Oggetto di questo lavoro è un’analisi dettagliata di un campione ristretto di riprese televisive della Quinta Sinfonia di Beethoven, con l’obiettivo di far emergere il loro meccanismo costruttivo, in senso sia tecnico sia culturale. Premessa dell’indagine è che ciascuna ripresa sia frutto di un’autorialità specifica che si sovrappone alle due già presenti in ogni esecuzione della Quinta Sinfonia, quella del compositore e quella dell’interprete, definita perciò «terza autorialità» riassumendo nella nozione la somma di contributi specifici che portano alla produzione di una ripresa (consulente musicale, regista, operatori di ripresa). La ricerca esamina i rapporti che volta a volta si stabiliscono fra i tre diversi piani autoriali, ma non mira a una ricostruzione filologica: l’obiettivo non è ricostruire le intenzioni dell’autore materiale quanto di far emergere dall’esame della registrazione della ripresa, così com’è data a noi oggi (spesso in una versione già più volte rimediata, in genere sotto forma di dvd commercializzato), scelte tecniche, musicali e culturali che potevano anche essere inconsapevoli.
L’analisi dettagliata delle riprese conferma l’ipotesi di partenza che ci sia una sorta di sistema convenzionale, quasi una «solita forma» o approccio standardizzato, che sottende la gran parte delle riprese; gli elementi che si possono definire convenzionali, sia per la presenza sia per la modalità di trattamento, sono diversi, ma sono soprattutto due gli aspetti che sembrano esserne costitutivi: il legame con il rito del concerto, che viene rispettato e reincarnato televisivamente, con la costruzione di una propria, specifica aura; e la presenza di un paradigma implicito e sostanzialmente ineludibile che pone la maggior parte delle riprese televisive entro l’alveo della concezione della musica classica come musica pura, astratta, che deve essere compresa nei suoi propri termini. / The research focuses on a selection of screen versions of Beethoven's Fifth Symphony; through a detailed analysis of these versions, the research aims at outlining and clarifying the structural mechanics of the screen version of a performance, in a technical and cultural perspective. The research takes as a basic assumption that filming music implies a specific authorship – comprising all the individual contributions of the team components – that sums up with the two other layers of authorship implied by musical performance, composition and performance. I call the level of screen production, the «third authorship». The research analyzes the interaction and the relationships between the three authorial levels in each recording. The aim is not to reconstruct philologically the intentions of the material third author, but rather to bring to light technical, musical and cultural decisions that could are embodied in the film, even when their authors were not fully aware of them.
A thorough analysis of the recordings proves the initial hypothesis, i.e. that most telecasts are made along what can be called a standardized approach or even a «solita forma». There are several conventional features, the most relevant being two: a link with the whole rite of the concert, which is followed and televisually embodied, creating a new and specific mediatic aura; and the pervading paradigm of classical music as “pure” music, music that is to be understood in its own terms.
Identifer | oai:union.ndltd.org:unibo.it/oai:amsdottorato.cib.unibo.it:6084 |
Date | 11 September 2013 |
Creators | Varon, Gaia Valeria <1962> |
Contributors | Giani, Maurizio |
Publisher | Alma Mater Studiorum - Università di Bologna |
Source Sets | Università di Bologna |
Language | Italian |
Detected Language | Italian |
Type | Doctoral Thesis, PeerReviewed |
Format | application/pdf |
Rights | info:eu-repo/semantics/openAccess |
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