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La Liburnia settentrionale in età romana: studi di geografia ed istituzioni

Vitelli Casella, Mattia <1983> 13 July 2011 (has links)
Il lavoro è una rassegna di fonti letterarie antiche, greche e latine fino alla fine del II sec. d.C., della Liburnia, ossia la regione storica intorno al golfo del Quarnaro, comprese le isole. Oltre ad un’analisi dei singoli passi degli autori citati al termine di ogni città o altro luogo geografico indicato si trova una scheda riassuntiva in cui si fa il punto dei dati che derivano dalle fonti citate, per vedere in che cosa esse sono utili per tracciare un quadro complessivo dell’abitato nell’epoca antica. Naturalmente, per procedere ad un lavoro di questo genere, si fa un costante confronto con gli altri tipi di fonti presenti, in gran parte quelle archeologiche ed epigrafiche, necessarie per la storia sociale ed istituzionale delle località in questione. Laddove i toponimi non indichino città, ma altri luoghi piuttosto si dedica spazio alla localizzazione geografica in situazione spesso di contraddizione tra la dottrina, non sempre recente ed aggiornata con le ultime scoperte epigrafiche, in particolare di cippi confinari. Scopo finale della tesi è appunto quello di verificare luogo per luogo quali progressi possano essere fatti, per definire in modo preciso da un lato la geografia fisica della regione e dall’altro la storia istituzionale e la Romanizzazione dei centri, che non fu uniforme ed organica.
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Il Latino nell'Epigrafia della Siria romana dal I secolo d. C. all'età di Diocleziano: una selezione preliminare

Valchera, Valeria <1981> 13 July 2011 (has links)
No description available.
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Le Augustae nel quotidiano municipale fra I e II sec. II d.C.

Somà, Irene <1976> 13 July 2011 (has links)
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Studi su Cimone. Saggio di storia greca, ca. 478-461 a.C. / Studies on Cimon. Essay in Greek history, ca. 478-461 b.C.

Zaccarini, Matteo <1980> 16 September 2013 (has links)
La monografia propone un’analisi del periodo ca. 478-461 a.C. della storia ateniese e delle vicende di Cimone figlio di Milziade entro il contesto contemporaneo. Lo studio dell’Atene, e più in generale di varie realtà elleniche affacciate sull’Egeo, negli immediati anni ‘post-persiani’ si articola in due parti: la prima ripercorre in senso cronologico le notizie, essenzialmente letterarie, disponibili in merito alle attività politiche e militari di Atene, quale guida dell’alleanza greca; la seconda trae conclusioni di respiro più ampio, fondate sull’analisi precedente, e cerca una sintesi del periodo e del personaggio nel superamento di stereotipi e condizionamenti letterari. In tale ottica si esprime una riflessione, a partire dalla scarna trattazione tucididea, sui meccanismi attraverso i quali la tradizione ha deformato e sedimentato le informazioni disponibili generando un progressivo arricchimento che ha portato alla definizione, di fatto, di una ‘era cimoniana’ che è possibile mettere in discussione in alcuni tratti essenziali. Si mira dunque a proporre una valutazione del periodo priva di alcuni elementi, in ultimo evidenti soprattutto nell’approccio plutarcheo alla materia, che appaiono alieni al contesto di riferimento per la prima parte del V secolo: i temi principali ai quali si dedica la riflessione sono quelli dell’imperialismo ateniese, del filolaconismo, della bipolarità tra democrazia e oligarchia, della propaganda politico-mitologica. Il rapporto di Atene con Sparta, con gli Ioni e con le altre realtà del mondo egeo viene letto alla luce degli indizi disponibili sul clima di incertezza e di delicati equilibri creatosi all’indomani della ritirata delle forze persiane. Il ritratto di Cimone che si propone è quello di una figura indubbiamente significativa nella politica contemporanea ma, al contempo, fortemente condizionata e talora adombrata da dinamiche in qualche modo condivise all’interno dello scenario politico ateniese, improntato alla soddisfazione di necessità e volontà che la tradizione renderà archetipiche del paradigma democratico. / The monograph proposes an analysis of the period ca. 478-461 b.C. of Athenian history and of the events related to Cimon, son of Miltiades, within the contemporary context. The study of Athens, and more in general of various Aegean Hellenic communities, during the first ‘post-Persian’ years, is organised into two parts: the former reviews in chronological order available evidence, mostly literary, on political and military activities of Athens, as leader of the Hellenic alliance; the latter offers a broader view based on the previous analysis, looking for an assessment of the period and of the character leaving apart literary stereotypes and conditionings. Within such an approach I propose a reflection, moving from the brief Thucydidean treatment, on the dynamics through which tradition has deformed and settled available information, leading to the definition of a ‘Cimonian era’ which is possible to question in some of its fundamental traits. I thus aim to propose an assessment of the period devoid of several elements, essentially prominent in the Plutarchean approach, which appear alien to the context of the former part of the V century: the main themes are those of Athenian imperialism, of philolaconism, of democracy/oligarchy bipolarity and of political and mythological propaganda. The contacts of Athens with Sparta, the Ionians, and further entities of the Aegean world is read in the light of available evidence about the character of the instability and weak balance born in the aftermath of the withdrawal of Persian forces. The proposed portrait of Cimon is that of an undoubtedly prominent figure in contemporary politics but, at the same time, one who was strongly influenced and sometime shrouded by the Athenian political scenario, characterised by the need and will to fulfil those objectives which tradition would turn into archetypical elements of the democratic paradigm.
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Materiale epigrafico per la ricostruzione dei contatti nel Mediterraneo tra il 1200 a.C. e il 500 a.C. / Epigraphic materials for the reconstruction of interaction in the Mediterranean Sea between 1200 to 500 BC.

Attardo, Ezio Ciro <1956> 16 September 2013 (has links)
La Tesi Materiale epigrafico per la ricostruzione dei contatti nel Mediterraneo tra il 1200 a.C. e il 500 a.C. si propone di illustrare i complessi rapporti instauratisi tra i vari popoli che si affacciarono sulle rive del Mediterraneo e nelle sue vicinanze, tra il 1200 e il 500 a.C. circa, quali emergono dalle iscrizioni disponibili, principalmente greche e semitiche (soprattutto fenicie, ebraiche, aramaiche e assire), prendendo tuttavia in esame anche iscrizioni ittite, egiziane, frigie, etrusche e celtiche. Le date suddette riguardano due eventi cruciali, che sconvolsero il Mediterraneo: gli attacchi dei Popoli del Mare, che distrussero l'Impero Ittita e indebolirono l'Egitto, e le guerre Persiane. Le iscrizioni riportate sono 1546, quasi sempre traslitterate, tradotte, e accompagnate da un'immagine, da riferimenti bibliografici essenziali e da una breve motivazione del collegamento proposto. Il quadro che si delinea ben testimonia la complessità dei rapporti che si intrecciarono in quel periodo: si pensi alle centinaia di graffiti greci trovati a Naucrati, in Egitto, o alle decine di iscrizioni greche trovate a Gravisca. Anche le iscrizioni aramaiche e assire attestano gli stretti rapporti che si formarono tra Siria e Mesopotamia; ugualmente Iran e Arabia sono, direttamente o indirettamente, collegati a Etruria e Grecia; così troviamo un'iscrizione greca nel cuore dell'Impero Persiano, e un cratere laconico nel centro della Gallia. In realtà lo scopo di questo lavoro è anche quello di mettere in contatto due mondi sostanzialmente separati, ossia quello dei Semitisti e quello dei Grecisti, che solo apparentemente si conoscono e collaborano. Inoltre vorrei soavemente insinuare l'idea che la tesi di Joseph Naveh, che ipotizzò che gli alfabeti greci abbiano tratto origine in prima istanza dalle iscrizioni protocananaiche, nel XII sec. a.C., è valida, e che solo in un secondo tempo i Fenici abbiano dato il loro apporto. / My Degree Thesis Materiale epigrafico per la ricostruzione dei contatti nel Mediterraneo tra il 1200 a.C. e il 500 a.C. intends to illustrate the complex relations, established among the various peoples settled in the Mediterranean sea-shores and in their vicinity, between 1200 B.C. and 500 B.C., which can be seen in the available inscriptions, above all the Greek and Semitic ones (Phoenician, Hebrew, Aramaic and Assyrian); but in this Degree Thesis I consider also the Hittite, Egyptian, Phrygian, Etrusk, and Celtic inscriptions, et cetera. The above mentioned dates concern two crucial events, which perturbed the Mediterranean Sea: the attacks of the Sea Peoples, which destroyed the Hittite Empire and weakened the Egypt, and the so-called Persian wars. The considered inscriptions are 1546, almost always transliterated, translated, with a photo or a drawing, essential bibliography and a very little comment. The drawn picture well attests the complexity of the relations in that period: we must consider the hundreds of Greek graffiti found in Naukratis, in Egypt, or the tens of Greek inscriptions discovered at Gravisca. Also the Aramaic and Assyrian inscriptions attest intense relations between Syria and Mesopotamia. Also Iran and Arabia show, directly or indirectly, connections with Greece and Etruria. With my work I hope to suggest the idea that it is necessary the scholars of Greek and Semitic things cooperate to the reconstruction of four centuries of the History of the Near Eastern, and that the theory of Joseph Naveh, who hypothesized the Greek alphabets originated in the 12th century in the Canaanite coast, is valid.
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I nomadi della Media Valle dello Zeravshan: territorio e identità culturale attraverso i tumuli funerari

Franceschini, Francesca <1974> 15 June 2007 (has links)
No description available.
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La Civiltà dell’Indo fuori Meluhha. Ruolo ed obiettivi degli Harappani nella sfera di interazione culturale dell’Asia Media

Frenez, Dennys <1976> 13 September 2011 (has links)
No description available.
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Ex occulto carpere agmen: la guerriglia antiromana in Britannia e in Giudea / Ex occulto carpere agmen: anti - Roman guerrilla warfare in Britannia and in Judaea

Bellino, Vincenzo <1981> 17 September 2012 (has links)
Scopo di questo lavoro è quello di analizzare le componenti tattiche, strategiche e sociali della guerriglia antiromana in Britannia e in Giudea, in un periodo che va dal I secolo a. C. al III secolo d. C., con l'obiettivo di mettere in luce la differente efficacia delle tattiche non ortodosse rispetto a quelle convenzionali; e di analizzare le risposte teoriche ed empiriche concepite dai Romani per affrontare questa forma di lotta. La tesi è stata articolata nel modo seguente: una prima parte analizza gli aspetti tattici, strategici e sociali della guerriglia e della controguerriglia, anche attraverso il metodo comparativo, mettendo cioè a confronto alcuni dei principali testi sulla guerra non convenzionale redatti in epoche e contesti diversi, dai quali si è cercato di delle costanti potenzialmente applicabili a qualsiasi periodo storico e a qualsiasi area geografica. Nella seconda parte si cerca di applicare tali costanti alla realtà storico – sociale dell'impero romano. Particolare attenzione è stata riservata al rapporto tra la mentalità romana, basata sul concetto di bellum iustum, e le tattiche non ortodosse. La terza e la quarta parte analizzano la resistenza antiromana in Britannia e in Giudea, mettendone in luce tutti gli aspetti, in particolare quelli legati alla guerriglia rurale, a quella urbana, al terrorismo, all'evoluzione della guerriglia da guerra per bande a guerra convenzionale e alla controguerriglia. La scelta di queste due province non è casuale. In province così lontane e diverse tra loro, Roma inviò spesso gli stessi generali esperti di controguerriglia. Questo particolare permette di notare la presenza, a Roma, di una grand strategy che, consapevole del fenomeno della guerriglia, ne affidò la repressione agli stessi generali, specialisti della controguerriglia, non esitando a spostarli, in caso di necessità, da un capo all'altro dell'impero. / Aim of this work is the analysis of the strategical, tactical and social aspects of the anti – roman guerrilla warfare in Britannia and Judaea, from the first century B.C. to the III A. D. The target is to underline the differences between conventional and irregular warfare and to analyze the theoretical and practical Roman answers to this particular method of fighting. The first part of the thesis analyzes the characteristics of guerrilla warfare with the use of comparative method, that is comparing some of the most important works about guerrilla written in different periods and historical contexts, trying to obtain some constant rules, potentially applicable in every historical period and geographical area. In the second part there is an attempt to apply these rules to the Roman empire, with particular attention on the relations between the Roman concept of bellum iustum and the irregular strategy. In the third and fourth part there is an analysis of the anti – Roman resistance in Britannia and in Judaea, with particular attention on rural guerrilla, urban guerrilla, terrorism, about the evolution from war of gangs to conventional warfare and about Roman counter - guerrilla. The choice of these two provinces in not casual, because in both, in spite of distance and geographical differences, Rome sent the same generals, expert in counter – guerrilla. This aspect underline the presence, in Rome, of a grand strategy that, conscious of the importance of guerrilla warfare, entrusted the same generals of her repression, without any hesitation in moving them from one end to another of the empire.
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Lo sviluppo dell'allevamento in Emilia-Romagna Aspetti economici e implicazioni sociali nella gestione della risorsa animale durante l’età del Bronzo / The development of Breeding in Emilia-Romagna Economic and social implications of the of animal resources management during Bronze Age

Maini, Elena <1977> 04 July 2012 (has links)
Il dibattito sullo sviluppo delle culture dell’età del Bronzo nel territorio dell’Emilia-Romagna sta portando una rinnovata attenzione sull’area romagnola. Le indagini si sono concentrate sull’area compresa tra il fiume Panaro e il Mare Adriatico, riconoscibile nell’odierna Romagna ed in parte della bassa pianura emiliana. Si trattava un territorio strategico, un vero e proprio crocevia socio-economico fra la cultura terramaricola e quelle centro italiche di Grotta Nuova. La presente ricerca di dottorato ha portato alla ricostruzione dei sistemi di gestione e di sfruttamento delle risorse animali in Emilia-Romagna durante l’Età del Bronzo, con particolare attenzione alla definizione della capacità portante ambientale dei diversi territori indagati e delle loro modalità di sfruttamento in relazione alla razionalizzazione della pratiche di allevamento. Sono state studiate in dettaglio le filiere di trasformazione dei prodotti animali primari e secondari definendo, quindi, i caratteri delle paleoeconomie locali nel processo di evoluzione della Romagna durante l’età del Bronzo. La ricerca si è basata sullo studio archeozoologico completo su 13 siti recentemente indagati, distribuiti nelle provincie di: Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì/Cesena e Rimini, e su una revisione completa delle evidenze archeozoologiche prodotte da studi pregressi. Le analisi non si sono limitate al riconoscimento delle specie, ma hanno teso all’individuazione ed alla valutazione di parametri complessi per ricostruire le strategie di abbattimento e le tecniche di sfruttamento e macellazione dei diversi gruppi animali. E’ stato possibile, quindi, valutare il peso ecologico di mandrie e greggi sul territorio e l’impatto economico ed ecologico di un allevamento sempre più sistematico e razionale, sia dal punto di vista dell’organizzazione territoriale degli insediamenti, sia per quanto riguarda le ripercussioni sulla gestione delle risorse agricole ed ambientali in generale. / The debate about the development of Bronze Age cultures in the Emilia-Romagna region (Italy) is leading to a renewed attention for Romagna. Research has focused on the area between the Panaro River and the Adriatic Sea, corresponding to present-day Romagna and southeastern Emilia provinces. It was a strategic area, an actual socio-economic crossroads between terramare culture and the Grotta Nuova cultures of central Italy. This doctoral research led to the reconstruction of the management and exploitation systems of animal resources in Emilia-Romagna during the Bronze Age, with a particular focus on the definition of the environmental carrying capacity of the different regions and on their exploitation methods for a rationalization of farming practices. The processing chains of primary and secondary products have been studied in detail, in order to define the character of local paleoeconomies within the evolution of the Romagna during Bronze Age. The research is based on the complete zooarchaeological study of 13 sites recently investigated, located in the provinces of Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì / Cesena and Rimini, and on the comprehensive reappraisal of the archaeological evidence produced by previous studies. Analyses have not been limited to the identification of the different species, but have aimed to the identification and the evaluation of complex parameters, in order to reconstruct the killing strategies and the techniques of exploitation and slaughtering of the different animal groups. The research allowed the evaluation of the impact of herds and flocks on the local environments and the economic and ecological impact of a more systematic and rational farming, for both the spatial organization of the settlements and for the consequence on the management of agricultural and environmental resources.
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Analisi del popolamento e delle dinamiche culturali del Neolitico nella Puglia Centrale : un approccio territoriale per la Bassa Murgia / Analysis of population and of the cultural dynamics of the Neolithic in Central Puglia: a spatial approach to the Lower Murgia

Genchi, Francesco <1977> 04 July 2012 (has links)
L’obiettivo della ricerca condotta dal candidato è stato sin dal principio la proposta di un’analisi del popolamento e delle dinamiche culturali dell’età neolitica nella Puglia Centrale. Tale aspirazione derivava dal fatto che il territorio oggetto di tale ricerca è stato, negli ultimi decenni, assai meno investigato rispetto alle limitrofe aree, come la piana del Tavoliere ed il Salento in particolare. Questa mancanza di informazioni rendeva necessaria una rivisitazione delle ricerche e degli studi, attraverso la costruzione di un atlante del popolamento, al fine di colmare questo vuoto. Infatti, una valutazione del popolamento dell’età neolitica nell’Italia sud-orientale non può essere considerata per aree culturali distinte e geograficamente limitate. Nonostante vi siano importanti differenziazioni di facies archeologiche, è solo attraverso una visione complessiva e con un controllo articolato delle informazioni che è possibile descrivere i processi e le dinamiche che hanno portato ad un popolamento così imponente, dalla sua espansione al repentino collasso, causando la trasformazione del paesaggio pugliese. La scelta di guardare alla complessità neolitica di questo versante della Puglia si lega culturalmente, oltre che geograficamente, alla ricerca già effettuata sulla grande diffusione del neolitico nella piana del Tavoliere di Puglia, unico esempio europeo in quanto a colonizzazione capillare del territorio..Ciò ha permesso di disegnare un quadro globale, che al momento esclude solo la penisola salentina, del popolamento neolitico della Puglia settentrionale e centrale. Le caratteristiche che differenziano i due complessi, sono strettamente legate sia all’habitat insediativo, inteso come scelte insediamentali, che nella regione indagata appare organizzato su diversi livelli (area costiera adriatica, area prospiciente antichi alvei torrentizi, propaggini dell’altopiano delle Murge), che alle forme culturali, intese come produzione artigianale e soprattutto aspetti rituali connessi alla frequentazione delle grotte naturali. / The objective of the research conducted by the candidate was from the beginning the proposal for an analysis of the population and of the cultural dynamics of the Neolithic age in Central Puglia. Such aspiration came from the fact that the object of this research was, in recent decades, much less investigated than the surrounding areas, such as the plain of Tavoliere and the Salento. This lack of information made it required a review of research and studies, through the construction of an Atlas of population, in order to bridge (or at least start doing it) this vacuum. In fact, an assessment of population of Neolithic age in southeastern Italy cannot be regarded as distinct cultural areas and geographically limited. Although there are important archaeological facies differentiation, it is only through a global vision and articulated with the information that you can describe processes and dynamics that have led to a population so impressive, since its expansion to sudden collapse, causing the transformation of the Apulian landscape. The choice to look at the complexity of this side of the Neolithic Puglia binds culturally, geographically, as well as looking great already made on the spread of the Neolithic in the plain of Tavoliere of Puglia, only in European colonization of capillary ...This has made it possible to draw a global framework, which currently excludes only the Salento peninsula, Neolithic Peopling of Northern and Central Puglia. The features that differentiate the two complexes, are closely linked to both the habitat settlement as insediamentali, choices in the region concerned is organized at different levels (the Adriatic coastal area facing the ancient riverbeds, torrentizi area, offshoots of the Murge plateau), the cultural forms, as handicraft production and especially aspects related to rituals of frequentation natural caves.

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