La ricerca indaga il tema dell’incidenza delle pronunce di incostituzionalità sull’azione amministrativa, con l’intento di osservare le interazioni tra Costituzione e Amministrazione. La trattazione muove dall’esame degli articoli 136 Cost. e 30 l. 87/1953 e rintraccia nel divieto di applicazione della norma incostituzionale (art. 30, co. 3, cit.) la chiave di attivazione dell’efficacia retroattiva delle pronunce di accoglimento. A seguito di un’analisi critica dell’idea tradizionale secondo cui tale divieto operi nel solo ambito processuale, si pone al centro della riflessione il rilievo per cui l’art. 30 co. 3 rappresenta una regola cogente non solo per il giudice, ma anche per l’amministrazione. Tale norma mira, infatti, a qualificare le norme illegittime come oggettivamente inapplicabili e non a connotare soggettivamente l’attività di disapplicazione delle stesse. Si rende, così, necessario esaminare l’autotutela amministrativa sui provvedimenti applicativi della legge illegittima: tale potere, esercitabile oltre i vincoli temporali dell’attività giurisdizionale, è quello che meglio consente di verificare gli eventuali vincoli posti dal giudicato costituzionale all’amministrazione. In particolare, la questione si sviluppa attorno a quei provvedimenti ad efficacia durevole non più impugnabili, che siano ancora produttivi di effetti all’indomani della declaratoria di incostituzionalità. / The research investigates the effects of the declaration of unconstitutionality of a law on the activities of the Public administration.
The analysis moves from article 136 of the Italian Constitution and art. 30 par. 3 of l.n. 87/1953, looking at the prohibition of the application of the (declared) unconstitutional law as the key to activate the retroactive effect of the declarations of unconstitutionality by the Constitutional court.
Following a critical analysis of the traditional idea that this prohibition operates only as a “procedural” rule, the emphasis is placed on the importance of art. 30 par. 3, which can be seen as a binding rule not only for the judge, but also for the administration itself.
The purpose of that rule can be seen, in fact, to “brand” unlawful rules as being objectively inapplicable by any public or private subject.
It is therefore necessary to focus on the possibility for the administration to re-examine its acts which were based on the unconstitutional law: that power, exercised beyond the time constraints of the judicial activity, is the one which best suits to verify the existence of constraints imposed by the judgments of the Constitutional court to the administration.
Identifer | oai:union.ndltd.org:DocTA/oai:tesionline.unicatt.it:10280/35756 |
Date | 24 May 2017 |
Creators | GIANNELLI, VALENTINA |
Contributors | FORTI, GABRIO, SATTA, VINCENZO |
Publisher | Università Cattolica del Sacro Cuore, MILANO |
Source Sets | Universita Cattolica del Sacro Cuore. DocTA |
Language | Italian |
Detected Language | Italian |
Type | Doctoral Thesis |
Format | Adobe PDF |
Rights | reserved |
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