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La documentazione monetale come fonte per la storia di Classe (Ravenna) Gli scavi condotti nell’area portuale (anni 2001-2005) e nell’area della basilica di San Severo (anni 2006-2010) / Coinage as a source for the history of Classe (Ravenna). The excavation campaigns carried out at the harbour area (2001-2005)and at the Basilica of San Severo (2006-2010)

Baldi, Elena <1965> 16 September 2013 (has links)
Gli scavi effettuati a Classe, a sud di Ravenna, presso i siti archeologici dell'area portuale e della Basilica di San Severo, hanno portato alla luce un numero abbondante di moneta, 2564 dall'area portuale e 224 dalla basilica, un totale di 2788 reperti monetali, di cui solo 863 sono leggibili e databili. La datazione dei materiali dell’area portuale, fondata agli inizi del V secolo, parte dal II secolo a.C. fino all’VIII secolo d.C.. La maggior parte dei reperti è relativa al periodo tra il IV e il VII secolo, il momento di massima importanza del porto commerciale, con testimonianza di scambi con altri porti del bacino mediterraneo, in particolare con l’Africa del Nord e il Vicino Oriente. La documentazione proveniente dalla Basilica di San Severo, fondata alla fine del VI secolo per la custodia delle reliquie del santo, mostra un trend diverso dal precedente, con monetazione che copre un arco cronologico dal I secolo a.C. fino al XIV secolo d.C.. La continuità dell’insediamento è dimostrato dall’evidenza numismatica, seppur scarsa, fino alla costruzione del monastero a sud della basilica, l’area dalla quale provengono la maggior parte delle monete. I quantitativi importanti di monetazione tardoantica, ostrogota e bizantina, in particolare di tipi specifici come il Felix Ravenna, ipoteticamente coniato a Roma, oppure il ½ e il 1/4 di follis di produzione saloniana emesso da Giustiniano I, hanno concesso uno studio dettagliato per quello che riguarda il peso, le dimensioni e lo stile di produzione di queste emissioni. Questi dati e la loro distribuizione sul territorio ha suggerito nuove ipotesi per quello che riguarda la produzione di questi due tipi presso la zecca di Ravenna. Un altro dato importante è il rinvenimento di emissioni di Costantino VIII, alcune rare e altre sconosciute, rinvenute solo nel territorio limitrofo a Classe e Ravenna. / The excavations carried out in Classe, South of Ravenna, at the sites of the harbour area and the nearby Basilica of S. Severo, have brought to light a large amount of coins, 2564 from the commercial harbour and 224 from the Basilica, a total of 2788 specimens of which only 863 are legible and can be dated, however still providing some important information. The dating of the numismatic evidence from the harbour area, that was founded in the early 5th century, ranges from 2nd century BC to late 8th century AD. Most of the finds date from the 4th to the 7th century AD, the most important period for the harbour, with evidence of trade with other areas of the Mediterranean basin, particularly with North Africa and the Near East. The evidence of the Basilica of San Severo, founded in the late 6th century for the safekeeping of the saint relics, shows a quite different pattern, with a chronological span that ranges from the 1st century BC to the 14th century AD. The occupation of the site is continuous but the numismatic evidence is scarce, until the building of the monastery South of the Basilica, the area from which most of the coins were retrieved. The large amounts of late antique, Ostrogothic and Byzantine coinage, particularly certain specific types, like the Felix Ravenna, hypothetically minted in Rome, or ½ and ¼ follis Salona emissions of Justinian I, have allowed some in-depth analysis, specifically related to weight, size and style. This type of data, as well as the pattern of distribution, have allowed to suggest new hypothesis about their production at the mint of Ravenna. Also important is the finding of coinage of Constantine VIII, rare and unknown emissions found only in the neighbourhood of Classe and Ravenna.
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Dal repertorio al database: il progetto Monete al femminile. L'iconografia monetale dell'Augusta nella prima età imperiale / From Repertoire to Database: The Monete al femminile project. Imperial Women's Representation on Coins during the First Imperial Age

Filippini, Erica <1983> 16 September 2013 (has links)
Il presente lavoro si pone l'obiettivo di fornire una rilettura filologica delle fonti numismatiche sui membri femminili della domus imperiale romana da Livia a Matidia Maggiore, supportata da una schedatura informatizzata del documento monetale. La compilazione è stata condotta tramite lo spoglio dei repertori di maggiore consultazione (RIC, BMCRE, BNCMER, HCC) e ha posto l'attenzione sia sugli elementi iconografici che su quelli epigrafici che vanno a comporre l'aspetto estrinseco della moneta. La scelta di tali elementi nelle emissioni imperiali è l'espressione di un vero e proprio linguaggio dotato di una logica comunicativa ben precisa e finalizzata a garantire la comprensibilità del messaggio. La sua decodifica consente di individuare possibili linee di definizione del ruolo pubblico e politico delle Auguste nel quadro dell'ideologia imperiale. A veicolare questo significato contribuiscono ugualmente gli elementi iconografici, con valore connotativo rispetto al soggetto raffigurato, e quelli epigrafici, con valore esplicativo ai fini della comprensione del dato visivo. La moneta rappresenta dunque un documento complesso, che necessita di una specifica metodologia di indagine volta a interpretarne tutti gli elementi. / This work aims to give a comprehensive survey of numismatic sources on Roman Imperial Women from Livia to Matidia the Elder, supported by a computerized census of the numismatic evidence.
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CORONAE, STEPHANAI E DIADEMATA. MANUFATTI PER IL CAPO E SIMBOLI DEL POTERE FEMMINILE (DA LIVIA A ELIA ARIADNE)

GROSSI, FEDERICA 12 June 2018 (has links)
Coronae, stephanai e diademata sono gli attributi più evidenti nella ritrattistica femminile di età imperiale e si configurano non solo come gioielli, ma anche come veicolo di informazioni. Obiettivo del presente lavoro è dimostrare come tali manufatti siano significativi indizi del rango e della posizione delle donne della famiglia imperiale, poiché legati al titolo di Augusta e alla legittimazione del potere grazie al ruolo delle donne come madri. Attraverso lo studio di un campione di ritratti pertinenti alla statuaria, alla glittica e alla numismatica, si propone una tipologia degli attributi e si affronta la loro analisi in relazione ai singoli soggetti, alle diverse dinastie e ai contesti in cui sono utilizzati. La ricerca ha sviluppo diacronico e copre il periodo compreso fra Livia ed Elia Ariadne. / Coronae, stephanai and diademata are the clearest feautures in Roman female portraiture and they emerge not only as jewels, but also as a way to convey information. Aim of this work is to demonstrate how these artifacts are substantial clues to understand roles and positions of the female part of Roman Imperial families, since they are connected to the title of Augusta and to the dynastic legitimacy, thanks to female role as mothers of emperors. A catalogue of portraits from statuary, glyptic and numismatic leads to a tipology of these objects and to their analysis regarding single persons, dynasties and backgrounds. The study goes from Livia to Aelia Ariadne.

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