Le autobiografie di André Gide e di Julien Green nascono entrambe dalla tensione tra due istanze conflittuali: la necessità di offrire al lettore una piena confessione e le forti resistenze incontrate durante la stesura. Il pudore spinge infatti i due autori a cercare una forma di compromesso che consenta l’espressione letteraria di alcuni temi tabù. Nelle loro opere autobiografiche devono trattare un tema fondamentale, continuamente alluso, ma mai affrontato in maniera diretta: si tratta della questione ‘scabrosa’ della sessualità e, in particolare, dell’omosessualità.
Lo scopo del mio lavoro è stato quello di comprendere la specificità della scrittura autobiografica di Gide e Green, con particolare attenzione alla strutturazione del discorso e all’impiego di una peculiare retorica della confessione. Anzitutto, ho studiato la genesi di queste opere per dimostrare come le difficoltà incontrate dagli autori li abbia condotti a creare dei testi complessi, enigmatici e talvolta contraddittori. In seguito, mi sono concentrato sull’analisi delle strategie discorsive da loro impiegate per affrontare alcune questioni ‘delicate’, quali la masturbazione, il desiderio erotico e gli incontri con alcuni partner del proprio sesso.
Gide e Green impiegano entrambi un’ampia gamma di strategie discorsive che permette loro di trattare la questione sessuale; le ho analizzate nel dettaglio dal punto di vista delle scelte lessicali e delle figure retoriche, vagliando anche alcune immagini che è possibile ritrovare in entrambi i testi (per esempio l’ambigua presenza del demonio e la mitologia classica). Inoltre ho individuato alcune strutture narrative ricorrenti – anacronie, annunci e rinvii –, che concorrono anch’esse alla creazione di un discorso assolutamente originale. La confessione è continuamente differita e al contempo rilanciata: le autobiografie presentano una fitta rete di allusioni che produce un paradossale effetto di onnipresenza; sebbene in maniera obliqua, la questione sessuale attraversa in maniera pervasiva tutte e due le opere. / While writing their autobiographies, André Gide and Julien Green both faced a taboo: how to deal with sexuality and especially homosexuality. Both their works constantly hint at these topics. Nonetheless, the authors do not talk about them overtly. They ingeniously make use of a series of rhetorical strategies which allow them to bring these themes to light. As paradoxical as it might seem, sex is constantly disguised and, at the same time, put to the fore. Thus, the reader is asked to be very receptive. Both texts are disseminated with clues and cross-references which require his cooperation in tracing this “hidden path”. The authors resort to some peculiar lexical choices, figures of speech and recurring imagery (such as the ambiguous presence of the devil and classical mythology), as well as to the manipulation of the narrative structure through anachronies and delays, which aim at deferring the “ultimate” confession: their sexual orientation.
In my dissertation, I investigated the reason why both authors decided to write their autobiographies and the challenges they had to face in order to speak without reserve about their innermost life and especially about their sexuality. As far as the texts are concerned, I focused on the analysis of rhetorical and narrative strategies which allowed the authors to deal both with censorship and self-censorship. As a result, the autobiographical discourse turns out to be a battleground in which the desire to speak out meets the “decency” of being reticent.
Identifer | oai:union.ndltd.org:unibo.it/oai:amsdottorato.cib.unibo.it:7640 |
Date | January 1900 |
Creators | Guerini, Enrico <1985> |
Contributors | Gnocchi, Maria Chiara |
Publisher | Alma Mater Studiorum - Università di Bologna |
Source Sets | Università di Bologna |
Language | Italian |
Detected Language | Italian |
Type | Doctoral Thesis, PeerReviewed |
Format | application/pdf |
Rights | info:eu-repo/semantics/embargoedAccess |
Page generated in 0.0016 seconds