L’argomento di questa indagine è la vicenda del carmelitano bretone Thomas Connecte, vissuto nella prima metà del XV secolo. Egli fece notevole impressione sui contemporanei quale ardente predicatore contro la moda del tempo, il gioco e il malcostume del clero.
Convinto sostenitore dei propri principi e infiammato di zelo, intraprese un viaggio verso Roma per riformare i cardinali e lo stesso Papa. Giuntovi venne però processato per eresia e arso sul rogo durante i primi anni del turbolento pontificato di Eugenio IV.
Il presente elaborato ha voluto ricostruire la figura storica di questo predicatore , utilizzando tutte le fonti, gli studi e le conoscenze disponibili attualmente, non perdendo di vista il processo di “mitizzazione” cui va incontro il suo personaggio dopo la morte. Il lavoro aggiunge alcune acquisizioni importanti che fanno luce sulla sua vicenda storica, quali il vero motivo della condanna, la data e il luogo dell’esecuzione. Emerge chiaramente dalle fonti come egli appartenga al gruppo di quelli che vengono definiti dagli storici “predicatori profetici e carismatici”. Egli scende in Italia al fine di riformare non solo l’Ordine, ritenuto corrotto, ma anche la Chiesa e gli stessi cardinali. Catturato, imprigionato e torturato viene giudicato eretico; accusato di aver celebrato messa e predicato pubblicamente senza essere sacerdote, e forse neppure carmelitano, viene bruciato al rogo. I superiori dell’Ordine sembrano appoggiare la condanna e fra i testimoni compaiono anche alcuni confratelli. Probabilmente l’Ordine temeva che il movimento di riforma da lui fondato creasse una spaccatura interna, come poi è effettivamente accaduto con la nascita della Congregazione mantovana. È proprio all’interno della Congregazione che la memoria del Connecte viene tramandata e “beatificata”. Durante gli anni di disputa con l’Ordine, sarà invece creata la figura leggendaria del “Beato Francesco Tommaso Dremellio di Francia”, che ben poco ha in comune col predicatore bretone, tranne alcuni particolari riconoscibili solo ai membri più vecchi della Congregazione. La memoria di Connecte trova eco anche all’interno della Riforma protestante, grazie ai carmelitani che vi avevano aderito, tra cui l’inglese John Bale. Anche qui lentamente si creerà la figura leggendaria di “Thomas Rhedon”, testimone della verità e precursore di Lutero e che acquisirà negli anni lo status di protestante ante litteram a scapito della sua reale figura storica.
Il presente lavoro non ha la pretesa di aver trattato esaustivamente tutti gli aspetti emersi, ma ha cercato di aggiungere nuove acquisizioni agli studi finora condotti e di indicare nuove piste di ricerca interessanti. Chiude il tutto l’analisi di alcune fonti iconografiche che ritraggono il predicatore bretone e mostrano bene il passaggio dalla figura storica a quella leggendaria. / The subject of this research is the case of the Breton Carmelite Thomas Connecte, who lived in the first half of the 15th century.
He made a strong impression on his contemporaries as a fervent preacher against the fashion of his time, against gambling and the immorality of the clergy.
Firm upholder of his principles and inflamed with zeal, he set out on a journey to Rome to reform cardinals and even the Pope. But once he got there, he was tried for heresy and sent to the stake, during the first years of the turbulent papacy of Eugene IV.
This paper was meant to reconstruct the historical figure of this preacher. For this purpose, all the sources, the studies and the knowledge currently available have been used, without losing sight of the “mythicization” process his character met after his death. This work adds some important acquisitions, which shed light on his historical vicissitudes, such as the real justification of his sentence and the date and the place of his execution.
It is clear from the sources that he belonged to those called “prophetic and charismatic preachers” by the historians. He went down to Italy in order to reform not only the Order that he considered corrupted but also the Church and even cardinals.
Captured, imprisoned and tortured, he was judged heretical; he was accused of celebrating Mass without being priest, and maybe not even being Carmelite, and he was sent to the stake.
The Superiors of his Order seemed to support the sentence and among the witnesses there were also some of his brothers. Probably, the Order feared that the reform movement he had founded could create an internal rift, as it actually occurred with the birth of the Mantuan Congregation. And it was right inside the Congregation that the memory of Connecte was handed on and “beatified”. On the contrary, during the years of his dispute with the Order, it was created the legendary figure of the “Beatified Francesco Tommaso Dremellius from France”, who had little to do with the Breton preacher, out of some characteristics, that only the oldest members of the Congregation could recognize. The memory of Connecte was also echoed in the Protestant Reformation, thanks to Carmelites who adhered to it, like John Bale. Here also was slowly created the legendary figure of “Thomas Rhedon”, witness of the truth and forerunner of Luther, who acquired, in the years, the status of protestant ahead of his time, at the expense of his real historical figure.
This work doesn’t mean to have dealt comprehensively with all the emerged details, but it has tried to add new acquisitions to the studies that have been carried out so far and it tries to suggest new interesting research tracks.
The analysis of some iconographic sources close this paper. They portrayed the preacher and show clearly the passage from the historical to the legendary figure.
Identifer | oai:union.ndltd.org:DocTA/oai:tesionline.unicatt.it:10280/6603 |
Date | 25 March 2015 |
Creators | POLI, CRISTIAN |
Contributors | BEARZOT, CINZIA, RIZZI, MARCO |
Publisher | Università Cattolica del Sacro Cuore, MILANO |
Source Sets | Universita Cattolica del Sacro Cuore. DocTA |
Language | Italian |
Detected Language | English |
Type | Doctoral Thesis |
Format | Adobe PDF |
Rights | open |
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