La ricerca si propone di inquisire il modo in cui il fantastico del primo Novecento utilizza la rappresentazione finzionale degli oggetti ai fini della propria emersione. Si ipotizza che certi schemi rappresentativi elaborati da autori fantastici come Hoffmann, Poe o Maupassant siano riscontrabili anche nella letteratura del XX secolo, e vengano reimpiegati per rispondere a una mutata situazione socioculturale. La tesi è bipartita: la prima parte, che è a sua volta suddivisa in due capitoli, funziona da cornice teorica e storica alle analisi testuali. Vi si discute del concetto di immagine; e da tale discussione viene derivata una precisa idea di spazio e di oggetto letterari. In seguito si procede a una ricostruzione della storia del fantastico ottocentesco (dalla quale non sono assenti riflessioni teoriche e in particolare genologiche), che da un lato è volta a storicizzare l’idea di “genere fantastico”; dall’altro ha come obiettivo l’identificazione di una tipologia di oggetti strutturalmente legata a quel genere narrativo. Due sono le classi di oggetti così individuate, e altrettanti i capitoli che compongono la seconda parte del lavoro. Entrambi i tipi di oggetto, che per semplicità si possono chiamare oggetti-feticcio e oggetti spettrali, stanno a metà strada tra immaginario e reale; ma mentre l’oggetto-feticcio ha qualcosa in più rispetto a un oggetto descritto realisticamente, l’oggetto spettrale ha un che di deficitario, e non giunge al risultato di una completa materializzazione. Tra gli autori affrontati compaiono Papini, Pirandello, Bontempelli, Savinio, Landolfi; né mancano riferimenti ad autori di altre nazioni da Kafka a Sartre, da James a Virginia Woolf, in ottemperanza all’idea di considerare il fantastico italiano all’interno di una più ampia geografia letteraria. / This research project proposes to investigate the manner in which early twentieth century fantasy used the fictional representation of objects for its own emergence. The hypothesis is that certain representation schemes elaborated by authors of nineteenth century fantastic literature, such as Hoffman, Poe and Maupassant, also appear in twentieth century literature, reemployed in response to the changing sociocultural situation. The thesis is divided in two: the first part, itself subdivided in two chapters, functions as a theoretical and historical framework for the textual analysis. The concept of the image is discussed and precise ideas of literary space and object are defined. This is followed by a reconstruction of nineteenth century fantasy (theoretical and, particularly, genealogical reflections are not lacking), which, on the one hand, is aimed at historicizing the idea of the “fantastic genre”; and on the other, intends to identify a typology of objects structurally connected to this narrative variety. Two are the classes of objects defined, and equal in number are the chapters structuring the second part of the work. Both types of objects, which for simplicity’s sake will be called fetish-objects and ghostly objects, are halfway between fantasy and the real. Yet while the fetish-object has something more with respect to a realistically described object, the ghostly object lacks something and thus does not manage to completely materialize. Among the authors discussed are Papini, Pirandello, Bontempelli, Savinio and Landolfi; while references to authors of other nations abound, from Kafka to Sartre, from James to Virginia Woolf, in keeping with the consideration of the Italian fantastic genre within a broader literary geography.
Identifer | oai:union.ndltd.org:unibo.it/oai:amsdottorato.cib.unibo.it:4946 |
Date | 28 May 2012 |
Creators | Puglia, Ezio <1982> |
Contributors | Roda, Vittorio |
Publisher | Alma Mater Studiorum - Università di Bologna |
Source Sets | Università di Bologna |
Language | Italian |
Detected Language | Italian |
Type | Doctoral Thesis, PeerReviewed |
Format | application/pdf |
Rights | info:eu-repo/semantics/openAccess |
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