D'Annunzio e Pirandello come uomini e come artisti si pongono agli
antipodi della scena culturale del loro tempo, eppure e nel mito, inteso
come categoria psichica oltre che artistica, che la loro antitetica
opera trova un punto d'incontro. In questo studio si analizza, dunque,
il mito nelle tre tragedie dannunziane in cui l'elemento mitico si
manifesta nel modo piu palese (La citta morta, La figlia di Iorio e
Fedra) e nella trilogia dei miti pirandelliana, summa e approdo finale
di tutta la sua opera. Per entrambi la necessita di mito nasce dalla
sofferta consapevolezza della crisi moderna: valori relativi,
personalita
atemporale
scissa,
e fuori
nessun
dello
l'aspirazione alla totalita.
sen so
spazio
di direzione.
del mito e
Nella
ancora
dimensione
possibile
La teoria junghiana degli archetipi dell'inconscio collettivo, di
cui i miti sarebbero le manifestazioni culturali, si e rivelata un
importante ausilio analitico che consente, tramite uno scavo in
profondita oltre le scorze e le sovrastrutture culturali e storiche, di
cogliere la sapiente orditura di immagini e motivi archetipici nelle
opere, confermando l'idea dell'artista anche come uomo collettivo oltre
che come individuo. In tale prospettiva il confronto tra le opere ha
portato ad importanti conclusioni, che non solo chiariscono la loro
opera di scrittori, ma anche la loro funzione all'interno della societa
in cui sono vissuti e, per esteso, della nostra.
Per entrambi recuperare il mito e ridargli una veste moderna, pur
nei rispettivi distinti modi, significa essenzialmente cercare di
superare il relativo, la frammentarieta e la mediocrita del mondo
contemporaneo. Nel processo di recupero, tuttavia, il mito stesso viene
modificato e, facendosi specchio della condizione psichica moderna, non
solo ne interpreta le piu profonde istanze, ma giunge anche a
precorrerne quelle future. La posizione centrale nelle opere dei due
scrittori dell'inconscio, il grande rimosso dell'Io raziocinante
moderno, emergente nella possente figura della Grande Madre primordiale,
rivela la direzione della futura coscienza umana nella necessita di
riaccedere alle fonti piu profonde della psiche da cui nasca l'incontro
e la fusione degli opposti, inconscio e coscienza, l'elemento ctonio,
fertile e generatore, e quello uranico, spirituale e trascendente. / D'Annunzio and Pirandello both as men and as artists can only be
placed at the opposite ends of the cultural scene of their times. Yet,
it is in myth that their antithetical works finally converge. This
study, therefore, analyzes myth in three of D'Annunzio's tragedies where
the mythical dimension is more apparent (The dead city, Iorio/s daughter
and Fedra) and in the trilogy of myths by Pirandello, which brings his
work to its ultimate expression. For both authors the need for myth is
born of the painful awareness of modern man's crisis: relative values, a
divided personality and no sense of direction. In the timeless and
universal dimension of myth it is still possible to achieve totality.
The Junghian theory of the archetypes of the collective unconscious,
of which myths are cultural manifestations, has proved to be an
analytical tool of great importance. By giving access to the deepest
level of the texts beyond their cultural and historical layers, it
brings to light the otherwise elusive meaning of archetypal images and
motives, revealing the true nature of art to be not just the work of an
individual but also of collective man. The works, different as they
may be, when compared in this perspective have nevertheless yielded some
important common conclusions, not only on D'Annunzio and Pirandello as
writers but also on their role within the society they lived in and, by
extension, our own.
For both of them myth, even in a modern context, means essentially
the overcoming of the fragmentation, the relativity and the mediocrity
of contemporary life. However, in the process of recapturing this
mythical dimension, myth itself is bound to be modified. Because it
mirrors the modern psyche, it not only interprets its deepest present
needs, but also points to its future ones. The central position occupied
in their works by the subconscious, emerging from behind the powerful
image of the primordial Great Mother, points the way to future
psychological development and to the need to regain access to the
deepest levels of the human psyche so that its opposing forces,
subconscious and consciousness, can meet and be reconciled. / Classics and Modern European Languages / D. Litt. et Phil. (Italian)
Identifer | oai:union.ndltd.org:netd.ac.za/oai:union.ndltd.org:unisa/oai:uir.unisa.ac.za:10500/17426 |
Date | 02 1900 |
Creators | Meda, Anna Rosa |
Contributors | Segre, Cesare, D'Onofrio, Piero |
Source Sets | South African National ETD Portal |
Language | Italian |
Detected Language | English |
Type | Thesis |
Format | 1 online resource (421 leaves) |
Page generated in 0.0019 seconds