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La detenzione amministrativa degli stranieri. Nuove frontiere in materia di liberta' personale / Immigration detention and legal safeguards against arbitrary detention

Cancellaro, Francesca <1984> January 1900 (has links)
La detenzione amministrativa degli stranieri, pur condividendo il carattere tipicamente afflittivo e stigmatizzante delle pene, non si fonda sulla commissione di un reato e non gode delle medesime garanzie previste dal sistema della giustizia penale. Nel nostro ordinamento l’inadeguatezza della legislazione, l’ampio margine di discrezionalità rimesso all’autorità di pubblica sicurezza, nonché il debole potere di sindacato giurisdizionale rimesso all’autorità giudiziaria, raggiungono il loro apice problematico nell’ambito delle pratiche di privazione della libertà personale che hanno per destinatari gli stranieri maggiormente vulnerabili, ossia quelli appena giunti sul territorio e il cui status giuridico non è ancora stato accertato (c.d. situazione di pre-admittance). E’ proprio sulla loro condizione che il presente lavoro si focalizza maggiormente. Le detenzioni de facto degli stranieri in condizione di pre-admittance sono analizzate, nel primo capitolo, a partire dal “caso Lampedusa”, descritto alla luce dell’indagine sul campo condotta dall’Autrice. Nel secondo capitolo viene ricostruito lo statuto della libertà personale dello straniero sulla base dei principi costituzionali e, nel terzo capitolo, sono analizzati i principi che informano il diritto alla libertà personale nell’ambito delle fonti sovranazionali, con particolare riferimento al diritto dell’Unione Europea e al sistema della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. Sulla scorta dei principi indagati, nel quarto capitolo è tracciata l’evoluzione legislativa in materia di detenzione amministrativa dello straniero in Italia e, nel quinto capitolo, è approfondito il tema dei Centri dell’immigrazione e delle regole che li disciplinano. Nelle conclusioni, infine, sono tirate le fila del percorso tracciato, attraverso la valutazione degli strumenti di tutela in grado di prevenire le pratiche di privazione della libertà informali e di garantire uno standard minimo nella tutela della libertà individuale, anche nelle zone di frontiera del nostro ordinamento. / This thesis focuses on the issue of the legality of migrants’ detention immediately following disembarkation on EU shores. Under Italian practice, this phase is one of those where access to justice and legal advice are poorly protected, so that under the justification of necessity and urgency, cases of unlawful deprivation of liberty frequently take place without any legal basis and judicial review. This has been the case at the Immigration Centre located on Lampedusa Island in recent years, where under the label of ‘reception’ in reality migrants have been subjected to unlawful detention. As personally observed by the author, who carried out some fieldwork research within this Centre, the above situation has represented a case of arbitrary detention in breach of the principles established in the Italian Constitution and in International Conventions, in primis in the case law under the European Convention of Human Rights. This thesis builds on the Lampedusa case study with the aim of suggesting better ways to protect migrants’ personal liberty. Starting from the evaluation of the general legal safeguards available in the field of immigration detention in Italy, this thesis criticizes the habeas corpus system, specifically addressed to those who are in limbo’ between the arrival at the border of Europe and the determination of their individual legal status. It concludes that in Italy a migrant’s right to personal liberty is undermined by the lack of legal remedies in the Italian system.
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Il volto europeo del reato di negazionismo tra richieste di incriminazione UE e principi fondamentali CEDU / The crime of denialism in Europe: EU requests of criminalization vis-à-vis ECHR principles on free speech

Lobba, Paolo <1983> 14 June 2013 (has links)
La presente indagine mira ad esaminare, in chiave innovativa, i rapporti tra l’Europa ed un reato prettamente europeo: il negazionismo. Sviluppatosi in maniera assolutamente predominante nel nostro continente, le ragioni della sua diffusione sono molteplici. Al di là della lotta a razzismo ed antisemitismo, il motivo principale va identificato nel ruolo “fondativo” che riveste la memoria dell’Olocausto in Europa, collocata nel cuore dell’universo valoriale su cui si reggono i due principali attori europei, ovverosia l’Unione europea e la Corte europea dei diritti dell’uomo. La ricerca, dunque, ruota attorno a due poli tematici. Da un lato, sono state esaminate le politiche normative dell’Unione europea in materia di razzismo e xenofobia, entro cui spicca la promozione dell’incriminazione del negazionismo “allargato”, cioè esteso alle condotte di negazione non solo dell’Olocausto, ma anche degli altri crimini internazionali. Dall’altro lato, l’analisi della trentennale giurisprudenza della Corte di Strasburgo in materia ha evidenziato come, con riguardo alle manifestazioni negazioniste, sia stato elaborato uno “statuto speciale”, che si risolve nel perentorio diniego di tutela per questa categoria di opinioni, sottratte a monte all’ordinario giudizio di bilanciamento in quanto giudicate incompatibili con i valori sottesi alla CEDU. Lo scopo di questo lavoro riposa nel tentativo di individuare le interazioni tra questi due sistemi istituzionali, per interpretare una tendenza che converge con nettezza verso un incremento della repressione penale della parola. Da questo complesso intreccio di norme e principi, di hard law e soft law, sarà possibile enucleare la natura giuridica ed il contenuto delle richieste di incriminazione rivolte agli Stati membri. Una volta appurato che agli Stati è concesso di restringere il campo di applicazione del reato di negazionismo, adottando degli indici di pericolosità delle condotte, sarà analizzata la tenuta di questi “elementi opzionali del reato” alla luce dei principi penalistici di tassatività, materialità, offensività e laicità. / The present study aims to analyse the legal treatment of the crime of denialism by the two main European actors, namely the European Union (‘EU’) and the European Court of Human Rights (‘ECtHR’). These two systems find themselves in a delicate position that raises a need for deep investigation. They have to cherish and protect the memory of a historical event that is central to their own identity, whereas at the same time promoting the respect of fundamental rights such as freedom of speech. The first section seeks to identify the obligations stemming from the EU legal system, the institutional mandate of which is to harmonise criminal legislation of Member States by setting some basic common elements. Notably, the impact on domestic systems of the Framework Decision 2008/913/JHA on racism and xenophobia shall be assessed. The second part of the present research shall turn to the jurisprudence of the ECtHR to examine the relationship between Holocaust denial as a crime and the right to freedom of expression, with a view to deducing the principles with which States have to comply in the criminalisation of this kind of utterance. The overall goals shall be to identify: a) the interactions between these two systems; b) whether their policies on denialism may be better portrayed in terms of contrast or mutual support; c) the legal nature and content of the obligations originating for the Member States; d) whether a Europe-wide criminal prohibition on denialism appears likely to occur, whether it would be desirable and, if so, under which conditions.
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La disciplina dei reati di corruzione, concussione ed induzione indebita alla luce della legge n. 190 del 2012 / The discipline of bribery, extortion under colour of official right in the light of the law n. 190 of 2012

Domeniconi, Giovanni <1986> 14 September 2015 (has links)
L'elaborato, dopo aver esaminato le modifiche operate dalla legge n. 190 del 2012, svolge una dettagliata analisi della giurisprudenza intervenuta in seguito all'approvazione della riforma. / The paper, after examining the changes made by Law no. 190 of 2012, carried out a detailed analysis of the case law intervened following the approval of the reform.
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Il principio di precauzione nel sistema penale

Loreto, Angelo <1976> 13 April 2007 (has links)
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Profili penali della funzione di controllo sui mercati finanziari

Nisco, Attilio <1979> 13 April 2007 (has links)
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Principio di precauzione e profili penali. La normativa degli organismi geneticamente modificati.

Consorte, Francesca <1976> 13 April 2007 (has links)
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Profili penali dell'attività giudicante

Boldrini, Sara <1980> 13 April 2007 (has links)
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Della negozialità nel diritto penale

Rella, Roberto <1978> 15 May 2008 (has links)
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I reati "fuori dei casi di concorso"

Bianchi, Manuel <1980> 15 May 2008 (has links)
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Le operazioni sotto copertura. Attività di prevenzione, attività di polizia giudiziaria, riflessi sulla prova dichiarativa

Stopponi, Cinzia <1978> 15 May 2008 (has links)
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