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MANAGING TECHNOSTRESS ON THE JOB

GAUDIOSO, FULVIO 19 April 2017 (has links)
Il primo studio si focalizza sul diverso impatto di due categorie di strategie di Information Technologies coping sui livelli di ‘esaurimento lavorativo’ dei dipendenti (i.e, work exhaustion). Premesso un legame tra la percezione di due techno-stressors (techno-invasion e techno-overload) e l’accusare stress e problemi relativi all’equilibrio casa-lavoro (work-family conflict), si è proceduto tramite un sistema di equazioni strutturali e path analysis a valultare quanto significativamente diversi fossero i livelli di esaurimento lavorativo per i soggetti che utilizzassero strategie diverse per far fronte alle problematiche in esame. Il secondo studio sviluppa l’ipotesi di un effetto moderatore esercitato (sia singolarmente che in interazione reciproca) da bassi livelli di competizione tra gli impiegati ed alti livelli di ‘buona’ leadership sulla precezione del tecnostress sul lavoro. Si sono anche studiate le ricadute sul benessere dei dipendenti derivanti da un clima lavorativo percepito come altamente competitivo. Il terzo studio si propone di dimostrare statisticamente che il costrutto del distress (stress negativo) e quello dell’eustress (stress positivo) siano variabili profondamente diverse con i propri antecedenti e le conseguenze. Si dimostra quindi che non siano costrutti opposti o statisticamente ‘reciproci’. Il tutto è testato tramite tecniche di Structural Equation Modeling ed inquadrato all’interno del frame teorico del modello delle Job Demands – Resources. / This thesis will go through three empirical studies conducted in the past three years. The first study aims at deepening our understanding on how different technology-related stressors indirectly create negative outcomes. I specifically focus on work exhaustion as outcome because it has been demonstrated that it is a key detrimental state for employees’ wellbeing. Focusing on this outcome, I propose a model that explains how adaptive and maladaptive coping strategies influence it, and how they are indirectly informed by key technostress creators, namely techno-invasion and techno-overload. The second study will take in exam the action of two hypothetical technostress moderators: leadership climate and perceived competition on the job. Two distinct moderation effects techniques are tested using SPSS AMOS. The third study aims to statistically separate eustress construct (positive stress) from distress one (negative stress) since both concept are actually considered to be on the same continuum of the general stress measurement.
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SOPRA IL "DE OPIFICIO MUNDI" DI GIOVANNI FILOPONO / About John Philoponus' "De opificio mundi"

OTTOBRINI, TIZIANO 04 April 2016 (has links)
I sette libri del "De opificio mundi" dell'alessandrino Giovanni Filopono (metà VI p.Ch.) sono il primo commento speculativo alla pericope cosmopoietica del Genesi mediante la fruizione di categorie filosofiche aristoteliche. Presentandone la prima traduzione italiana, si illustra il conato di novità che il Filopono esercita nell'esegesi biblica giacché interpreta Genesi non già attraverso il paradigma demiurgico del "Timeo" platonico, come in àmbito giudaico (Aristobùlo e Filone Ebreo) e nella produzione esameronale patristica (Cappàdoci), bensì attingendo alle opere fisiche e logiche dello Stagirita. Invece della struttura mitico-allegorica sottesa alla lettura cristiana del "Timeo" si impone l'approccio analitico di Aristotele: Filopono rifiuta l'interpretazione allegoretica, impiegando l'argomentazione sillogistico-deduttiva dell'"Organon" aristotelico, ricorrendo a filosofemi cardinali in Aristotele e nella tradizione scientifica che dal medesimo fiorì in Alessandria. Così Filopono in-venta un nuovo modello esegetico: superando l'allegorismo tradizionale (arbitrario e infedele al messaggio rivelato) e il letteralismo della scuola antiochena di Teodoro di Mopsuestia, Teodoreto, Cosma (banalizzante e senza metodo critico) Filopono conia un letteralismo metodologicamente forte, ove il metodo proviene formalmente dalla logica aristotelica e contenutisticamente dalla fisica aristotelica. Già commentatore dello Stagirita, Filopono fa incontrare Rivelazione e filosofia aristotelica, lasciando nel "De opificio mundi" un singolarissimo prodromo della scolastica cristiana. / The present essay is meant to illustrate the philosophical and exegetic work intitled "De opificio mundi" (seven books) written by John Philoponus in Alexandria in the middle of the sixth century A.D. about the kosmopoiesis of the first chapter of Genesis. It is argued this treatise is the first evidence of Biblical exegesis led not according to Plato's "Timaeus" but according to Aristotelian corpus, specially "Physics" and "Organon". Philoponus rejects the allegorical method based upon demiurgic "Timaeus" since he thinks it is arbitrary and untrue compared with the Revelation literalism; therefore Philoponus passes the limit of Aristoboulos, of Philo's "De opificio mundi" and also the limit of Christian tradition of Hexaemerons (Fathers of the Church just like Cappadocians). Philoponus replaces allegorism with a new kind of Biblical literalism: not the trivializing one led by the school of Antioch (Theodore of Mopsuestia, Theodoret of Cyrrhus, Cosmas Indicopleustes) but a scientific and methodic literalism relied on Aristotelian logic and on the (meta)physical concepts derived from Aristotle (kinesis, dynamis, hexis, hypokeimenon, etc.); so "De opificio mundi" has a syllogistic and deductive structure, not a mythic-allegorical one. Last philosopher in Late Antiquity, Philoponus is in-ventor of a striking Christian-Aristotelian scholasticism.

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