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Democrazia partecipativa, cooperazione e sostenibilità nei processi di sviluppo locale in Ecuador. Il caso di Salinas de Guaranda

Il dibattito sullo sviluppo, che caratterizza da anni i principali tavoli di
discussione politica a livello internazionale, ha via via richiamato l'attenzione
sul “locale” come dimensione ottimale a partire dalla quale implementare
politiche volte al miglioramento delle condizioni di vita di molte popolazioni
del mondo.
L'allargamento a livello globale del già esistente gap tra i “poveri” – vecchi
e nuovi – ed i “ricchi” del mondo ha reso la lotta e l'alleviamento della povertà
uno degli obiettivi più urgenti dei nostri giorni, ma anche più difficili da
raggiungere a livello mondiale.
Gran parte della povertà mondiale è povertà rurale, ovvero quella povertà
che caratterizza i tanti agricoltori (campesinos) del mondo, che continuano a
vivere ai margini della società e ad essere scalzati fuori da ogni possibilità di
accesso al mercato per via della mancanza strutturale di risorse nella quale
versano.
La necessità di sopravvivere, unita all'esigenza di incorporare i veloci
cambiamenti imposti dal mondo globalizzato, ha portato nel tempo queste
popolazioni a perdere o a contaminare, talvolta irreparabilmente, l' “antico”
rapporto con l'ambiente e la natura, fonte di vita e sostentamento, ed anche
molti dei propri ancestrali aspetti culturali tradizionali che, paradossalmente,
sono stati proprio gli unici elementi dimostratisi in grado di rinsaldare i legami
già esistenti all'interno delle comunità e di tenere unite queste fragili realtà di
fronte alle continue sfide imposte dal “cambiamento”.
E' in questo contesto che si innesta l'esperienza di sviluppo proposta e
presentata in questo lavoro; un'esperienza che nasce sulle Ande ecuadoriane, in
un villaggio meticcio della Provincia di Bolívar, capoluogo parrocchiale di una
più vasta comunità che raggruppa una trentina di villaggi, molti dei quali in
toto o in prevalenza di etnia indigena quechua. Un'esperienza, quella di Salinas
de Bolívar, che all'interno del panorama ecuadoriano si presenta come un
esempio innovativo, coraggioso ed ambizioso di riconquista del protagonismo
da parte della popolazione locale, divenendo “emblema” dello sviluppo e
“immagine che guida”. Questo, in un paese come l'Ecuador, dove l'assenza di
politiche efficaci a supporto del settore agricolo, da un lato, e di politiche
sociali efficienti atte a risollevare le precarie condizioni di vita in cui versa la
maggior parte della popolazione, soprattutto campesina, dall'altro, rende
obbligatorio riflettere sull'importanza e sull'esigenza insieme di restituire
spazio e vigore alle compagini della società civile che, come nell'esperienza
raccontata, attraverso particolari forme organizzative di tipo socio-economico,
come la Cooperazione, sono andate a colmare, seppur solo in parte, i vuoti
lasciati dallo Stato dando vita a iniziative alternative rispetto al ventaglio di
proposte offerte dai consueti meccanismi di mercato, fortemente escludenti, ma
comunque vicine agli attori locali e più rappresentative delle loro istanze,
giustificando ed avallando ancora di più la netta separazione oramai
riconosciuta tra mera “crescita” e “sviluppo”, dove l'aspetto qualitativo, che va
a misurare per l'appunto il benessere e la qualità di vita di una popolazione e
del suo ambiente, non deve cioè cedere il passo a quello più strettamente
quantitativo, a partire dal quale, se non vi è una equa redistribuzione delle
risorse, quasi mai si potranno innescare processi di sviluppo duraturi e
sostenibili nel tempo.
L'accezione di “alternativo” sta quindi ad indicare, prima di ogni altra cosa,
l'implementazione di processi di sviluppo che siano includenti e pertanto
accessibili a tutti gli individui, indistintamente, e realmente concretizzabili
partendo dalle risorse presenti in loco e nel rispetto di quell'insieme identitario
– storico, sociale, culturale, politico, economico ed ambientale – che
caratterizza ogni realtà ed ogni specifico contesto sociale ed economico del
mondo. Di qui l'importanza di implementare alla base processi di governance
che, attraverso la partecipazione di tutti gli attori del territorio si configurino
come emanazione delle istanze degli stessi.
Nel corso del lavoro si fornirà un breve ma incisivo identikit dell'Ecuador,
come fondamentale cornice al caso di studio oggetto di indagine, supportata da
una descrizione geografico-ambientale, sociale, culturale, politica ed
economica della realtà nella quale esso si sviluppa, tanto a livello nazionale
quanto più strettamente regionale. Questo esercizio sarà utile al fine di rendere
più visibili e comprensibili i fattori che hanno determinato lo sviluppo e la
continuità dell'esperienza dei Salineros nel lungo cammino, iniziato appena
trent'anni fa, verso l'autodeterminazione e la riconquista di una libertà di scelta
un tempo non lontano negata e successivamente ritrovata, che li ha resi di
nuovo protagonisti del proprio presente e in grado di guardare ad un futuro
diverso e possibile.

Identiferoai:union.ndltd.org:unibo.it/oai:amsdottorato.cib.unibo.it:1022
Date05 May 2008
CreatorsCuriazi, Roberta <1976>
ContributorsCencini, Carlo
PublisherAlma Mater Studiorum - Università di Bologna
Source SetsUniversità di Bologna
LanguageItalian
Detected LanguageItalian
TypeDoctoral Thesis, PeerReviewed
Formatapplication/pdf
Rightsinfo:eu-repo/semantics/openAccess

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