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La sicurezza come pratica e network eterogeneo: la sala operatoria e l'allineamento della sociomaterialità

La mia tesi di dottorato si presenta come un lavoro di ricerca empirica che ha messo a fuoco la questione della sicurezza organizzativa quale pratica situata, vale a dire non come mera “assenza di errori”, ma piuttosto come capacità emergente di un contesto organizzativo di funzionare in maniera affidabile, ri-configurando le attività degli attori organizzativi quando si verifica un breakdown. Riferimento empirico della tesi è la sala operatoria, dove la sicurezza di pazienti ed operatori costituisce un elemento inscindibile dalle pratiche lavorative e dalle dinamiche organizzative, dove socialità e materialità risultano intrecciate grazie all’elevata densità tecnologica dell’ambiente operatorio e dove l’interprofessionalità contraddistingue il lavoro d’équipe. Attraverso l’etnografia organizzativa e lo shadowing all’interno dei blocchi operatori di due ospedali italiani, ho indagato quali sono le dinamiche organizzative e lavorative che permettono agli attori organizzativi di performare pratiche mediche sicure, nonché la maniera in cui le diverse dinamiche che entrano in gioco nel corso delle attività quotidiane in sala operatoria favoriscono/ostacolano la creazione e la stabilizzazione della sicurezza. Nella prima parte della tesi ho illustrato il framework teorico e metodologico, mentre nella seconda viene illustrata l’analisi della ricerca condotta. Ciò che è emerso dall’analisi del materiale empirico è che la sicurezza operatoria si costruisce a partire dall’allineamento di tre dinamiche organizzative, quali: processi tecnologici, competenze esperte e conoscenze sensibili, dinamiche comunicative Ciascuna di queste dinamiche fornisce stabilità alle pratiche mediche che hanno luogo in sala ed alla sicurezza operatoria grazie alla maniera in cui si allinea alle altre. Rispetto dunque agli studi sino ad oggi realizzati sul tema, il mio lavoro vuole fornire spunti di riflessione per guardare alla sicurezza come pratica che prende forma a partire non più dal modo in cui una singola dinamica organizzativa consente o ostacola la realizzazione delle attività in sala (in maniera esente da rischi o pericoli potenziali), ma dal modo in cui ciascuna dinamica si aggancia e si allinea alle altre. In tal senso, la sicurezza organizzativa può essere letta ed analizzata quale pratica e network sociomateriale. Nello studio della sicurezza organizzativa, la comprensione e l’analisi della “natura” dei legami tra gli elementi del network permette anche di andare oltre la separazione (spesso forzata) tra gli studi di stampo clinico e manageriale e la letteratura di matrice sociologica: poiché entrambe le letterature sono oggi giunte all’individuazione di alcune dinamiche chiave (in buona parte coincidenti) nella creazione e stabilizzazione della sicurezza organizzativa, potrebbe risultare interessante integrare i risultati prodotti da ricerche condotte da prospettive differenti.

Identiferoai:union.ndltd.org:unitn.it/oai:iris.unitn.it:11572/367850
Date January 2012
CreatorsOrabona, Giusi
ContributorsOrabona, Giusi, Gherardi, Silvia
PublisherUniversità degli studi di Trento, place:TRENTO
Source SetsUniversità di Trento
LanguageItalian
Detected LanguageItalian
Typeinfo:eu-repo/semantics/doctoralThesis
Rightsinfo:eu-repo/semantics/openAccess
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