La contabilizzazione delle operazioni di M&A è radicalmente mutata nel corso degli ultimi dieci anni, nel contesto statunitense come in quello europeo. A seguito di tali cambiamenti l’ammontare di goodwill (avviamento) iscritto nei bilanci di molte società si è incrementato. Questo studio si propone in primo luogo di far luce sulla reliability di tali valori analizzando le cause della svalutazione del goodwill, a partire dall’ipotesi essa sia causata in molti casi dal pagamento di un prezzo eccessivo da parte dell’impresa acquirente, piuttosto che essere la conseguenza di eventi successivi all’operazione. L’analisi, in secondo luogo, ha lo scopo valutare se l’impairment test del goodwill, reso obbligatorio dallo SFAS 142 raggiunga l’obiettivo di individuare in modo tempestivo le perdite durevoli di valore del goodwill acquisito e, dunque, di evitare che rimangano iscritti in bilancio come assets valori che di fatto non lo sono. Lo studio ha considerato un campione di 929 acquisizioni concluse nel periodo 1999-2007 che hanno coinvolto società statunitensi quotate ed è stato condotto sviluppando un modello predittivo basato su alcune misure indicanti potenziale overpayment da parte dell’acquirente alla data di acquisizione. I risultati mostrano in primo luogo come alcuni indicatori di overpayment, come la percentuale del prezzo pagata in azioni dell’impresa acquirente e un ammontare elevato di goodwill rispetto al prezzo di acquisto, diano un contributo significativo nella stima di future svalutazioni del goodwill. Un risultato piuttosto preoccupante, poiché segnala una almeno parziale incapacità da parte degli attuali Principi Contabili (SFAS 141) di garantire che alla data di acquisizione il valore attribuito a tale asset sia effettivamente fondato sulle sinergie e sul valore di “going-concern” del target (“core goodwill”), escludendo elementi ad esso estranei, come l’ overpayment da parte dell’acquirente. Per quanto attiene al secondo obiettivo, i risultati mostrano che il lasso temporale tra la data di acquisizione e il momento della svalutazione è in media di due - tre anni, a differenza di quanto accadeva precedentemente all’entrata in vigore dello SFAS 142, quando tale distanza temporale è stata stimata essere tra i quattro e i cinque anni. Tale risultato pertanto suggerisce che l’impairment test (almeno) annuale ha ottenuto l’effetto di migliorare la tempestività dell’individuazione di eventuali perdite durevoli di valore, contribuendo a bilanciare l’effetto sopra descritto che potenzialmente si ingenera alla data di acquisizione. / The purpose of this study is to shed light on the reliability of accounting goodwill numbers by examining whether the root cause of many goodwill impairment losses is the overpayment for the target at the time of the original acquisition, rather than the deterioration of goodwill values caused by events occurred after acquisition. A second related objective is to assess whether the annual impairment test of the acquired goodwill introduced by SFAS 142 improved the ability of accounting standards to timely capture situations in which the amount of goodwill is overstated and should thus be written down.
I tested these hypotheses over a sample of 929 acquisitions completed by US listed companies over the nine-year period from 1999 to 2007. To assess whether the occurrence of a goodwill impairment loss can be predicted based on overpayment indicators, I developed a prediction model of goodwill impairment losses using some indicators measured at the acquisition date that signal potential overpayment by the acquiring firm. First, I found that certain measures, such as the percentage of stock in the consideration and the amount of purchase price assigned to goodwill, in fact represent powerful indicators of the occurrence of a subsequent goodwill impairment. This result is troubling as it suggests that SFAS 141 provisions are at least partially unable to avoid that components other than “core goodwill” being included in the amount recognized as goodwill, casting some doubt on the credibility of prominent goodwill amounts included in the financial statements of many corporations. I also found that the recognition of goodwill impairments lags behind the acquisition time by an average of two to three years. Compared with findings of earlier studies this result indicates that SFAS 142 requirements for annual impairment tests in fact improved the timeliness of recognizing goodwill write-offs, eventually helping to mitigate the failure of SFAS 141.
Identifer | oai:union.ndltd.org:DocTA/oai:tesionline.unicatt.it:10280/756 |
Date | 14 April 2010 |
Creators | OLANTE, MARIA ELENA |
Contributors | FIOCCA, RENATO, RUSSO, PAOLO |
Publisher | Università Cattolica del Sacro Cuore, MILANO |
Source Sets | Universita Cattolica del Sacro Cuore. DocTA |
Language | English |
Detected Language | Italian |
Type | Doctoral Thesis |
Format | Adobe PDF |
Rights | reserved |
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