca capitolare dell’Archivio Diocesano Tridentino, Archivio storico del Comune di Trento, Biblioteca musicale L. Feininger, Biblioteca Comunale di Trento, Biblioteca del Liceo Ginnasio Prati, Biblioteca Diocesana Vigilianum, Biblioteca Provinciale dei Padri Cappuccini, Fondazione Biblioteca San Bernardino, Museo Diocesano Tridentino. Nella pratica, ciò ha comportato passare singolarmente in rassegna migliaia di unità libra-rie/archivistiche, al fine di identificare e numerare i pezzi, tramite un controllo a tappeto delle legature. Il censimento ha rilevato 480 frammenti provenienti da diverse tipologie di libri liturgico-musicali, molti dei quali disiecta membra di manoscritti che sono stati poi ricomposti nella fase di schedatura. Il catalogo è dunque, in primo luogo, l’immagine sulla carta dei reperti, una fotografia della loro esistenza, il primo fondamentale passo alla valorizzazione e conservazione delle fonti manoscritte in quanto beni culturali. Contestualmente, esso rappresenta uno strumento e un utile punto di partenza per altri orizzonti di ricerca. Il materiale descritto può essere oggetto di molteplici ambiti di studio, non limitati solamente all’aspetto paleografico-codicologico che per primo viene incontro al catalogatore. I reperti, nelle caratteristiche esterne e di contenuto, interessano la paleografia e la filologia musicale, la storia dell’arte, del libro, nonché delle tradizioni liturgiche e della loro evoluzione nel tempo. Tracciare i confini di un patrimonio manoscritto di liturgia e musica significa, in sintesi, delinea-re il principale esito della produzione scritta medievale, a sua volta riflesso della fisionomia culturale di un luogo e delle persone che in quel mondo hanno vissuto la giornata terrena. In tal prospettiva lo studio condotto integra, anzitutto, le importanti ricerche svolte in area re-gionale che, ormai da anni, valorizzano le fonti liturgico-musicali manoscritte e a stampa. Dal patrimo-nio rinvenuto emergono importanti conferme alla nostra conoscenza delle prassi liturgico-musicali in area locale ma anche nuove scoperte, nuove fonti, che testimoniano influssi e familiarità con le tradizio-ni delle aree circostanti. Di frequente tali contatti si possono cogliere solo in minimi dettagli, ad esempio nella recensio-ne di determinati brani o nella scelta di particolari formulari. Solo la restituzione della complessità inter-na alla produzione liturgica porta alla luce, ad esempio, i rapporti culturali della diocesi di Trento con il Tirolo e la Baviera da una parte, con l’area norditaliana dall’altra. Per tale ragione si è scelto di improntare la catalogazione dei frammenti su una scheda analitica, che potesse essere al tempo stesso efficace nell’illustrare il frammento e completa nell’esprimerne il contenuto. Da qui la necessità di non limitare la descrizione interna del manoscritto alla tipologia libraria o ai soli formulari, ma di identificare i singoli testi trasmessi. Lo sforzo in tal senso è sempre stato co-stante e, nonostante il lavoro di identificazione dei testi sia oggi supportato da un numero crescente di repertori specializzati, al catalogatore è richiesto un margine sempre più ampio di competenze che, nel caso dello scrivente, travalicano quella meramente codicologica. Il catalogo stesso assume quindi l’aspetto e la funzione di un thesaurus – fatto di orazioni, brani musicali, letture, pericopi evangeliche, in-dicazioni liturgiche – su cui esercitare lo studio e decifrare informazioni utili a ricostruire l’identità pro-pria dei manufatti trentini. Ad un’attenta lettura, i frammenti creano anche un intreccio con i libri che li hanno veicolati e con le raccolte in cui si sono conservati: un rapporto spesso dato per scontato, ma che talvolta può es-ser un contributo aggiuntivo alla ricostruzione della storia dei manoscritti stessi e delle raccolte di pro-venienza. In ciò che è rimasto dei codici originali è possibile, in ultima analisi, leggere la storia di una vi-vace produzione e circolazione libraria, fino ad illuminare quello che doveva essere il posseduto delle librarie ecclesiastiche trentine. Per comprendere a fondo il panorama complessivo del patrimonio riscoperto, al catalogo è an-teposta un’introduzione, utile anche a render conto del lavoro svolto. Si forniscono i dati complessivi del censimento e quelli relativi ai reperti liturgici, si affrontano alcuni problemi inerenti la trasmissione dei frammenti e la ricomposizione dei manufatti a partire dai singoli disiecta membra. Sebbene le schede di descrizione stesse diano voce ai singoli manoscritti, nell’introduzione viene tracciata una panoramica per contestualizzare i lacerti rinvenuti, che sola non può comprendere e resti-tuire la varietà dei materiali conservati, ma che permette di inquadrare alcuni aspetti ricorrenti, ed altri più singolari, che emergono dai frammenti catalogati. Il catalogo vero e proprio si apre con l’analisi dei criteri di descrizione, ed è suddiviso in due principali sezioni che accolgono separatamente i manoscritti per la liturgia eucaristica e i libri per la li-turgia delle ore, cui se ne aggiunge una terza dedicata ad alcuni frammenti biblici. Alle schede di descri-zione seguono gli indici (delle tipologie librarie, dei formulari, dei brani, dei frammenti) che fanno da sussidio all’utilizzo del catalogo e in ultimo la bibliografia, relativa agli strumenti e agli studi utilizzati e consultati per la realizzazione del progetto.
Identifer | oai:union.ndltd.org:unitn.it/oai:iris.unitn.it:11572/368190 |
Date | January 2018 |
Creators | Cova, Matteo |
Contributors | Cova, Matteo, Gozzi, Marco |
Publisher | Università degli studi di Trento, place:TRENTO |
Source Sets | Università di Trento |
Language | Italian |
Detected Language | Italian |
Type | info:eu-repo/semantics/doctoralThesis |
Rights | info:eu-repo/semantics/openAccess |
Relation | firstpage:1, lastpage:513, numberofpages:513 |
Page generated in 0.0016 seconds