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MICROCREDITO E AGRICOLTURA PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

TORTI, MARIA 28 May 2015 (has links)
Credito deriva etimologicamente da “credere”, cioè avere fiducia, confidare. Chi già possiede molto dimostra facilmente di essere in grado di restituire un prestito e di conseguenza non fa fatica ad ottenerlo. Chi invece non dispone di risorse finanziarie adeguate, chi non è “bancabile” viene escluso. È qui che entra in gioco la fiducia, perché ci si può sentire garantiti anche solo dalla conoscenza personale del debitore, dalla sua storia creditizia. Si parla in questi casi di garanzia solidale, alternativa. Se il credito è “micro”, la fiducia invece è “macro”. Oltre alla fiducia nel concetto di microcredito ci sono una serie di ingredienti fondamentali che non possono mancare. Innanzitutto ci deve essere un prestito di piccole dimensioni. Poi ci deve essere uno scopo diverso dal semplice consumo: l’avvio di attività produttive e commerciali, un aiuto a superare particolari e temporanee situazioni di crisi che possa fornire delle risorse minime fondamentali per interrompere il circolo della povertà e del necessario ricorso all’usura. Il microcredito che è nato nei Paesi sottosviluppati si è esteso rapidamente anche nelle economie moderne. Anche il legislatore italiano nel 2010 ha introdotto nell’ordinamento nazionale una disciplina del microcredito. Tuttavia ricondurre all’interno degli schemi bancari tradizionali uno strumento così complesso come il microcredito che unisce in sé aspetti non solo finanziari ma anche e soprattutto etici può risultare riduttivo e rischia di vanificare i risultati raggiunti fino ad oggi nella prassi. Anche nel settore agricolo il microcredito può costituire un valido aiuto per lo sviluppo. Le regole e la logica del microcredito se funzionano bene nelle economie rurali dei Paesi sottosviluppati, come dimostrato dai diversi progetti posti in essere ad esempio in Uganda, fanno più fatica ad essere recepite nelle economie moderne, soprattutto in ambito agricolo dove le caratteristiche stesse dell’attività da finanziare e gli ingenti capitali iniziali necessari rendono lo strumento del microcredito poco utilizzabile. Tuttavia occorre puntare sullo sviluppo di questo strumento che ha dimostrato di avere numerosi punti di forza che possono davvero costituire un valido strumento di lotta alla povertà anche nelle economie moderne. / Credit derives etymologically from "believe". People who have money can easily demonstrate to be able to repay a loan and therefore not is hard to get it. Those who do not have adequate financial resources, those who are not "bankable" are excluded. If the credit is "micro", trust instead is "macro". In addition to trust, in the concept of microcredit there are a number of essential ingredients that can not miss. First, there must be a loan small. Then, the start of production and business activities can help to overcome individual temporary crisis situations that may provide minimal resources essential to stop the cycle of poverty . Microcredit who was born in underdeveloped countries has expanded rapidly in modern economies. Even the Italian legislature in 2010 adopted national discipline of microcredit. However, it’s hard to find the rules to regulate the microcredit and the risk is to delete the results achieved in practice. Even in agriculture microcredit can be a valuable aid for development. The rules and logic of microcredit work well in rural economies of developing countries, as shown by several projects for example in Uganda, but in modern economies the characteristics of the activities and the enormous initial capital required make the instrument of microcredit little usable. However the development of this tool is very important because microcredit can really be a valuable tool for fighting poverty even in advanced economies.
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STANDARD, CERTIFICAZIONI E RESPONSABILITA' NEL SETTORE AGRO-ALIMENTARE EUROPEO / Standard, certification and liabilities in the european agri-food system.

LOTTA, FRANCESCA 19 February 2014 (has links)
La tesi di dottorato fornisce una ricostruzione, sotto il profilo civilistico, del ruolo di standard e certificazioni nel mercato agro-alimentare europeo. Nel primo capitolo viene ricostruita la natura delle certificazioni e la loro evoluzione da strumento di competitività delle imprese a mezzo per colmare le asimmetrie informative presenti nel mercato. Nel secondo capitolo viene analizzato il “Sistema Qualità”, nel quale sono coinvolti quattro attori fondamentali: l’ente di normazione, l’ente di accreditamento, il certificatore e, infine, l’impresa che richiede la certificazione, e sono analizzate le varie problematiche sottese al suo funzionamento. Nella terza parte si è indagata la natura giuridica del contratto di certificazione di qualità e la rilevanza delle certificazioni di qualità sotto il profilo civilistico. Infine, nella quarta parte, si sono analizzate le conseguenze giuridiche scaturenti da una certificazione non veritiera, con particolare riguardo alla possibilità o meno di configurare una responsabilità extra-contrattuale del certificatore per i danni causati a consumatori e terzi in generale a seguito del rilascio di una certificazione non veritiera. / The dissertation examines the role of certification marks in the european food- sector. The first chapter analyses the function of certification and their development from instruments of competitive advantages within firms to a tool for fulfilling the information asymmetry between business and consumer. The second chapter deals with the “Quality System”: a system which involves four players: the standardization body, the accreditation body, the certification body and, finally, the producer seeking the certification. The third chapter analyses the certification activity and the obligations of the parties of the contract. The last chapter deals with the tort liability of certification bodies.
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Small Farmers and the Short Food Supply Chain. The CAP and the Californian Alternative Food Movements as a source of potential insights

ALESSANDRINI, MIRTA 24 March 2021 (has links)
Gli scenari agricoli europei rivelano un crescente interesse per le filiere corte come strumento di promozione dei sistemi alimentari locali. Nonostante i piccoli agricoltori siano la spina dorsale dell'agricoltura europea, gli interventi politici e legislativi che si sono susseguiti nei decenni non hanno sufficientemente tutelato ne promosso la loro attuale posizione in ambito socio-economico. Il presente lavoro mira a fornire un'approfondita analisi del ruolo delle filiere corte all'interno del quadro normativo europeo per comprendere se l’attuale legislazione sostiene o piuttosto inibisce questi sistemi alternativi di produzione e distribuzione alimentare. Muovendo dall'esame della pletora di definizioni attribuite alla filiera corta e soffermandosi su una revisione critica delle più significative riforme della PAC, in particolare alla luce della strategia 'Farm to Fork', vengono identificate nuove priorità che appaiono più favorevoli ai piccoli agricoltori. Lo studio è arrichito da un confronto tra l'approccio adottoato dell'UE - caratterizzato principalmente da strumenti di hard law e misure top-down -, e quello della California ‘socialmente auto-regolato’, in cui gli 'Alternative Food Movements' e le strategie bottom-up sono attori principali nella regolamentazione della filiere corte e del loro impatto sulla comunità. Lo scopo finale é quello di identificare potenziali elementi utili che, se adottati, potrebbero migliorare il modello europeo. / European agricultural landscapes are undergoing fundamental changes, revealing an increasing interest in Short Food Supply Chains as a tool to promote local food systems and products. Despite small farmers are the backbone of agriculture in the EU, both policy leadership and legal interventions have been not sufficiently fostering their position in the socio and economic today’s narrative. The study aims at providing an extensive analysis of the role of SFSCs within the EU legal framework to understand whether EU legislation supports or rather inhibits these alternative systems of production and supply. Moving from the examination of the plethora of SFSC definitions to a critical revision of the most significant CAP reforms, especially in the light of the ‘Farm to Fork’ strategy, new priorities that seem more favorable to small farmers are identified. The study is enriched by a comparison between the EU legal approach - mainly characterized by hard law instruments and top-down measures -, and the Californian ‘socially self-regulated’ approach, where Alternative Food Movements and bottom-up strategies act as the main player in regulating SFSCs and their impact on the community with the aim of identifying potential insights that could improve the EU model.
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NOVEL FOOD: LA NORMATIVA DELL'UNIONE EUROPEA TRA SICUREZZA ALIMENTARE, SFIDE DELLA TECNICA E TUTELA DELL'AFFIDAMENTO / Novel food: food safety, technical challenges and protection of expectetions in the Eutopean Union law.

LA PORTA, BEATRICE 02 April 2019 (has links)
La produzione normativa degli ultimi decenni in campo alimentare permette di evidenziare come sussista una sempre crescente attenzione verso la scienza da parte del diritto e la costante tendenza della dottrina a ripensare, alla luce delle evoluzioni registrate, il legame esistente tra ambiti distinti ma legati tra loro in modo indissolubile. In una globale progressione della sensibilità del legislatore europeo verso le esigenze di garanzia del corretto funzionamento del mercato nonché di una crescente tutela del consumatore e della sua sicurezza, la normativa in materia di nuovi alimenti ha cercato di trovare un equilibrio tra la spinta innovatrice che, da anni, interessa l’intero settore alimentare e le plurime necessità di operatori e consumatori che richiedono prodotti dalle caratteristiche sempre più definite e idonee a soddisfare un ampio ventaglio di preferenze. Assumendo che “la capacità della tecnica è la potenza effettiva di realizzare indefinitamente scopi e di soddisfare indefinitamente bisogni” ben si comprende come quello dei novel food risulti essere un caso paradigmatico di incontro tra scienza, bisogni del mercato e regole giuridiche e come si sia esteso l’interesse sul tema, portando a porre interrogativi sempre più complessi anche in relazione alle modalità di regolamentazione delle novità in campo scientifico. / The last decades' lawmaking in the food field highlights the increasing attention towards science and got lawyers rethinking about the link existing between law and science. In a progression of the European legislator's sensitivity to guarantee the market as well as the food consumers and their safety, the EU legislation on novel foods has tried to balance food innovation and the multiple needs of operators and consumers who require products with increasingly more defined characteristics and suitable to satisfy a wide range of preferences. If "the capacity of the technique is the effective power to achieve goals and to satisfy needs indefinitely" is easy to understand how the novel food turns out to be a paradigmatic case of an encounter between science, market needs and juridical rules. Furthermore, the increasing interest in the food sector raises the question of which methods of regulation of scientific innovations apply.
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La gestione delle crisi e delle emergenze alimentari: un'analisi comparativa multilivello del quadro giuridico europeo e statunitense / MANAGING FOOD SAFETY EMERGENCIES AND CRISES: A MULTILEVEL COMPARATIVE ANALYSIS OF THE US AND EU LEGAL FRAMEWORKS

PLANCHENSTAINER, FRANCESCO 19 February 2014 (has links)
La presente tesi analizza la gestione delle crisi e delle emergenze alimentari negli USA e nell’UE addottando il triplice punto di vista delle autorita’ pubbliche, industria, consumatori). Le crisi e le emergenze provocate da incidenti di sicurezza alimentare sono eventi ad alto impatto sia in termini umani che economici. Crisi e emergenze sono il prodotto sia della crescente complessita’ della catena alimentare sia anche della crescente incertezza scientifica delle societa’ postmoderne. La tesi intende dimostrare che le crisi alimentri sono sempre piu’ a crocevia fra igiene pubblica, salute animale e sicurezza alimentare. Il primo capitolo descrive le piu’ importanti crisi alimentari degli ultimi vent’anni: gli eventi sono analizzati comparativamente al fine di evidenziare i tratti salienti in comune. Il secondo capitolo affronta il ruolo ricoperto dalle le istituzioni pubbliche, l’industria e i consumatori in caso di incidenti di sicurezza alimentare. Il capitolo considera i diversi punti di vista dei soggetti coinvolti mettendo in luce gli interessi in gioco e il comportamento di industria e consumatori in relazione al rischio alimentare. Il quarto capitolo rappresenta il cuore dell’intera tesi analizzando in maniera comparativa il sistema giuridico statunitense ed europeo. Nelle conclusioni sono offerte possibili soluzioni per fare fronte alle problematiche analizzate. / This dissertation analyses the management of food safety emergencies and crises in the US and the EU adopting a threefold perspective (i.e., public authorities, industry, consumers). Food safety emergencies and crises are highly burdensome events that may leave behind high fatalities tolls and severe economic consequences. Crises and emergencies are the outcome of both the increasing complexity of the food chain and the growing scientific uncertainty that modern societies are called to face. While it is impracticable to eradicate these events, countries may build prevention and preparedness in advance. This work attempts to capture an original way the role covered by different stakeholder in crises preparedness and response. The dissertation also aims to demonstrate that food safety crises are increasingly at the intersection between Public Health, animal health and food safety. The first chapter provides a case history of the most relevant food safety crises in the last two decades. From the BSE scandal that hit Europe in 1996 to the most recent E.coli outbreak in Germany of 2011, the events are analyzed in a comparative way as to point out the essential features of food safety crises. The second chapter canvasses the role played by public authorities, industry and consumer in food safety incidents. In the attempt to define crises and emergencies, a review of most important theories from organizational literature is provided, with an emphasis on the importance of scientific uncertainty. The chapter deals with stakeholders’ different perspectives outlining the interest at stake and describing at the same time stakeholders’ behavior vis-à-vis food related risks. The fourth chapter represents the core of the dissertation analyzing the legal framework of the US and the EU. The dissertation considers not only food safety provisions but also Public Health provisions describing rights and duties of the subjects involves in these events. The chapter focuses also on the problem of information at the intersection with different aspirations (e.g., the right to know and confidentiality). The dissertation ends with some concluding remarks suggesting possible solution to solve the mentioned shortcomings.
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LA CESSIONE DI PRODOTTI AGROALIMENTARI: DALLA DISPARITA' DI POTERE CONTRATTUALE AL RIEQUILIBRIO DEL CONTRATTO. TUTELA DEL CONTRAENTE DEBOLE ED EFFICIENZA DEL MERCATO

ROSSI, ARIANNA 14 December 2018 (has links)
L’art. 62 del d.l. n. 1 del 2012, che riecheggia lo schema della Legge n. 192 del 1998, ma nello specifico settore agroalimentare, prevede non solo regole di forma, che hanno un obiettivo di protezione della parte debole del rapporto (neoformalismo contrattuale), ma anche regole di contenuto e di comportamento, che intendono prevenire la formazione di contratti iniqui. Lo scopo di questo studio non è soltanto quello di offrire un inquadramento sistematico ad una legislazione che, peraltro, si inserisce in un contesto sempre più frammentato, ma anche quello di analizzare i vari strumenti previsti e di valutare la loro capacità nel perseguimento dello scopo prefissato dalla legislazione, anche attraverso l'applicazione della disciplina generale prevista all'interno del codice civile, alla quale oggi, più che mai, si sente il bisogno di ridare spazio. Il lavoro si dipana lungo quattro capitoli, attraverso un percorso che inizia con l’analisi delle relazioni tra contratto e mercato, tramite un’indagine sistematica sulla nuova disciplina dei contratti, prosegue con l’approfondimento della disciplina dell’articolo 62, per poi analizzare gli strumenti introdotti in relazione all’impatto sull’efficienza del mercato, ed in particolare sul settore agroalimentare, in termini di food safety, food security e accesso al credito. / Article 62 of the d.l. n. 1 of 2012, which echoes the scheme of Law no. 192 of 1998, but in the agri-food sector, provides not only rules of form, which have the objective of protecting the weak part of the relationship (neoformalism), but also rules of content and behavior, which intend to prevent the formation of unfair contracts. The aim of this study is not only to offer a systematic framework for legislation that, moreover, is part of an increasingly fragmented context in italian legislation, but also to analyze the various instruments and to assess their ability to achieve the intended purpose, also through the application of the general principal of civil code which today, more than ever, feels the need to be applied. The work unfolds along four chapters, through a process that begins with the analysis of the relationship between contract and market, through a systematic survey on this new discipline of contracts, continues with the examination of the discipline of Article 62, and then analyze the tools introduced and their impact on the efficiency of the market, and in particular on the agri-food sector, in terms of food safety, food security and access to credit.
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LA DIMENSIONE RELAZIONALE DEGLI ALIMENTI. INDICAZIONI NUTRIZIONALI E SULLA SALUTE IN UNA PROSPETTIVA COMPARATA / NUTRITION POLICY IN THE EUROPEAN UNION: ANALYSIS OF THE REGULATION ON NUTRITION AND HEALTH CLAIMS MADE ON FOODS IN AN INTERNATIONAL PERSPECTIVE

TOGNI, ENRICO 28 May 2015 (has links)
L’obiettivo del presente lavoro di ricerca è quello di porre in luce la cosiddetta “dimensione relazionale” dell’informazione fornita ai consumatori di alimenti tramite l’etichettatura nutrizionale e salutistica, intesa quale strumento normativo per l’attuazione delle politiche nutrizionali perseguite dall'Unione Europea. Il presente scritto analizza come le funzioni dell’etichettatura alimentare siano mutate durante i decenni, a partire dalla fine degli anni settanta del secolo scorso, quando essa era sì concepita come strumento informativo, ma il cui scopo principale rimaneva tuttavia quello di appianare le varie difformità legislative o regolamentari esistenti tra i vari Stati Membri – potendo queste rappresentare un ostacolo alla creazione di un mercato comune – sino ai giorni nostri, che vedono l’etichetta come una protagonista attiva in seno ad un più ampio programma di politica nutrizionale; più precisamente, attraverso un’adeguata etichettatura alimentare, le istituzioni dell’Unione Europea ambiscono a plasmare le abitudini alimentari dei consumatori, indirizzandoli verso percorsi nutrizionali più salutari. In tale contesto, il Regolamento sulle indicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sugli alimenti rappresenta un ambizioso e, al tempo stesso, controverso tassello del diritto alimentare europeo, le cui premesse ispiratrici erano indubbiamente lodevoli, ma che è stato vittima, successivamente, di un’attuazione che ha generato notevole scontento ed incertezza sia tra i consumatori che nell'industria, al punto tale che da più parti si nutrono dubbi in merito alla sua efficacia e validità. Il presente lavoro di ricerca ambisce quindi a fornire una profonda analisi del Regolamento sulle indicazioni nutrizionali e sulla salute, offrendo una panoramica di esso in chiave storica, sociale, ed economica, imprescindibile al fine di una corretta e completa comprensione delle scelte normative e delle loro implicazioni di mercato. In ossequio a tale intento, in ogni apertura di paragrafo è offerto un inquadramento di taglio storico-normativo, mentre, in conclusione, si tenta di fornire qualche spunto critico da cui potrebbe, o avrebbe potuto, derivare una migliore attuazione del Regolamento. Dopo una breve introduzione, la ricerca entra nel suo vivo attraverso l’analisi di ogni aspetto del Regolamento (CE) n. 1924/2006, soffermandosi, in particolar modo, su quello che è l’aspetto cruciale e problematico relativo alla sua attuazione: il ruolo della scienza e, più precisamente, la valutazione circa la fondatezza scientifica dei claims, procedimento che, in assenza di chiare definizioni normative ed operative, è di fatto rimesso alla discrezionalità interpretativa dell’EFSA, avallata (implicitamente o esplicitamente) dalla Commissione Europea e dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, generando così reazioni critiche tra pratici ed accademici che accusano una illegittima applicazione del principio di precauzione in un ambito che gli è estraneo, vale a dire quello dell’informazione alimentare al consumatore finale. Il lavoro prosegue poi con una riflessione sull'esito finale di un siffatto adagiamento sul processo di validazione scientifica condotto dall’EFSA, che ha ridotto la più parte della conoscenza nutrizionale a poco più di 200 indicazioni sulla salute autorizzate, la cui formulazione letterale, tra l’altro, si dubita assai possa essere agevolmente compresa dal cosiddetto consumatore medio. Inoltre, il Regolamento lascia irrisolti e aperte molti dilemmi e questioni, che devono urgentemente trovare un positivo interessamento al fine di non vanificare gli apprezzabili sforzi di spinta alla ricerca innovativa e di garanzia di una leale ed effettiva concorrenza nell'industria alimentare; il riferimento corre, tra gli altri, ai cosiddetti “claims botanici” ed ai “probiotici”, in relazione ai quali è ad oggi impedito reclamizzare in etichetta un’indicazione salutistica, sull’assunto per cui non è ancora stato raggiunto un livello accettabile di consenso scientifico relativamente alla loro sicurezza d’uso ed efficacia. Di conseguenza, se lo stato dell’arte è connotato da un simile proibizionismo, gli operatori del settore alimentare si trovano nella situazione di dover ricorrere a diverse strategie commerciali, quali l’utilizzo di claims suggestivi che, proposti attraverso messaggi non testuali, come nel caso del food design, si rivelano cionondimeno in grado di veicolare un messaggio salutistico, senza però la soggezione allo stretto rigore scientifico richiesto dall’EFSA. Infine, il presente lavoro, seppur prevalentemente rivolto alla descrizione dello scenario regolativo europeo, non dimentica di fornire una utile prospettiva del tema anche in chiave comparata, spaziando dalle linee guida predisposte dal Codex Alimentarius agli accordi vigenti in ambito OMC applicabili all’etichettatura degli alimenti, alimentando, per l’appunto, perplessità circa la compatibilità del Regolamento (CE) n° 1924/2006 con le obbligazioni gravanti sull’Unione Europea imposte dalla sua appartenenza al WTO. / The topic of the present research is to highlight the relational dimension of the information provided to consumers via food labelling, intended as a legal tool for the implementation of the nutrition policy carried out by the EU institutions since the establishment of the European Economic Community. The present work analyses how the function of food labelling has changed during the decades, since the late Seventies of the past century, when it was merely conceived as a mean of information whose main purpose was the harmonisation of the different national legislations, which could constitute an unnecessary obstacle to the realization of the common internal market, to the most recent days, when food labelling is thought as a tool of active nutrition policy; more precisely, through an adequate labelling, the EU institutions try to shape consumers’ behaviours, driving them toward a healthier eating. In this regulatory scenario, the Regulation on Nutrition and Health Claims made on foods is an ambitious and controversial piece of European food law, whose premises were undoubtedly laudable, but which has been during the years (partially) implemented in a manner which has caused much more discontent and confusion among both consumers and manufacturers, so that nowadays many doubts are still arising for what concerns its efficacy and its validity. This research represents a deep analysis of the Regulation on Nutrition and Health Claims, also taken into consideration from the historical, sociological, and economic perspective, which must be necessarily intertwined for a complete and critical comprehension of the legal framework and its implications for the various stakeholders. For this reason, each paragraph begins with a sort of normative background, and concludes with a critical analysis of the existing situation, providing some hints for a better implementation of the NHCR. After a brief introduction, the core of the research is completely and deeply focused on each and every aspect of the Regulation, with a central part which takes into consideration the very crucial aspect of its partial and problematic ongoing implementation: the role of science and, more precisely, the requirement of the scientific substantiation of the claims, whose assessment is demanded to the EFSA that, in the absence of definitions and clear guidelines on how to conduct such an evaluation, has de facto given its personal interpretation of the normative provisions of the Regulation, on which also the Commission and the European Court of Justice (implicitly or explicitly) rely, causing discontent among operators and legal scholars who see this as an illegitimate application of the precautionary principle to the field of food information, and a possible departure from the traditional categories of the risk assessment, risk management, and legal interpretation. The analysis proceeds then by criticizing the results of the total reliance on the scientific evaluation carried out by the EFSA, which reduced most of the knowledge about nutrition science in few more than 200 approved health claims, whose wording is probably incomprehensible for the average consumer. Moreover, there are also many other open issues in the Regulation on Nutrition and Health Claims which need to be urgently addressed in order not to vanish the laudable purpose of stimulating innovation and competition in the food sector, namely the botanical claims and probiotics, which are now prevented from bearing health claims on the consideration that a complete scientific consensus about their safety and efficacy has not yet been reached. But if this is the largely prohibitive state of the art, manufacturers are of course encouraged to find different escape routes, one of which is recurring to implied health claims, adopted through non-textual messages, or, to rephrase, through a smart food design, which can convey the same representation of healthiness without being subject to the strict scientific boundaries standardised by the EFSA. In addition, and as a conclusion, the present work, although mainly focused on the European Union regulatory environment, tries to give a comparative view on what the international arena offers on the topic, from the Codex Alimentarius Commission to the various WTO Agreements pertaining to food labelling, instilling doubts about the NHCR compatibility with the obligations that the EU must fulfil in the international trade law relations.
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Applicazione del diritto alimentare nell’Unione europea. Poteri pubblici e schemi privati per gestire le violazioni del diritto alimentare / FOOD LAW ENFORCEMENT IN THE EU. PUBLIC POWERS AND PRIVATE SCHEMES TO DEAL WITH FOOD LAW INFRINGEMENTS

CORINI, ANTONIA 27 March 2018 (has links)
La tesi si incentra sull’applicazione del diritto europeo in materia alimentare. L’elaborato prende il via dall’analisi degli obiettivi fondamentali e degli strumenti principali del diritto alimentare, del suo sviluppo storico e delle questioni che ha affrontato. L’applicazione del diritto alimentare è studiata esaminando il sistema dei controlli nell’Unione europea e la correlata implementazione sia da parte degli Operatori del settore alimentare sia da parte delle Autorità Competenti in due Stati membri (Italia e Olanda). Vengono, altresì, esaminati casi pratici in cui sono state rintracciate problematiche nell’applicazione del diritto alimentare o che hanno dimostrato le debolezze del sistema nel gestire le varie violazioni attinenti gli alimenti. Lo studio intende inoltre dimostrare le carenze del sistema normativo sviluppando un concetto teoretico quale quello delle violazioni dovute al “fattore umano” e del loro impatto sugli interessi economici dei consumatori. La tesi, quindi, si focalizza sugli strumenti più idonei alla gestione di violazioni di questa tipologia esaminando la legislazione recentemente adottata e prendendo in considerazione, altresì, le possibili soluzioni che possono derivare dai differenti approcci degli Stati membri e l’opportunità di utilizzare, parallelamente a regole ed attività svolte dalle Autorità competenti, standard privati. / The thesis analyses enforcement of EU food law. The analysis starts by concentrating on the EU Food Law central objectives and basic tools, its historical development and the issues it has aimed to face. Food Law Enforcement is analysed by examining food control systems in the European Union and their implementation by Food Business Operators as well as by the Competent Authorities in two Member States (Italy and The Netherlands). Cases are scrutinised where problems of enforcement or weaknesses of the system have come to light in dealing with various possible violations which concern food. The dissertation aims to show the shortcomings of the legal system and to contribute to solving them by developing a theoretical concept: that of behavioural infringements due to the human factor and of their impact on consumer economic interests. The dissertation, therefore, focuses on the most suitable instruments in dealing with these infringements by examining the newly adopted legislation and by looking at what can be learnt from different approaches chosen in the two Member States studies, including that of combining the Competent Authorities rules and activities to those of Private schemes.

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