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Uso sostenibile dei suoli forestali di ambiente costiero in relazione ai fattori di pressione esistenti

Oggetto di studio del dottorato sono stati i suoli forestali in ambiente litoraneo
della Regione Emilia-Romagna. In particolare sono state considerate quattro zone di
studio in Provincia di Ravenna: Pineta di San Vitale, aree boscate di Bellocchio,
Pineta di Classe e Pineta di Pinarella di Cervia.
Lo studio in una prima fase si è articolato nella definizione dello stato del
sistema suolo, mediante la caratterizzazione pedologica delle zone di studio. A tale
scopo è stata messa a punto un’adeguata metodologia d’indagine costituita da
un’indagine ambientale e successivamente da un’indagine pedologica.
L’indagine ambientale, mediante fotointerpretazione ed elaborazione di livelli
informativi in ambito GIS, ha permesso di individuare ambiti pedogenetici
omogenei.
L’indagine pedologica in campo ha messo in luce l’elevata variabilità spaziale di
alcuni fattori della pedogenesi, in particolar modo l’andamento microtopografico
tipico dei sistemi dunali costieri e la profondità della falda freatica del piano
campagna. Complessivamente sono stati aperti descritti e campionati 40 profili
pedologici. Sugli orizzonti diagnostici di questi sono state eseguite le seguenti
analisi: tessitura, pH, calcare totale, carbonio organico, azoto kjeldahl, conduttività
elettrica (CE), capacità di scambio cationico (CSC) e calcare attivo.
I suoli presentano, ad eccezione della tessitura (generalmente grossolana),
un’elevata variabilità delle proprietà chimico fisiche in funzione della morfologia,
della profondità e della vicinanza della falda freatica. Sono state riscontrate diverse
correlazioni, tra le più significative quelle tra carbonio organico e calcare totale
(coeff. di correlazione R = -0.805 per Pineta di Classe) e tra calcare totale e pH (R =
0.736), dalle quali si è compreso in che misura l’effetto della decarbonatazione
agisce nei diversi ambiti pedogenetici e tra suoli con diversa età di formazione. Il
calcare totale varia da 0 a oltre 400 g.kg-1 e aumenta dalla superficie in profondità,
dall’entroterra verso la costa e da nord verso sud. Il carbonio organico,
estremamente variabile (0.1 - 107 g.kg-1), è concentrato soprattutto nel primo
orizzonte superficiale. Il rapporto C/N (>10 in superficie e molto variabile in
profondità) evidenzia una efficienza di umificazione non sempre ottimale
specialmente negli orizzonti prossimi alla falda freatica.
I tipi di suoli presenti, classificati secondo la Soil Taxonomy, sono risultati
essere Mollic/Sodic/Typic Psammaquents nelle zone interdunali, Typic
Ustipsamments sulle sommità dunali e Oxiaquic/Aquic Ustipsamments negli
ambienti morfologici intermedi.
Come sintesi della caratterizzazione pedologica sono state prodotte due carte dei
suoli, rispettivamente per Pineta di San Vitale (scala 1:20000) e per le aree boscate
di Bellocchio (scala 1:10000), rappresentanti la distribuzione dei pedotipi osservati.
In una seconda fase si è focalizzata l’attenzione sugli impatti che le principali
pressioni naturali ed antropiche, possono esercitare sul suolo, condizionandone la
qualità in virtù delle esigenze del soprasuolo forestale. Si è scelta la zona sud di
Pineta San Vitale come area campione per monitorarne mensilmente, su quattro siti
rappresentativi, le principali caratteristiche chimico-fisiche dei suoli e delle acque di
falda, onde evidenziare possibili correlazioni. Le principali determinazioni svolte sia
nel suolo in pasta satura che nelle acque di falda hanno riguardato CE, Ca2+, Mg2+,
K+, Na+, Cl-, SO4
2-, HCO3
- e SAR (Sodium Adsorption Ratio). Per ogni sito indagato
sono emersi andamenti diversi dei vari parametri lungo i profili, correlabili in
diversa misura tra di loro. Si sono osservati forti trend di aumento di CE e degli ioni
solubili verso gli orizzonti profondi in profili con acqua di falda più salina (19 – 28
dS.m-1) e profonda (1 – 1.6 m dalla superficie), mentre molto significativi sono
apparsi gli accumuli di sali in superficie nei mesi estivi (CE in pasta satura da 17.6 a
28.2 dS.m-1) nei profili con falda a meno di 50 cm dalla superficie.
Si è messo successivamente in relazione la CE nel suolo con diversi parametri
ambientali più facilmente monitorabili quali profondità e CE di falda, temperatura e
precipitazioni, onde trovarne una relazione statistica. Dai dati di tre dei quattro siti
monitorati è stato possibile definire tali relazioni con equazioni di regressione
lineare a più variabili.
Si è cercato poi di estendere l’estrapolabilità della CE del suolo per tutte le altre
casistiche possibili di Pineta San Vitale mediante la formulazione di un modello
empirico.
I dati relativi alla CE nel suolo sia reali che estrapolati dal modello, sono stati
messi in relazione con le esigenze di alcune specie forestali presenti nelle zone di
studio e con diverso grado di tolleranza alla salinità ed al livello di umidità nel
suolo. Da tali confronti è emerso che per alcune specie moderatamente tolleranti la
salinità (Pinus pinea, Pinus pinaster e Juniperus communis) le condizioni critiche
allo sviluppo e alla sopravvivenza sono da ricondursi, per la maggior parte dei casi,
alla falda non abbastanza profonda e non tanto alla salinità che essa trasmette
sull’intero profilo del suolo. Per altre specie quali Quercus robur, Populus alba,
Fraxinus oxycarpa e Ulmus minor moderatamente sensibili alla salinità, ma abituate
a vivere in suoli più umidi, la salinità di una falda troppo prossima alla superficie
può ripercuotersi su tutto il profilo e generare condizioni critiche di sviluppo.
Nei suoli di Pineta San Vitale sono stati inoltre studiati gli aspetti relativi
all’inquinamento da accumulo di alcuni microtossici nei suoli quali Ag, Cd, Ni e Pb.
In alcuni punti di rilievo sono stati osservati moderati fattori di arricchimento
superficiale per Pb e Cd riconducibili all’attività antropica, mentre le aliquote
biodisponibili risultano maggiori in superficie, ma all’interno dei valori medi dei
suoli italiani.
Lo studio svolto ha permesso di meglio conoscere gli impatti sul suolo, causati
dalle principali pressioni esistenti, in un contesto dinamico. In particolare, si è
constatato come i suoli delle zone studiate abbiano un effetto tampone piuttosto
ridotto sulla mitigazione degli effetti indotti dalle pressioni esterne prese in esame (salinizzazione, sodicizzazione e innalzamento della falda freatica). Questo è dovuto
principalmente alla ridotta presenza di scambiatori sulla matrice solida atti a
mantenere un equilibrio dinamico con le frazioni solubili.
Infine le variabili ambientali considerate sono state inserite in un modello
concettuale DPSIR (Driving forces, Pressures, States, Impacts, Responces) dove
sono stati prospettati, in via qualitativa, alcuni scenari in funzione di possibili
risposte gestionali verosimilmente attuabili, al fine di modificare le pressioni che
insistono sul sistema suolo-vegetazione delle pinete ravennati.

Identiferoai:union.ndltd.org:unibo.it/oai:amsdottorato.cib.unibo.it:1034
Date13 June 2008
CreatorsZannoni, Denis <1976>
ContributorsDinelli, Enrico, Buscaroli, Alessandro
PublisherAlma Mater Studiorum - Università di Bologna
Source SetsUniversità di Bologna
LanguageItalian
Detected LanguageItalian
TypeDoctoral Thesis, PeerReviewed
Formatapplication/pdf
Rightsinfo:eu-repo/semantics/openAccess

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