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Discrezionalità  e condizionamento organizzativo nella pratica professionale di servizio sociale

Il lavoro affronta il tema delle tensioni fra organizzazione e professione nel servizio sociale; il frame teorico di riferimento utilizzato é quello delle "street level bureaucracies" elaborato da Michael Lipsky (1980). Nella tesi viene evidenziato come la discrezionalità degli assistenti sociali possa essere fortemente condizionata dalle pressioni e dalle priorità organizzative grazie ad una strategia dissimulatamente managerialistica ("Power. A radical view" Lukes, 1973). In particolare, in uno studio di caso realizzato all'interno di un servizio sociale territoriale genovese, si delinea come gli operatori possano essere indotti a mettere in atto pratiche di razionamento degli interventi a causa della carenza di risorse umane e finanziarie. Tutto ciò coerentemente con l'impostazione teorica di Lipsky. In termini di politiche d welfare emerge come un servizio, a prescindere dalla sua impostazione universalistica, possa lentamente ridimensionarsi - in riferimento al lavoro con i minori - in una child protection agency, rinunciando tendenzialmente ad interventi secondo una logica preventiva e promozionale.

Identiferoai:union.ndltd.org:unitn.it/oai:iris.unitn.it:11572/368530
Date January 2014
CreatorsCappello Rizzarello, Fabio
ContributorsCappello Rizzarello, Fabio, Lorenz, Walter
PublisherUniversità degli studi di Trento, place:TRENTO
Source SetsUniversità di Trento
LanguageItalian
Detected LanguageItalian
Typeinfo:eu-repo/semantics/doctoralThesis
Rightsinfo:eu-repo/semantics/openAccess
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