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Nuovi dati sulla sinagoga di bova marina nel contesto dell'archeologia ebraica della calabria tardo antica / New Data about the Bova Marina Synagogue within the Jewish Archaeology of Calabria in the Late AntiquityTromba, Enrico <1975> 08 September 2015 (has links)
L’obiettivo del lavoro di ricerca consiste nell’analisi dei dati archeologici della sinagoga di Bova marina (RC). Dopo una veloce descrizione della presenza ebraica in Italia, attraverso i reperti archeologici, si è passati ad analizzare i dati degli scavi degli anni ’80 del Novecento e successivamente si è proceduto a delle nuove analisi stratigrafiche per definire la cronologia della sinagoga e dell’intero sito di S. Pasquale. Nella tesi sono riportati i nuovi dati inerenti il rilievo della sinagoga, le nuove ipotesi interpretative delle due aree sepolcrali e la lettura di un nuovo edificio collegabile alla stessa fase di vita della sinagoga. / The target of the research is the analysis of archaeological data of the Bova Marina (RC) synagogue. After a quick description of the Jewish presence in Italy, through the archaeological finds, it moved to analyze the data of the excavations of the 80s of the twentieth century and then we proceeded in the new stratigraphic analysis to define the history of the synagogue and the entire site of St. Pasquale. The thesis shows the new data concerning the importance of the synagogue, the new possible interpretations of the two burial grounds and reading a new building connected to the same phase of life of the synagogue.
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La vita culturale ebraica a Candia nei secoli XIV-XVI: l'impatto dell'immigrazione sulla cultura della comunità locale / The Jews in Candia in the XIV-XVI centuries. The impact of Jewish immigration on the local cultureCorazzol, Giacomo <1978> 08 September 2015 (has links)
La tesi ha per oggetto la cultura ebraica cretese nei secoli XIV-XVI e, in particolare, l’influsso esercitato su di essa dalla cultura e dalle tradizioni degli ebrei sefarditi e ashkenaziti che cominciarono a stabilirsi sull’isola a partire dalla metà del Trecento. La tesi si basa da un lato su fonti amministrative e notarili e, dall’altro, sui manoscritti ebraici prodotti o portati a Candia nel periodo considerato. Il primo capitolo tratta della comunità ebraica nel primo Cinquecento e porta nuove notizie a proposito della geografia della zudeca, delle sue sinagoghe, della sua composizione sociale, dell’entità della sua popolazione e della biografia del principale leader spirituale e culturale attivo a Candia a quell’epoca: Elia Capsali. Il secondo capitolo offre una panoramica sull’immigrazione ebraica a Candia nei secoli XIV-XV. Il terzo capitolo esplora alcune particolarità della liturgia sinagogale elaborata dagli ebrei candioti sotto l’influsso della tradizione ashkenazita. Il quarto capitolo tratta di due liste di libri databili alla seconda metà del Quattrocento (Bologna, Biblioteca Universitaria, ms. 3574 B) e suggerisce di considerarle come indicative del peso che ebbero alcuni immigrati ebrei catalani nella diffusione della cultura medica sefardita a Candia. Il quinto capitolo è dedicato al medico, filosofo e astronomo Mosheh ben Yehudah Galiano, il quale visse a Candia tra la seconda metà degli anni Venti del Cinquecento e il 1543. L’ultimo capitolo tratta degli effetti provocati dall’epidemia di peste del 1592-95 all’interno della zudeca di Candia. / The thesis investigates the culture of the Cretan Jews in the XIV-XVI centuries and concentrates on how the Sephardi and Ashkenazi immigrants who began to settle on the island around mid-XIV century contributed in shaping a shared culture. The thesis is based both on the administrative and notarial documents preserved in the State Archive in Venice and on the Hebrew manuscripts produced by Candiote Jews or brought there by the new settlers.
The first chapter offers a reconnaissance of the Jewish community of Candia in the early XVI century and brings new information on the geography of the zudeca, its administration, its social composition, the amount of its population, and the biography of its main leader at the time: Elijah Capsali (d. 1550).
The third chapter illustrates some of the peculiarities that the Candiote synagogal liturgy developed under the influence of Ashkenazi settlers.
The fourth chapter deals with two lists of books found in a manuscript preserved in the University Library of Bologna, and shows how they can be viewed as a testimony of the role played by Catalonian immigrants in the spread of Sephardi medical lore among Candiote Jews.
The fifth chapter is dedicated to Mosheh ben Judah Galiano, a physician, philosopher and astronomer who settled in Candia in the late ’20s of the Sixteenth century and left the island on 1543.
The sixth chapter offers an examination of the plague that struck Candia in 1592 and its impact on the Jewish community.
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Il registro di un prestatore ebreo bolognese degli anni 1426-1431: edizione del testo ebraico e versione italianaMarucchi, Chiara <1975> 09 July 2007 (has links)
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Censimento, catalogazione e ricomposizione dei frammenti di manoscritti ebraici medievali riusati come legature di registri e libri in biblioteche ed archivi italianiSagradini, Enrica <1976> 08 July 2009 (has links)
Il lavoro di tesi si è incentrato sull’analisi dei frammenti di manoscritti ebraici medievali rinvenuti in alcuni archivi e biblioteche dell’area emiliano-romagnola ossia, come è noto, la regione italiana che vanta il maggior numero di frammenti rinvenuti; ben 6.000 frammenti sui circa 10.000 censiti sino ad oggi in tutta l’Italia, vale a dire un numero pari al 60% del totale. Nello specifico è stato esaminato il materiale pergamenaceo ebraico conservato in Archivi e Biblioteche delle città di Cesena, Faenza ed Imola, per un totale di 230 frammenti ebraici. Ho, quindi, proceduto all’identificazione di tutti i frammenti che, se dal punto di vista testuale ci documentano parti delle principali opere ebraiche diffuse nel Medioevo, sotto l’aspetto paleografico ci attestano le tre principali tradizioni scrittorie ebraiche utilizzate in Occidente, ossia: quella italiana, la sefardita e quella ashkenazita, oltre che ad alcuni rari esempi di grafia sefardita di tipo provenzale, una tipologia rara, se si considera che fra i quasi 10.000 frammenti finora scoperti in Italia, il numero di quelli vergati in questa grafia è davvero piccolo. Successivamente ho preso in esame le caratteristiche codicologiche e paleografiche dei frammenti,
in particolar modo quelle relative a rigatura, foratura, mise en page e alle varianti grafiche individuali dello scriba, fra cui abbreviazioni, segni grafici di riempimento e resa del tetragramma sacro del nome di Dio, elementi che mi hanno consentito di identificare i frammenti smembrati da uno stesso manoscritto. Ciò ha permesso di individuare ben 80 manoscritti dai quali furono smembrati i 230 frammenti ebraici rinvenuti. Infine, sulla base dei dati raccolti, è stato realizzato un catalogo di tutti i frammenti, all’interno del quale i frammenti sono stati ricomposti per manoscritto. A loro volta, i vari manoscritti, suddivisi per soggetto, sono stati ordinati per secolo, dal più antico al più recente, in base alla grafia in cui sono vergati, ossia: Italiana, Sefardita (Provenzale) o Ashkenazita e per stile: quadrata, semicorsiva e corsiva. A motivo, poi, di nuovi ritrovamenti in diverse località italiane, mi sono dedicata ad un aggiornamento della mia ricerca compiuta per la tesi di Laurea, pubblicata nel 2004, sui frammenti talmudici e midrashici scoperti negli archivi e nelle biblioteche italiani; un genere di letteratura i cui rinvenimenti, per vari motivi, sono estremamente rari. In quell’occasione furono catalogati 475 frammenti talmudici, appartenenti a 151 manoscritti diversi, databili su base paleografica tra i secc. X e XV, e 54 frammenti midrashici appartenenti ad 8 manoscritti databili tra i secc. XII e XV. Ad oggi, dopo 4 anni, sono stati scoperti 21 nuovi frammenti talmudici ed un nuovo frammento midrashico. Nello specifico di questi 21 frammenti: 17 contengono parti tratte dal Talmud babilonese e 4 dal Sefer ha-Halakot di Alfasi (un noto compendio talmudico); mentre il frammento midrashico, rinvenuto presso la Sezione di Archivio di Stato di Foligno, contiene una parte del Midrash haggadah a Deuteronomio, costituendo pertanto già di per se stesso un rinvenimento molto importante. Questo frammento, ad una prima analisi, sembrerebbe completare alcune lacune del Midrash Haggadah ai
cinque libri della Torah pubblicato a Vienna nel 1894 da S. Buber sulla base del solo manoscritto esistente che, tuttavia, presentava delle lacune, come riferisce lo stesso autore nella prefazione all’opera.
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Regolamentazione dello status della discendenza in Mishnah e Tosefta: studio sull'unità del testoTavoloni, Marco <1978> 12 April 2010 (has links)
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Libro, diaspora e ri-costruzioni identitarie. Per una storia della tipografia sefardita portoghese nell'Italia del CinquecentoFaiolo, Chiara <1976> 16 June 2010 (has links)
Il lavoro ripercorre le tracce che gli ebrei portoghesi, esuli dopo il biennio 1496-97, lasciarono nel loro cammino attraverso l'Europa. In particolare, l'interesse si concentra sulla breve parentesi italiana, che grazie all'apertura e alla disponibilità di alcuni Signori, come i Gonzaga di Mantova, i Medici, i Dogi della Serenissima e gli Este, risulta ricchissima di avvenimenti e personaggi, decisivi anche per la storia culturale del Portogallo. L'analisi parte evidenziando l'importanza che ebbe la tipografia ebraica in Portogallo all'epoca della sua introduzione nel Paese; in secondo luogo ripercorre la strada che, dal biennio del primo decreto di espulsione e del conseguente battesimo di massa, porta alla nascita dell'Inquisizione in Portogallo. Il secondo capitolo tenta di fare una ricostruzione, il più possibile completa e coerente, dei movimenti degli esuli, bollati come marrani e legati alle due maggiori famiglie, i Mendes e i Bemveniste, delineando poi il primo nucleo di quella che diventerà nel Seicento la comunità sefardita portoghese di Amsterdam, dove nasceranno le personalità dissidenti di Uriel da Costa e del suo allievo Spinoza.
Il terzo capitolo introduce il tema delle opere letterarie, effettuando una rassegna dei maggiori volumi editi dalle officine tipografiche ebraiche stanziatesi in Italia fra il 1551 e il 1558, in modo particolare concentrando l'attenzione sull'attività della tipografia Usque, da cui usciranno numerosi testi di precettistica in lingua ebraica, ma soprattutto opere cruciali come la famosa «Bibbia Ferrarese» in castigliano, la «Consolação às Tribulações de Israel», di Samuel Usque e la raccolta composta dal romanzo cavalleresco «Menina e Moça» di Bernardim Ribeiro e dall'ecloga «Crisfal», di un autore ancora non accertato. L'ultimo capitolo, infine, si propone di operare una disamina di queste ultime tre opere, ritenute fondamentali per ricostruire il contesto letterario e culturale in cui la comunità giudaica in esilio agiva e proiettava le proprie speranze di futuro. Per quanto le opere appartengano a generi diversi e mostrino diverso carattere, l'ipotesi è che siano parte di un unicum filosofico e spirituale, che intendeva sostanzialmente indicare ai confratelli sparsi per l'Europa la direzione da prendere, fornendo un sostegno teoretico, psicologico ed emotivo nelle difficili condizioni di sopravvivenza, soprattutto dell'integrità religiosa, di ciascun membro della comunità. / The work traces the route that the Portuguese Jews, exiles after the 1496-97 biennium, followed on their journey through Europe. In particular, interest focuses on the brief Italian period, which is rich in events and characters decisive also for the cultural history of Portugal, thank to the openness of some Princes and Lords, as the Gonzaga of Mantua, the Medicis, the Doges of Venice and the Este family. The analysis starts by highlighting the importance that the Hebrew typography had in Portugal at the time of its introduction in the country, than traces the path that leads to the birth of Inquisition in Portugal, starting from the first expulsion act and the subsequent forced mass baptism. The second chapter tries a reconstruction as complete and consistent as possible of the wanderings of exiles, branded as Marranos and linked to two major families, Mendes and Bemveniste, outlining the nucleus of what will become in the seventeenth century the Sephardic Portuguese community in Amsterdam, which gave the dissident personalities of Uriel da Costa and his student Spinoza.
The third chapter introduces the theme of literary works, performing a survey of the main volumes published by the Jewish presses who settled in Italy between 1551 and 1558, especially focusing on the activity of the Usque typography, which produced many Hebrew prayer books, and works as crucial as the famous Spanish Ferrara Bible, Samuel Usque’s Consolação às Tribulações de Israel, and the collection composed by Bernardim Ribeiro’s knight novel Menina e Moça and the eclogue Crisfal, written by an author not yet identified. The last chapter, finally, tries to analyze these three works, which are fundamental to reconstruct the literary and cultural context in which the exile Jewish community acted and projected its hopes for the future. Even if the three works belong to different genres and show different character, the hypothesis is that they are part of a philosophical and spiritual unicum, which basically aimed to show the brethren scattered across Europe the way to go, providing a theoretical, psychological and emotional support in the difficult survival conditions, especially of the religious integrity of each member of the community.
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