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L'insediamento medievale tra storia e archeologia: dal saltopiano al vicariato di galleria (IX-XIV secolo)

La tesi si pone come finalità quella di analizzare un comprensorio territoriale dal punto di vista insediativo,
cercando di coglierne le peculiarità e i mutamenti nel lungo periodo attraverso un uso incrociato di fonti
scritte e archeologiche. La ricerca ha preso avvio dall’analisi del Saltopiano, uno dei distretti di ambito rurale
che si ritrova nelle fonti tra IX-XII secolo, in passato già affrontato dalla storiografia specialmente in
relazione all’organizzazione istituzionale delle aree rurali tra Longobardia e Romania durante i secoli
altomedievali.
Attraverso l’esame delle fonti scritte edite si è cercato di ricostruire il quadro dell’organizzazione territoriale,
partendo dalla disamina dei centri di potere laici ed ecclesiastici che a questa area avevano rivolto il proprio
interesse patrimoniale e politico, ma proponendo in modo analitico i dati che forniscono indicazioni dirette in
relazione all’organizzazione insediativa e quindi alla gestione del territorio dal punto di vista socioeconomico.
E’ stato posto in risalto il carattere di un insediamento rurale a maglie larghe, secondo la
scansione in fundi e la presenza di poli di accentramento importanti come pievi, castra, vici e con una
compresenza, per quanto ristretta a pochi esempi significativi, di altre forme di organizzazione come la
curtis e la massa.
Con la prosecuzione dello studio del territorio in senso diacronico, prima la scomparsa del riferimento al
Saltopiano, poi la progressiva conquista del contado da parte del Comune di Bologna ha determinato un vero
e proprio mutamento nell’approccio di analisi. E’ stato dato spazio all’analisi di fondi inediti (conservati
principalmente all’Archivio di Stato di Bologna) e specificamente legati alla realtà territoriale studiata. In
primo luogo, sono stati esaminati gli estimi del contado (Galliera e Massumatico), una fonte già frequentata
in passato da altri studiosi, soprattutto con un interesse dal punto di vista demografico e economico. Nel caso
specifico, sono stati estrapolati dalle prime rilevazioni fiscali del 1235 e del 1245 e poi da quelle di primo
Trecento i dati che restituiscono l’organizzazione del territorio in modo concreto. Partendo dalle riflessioni di
studi svolti in passato, che avevano considerato il fondamentale inserimento di importanti famiglie cittadine
nella gestione sempre più ampia dei beni agricoli nel contado è stata avviata l’analisi di un altro fondo
inedito, quello dei registri del Vicariato di Galliera (in particolare quelli concernenti la denuncia dei “danni
dati” sulle proprietà agricole), da cui emerge in modo evidente la presenza di famiglie come i Guastavillani, i
Caccianemici, i Lambertini. Tali dati, in associazione a quelli tratti dagli estimi, hanno fornito elementi
essenziali per la comprensione del territorio rurale nel suo complesso e nei rapporti di interdipendenza tra le
diverse componenti sociali.
Una terza parte della tesi è dedicata nella sua totalità all’analisi delle fonti materiali che forniscono dati per
lo studio dell’insediamento medievale nel territorio compreso tra gli attuali comuni di S. Pietro in Casale e
Galliera. Partendo da alcune ricerche preliminari compiute negli anni ’90 del secolo scorso, è stato impostato
un progetto di ricerca archeologica articolatosi in due campagne di ricognizione di superficie e in una prima
campagna di scavo tramite sondaggio presso la torre di Galliera, al fine di ricavare dati di prima mano in
un’area pressoché inesplorata dal punto di vista archeologico. Nonostante i limiti riscontrati dal punto di
vista pratico, a causa del terreno fortemente alluvionato, si sono raccolti dati specifici che aiutano a
inquadrare questo comprensorio e a confrontarlo con altre aree della regione e in particolare del comitato
bolognese studiate in ricerche analoghe, mettendone in evidenza le specificità e le caratterizzazioni. Inoltre,
alcune importanti persistenze materiali (un sistema di torri di cui rimangono alcuni esempi ancora conservati
in alzato) hanno permesso di gettare luce sul valore commerciale e quindi strategico dell’area, soprattutto in
funzione del passaggio delle merci lungo una via fluviale fondamentale tra XIII-XIV secolo nel collegare
Ferrara a Bologna.

Identiferoai:union.ndltd.org:unibo.it/oai:amsdottorato.cib.unibo.it:1110
Date13 June 2008
CreatorsCianciosi, Alessandra <1979>
ContributorsGaletti, Paola
PublisherAlma Mater Studiorum - Università di Bologna
Source SetsUniversità di Bologna
LanguageItalian
Detected LanguageItalian
TypeDoctoral Thesis, PeerReviewed
Formatapplication/pdf
Rightsinfo:eu-repo/semantics/openAccess

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