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A Comparative Study of the My Lai and Bialystok Massacres : The Social Mechanisms of Perpetration and their Causal Determinants

Kjerte, Emil January 2015 (has links)
This  thesis  offers  a  comparative  study  of  the  My  Lai  massacre  perpetrated  by  American soldiers during the Vietnam in War and the  massacre in Bialystok  carried out by a police unit operating  under the Nazi regime. Using theories from social  psychology in combination witha  careful  scrutiny  of  sources  from  criminal  investigations,  it  seeks  to  elucidate  the  social mechanisms  of  perpetration  in  the  two  cases  and  explores  how  their  divergent  macro-level contexts facilitated  distinctions in the perpetrator’s behavioural patterns and motivations. The study  demonstrates  that  despite  commonalities  at  the  micro  level,  the  massacres  were organized  in  distinctive  ways,  featured  divergent  perpetrator  behavioural  patterns  andencompassed  disparities  in  the  number  of  abstainers  due  to  different  macro-level  contexts. The  thesis provides  explanations  for these case variations, and it  argues  that new insight into the phenomenon of perpetration can be gained by adopting a comparative perspective.
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Hans Biebow dopo il 1941: la Wehrmacht, la Soluzione Finale e la fine del ghetto di Łódź

Pobbe, Anna Veronica 05 May 2020 (has links)
La storiografia sul ghetto di Litzmannstadt si è particolarmente ampliata negli ultimi anni, grazie ad opere come quelle di Löw (Juden im Getto Litzmannstadt), Klein (Die Gettoverwaltung Litzmannstadt) e Horowitz (Ghettostadt), solo per citarne alcune. Questo ha permesso una maggiore comprensione delle vicende relative a quello che fu il ghetto più longevo tra quelli creati dai nazisti durante il secondo conflitto mondiale: istituito già nel dicembre del 1939 (per ordine del Regierungspräsidant Friedrich Übelhör), venne infatti liquidato definitivamente solo nell’estate del 1944. Nonostante l’immagine del ghetto di Litzmannstadt sia ad oggi costituita da una molteplicità di facce, molti sono i lati ancora oscuri, tra i quali spicca sicuramente quello relativo alla figura del suo Amtsleiter: Hans Biebow. Costui nacque a Brema nel 1902, da una famiglia piccolo borghese ridotta in miseria a causa della Grande Depressione; si iscrisse tardivamente al NSDAP (nel 1937) e tale adesione fu motivata probabilmente da soli interessi opportunistici. A partire dal 1941, quando cioè il ghetto di Litzmannstadt divenne un “arcipelago di Ressorts” dedito alla produzione tessile, la figura di Biebow smise di essere quella di un semplice arrampicatore sociale e assunse complessità all’interno di un contesto, quello relativo allo sfruttamento della manodopera ebraica, in piena espansione. Con l’arrivo dei primi trasporti provenienti dal Vecchio Reich (autunno 1941), l’Amtsleiter vide prima ampliarsi le sue competenze, da locali a regionali e, successivamente, con l’inizio dell’Endlösung, venne posto da Arthur Greiser (Gauleiter del Warthegau) all’apice della piramide relativa al sistema di distruzione fisica istituito nella regione. Proprio per quanto riguarda il Wartheland (facente parte dei territori occupati direttamente annessi al Terzo Reich) si può vedere come, analizzando gli eventi tra 1941 e 1944, l’amministrazione nazista avesse una gestione corale, all’interno della quale la figura di Biebow ebbe certamente un ruolo primario. La cooperazione fra enti, in questo caso, mutò in competizione solo verso la metà del 1943, quando l’interessamento delle SS verso la produzione del ghetto di Litzmannstadt divenne più esplicito. La storia del ghetto di Litzmannstadt, vista dalla prospettiva del suo amministratore, è una storia di miti, come quelli alimentati dalla propaganda del Reichsstatthalter; ma soprattutto è una storia di potere, che viene ottenuto sul campo, attraverso la partecipazione nelle Aktionen e non sempre è espresso a livello gerarchico.

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