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Il Dionisismo nelle comunità puniche: il caso di Mozia / Dionysism in Phoenician and Punic communities: the Mozia case

De Vita, Paola <1981> 09 September 2013 (has links)
La ricerca sul «Dionisismo nelle comunità fenicie e puniche: il caso di Mozia» prende in considerazione le diverse attestazioni del dionisismo quale si evidenziano, con le sue ricadute politiche e cultuali, nelle comunità fenicie e puniche della Sicilia, della Sardegna e della stessa Cartagine. Accanto ad una lettura testuale utile alla storicizzazione contestualizzata del fenomeno, fra cui lo stesso pitagorismo, si propone un corpus che comprende prodotti delle categorie artigianali che restituiscono iconografie di’ambientazione dionisiaca, testimonî dell'adozione sociale e pubblica di una cultualità la cui origine si mostra sempre più vicina a contesti vicino-orientali. Da una rilettura storicizzata del dionisismo, quindi, si mettono in evidenza con un approccio multidisciplinare e comparativistico le caratteristiche del culto, di cui si sottolinea fra l’altro la componente ctonia. In particolare il santuario tofet, con le sue recenti riletture di santuario cittadino e pluricultuale, sembra proporre analogie fra il mlk e la ritualità dionisiaca. Analogie che confermano la vocazione mediterranea ed interculturali delle comunità fenicie e puniche e che in più di un caso daranno luogo a sincretismi che si trasmetteranno sino ed oltre l’età romana. In questo colloquio interetnico Mozia svolge un ruolo non secondario insieme a Selinunte, vero e proprio laboratorio del sincretismo cultuale della Sicilia Occidentale pre-romana, dove i culti di Zeus Melichios e di Demetra si pongono come realtà rituali fra le più utili alla coesione sociale, quell’analoga coesione solciale elitaria perseguita dal dionisismo. / The research on “Dionysism in Phoenician and Punic communities: the Mozia case” takes into consideration the different attestations of Dionysism that emerge, with their political and cultural relapses, in the Phoenician and Punic communities of Sicily, Sardinia and Carthage herself. Beside a textual reading useful to a contextualized historicization of the phenomenon, including Pythagorism itself, it is here set a corpus that includes products of the handicraft classes that return iconographies of Dionysiac scenery, evidences of the social and public adoption of a creed whose origins appear increasingly closer to Near-East contexts. A historicized reading of Dionysism is thus to point out, with a multidisciplinary and comparative approach, the features of the cult, of which is underlined the Chthonic element. In particular, the tofet sanctuary, with its recent reinterpretation as urban shrine, seems to suggest analogies between the mlk and the Dionysiac rituals. Analogies that confirm the mediterranean and intercultural vocation of the Phoenician and Punic communities and that, in more than a case, will give cause for syncretisms that will pass on to the Roman age and beyond. In this interethnical exchange Mozia plays a primary role jointly with Selinunte, true laboratory of the cultural syncretism of pre-Roman West Sicily, where the cults of Zeus Melichios and Demeter stay as some of the most useful ritual realities for social cohesion; that similar elitist social cohesion pursued by Dionysism.
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I manufatti egizi ed egittizzanti in Sicilia / Egyptian and Egyptianizing objects in Sicily

Martinez, Manuel <1983> 09 September 2013 (has links)
Il progetto di ricerca si è posto l'obiettivo di analizzare una serie di manufatti egizî e di tradizione egizia della Sicilia preromana e di evidenziare le eventuali sopravvivenze della cultura egittizzante sull’isola fino all'età tardoantica. La realizzazione di un corpus, aggiornato sulla scorta di nuovi rinvenimenti, di recenti riletture e di studi su materiali inediti custoditi nei musei siciliani, ha contribuito a tracciare una mappa distributiva delle aree di rinvenimento e di attestazione, con particolare riferimento alle diverse etnie che recepiscono tali prodotti e alla possibilità di ricostruire l’ambientazione storica della domanda diretta o indiretta. Si è scelto di privilegiare lo studio tipologico, iconografico e iconologico di alcune “categorie” di materiali maggiormente documentati sull’isola, quali amuleti, scarabei e scaraboidi, cretule, ushabti, gioielli, bronzi figurati, gemme, con l’individuazione di riscontri in ambito mediterraneo. La documentazione delle testimonianze antiquarie contenenti notizie su reperti oggi non più reperibili ha permesso, infine, non solo l’acquisizione d’informazioni spesso ritenute perse, ma anche una comprensione storicizzata delle dinamiche del collezionismo siciliano e del suo ruolo nel più vasto ambito europeo dal XVII al XIX secolo. È stato importante, infatti, chiarire anche alcuni aspetti della cultura egittologica del periodo, legata in genere alla circolazione di stereotipi e alla mancanza di una conoscenza diretta della realtà faraonica. / The research project aims to analyze a series of Egyptian and Egyptianizing objects of Pre-Roman Sicily and to point out possible outlivings of the Egyptianizing culture on the island up to the Late Antiquity. The realization of a corpus, updated to the stocks of new discoveries, recent re-readings and studies of unreleased material stored in Sicilian Museums, contributes to outline a distribution map of the discovering areas and attestation, with particular reference to the different ethnic groups which recognize such products and to the possibility of a reconstruction of the historical location by the direct or indirect market request. Preference was given to the typological, iconographic and iconological research of some of the “categories” of material most documented on the island like amulets, scarabs, sealings, ushabtis, jewelry, bronzes and gems with identification of comparison in the Mediterranean area. At least there is documentation of archaeological records containing the information of finds, although today these are less available, this allows not only the acquisition of information believed to be lost but also a historical insight into Sicilian collecting dynamics and to its rule in the more extended European area from the 17th until the 19th century. It was important indeed to illustrate some aspects of the Egyptological Culture of the period generally connected to stereotypical ideas and a lack of direct knowledge of pharaonic reality.

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