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Il discorso politico culturale del Deutscher Geist in Gefahr di Ernst Robert Curtius / Political cultural discourse in Ernst Robert Curtius’ Deutscher Geist in Gefahr

Nel 1932 Ernst Robert Curtius pubblica il pamphlet politico culturale Deutscher Geist in Gefahr nel quale chiarisce il suo pensiero di fronte alla grave crisi in cui versa la Germania. Egli si schiera contro le posizioni di destra del suo tempo, delle quali critica apertamente la boria nazionalista, il rozzo antisemitismo e la creazione di un mito nazionale elaborato come strumento di manipolazione dell’opinione pubblica. Ritiene inoltre inaccettabili le posizioni rivoluzionarie, tanto di destra quanto di sinistra, che vogliono liberarsi della tradizione umanistica europea e disprezzano la Zivilisation francese; allo stesso modo rifiuta l’ideale di un germanesimo eroico avulso dalla storia europea e respinge infine tutte le forme di nichilismo che si risolvono in un atteggiamento di indifferenza nei confronti della realtà, dei valori e della storia. Curtius accetta il sistema democratico come unica soluzione e ritiene che le decisioni politiche debbano mirare al bene di tutti i ceti sociali indipendentemente dagli interessi di partiti e di singoli gruppi. Rifiuta qualunque forma, anche culturale, di supremazia della Germania, aspira a un’Europa cosmopolita, le cui nazioni siano valorizzate nelle loro caratteristiche specifiche, ed è convinto che per la costruzione della pace gli europei debbano vivere, studiare e lavorare insieme imparando gli uni le lingue degli altri. Per Curtius l’Umanesimo della tradizione classica e la letteratura del Medioevo sono parte integrante della vita di ogni europeo e fonte di energie spirituali per affrontare in modo creativo il presente e il futuro. / In 1932 Ernst Robert Curtius published his polemical cultural political treatise Deutscher Geist in Gefahr in which he articulated clearly his position facing the grave crisis into which Germany was sliding. He took sides against the positions held by the right-wing of his time, whose nationalist arrogance, vulgar anti-Semitism and reliance on creating a national myth in order to manipulate public opinion he criticized openly. Moreover he insisted that the revolutionary positions, maintained by both the right and the left, were equally inacceptable. In the same way he rebuffed the ideal of an heroic Germanic culture cut off from European history and rejected all forms of nihilism which crystallize in an attitude of indifference toward reality, values and history. Curtius accepted the democratic system as the best practical solution, insisting that political decisions must mirror the good of all classes independent of the concerns of political parties and special interest groups. He categorically rejected any claim, even in cultural terms, for German supremacy, but aspired instead for a cosmopolitan Europe whose nations were valued for their specific characteristics, and he was convinced that Europeans, in order to construct peace, must live, study and work together, learning each other’s language. For Curtius the humanism represented by the classical traditon and medieval Latin literature were integral parts of the life of every European and supplied the source for the intellectual and spiritual energies need to confront creatively the present and the future.

Identiferoai:union.ndltd.org:unibo.it/oai:amsdottorato.cib.unibo.it:6893
Date January 1900
CreatorsBercini, Annamaria <1969>
ContributorsCaraffi, Patrizia, Richards, Earl Jeffrey
PublisherAlma Mater Studiorum - Università di Bologna
Source SetsUniversità di Bologna
LanguageItalian
Detected LanguageEnglish
TypeDoctoral Thesis, PeerReviewed
Formatapplication/pdf
Rightsinfo:eu-repo/semantics/embargoedAccess

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