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Appunti sulla distinzione fra possesso e detenzione in diritto romano /

Berta, Giuseppe. January 1893 (has links)
Diss. Univ. Bern, 1893.
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La desistenza dall’accusa nei processi criminali di età imperiale: tergiversatio e abolitio criminum

Cristinelli, Matteo 13 October 2023 (has links)
Between the Late Republic and the Principate, in the system of the standing jury-courts, the quaestiones perpetuae, there was no modern public prosecution system. It was up to the private citizens, acting as representatives of the community, to present an accusation against the alleged culprit and to present the case. The downside of this main feature of this system of administration of criminal justice was that it was open to the widespread misuse of the accusation. Criminal proceedings were started not only to prosecute a criminal offence, but to hamper political and personal enemies, to promote one’s political career by accusing someone famous or simply tempted by the prizes set by the criminal statutes. The misuse of the accusation and, consequently, of criminal proceedings was a common practice during the early Principate. My research investigates the subject of the crimes against the administration of justice in the criminal proceedings of the Imperial era, focusing on the crimen tergiversationis, from its introduction in the Roman legal system with the senatus consultum Turpillianum in 61 AD until the end of the Severian age. Until the reign of Claudius, the situation did not change for the standard jury-courts proceedings. The BGU 611 papyrus contains the transcript of an oratio principis in senatu habita, where Claudius aimed to impose a punishment against those accusatores who – after having started a iudicium publicum against someone – decided to subsequently drop the accusation. These provisions laid the groundwork for the subsequent Turpillian decree. Through the comparison between the literary sources and the contents of the BGU 611 papyrus, it’s possible to identify in the legal sources included in the Digest and in the Codex what were the provisions originally included in the senatorial decree and which one of those were the results of the work of the Roman lawyers or the imperial chancellery. This research allows not only to examine a usually neglected subject in the Roman criminal law studies, but also to deal with broader questions concerning the administration of criminal justice during the Principate, such as the relationship between iudicia publica and the new cognitiones and the persistence of the adversarial system in the latter.
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Studi esegetici intorno ai titoli I-XIII del libro XLIX del Digesto: profili problematici e soluzioni giurisprudenziali in tema di 'appellatio'

Chini, Fabrizio January 2012 (has links)
La ricerca, dal carattere spiccatamente esegetico, muove dalla traduzione dei tituli 1-13 del libro XLIX dei Digesta. Il tema dell'appellatio, inteso come studio del rimedio di impugnazione di provvedimenti giurisdizionali, è stato oggetto di poco estesa attenzione da parte della dottrina. Il carattere frammentario delle fonti e la necessità di tracciare i contorni dell'istituto in una dinamica di formazione alluvionale dei processi extra ordinem ha perlopiù diretto gli studi della giusromanistica verso gli istituti del processo formulare; la maggior parte dei contributi della dottrina vertono pertanto su singoli aspetti degli istituti tipici della cognitio extra ordinem. Nonostante la relativa scarsezza e frammentarietà delle fonti a noi pervenute, l'istituto dell'appello, così come si delinea a partire dall'età augustea e che vede sempre più direttamente coinvolta la figura del principe nella funzione, propria o delegata, di giudice di gravame definitivo, porta con sé numerose problematiche, che emergono spiccatamente nel momento di applicazione giurisprudenziale, tutt'oggi al centro dell'attenzione degli studiosi delle materie processualistiche. Da un punto di vista metodologico la ricerca si propone di partire dal dato testuale delle fonti, compiendo una traduzione diretta di esse, per ricostruire e far emergere le problematiche che la prassi dell'istituto ha portato con sé nella dimensione applicativa. Parallelamente all'emersione dei nodi fondamentali, si vuole porre in luce la riflessione giurisprudenziale che intorno a quegli stessi problemi si forma e che tenta, secondo una tradizione ininterrotta nell'arco dello sviluppo del diritto romano, di avere sempre come proprio punto di riferimento la soluzione del caso concreto di volta in volta sottoposto al giurista, nel nostro caso spesso consigliere diretto del princeps. Si tenterà pertanto di fornire una trattazione dettagliata, analitica e puntuale dell'istituto dell'appello, tanto nei suoi aspetti procedurali, quanto nei principi di diritto che emergono dalla riflessione dei giuristi, offrendo in tal modo un quadro unitario e di sintesi, il quale andrà rivisitato idealmente alla luce dei contrasti e dei problemi esegetici che emergeranno al termine della ricerca. A conclusione della prima parte, si porranno in evidenza le soluzioni pacifiche all'interno della giurisprudenza che ha riflettuto su problematiche legate alle applicazioni pratiche delle impugnazioni, dando conto altresì dei problemi che, al contrario, risultano ancora dibattuti dalla dottrina e che costituiscono pertanto fonte di ius controversum. A tal fine, si darà sempre privilegio alle fonti tradotte rispetto alle soluzioni prospettate dalla dottrina, la quale verrà così sottoposta ad un esame critico alla luce dell'esegesi compiuta. Il lavoro seguirà pertanto un iter di continuo confronto tra le soluzioni e le questioni emergenti dall'analisi dei Digesta, intendendoli come luogo di reperimento del ius controversum, e l’importanza di tali soluzioni alla luce della loro collocazione originaria, ricercata attraverso un’analisi di tipo palingenetico, cui è dedicata la prima parte del lavoro, per verificare se si sia persa o meno la problematicità e la complessità delle questioni a vantaggio della funzione di sintesi cui è votata l'opera giustinianea, fornendo pertanto le linee di una ricostruzione tanto diacronica quanto sincronica dei testi.
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USUS PUBLICUS: tutela interdittale e classificazione delle cose

Schiavon, Alvise January 2014 (has links)
La presente indagine rappresenta il tentativo di mettere a fuoco la nozione di usus publicus emergente dalla lettura delle fonti romane in tema di tutela interdittale di taluni beni pubblici chiamati perciò nelle fonti,perlomeno a partire dall'età augustea, res in usu publico.
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«Improbe litigare». Ricerche sulle condotte non collaborative delle parti nel processo civile romano

Marcolla, Lorenzo January 2018 (has links)
La presente ricerca ha una peculiarità nell’oggetto ed un’altra nei fini. Nell’oggetto, perché non esamina un singolo istituto o un insieme coordinato di regole del processo romano ma propone piuttosto una «chiave di lettura» di quella realtà processuale alla luce di un’esigenza che è apparsa alla stessa in qualche misura connaturata: quella, che con lessico moderno potrebbe definirsi di «economia processuale», di assicurare la costante e adeguata cooperazione delle parti allo svolgimento del giudizio e il loro efficace contributo al conseguimento dei suoi scopi, manifestantesi con particolare pregnanza nella procedura per formulas in ragione delle stesse caratteristiche di quello schema processuale (centralità dell’iniziativa di parte, assenza di meccanismi pubblici di coazione diretta, sovrapposizione tra azione e pretesa sostanziale, ecc...). Nei fini, in quanto lo scopo dell’indagine in questa sede condotta non è quello di innovare le conoscenze già acquisite circa la forma o lo svolgimento del procedimento formulare, quanto piuttosto (e più semplicemente) quello di esaminare in una diversa prospettiva determinati profili della sua disciplina, individuando e mettendo in evidenza i diversi rimedi, eventualmente riconoscibili nel contesto della stessa, tendenti ad assicurare tale fondamentale esigenza di cooperazione delle parti e di regolarità del giudizio; a prescindere che gli stessi risultino come tali espressamente individuati o assolvano indirettamente a siffatta funzione senza esservi apertamen- te ricondotti. Nei quattro capitoli di cui si compone l’indagine (oltre all’introduzione e alla sintesi conclusiva) si indagano pertanto gli strumenti predisposti a garanzia della regolarità e dell’efficacia del giudizio in tre momenti o fasi fondamentali della vicenda processuale: la fase costitutiva del rapporto processuale e dell’introduzione del giudizio; quella dell’esercizio della pretesa giudiziale con la formulazione dell’intentio e il momento dell’attuazione concreta della pretesa processuale riconosciuta fondata, oltre ad esaminare - in via preliminare - una serie di istituti (non spe- cificamente riconducibili ad uno dei momenti così individuati) ma ricondotti dalle fonti alla funzione specifica di assicurare la coerenza tra le condotte delle parti e le finalità del giudizio. Il tutto con il duplice obiettivo di valutare - per un verso - se e in che misura gli strumenti processuali in quest’ottica accostabili si dimostrino effettivamente idonei a prevenire e reprimere gli eventuali comportamenti distorsivi (dilatori, ostruzionistici od opportunistici) provenienti dai litiganti e - per altro verso - se alla base degli stessi possano individuarsi degli elementi comuni o delle costanti funzionali che sembrino suggerire che nel sistema processuale dell’età formulare il suddetto obiettivo di regolarità ed efficienza della vicenda del giudizio risultasse perseguito in una forma efficace e in qualche modo coerente. Un interrogativo al quale si è ritenuto di poter ricondurre, come sarà evidenziato a conclusione dell’indagine, una risposta tendenzialmente affermativa (per quanto aperta a ulteriori approfondimenti).
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The ecclesiastical edicts of the Theodosian code

Boyd, William Kenneth, January 1905 (has links)
Thesis (Ph. D.)--Columbia University. / Includes bibliographical references (p. 121-122).
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Teśne rasne. Studi intorno ad una possibile ricognizione del diritto etrusco.

Bianchi, Tommaso 21 July 2021 (has links)
The following work is the result of three years of research for my Ph.D. at the University of Trento, Faculty of Law. The aim of my research is to give an account of the Etruscan legal system by analysing both direct and indirect sources. For this, I have attempted to use historical, linguistic, and epigraphical methods and instruments, combining them to offer the most complete view of one of the most influential cultures in the Italian peninsula before the rise of Rome. The first chapter is an account of the historical evolution of the Etruscan ethnos from the Bronze age to the end of the I century b.C., focusing mainly on the socioeconomic drives that informed public affairs and the complex exchequer of international events. This part is based on indirect sources, such as literary ones. The second chapter is an attempt to offer a short linguistic vademecum, focused mainly on Etruscan alphabet and morphology, with some remarks regarding the origins of Etruscan language and alphabet. The third chapter is the analysis of the direct sources, mostly epigraphic ones. I have chosen the most relevant legal epigraphs that have yet been discovered and have proceeded to study them, attempting (where possible) some parallels with roman law. After the general conclusions, I deemed it appropriate to add two appendixes concerning Etruscan amgistratures and a short legal lexicon. The work is closed by some hand-drawn maps and the most important epigraphs.
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Das obrigações solidárias: relação com as obrigações indivisíveis no sistema jurídico romano e reflexo no direito brasileiro / Gli obblighi solidari: rapporti com gli obblighi indivisibili nel sistema giuridico romano e riflesso sul diritto brasiliano.

Martin, Fabiana Barros de 26 October 2015 (has links)
O tema insere-se no contexto do sistema jurídico romano, clássico e pós-clássico, mais especificamente, das obrigações solidárias e das obrigações indivisíveis no direito romano. Considerando o interesse e a divergência entre os jurisconsultos romanos, e as consequentes inquietações, quanto ao regime da solidariedade, identificou-se como hipótese deste trabalho a relação das obrigações solidárias com as obrigações indivisíveis no sistema jurídico romano e seu reflexo no direito brasileiro. Partiu-se da delimitação das obrigações solidárias, por suas condicionantes, do conceito de obrigação à pluralidade de sujeitos, para a delimitação das obrigações indivisíveis e sua relação com as solidárias, trazendo a questão desta relação para o direito brasileiro, encerrando-se com a exegese sobre texto polêmico em relação à solidariedade e as obrigações indivisíveis do jurisconsulto ULPIANO. / Il tema s\'inserisce nel contesto del sistema giuridico romano, classico e post-classico, e più precisamente, degli obblighi solidali e degli obblighi indivisibili nel diritto romano. Tenendo in conto l\'interesse e la divergenza tra i giureconsulti romani e le conseguenti inquietudini riguardo al regime della solidarietà, si è individuato come ipotesi di questo lavoro il rapporto degli obblighi solidali con gli obblighi indivisibili nel sistema giuridico romano e il suo riflesso sul diritto brasiliano. Ci si è mosso dalla delimitazione degli obblighi solidali, per via delle loro condizionanti, dal concetto di obbligo alla pluralità di soggetti, verso la delimitazione degli obblighi indivisibili e il loro rapporto con quelli solidali, portando la questione di tale rapporto per il diritto brasiliano, concludendo con l\'esegesi sul testo polemico riguardo alla solidarietà e gli obblighi indivisibili del giureconsulto ULPIANO.
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Il dolo e la violenza del terzo: origini romanistiche di una diversità moderna

Morelli, Marco January 2019 (has links)
Nell'ambito della presente ricerca si intende dare conto dell'evoluzione millenaria di cui è stata oggetto la disciplina della violenza e del dolo del terzo, a cavaliere del diritto romano e del diritto civile, con l'intramezzo costituito dal pensiero della dottrina pandettistica tedesca che funge da collante tra il diritto antico e il diritto moderno. Il lavoro si articola quindi in tre Sezioni: la prima dedicata al diritto romano; la seconda alla Pandettistica e al suo influsso sul Codice civile tedesco; la terza al diritto civile vigente.
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IL VOLTO DEMOCRATICO DI SOLONE? ANALISI DEL CORPUS DI LEGGI SOLONIANO

LODDO, RITA LAURA 17 March 2015 (has links)
Oggetto della tesi è lo studio del “Solone democratico”, di cui si ricostruisce la genesi attraverso le testimonianze degli antichi e le riflessioni dei moderni. Per sottoporre a verifica l’affermazione aristotelica che riconduce a Solone l’origine della democrazia, sono state prese in considerazione primariamente quelle misure che riguardano la costituzione (Eliea, bulé dei Quattrocento, accesso alle cariche), al fine di comprendere se il giudizio degli antichi si basò su una valutazione condivisibile dell’azione del legislatore. Si sono ritenute ugualmente indicative, a questo scopo, alcune leggi ordinarie attribuite a Solone (legge sull’inattività, legislazione funeraria, leggi sulle donne, legislazione assistenziale): di queste leggi si è indagata l’origine soloniana e la compatibilità con il resto della legislazione dell’Ateniese a partire dalla valutazione del loro significato. La tesi è completata da tre appendici che sviluppano alcuni dei temi emersi nel corso dell’indagine e considerati meritevoli di approfondimento: si tratta della questione procedurale nella legge sull’inattività; della datazione e del commento di una legge funeraria concernente alcuni obblighi del demarco; della connessione fra Solone e l’Areopago. / The aim of this thesis is the study of the “democratic Solon”, whose genesis has been reconstructed through the ancients’ accounts and the works of modern scholars. To test the Aristotelian statement that traces the origin of democracy to Solon, we have primarily considered those measures that concern the constitution (Heliaia, boule of the Four Hundred, access to high offices), in order to understand if the ancients’ judgement was based on a shareable assessment of the legislator action. For that purpose some ordinary laws attributed to Solon - on idleness, on women, funerary and welfare laws - have been considered equally indicative. Of these laws it has been investigated the Solonian origin and compatibility with the rest of the Solonian legislation, starting from an assessment of their meaning. To complement the present thesis there are three appendixes which develop some of the themes that arose during the investigation and that have been considered worth to be deepened. It is the case of the procedural question regarding the law on idleness; the dating and comment of a funerary law concerning some duties of the demarch; of the connection between Solon and the Areopagos.

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