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Il contributo del telerilevamento multi ed iperspettrale per la caratterizzazione del territorio e la sostenibilità ambientale

Mandanici, Emanuele <1982> 26 May 2011 (has links)
L’evoluzione dei sensori multispettrali e la prospettiva di sviluppo dei sensori iperspettrali nel campo del telerilevamento ottico offrono nuovi strumenti per l’indagine del territorio e rinnovano la necessità di ridefinire potenzialità, limiti e accuratezza delle metodologie tradizionali. Nel caso delle immagini iperspettrali, in particolare, l’elevatissima risoluzione spettrale apre nuove possibilità di sviluppo di modelli fisicamente basati per correlare grandezze radiometriche con indicatori fisico-chimici caratteristici delle superfici osservate, a prezzo però di maggiori oneri nella gestione del dato. Il presente lavoro mira appunto ad esaminare, per alcune applicazioni di carattere ambientale e attraverso casi di studio specifici, le criticità del problema del rilevamento da remoto nel suo complesso: dai problemi di correzione radiometrica delle immagini, all'acquisizione di dati di calibrazione sul campo, infine all'estrazione delle informazioni di interesse dal dato telerilevato. A tal fine sono stati sperimentati diversi modelli di trasferimento radiativo ed è stata sviluppata un’interfaccia per la gestione del modello 6SV. Per quest’ultimo sono state inoltre sviluppate routine specifiche per il supporto dei sensori Hyperion e World View 2. La ricerca svolta intende quindi offrire un contributo alla definizione di procedure operative ripetibili, per alcune applicazioni intimamente connesse all’indagine conoscitiva ed al monitoraggio dei processi in atto sul territorio. Nello specifico, si è scelto il caso di studio dell’oasi del Fayyum, in Egitto, per valutare il contenuto informativo delle immagini satellitari sotto tre diversi profili, soltanto in apparenza distinti: la classificazione della litologia superficiale, la valutazione dello stato di qualità delle acque ed il monitoraggio delle opere di bonifica. Trattandosi di un’oasi, le aree coltivate del Fayyum sono circondate dai suoli aridi del deserto libico. La mancanza di copertura vegetale rappresenta una condizione privilegiata per l’osservazione della litologia superficiale da remoto, auspicabile anche per la scarsa accessibilità di alcune aree. Il fabbisogno idrico dell’oasi è garantito dall’apporto di acque del fiume Nilo attraverso una rete di irrigazione che ha, come recettore finale, il lago Qarun, situato nella porzione più depressa dell’oasi. Questo lago, privo di emissari, soffre enormi problemi di salinizzazione, visto il clima iper-arido in cui si trova, e di inquinamento da fertilizzanti agricoli. Il problema della sostenibilità ambientale dello sfruttamento agricolo intensivo dell’oasi è un problema di deterioramento della qualità dell’acqua e della qualità dei suoli. È un problema che richiede una adeguata conoscenza del contesto geologico in cui questi terreni sono inseriti ed una capacità di monitoraggio degli interventi di bonifica ed estensione delle coltivazioni in atto; entrambe conoscenze necessarie alla definizione di un piano di sviluppo economico sostenibile. Con l’intento di contribuire ad una valutazione delle effettive potenzialità del telerilevamento come strumento di informazione territoriale, sono state sperimentate tecniche di classificazione di immagini multispettrali ASTER ed iperspettrali Hyperion di archivio per discriminare la litologia superficiale sulle aree adiacenti al lago Qarun nell’oasi del Fayyum. Le stesse immagini Hyperion di archivio più altre appositamente acquisite sono state utilizzate, assieme ad immagini multispettrali ALI, per la valutazione qualitativa e quantitativa di parametri di qualità delle acque, attraverso l’applicazione di modelli empirici di correlazione. Infine, per valutare l’ipotesi che il deterioramento della qualità delle acque possa essere correlato ai processi di bonifica ed estensione delle coltivazioni in atto negli ultimi decenni, le immagini dell’archivio Landsat sono state utilizzate per analisi di change detection. Per quanto riguarda il problema della validazione dei risultati, si è fatto uso di alcuni dati di verità a terra acquisiti nel corso di un survey preliminare effettuato nell’Ottobre 2010. I campioni di roccia prelevati e le misure di conducibilità elettrica delle acque del lago, benché in numero estremamente limitato per la brevità della missione e le ovvie difficoltà logistiche, consentono alcune valutazioni preliminari sui prodotti ottenuti dalle elaborazioni. Sui campioni di roccia e sabbie sciolte, in particolare, sono state effettuate misure di riflettività in laboratorio ed analisi mineralogiche dettagliate. Per la valutazione della qualità delle acque, più precisamente delle concentrazioni di clorofilla, la metodologia utilizzata per il caso di studio egiziano è stata applicata anche sul tratto costiero adriatico antistante le foci dei fiumi Tronto e Salinello. In questo sito sono state effettuate misure in situ di conducibilità elettrica ed il prelievo di campioni di acqua per la determinazione in laboratorio delle concentrazioni di clorofilla. I risultati ottenuti hanno evidenziato le potenzialità offerte dall’informazione spettrale contenuta nelle immagini satellitari e consentono l’individuazione di alcune pratiche operative. D’altro canto hanno anche messo in luce le carenze dei modelli attualmente esistenti, nonché le criticità legate alla correzione atmosferica delle grandezze radiometriche rilevate.
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Rilevamento e modellazione tridimensionale per oggetti di piccole dimensioni

Girardi, Fabrizio <1979> 26 May 2011 (has links)
Oggigiorno  le  richieste  di  rilievi  tridimensionali  e  di  rappresentazioni  3D  ad  alta  qualità  i  sono  sempre  più  frequenti,  e  coinvolgono  un  numero  sempre  maggiore  di  discipline  e  ambiti  applicativi,  quali  quello  industriale,  medico,  archeologico,  forense,  museale, ecc., con ulteriori prospettive di allargamento per quanto riguarda la natura ed  il numero delle realizzazioni.  Il  lavoro  di  ricerca  svolto,  di  natura  prevalentemente  applicata,  vuole  andare  ad  investigare un settore, quello degli oggetti di medie, medio-piccole e soprattutto piccole  dimensioni, che, a parere dell’autore, non è stato ancora investigato a fondo;di questo  d’altra  parte  dà  riscontro  il  numero  relativamente  limitato  di  lavori  presenti  in  letteratura su questo tema.  Sebbene la metodologia di lavoro non sia concettualmente diversa da quella che si  adotta comunemente in ambito close range, le problematiche che sono state incontrate  nel corso dei diversi casi di studio analizzati nel periodo di dottorato hanno evidenziato  la  necessità  di  soluzioni  tecniche  e  metodologiche  specifiche,  anche  in  funzione  dei  requisiti di precisione che competono ad oggetti di piccole dimensioni.  Nel corso degli anni, si è visto  un allargamento della base di utenti che trovano nel  prodotto  3D  un  importante  strumento  di  lavoro;  si  pensi  alla  cinematografia,  alla  computer grafica, alle simulazioni virtuali a partire da modelli 3D realistici, ecc. Questo  trend sembra, al giorno d’oggi, non trovare ancora una battuta d’arresto. Considerando il  settore  dei  Beni  Culturali,  per  esempio,  si  tratta  di  un  campo  di  applicazione  delle  tecniche  geomatiche  abbastanza  ristretto  e  sostanzialmente  nuovo,  in  quanto  le  problematiche di documentazione e visualizzazione di beni mobili ed immobili sono in  genere indirizzate prevalentemente ad oggetti a scala di edificio, porzione di edificio o  elementi  quali  bassorilievi  e  statue,  comunque  con  un  ordine  di  grandezza  che  va  da  qualche  metro  alla  decina  di  metri.  Qualora,  come  detto  in  precedenza,  si  volesse  aumentare  ulteriormente  la  scala  di  indagine  e  di  rappresentazione,  devono  essere  adottate  delle  tecniche  di  rilievo  che  possano  fornire  un'adeguata  precisione,  con  strumenti e tecnologie che possano adattarsi alle diverse configurazioni e caratteristiche  geometriche. Nella  tesi  viene  dunque  affrontata  la  problematica  del  rilievo  e  della  modellazione  tridimensionale,  con  alto  livello  di  dettaglio,  di  oggetti  di  dimensioni  che  variano  da  qualche decina a pochi centimetri; una situazione di questo tipo può aversi in svariati  ambiti,  che  vanno  da  quello  industriale  e  del  design  a  quello  biologico  e  medico,  dall’archeologia ed alla musealizzazione virtuale alle indagini forensi, ecc.  Concentrando  l’analisi  al  campo  dei  Beni  Culturali,  oggi  oggetto  di  importanti  ricerche  applicative  che  trovano  impulso  anche  dallo  sviluppo  delle  nuove  tecnologie,  sono molto numerose e varie le occasioni in cui operare con oggetti di altissimo valore e  dimensioni molto ridotte: un esempio immediato è quello fornito dal rilievo di reperti  archeologici,  ma  nell’ambito  del  restauro,  dell’analisi  dei  materiali,  delle  indagini  non  distruttive, le potenzialità sono di grandissimo interesse..   Comunemente,  fino  a  poco  tempo  fa,  e  soprattutto  in  ambito  museale,  la  documentazione  geometrica  di  un  bene  culturale  mobile  di  piccole  dimensioni  si  è  limitata  ad  una  rappresentazione  fotografica,  riportante  magari  elementi  metrici  minimali,  come  un  righello  posto  di fianco  all’oggetto,  in  grado  di  fornire  una  scala  di  lettura.  Ciò  che  si  è  in  genere  tenuto  in  scarsa  considerazione,  ma  in  grado  invece    di  dare  al  contenuto  informativo  quel  qualcosa  in  più  rispetto  alla  semplice  fotografia,  è  l’adozione  di  metodologie  per  un  rilievo  rigoroso  e  metrico,  metodologie  che  possono  essere di grandissimo interesse non solo a fini di studio e divulgazione dell’oggetto (si  pensi alla problematica della virtualizzazione della fruizione di beni museali) ma anche  per  scopi  diversi  quali  la  duplicazione  e  riproduzione  di  copie  dell’oggetto  (a  scala  identica  al  vero  o  a  scala  diversa).  Di  frequente  infatti  ci  si  trova  di  fronte  a  problematiche  legate  alla  salvaguardia  e  conservazione  dell’oggetto,  in  termini  di  accesso  e  visione  da  parte  del  pubblico,  di  mantenimento  in  particolari  condizioni  microclimatiche, di difficoltà di manipolazione a fini di studio e misura, ecc.   Nella  tesi  sono  state  prese  in  considerazione  le  due  tecniche  geomatiche  che  si  prestano  a  soddisfare  nel  miglior  modo  possibile  i  requisiti  di  correttezza  metrica  e  radiometrica che un rilievo ad elevata precisione richiede. Tali tecniche, rappresentate  dalla fotogrammetria digitale con ottiche Macro e dal laser a scansione, in particolare del  tipo a triangolazione, sono state sperimentate sul campo , in modo da poter valutarne le  potenzialità,  non  solo  alla  luce  dei  risultati  finali  ottenuti,  ma  anche  considerando  i  problemi al contorno che esse comportano.   Nel  corso  di  numerose  sperimentazioni  in  laboratorio  e  sul  campo  sono  stati  analizzati problemi quali la calibrazione di obiettivi macro e la realizzazione di reticoli   speciali atti allo scopo, la qualità dei DSM di origine laser e fotogrammetrica, l’estrazione  di  caratteristiche  morfologiche di  microrilievo,  le  conseguenze  della  compressione  dei  dati  immagine,  la  calibrazione  radiometrica  ed  il  filtraggio  delle  immagini  digitali,  l’allineamento di nuvole di punti con algoritmi ICP.
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Atomic Force Microscopy Studies of the Amyloidogenic Processes of Intrinsically Unstructured Proteins related to Neurodegenerative Diseases

Kumar, Dhruv <1982> 27 April 2012 (has links)
Protein aggregation and formation of insoluble aggregates in central nervous system is the main cause of neurodegenerative disease. Parkinson’s disease is associated with the appearance of spherical masses of aggregated proteins inside nerve cells called Lewy bodies. α-Synuclein is the main component of Lewy bodies. In addition to α-synuclein, there are more than a hundred of other proteins co-localized in Lewy bodies: 14-3-3η protein is one of them. In order to increase our understanding on the aggregation mechanism of α-synuclein and to study the effect of 14-3-3η on it, I addressed the following questions. (i) How α-synuclein monomers pack each other during aggregation? (ii) Which is the role of 14-3-3η on α-synuclein packing during its aggregation? (iii) Which is the role of 14-3-3η on an aggregation of α-synuclein “seeded” by fragments of its fibrils? In order to answer these questions, I used different biophysical techniques (e.g., Atomic force microscope (AFM), Nuclear magnetic resonance (NMR), Surface plasmon resonance (SPR) and Fluorescence spectroscopy (FS)).
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Development of Organocatalytic stereoselective SN1 type reactions

Guiteras Capdevila, Montserrat <1980> 12 April 2012 (has links)
The proposal in my thesis has been the study of Stereoselective α-alkylation through SN1 type reaction. SN1 type reaction involves a stabilized and reactive carbocation intermediate By taking advantages of stability of particular carbocations, the use of carbocations in selective reactions has been important. In this work has been necessary to know the stability and reactivity of carbocations. And the work of Mayr group has helped to rationalize the behaviour and reactivity between the carbocations and nucleophiles by the use of Mayr’s scale of reactivity. The use of alcohols to performed the stable and reactive carbocations have been the key in my thesis. The direct nucleophilic substitution of alcohols has been a crucial scope in the field of organic synthesis, because offer a wide range of intermediates for the synthesis of natural products and pharmaceutics synthesis. In particular the catalytic nucleophilic direct substitution of alcohols represents a novel methodology for the preparation of a variety of derivatives, and water only as the sub-product in the reaction. The stereochemical control of the transformation C-H bond into stereogenic C-C bond adjacent to carbonyl functionalized has been studied for asymmetric catalysis. And the field of organocatalysis has introduced the use of small organic molecule as catalyst for stereoselective transformations. Merging these two concepts Organocatalysis and Mayr’s scale, my thesis has developed a new approach for the α-alkylation of aldehydes and ketones through SN1 type reaction. / La proposta della mia tesi è stato lo studio stereoselettiva di α-alchilazione attraverso la reazione di tipo SN1. SN1 reazione tipo comporta un stabilizzato e reattivo carbocatione intermedio Prendendo vantaggi della stabilità dei carbocationi particolari, l'uso di carbocationi in reazioni selettive è stato importante. In questo lavoro è stato necessario conoscere la stabilità e reattività dei carbocationi. E il lavoro di Mayr gruppo ha contribuito a razionalizzare il comportamento e reattività tra i carbocationi e nucleofili con l'uso della scala Mayr di reattività. L'uso di alcool ai eseguito i carbocationi stabili e reattive sono state la chiave nella mia tesi. La sostituzione nucleofila diretta di alcoli è stata portata cruciale nel campo della sintesi organica, poiché offrono un'ampia gamma di intermedi per la sintesi di prodotti naturali e di sintesi farmaceutica. In particolare il catalizzatore sostituzione nucleofila diretta di alcoli rappresenta una nuova metodologia per la preparazione di una varietà di derivati​​, e l'acqua come unico sottoprodotto nella reazione. Il controllo stereochimica del legame CH trasformazione in legame C-C stereogenico adiacente al carbonile funzionalizzata è stata studiata per la catalisi asimmetrica. E il campo dell'organocatalisi ha introdotto l'uso di piccola molecola organica come catalizzatore per trasformazioni stereoselettive. L'unione dell'organocatalisi questi due concetti e la scala Mayr, la mia tesi ha sviluppato un nuovo approccio per la α-alchilazione di aldeidi e chetoni, attraverso reazione di tipo SN1
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Thiophene- Based Materials for Photovoltaic Applications

Olivelli, Pasquale <1981> 12 April 2012 (has links)
Thiophene oligomers (OTs) and polymers (PTs) are currently attracting remarkable attention as organic materials showing semiconducting, fluorescent, nonlinear optical and liquid crystalline properties. All these properties can be fine-tuned through minor structural modifications. As a consequence, thiophene oligomers and polymers are among the most investigated compounds for applications in organic electronics, optoelectronics and thin film devices such as field effect transistors (FETs), light emitting diodes (LEDs) and photovoltaic devices (PVDs). Our research aims to explore the self-assembly features and the optical, electrical and photovoltaic properties of a class of thiophene based materials so far scarcely investigated, namely that of oligo- and polythiophenes head-to-head substituted with alkyl or S-alkyl chains. In particular, we synthesized these compounds in short reaction times, high yields, high purity and environmentally friendly procedures taking advantage of ultrasound (US) and microwave (MW) enabling technologies in Suzuki-Miyaura cross-couplings.
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Synthesis and Supramolecular Architectures of Lipophilic Derivatives of Guanine / Sintesi e architetture supramolecolari di derivati lipofili della guanina

Perone, Rosaria Carmela <1985> 20 April 2012 (has links)
Self-assembly relies on the association of pre-programmed building blocks through non-covalent interactions to give complex supramolecular architectures. Previous studies provided evidence for the unique self-assembly properties of semi-synthetic lipophilic guanosine derivatives which can sequestrate ions from an aqueous phase, carry them into an organic phase where they promote the generation of well-defined supramolecular assemblies. In the presence of cations lipophilic guanosines form columnar aggregates while in their absence they generate supramolecular ribbons. The aim of this thesis has been the synthesis of guanine derivatives, in particular N9-alkylated guanines and a guanosine functionalized as a perchlorotriphenylmetil moiety (Gace-a-HPTM) in order to observe their supramolecular behaviour in the absence of sugar (ribose or deoxyribose) and in the presence of a bulky and chiral substituent respectively. By using guanine instead of guanosine, while maintaining all the hydrogen bond acceptor and donor groups required for supramolecular aggregation, the steric hindrance to supramolecular aggregation is notably reduced because (i.e. guanines with groups in N9 different from sugar are expected to have a greatest conformational freedom even in presence of bulky groups in C8). Supramolecular self-assembly of these derivatives has been accomplished in solutions by NMR and CD spectroscopy and on surface by STM technique. In analogy with other guanosine derivatives, also N9-substituted guanines and GAceHPTM form either ribbon-like aggregates or cation-templated G-quartet based columnar structures. / L’auto-assemblaggio è descritto come il processo mediante il quale un sistema disordinato di componenti pre-esistenti forma una struttura supramolecolare, in conseguenza di specifiche interazioni deboli tra i componenti del sistema stesso. Studi precedenti, hanno evidenziato la capacità di auto-assemblaggio di derivati lipofili delle guanosine; tali composti sono capaci di estrarre degli ioni dalla fase acquosa e trasportarli in fase organica mediante la formazione di specifiche strutture supramolecolari. In presenza di cationi le guanosine lipofile formano aggregati colonnari mentre in loro assenza generano delle strutture nastriformi. Lo scopo principale della seguente tesi è stato la sintesi di derivati lipofili della guanine, in particolare di derivati della guanina alchilati in posizione N9 e di un derivato della guanosina funzionalizzato con un sostituente perclorotrifenilmetilico(PTM). Lo scopo principale era osservare in che modo l’assenza dello zucchero in un caso e la presenza di un sostituente chirale con un elevato ingombro sterico (GaceHPTM) nell’altro potessero influenzare il comportamento supramolecolare delle molecole sintetizzate. Utilizzando le guanine invece delle guanosine, non solo vengono conservati tutti i gruppi donatori e accettori di legami a idrogeno richiesti per l’aggregazione supramolecolare, ma viene ridotto l’ingombro sterico che in alcuni casi ostacola la formazione di aggregati (guanine con sostituenti in N9 diversi dallo zucchero possiediono una maggiore libertà conformazionale anche in presenza di un gruppo ingombrato in posizione C8 della guanosina). L’auto-assemblaggio di derivati lipofili della guanina è stato studiato in soluzione mediante spettroscopia NMR e dicroismo circolare mentre su superficie lo studio è stato effettuato mediante STM (scanning tunneling microscopy). Allo stesso modo dei derivati lipofili della guanosina, i seguenti derivati formano strutture nastriformi e colonnari variando le condizioni sperimentali.
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Sulfanyl Radical Addition to Alkynes: Revisiting an Old Reaction to Enter the Novel Realms of Green Chemistry, Bioconjugation, and Material Chemistry

Monesi, Alessandro <1983> 12 April 2012 (has links)
In the last decade considerable attention has been devoted to the rewarding use of Green Chemistry in various synthetic processes and applications. Green Chemistry is of special interest in the synthesis of expensive pharmaceutical products, where suitable adoption of “green” reagents and conditions is highly desirable. Our project especially focused in a search for new green radical processes which might also find useful applications in the industry. In particular, we have explored the possible adoption of green solvents in radical Thiol-Ene and Thiol-Yne coupling reactions, which to date have been normally performed in “ordinary” organic solvents such as benzene and toluene, with the primary aim of applying those coupling reactions to the construction of biological substrates. We have additionally tuned adequate reaction conditions which might enable achievement of highly functionalised materials and/or complex bioconjugation via homo/heterosequence. Furthermore, we have performed suitable theoretical studies to gain useful chemical information concerning mechanistic implications of the use of green solvents in the radical Thiol-Yne coupling reactions.
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Sviluppo dei materiali innovativi e studio della loro interazione con sistemi biologici e biomimetici / Development of innovative materials and study of their interactions with biological and biomimetic systems.

Malferrari, Danilo <1979> 14 May 2012 (has links)
Nell’ambito della Chimica Sostenibile e dell’applicazione dei suoi principi per la salvaguardia dell’ambiente, il progetto di dottorato ha riguardato lo sviluppo di materiali innovativi e lo studio della loro interazione con sistemi biologici e biomimetici. In particolare l’attività si è focalizzata sulla sintesi di liquidi ionici ed indagini delle interazioni con membrane cellulari e sull’utilizzo ed isolamento di molecole da fonti rinnovabili. I liquidi ionici sono sali organici liquidi a temperature inferiori ai 100 °C; sono considerati promettenti solventi a ridotta tossicità, ma vanno chiarite a pieno le modalità di interazione con i sistemi biologici ed i meccanismi di tossicità. A questo scopo è stata impiegata una batteria di test bio-chimici, con saggi di fluorescenza e colorimetrici, che hanno permesso di discriminare le diverse tipologie di interazioni con varie strutture di membrana. Le informazioni raccolte sono servite per progettare sostanze meno dannose per le strutture cellulari, al fine di scegliere le funzionalità molecolari che consentano ai liquidi ionici di mantenere la loro attività ma di essere meno dannosi per l’ambiente. Per quanto riguarda l’utilizzo ed isolamento di molecole da fonte rinnovabili, si è utilizzata la tecnica della pirolisi per l’ottenimento di starting materials ed il loro impiego nella sintesi di chemicals in alternativa a composti derivanti da fonti fossili. La pirolisi tradizionale della cellulosa fornisce una molecola interessante, per semplicità denominata LAC, in quantità insufficienti ad un uso applicativo. Nell’ambito delle ricerche svolte è stato scoperto che la pirolisi condotta in presenza di catalizzatori meso-strutturati (MCM-41) drogati con metalli di transizione, fornisce buone quantità di LAC. LAC si è dimostrato promettente sia per la produzione di nuove molecole con possibili applicazioni nella chimica fine e farmaceutica, che come monomero per nuovi polimeri (copolimero ed omopolimero). / In the context of Green Chemistry and in line with the application of its principles for the protection of the environment, this project deals with the development of innovative materials and with the study of their interaction with biological and biomimetic systems. The activity was mainly based on: ionic liquid synthesis and study of their interaction with cellular membranes and with the usage and isolation of molecules from renewable bioresources. Ionic liquids are organic salts that are liquid at temperatures below 100 °C, they are considered solvents with low toxicity if compared to traditional solvents, but their action towards biological systems have to be clarified. A battery of bio-chemical test, based on fluorescence and colorimetric assays, has permitted to differentiate the mechanisms of action on cellular systems. The recorded informations have been used to project substances that are less dangerous for cellular structures and to select the molecular functionalities that are useful to maintain their activity and to be less harmful for the environment. The second topic has been the exploitation of pyrolysis for the obtainment of starting materials from renewable resources and their usage in the synthesis of fine chemicals. Pyrolysis of cellulose produces insufficient quantities of an interesting molecule - from an applicative point of view - named LAC for simplicity. In our research it has been uncovered that pyrolysis conducted with mesoporous catalysts (MCM-41) doped with transition metals like tin, can furnish appreciable quantities of LAC. LAC is a promising molecule for the production of new molecule with applications as fine chemicals or pharmaceuticals, and also as monomers for the production of polymers (homopolymers and copolymers).
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Contributi della Geomatica nella salvaguardia e gestione dei Beni Culturali / Contributions of Geomatics for the safegard and management of Cultutal Assets

Mannina, Marcella 11 May 2012 (has links)
Il territorio italiano presenta una grandissima ricchezza nel campo dei Beni Culturali, sia mobili che immobili; si tratta di un patrimonio di grande importanza che va gestito e tutelato nel migliore dei modi e con strumenti adeguati, anche in relazione ai problemi ad esso legati in termini di manutenzione e di salvaguardia dai fattori di rischio a cui può essere esposto. Per una buona conoscenza del Patrimonio Culturale, è fondamentale un’acquisizione preliminare di informazioni condotte in modo sistematico e unitario, che siano diffuse ed organiche, ma anche utili ad una valutazione preventiva e ad una successiva programmazione degli interventi di restauro di tipo conservativo. In questo ambito, l'impiego delle tecniche e tecnologie geomatiche nel campo dei Beni Culturali, può fornire un valido contributo, che va dalla catalogazione e documentazione del bene culturale al suo controllo e monitoraggio. Oggigiorno il crescente sviluppo di nuove tecnologie digitali, accompagnato dai notevoli passi avanti compiuti dalle discipline della geomatica (in primo luogo topografiche e fotogrammetriche), rende possibile una efficace integrazione tra varie tecniche, favorita anche dalla diffusione di soluzioni per l’interscambio dati e per la comunicazione tra differenti dispositivi. Lo studio oggetto della presente tesi si propone, di approfondire gli aspetti legati all’uso delle tecniche e tecnologie della Geomatica, per mettere in risalto le condizioni di un bene ed il suo stato di degrado. Per la gestione e la salvaguardia di un bene culturale , si presenta il SIT Carta del Rischio che evidenzia le pericolosità legate al patrimonio, e come esse sommate alla vulnerabilità di un singolo bene, contribuiscano all’individuazione del grado di rischio. di approfondire gli aspetti legati all’uso delle tecniche e tecnologie delle Geomatica, per mettere in risalto le condizioni di un bene ed il suo stato di degrado. / The Italian territory offers a wide range of treasures in the field of Cultural Assets, both real property and personal property; it is a property of great importance which needs an accurate management and preservation in the best way and by means of appropriate tools, also with regard to problems linked to it in terms of maintenance and safeguard from risk factors to which it may be involved. For a good knowledge of the Cultural Heritage it is fundamental to get a previous survey of information run in a systematic and unitary way which are widespread and organic but also useful for preventive assessment and a following planning of the conservative restoration work. In this case, the use of geomatic technologies and techniques in the field of cultural assets, can provide a substantial contribution which includes from the classification and documentation of the cultural asset to its check and monitoring. Nowadays the increasing development of new digital technologies, added by remarkable steps forward got by the subject of geomatic (in the first place the topographic photogrammetric ones), makes possible an efficient integration among varied the techniques, helped also by spread of solutions to improve the data import-export movement and the communication of different devices. The study, subject of this thesis,intends to investigate the aspects linked to the use of the techniques and technologies of Geomatic to focalize the condition of the assets and its deterioration. In order to gain the management and the safeguard of cultural asset we can use the Risk Map, which represents territorial interest sights, this map underlines the dangers linked to the heritage assets, and it explains how these dangers, added to the vulnerability of a single assets, can contribute to the determination of the risk degree.
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Identificazione di fattori trascrizionali associati al differenziamento neurale in cellule di sarcoma di Ewing: ruolo di NF-kB / Identification of transcriptional factors associated with neural differentiation in Ewing sarcoma's cells: role of NF-kB

Ventura, Selena <1982> 16 May 2013 (has links)
Il sarcoma di Ewing (ES) è un tumore maligno pediatrico dell’apparato scheletrico; è associato a una traslocazione specifica codificante la proteina di fusione EWS-FLI1 e all’alta espressione di CD99, una glicoproteina di membrana fisiologicamente coinvolta in diversi processi biologici. EWS-FLI1 e CD99, sono riportati avere ruoli divergenti nella modulazione della malignità e del differenziamento di ES. CD99 inoltre è riportato modulare il pathway di MAPK, il quale interagendo con molteplici fattori di trascrizione partecipa a processi di proliferazione e differenziamento. In questo studio abbiamo investigato in due linee cellulari di ES silenziate per CD99 (TC-71shCD99 e IOR/CARshCD99) l’attività basale di diversi fattori trascrizionali quali: NF-kBp65, AP1, Elk-1, E2F e CREB. L’unico fattore trascrizionale statisticamente significativo è risultato essere NF-kBp65 e abbiamo valutato il suo ruolo nel differenziamento neurale di cellule di ES e la relazione con EWS-FLI1 e CD99. L’attività trascrizionale di NF-kB è stata valutata attraverso gene reporter assay in linee cellulari di ES a diversa espressione di CD99, EWS-FLI1 e NF-kB stesso. Il differenziamento neurale è stato valutato come espressione di βIII-Tubulin in immunofluorescenza. Il silenziamento di CD99 induce una down-modulazione dell’attività trascrizionale di NF-kB, mentre il knockdown di EWS-FLI1 ne induce un’aumento. Inoltre, il silenziamento di EWS-FLI1 non è in grado di contrastare la riduzione dell’attività di NF-kB osservata dopo silenziamento di CD99, suggerendo un ruolo dominante del CD99 nel signaling di NF-kB. Cellule deprivate di CD99 ma non di EWS-FLI1, mostrano un fenotipo differenziato in senso neurale, fenotipo che viene perso quando le cellule sono indotte a sovraesprimere NF-kB. Inoltre, in cellule CD99 positive, il silenziamento di NF-kB induce un leggero differenziamento neurale. In conclusione, questi dati hanno evidenziato il ruolo di NF-kB nel differenziamento di cellule di ES e che potrebbe essere un potenziale target nel ridurre la progressione di questo tumore. / Ewing sarcoma (ES) is a pediatric high-grade malignant bone tumor, associated with a specific chromosomal translocation encoding the EWS-FLI1 fusion protein and high expression of CD99, a membrane protein physiologically involved in several biological processes. EWS-FLI1 and CD99 were reported to have divergent roles in modulating ES malignancy and neural differentiation. CD99 was also found to modulate MAPK pathway which can cooperate with several transcription factors in proliferation and differentiation processes. In this study we investigated in two different cell lines silenced for CD99 (TC-71shCD99 and IOR/CARshCD99 models) the basal activity of different transcription factors such as: NF-kBp65, AP1, Elk-1, E2F and CREB. The only transcription factor statistically significant was nuclear factor-kappa B (NF-kB) and we investigated its role on neural differentiation in ES cells and its relationship with EWS-FLI1 and CD99. Transcriptional activity of NF-kB was evaluated by gene reporter assay in ES cell lines modified for the expression of CD99, EWS-FLI1 and NF-kB itself. Neural differentiation was detected by evaluating βIII-Tubulin using immunofluorescence microscopy. CD99 silencing was found to decrease NF-kB activity. On the contrary, EWS-FLI1 knockdown increased NF-kB transactivation. EWS-FLI1 silencing was not able to rescue the reduction of NF-kB activity observed after CD99 deprivation, suggesting that CD99 is dominant in NF-kB signaling. Cells deprived of CD99 but not of EWS-FLI1 showed a neural differentiated phenotype, which was lost when cells were induced to overexpress NF-kB. In contrast, in CD99 positive cells, silencing of NF-kB induced a weak neural differentiation. Our findings support the concept that NF-kB activity plays a role in the differentiation of ES cells, identifying NF-kB as a potential target for reducing Ewing tumor progression.

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