Return to search

Ricezione e Finzione. Una teoria della lettura tra struttura e risposta estetica

Attraverso l’analisi di teorie della lettura “centripete” e “centrifughe”, tra fenomenologia,
semiotica e teoria della risposta estetica, questa ricerca punta a definire la lettura come
un’esperienza estetica di una variabile e plurale letterarietà, o per essere più precisi, come una
relazione estetica ad una funzione nel linguaggio, che di volta in volta diviene immanente e
trascendente rispetto al linguaggio, immanente nella percepibilità espressiva del segno e
trascendente nella sua ristretta finzionalità o fittività, aperta alla dimensione del senso. Così, la
letterarietà è vista, dal punto di vista di una teoria della lettura, come una funzione che nega o
sovverte il linguaggio ordinario, inteso come contesto normale, ma anche una funzione che
permette il supplemento di senso del linguaggio. Ciò rende la definizione di cosa sia letteratura
e di quali testi siano considerabili come letterari come una definizione dipendente dalla lettura,
ed anche mette in questione la classica dicotomia tra linguaggio standard e linguaggio deviante,
di secondo grado e figurativo, comportamento che distinguerebbe la letteratura.
Questi quattro saggi vorrebbero dimostrare che la lettura, come una pratica estetica, è
l’espressione di una oscillazione tra una Finzione variabile nei suoi effetti ed una Ricezione, la
quale è una risposta estetica controllata dal testo, ma anche una relazione estetica all’artefatto a
natura verbale. Solo in questo modo può essere compresa la caratteristica paradossale della
lettura, il suo stare tra una percezione passiva ed un’attiva esecuzione, tra un’attenzione
aspettuale ed una comprensione intenzionale. Queste modalità si riflettono anche sulla natura
dialettica della lettura, come una dialettica di apertura e chiusura, ma anche di libertà e fedeltà,
risposta ad uno stimolo che può essere interpretato come una domanda, e che presenta la lettura
stessa come una premessa dell’interpretazione, come momento estetico.
Così una teoria della lettura dipende necessariamente da una teoria dell’arte che si presenta
come funzionale, relativa più al Quando vi è arte?/Come funziona? piuttosto che al Che cosa è
Arte?, che rende questo secondo problema legato al primo. Inoltre, questo Quando dell’Arte,
che definisce l’opera d’arte come un’arte- all’-opera, dipende a sua volta, in un campo letterario,
dalla domanda Quando vi è esperienza estetica letteraria? e dalla sue condizioni, quelle di
finzione e ricezione. / Throughout the analysis of “centripetal” and “centrifugal” reading theories, among
Phenomenology, Semiotics and Aesthetic response Theory, this research aims to define reading
as an aesthetic experience of a variable and plural literariness, or to be more precise, as an
aesthetic relation of a function in language, that from time to time becomes immanent and
transcendent regarding to language, immanent in the expressive perceptibility of the sign and
transcendent within its own restricted fictionality or fictiveness, opened to a dimension of sense.
Thus, literariness is seen, from the point of view of a reading theory, as a function that denies or
subverts the ordinary language, intended as a normal context, but also one that allows
language’s supplement of sense. That makes the definition of what is literature and of which
texts are considered literary ones depending on reading, and also it questions the classical
dichotomy of standard and deviant language, secondary and figurative behavior that would
distinguish literature.
These four essays would to demonstrate that reading, as an aesthetic practice, is the expression
of an oscillation between a variable Fiction in its own effects and a Reception, which is an
aesthetic response controlled by the text, but also an aesthetic relation to the verbal artifact.
Only in this way reading’s paradoxical characteristic can be understood, between a passive
perception and an active performance, between an aspectual attention and an intentional
comprehension. These modalities also reflect themselves on the dialectic nature of reading, as a
dialectic of opening and closure, but also of freedom and fidelity, response to a stimulus that
could be interpreted as a question and that presents reading as a preamble of interpretation, as its
aesthetic moment.
Hence, a reading theory necessarily depends on a theory of arts that presents itself as a
functional one, relative to the When is Art?/How does it work? rather than to the What is Art?
question and that makes this second problem bound to the first. Moreover, this When is Art, that
defines a work of art as art-at-work, depends, in a literary field, on the When is the literary
aesthetic experience? question and on its conditions, those of fiction and reception.

Identiferoai:union.ndltd.org:unibo.it/oai:amsdottorato.cib.unibo.it:836
Date27 May 2008
CreatorsRaveggi, Alessandro <1980>
ContributorsGentili, Carlo
PublisherAlma Mater Studiorum - Università di Bologna
Source SetsUniversità di Bologna
LanguageItalian
Detected LanguageItalian
TypeDoctoral Thesis, PeerReviewed
Formatapplication/pdf
Rightsinfo:eu-repo/semantics/openAccess

Page generated in 0.002 seconds