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KNOWLEDGE MANAGEMENT, FORMAZIONE E TECNOLOGIE 2.0: VERSO LA SOCIAL COLLABORATION IN CONTESTI PROFESSIONALIGABRI, SARA 17 March 2014 (has links)
La ricerca è stata condotta in una realtà organizzativa multinazionale, con lo scopo di comprendere quale sia il ruolo giocato dalle Nuove Tecnologie (NT) nel processo di integrazione tra Knowledge Management (KM) e Formazione. Queste due aree, infatti, potrebbero reciprocamente supportarsi nella capitalizzazione della conoscenza prodotta in azienda. Il primo studio ha esplorato la cultura organizzativa attraverso l’analisi delle comunicazioni sull’intranet. Con il secondo studio sono stati approfonditi vissuti e rappresentazioni dei membri dell’organizzazione; sono state condotte interviste etno-narrative ai responsabili dell’area Formazione, del KM ed ai Facilitatori delle Comunità di Pratica (CoP) per far emerge le pratiche d’uso delle NT. Nel terzo studio è stato indagato il costrutto della partecipazione alle CoP Virtuali, strumento indispensabile per rendere capillari le attività del KM. Il questionario compilato dai membri di alcune delle CoP aziendali ha mostrato come l’influenza di un fattore soggettivo e di uno sociale favoriscano la partecipazione alle attività. Dagli studi è emerso che la creazione di spazi prossimali di apprendimento riconosciuti e di un ambiente per la social collaboration consentirebbero il passaggio ad un sistema integrato ed un cambiamento nella cultura d’uso. Risulta fondamentale anche l’apporto di alcune figure chiave interne all’azienda, unito ad interventi di educazione all’uso. / Aim of the research, conducted in a multinational organization, is understanding the role played by New Technologies (NT) in the process of integration of Knowledge Management (KM) and Learning. These two areas, in fact, could support reciprocally in the capitalization of the knowledge produced in the company. The first study explores the organizational culture through the analysis of communication on the intranet. The second study looks at organization’s members experiences and representations. Ethno-narrative interviews were conducted to the training and KM areas managers, and to Communities of Practice’s (CoPs) Facilitators, to understand the NT’s practices of use. The third study investigates the construct of participation in Virtual CoPs, an essential tool to make widespread KM activities. The questionnaire completed by members of some Company’s CoPs showed how one subjective and one social factors encourage participation in activities. These studies show that the creation of spaces of recognized proximal learning and a social collaboration environment can enable the transition to an integrated system, and a change in the culture of usage. It is also essential the contribution of some key figures within the Company, combined with education to usage.
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LE CONDIZIONI ORGANIZZATIVE PER IMPLEMENTARE IL LEAN IN SANITA' / The organizational conditions to implement lean in healthcareCENTAURI, FEDERICA 24 May 2017 (has links)
Il lean consente di realizzare miglioramenti significativi nelle performance delle organizzazioni sanitarie. Esistono però limitati riscontri sull’effettiva capacità delle iniziative lean di perdurare nel lungo periodo mentre i processi di implementazione risultano scarsamente investigati. Il presente studio, attraverso un protocollo di ricerca articolato in tre fasi, attinge alla letteratura sull’implementation science e sul lean healthcare per investigare: (i) le condizioni organizzative rilevanti per implementare il lean in una organizzazione sanitaria, ed in particolare in un ospedale; (ii) le interdipendenze reciproche tra il lean come approccio sistemico al cambiamento ed il contesto organizzativo e (iii) l’influenza di questi processi di mutuo adattamento sulla sostenibilità delle pratiche implementate. L’analisi empirica (multiple case study) mostra che l’implementazione e la sostenibilità nel tempo di sforzi di miglioramento lean è il risultato di un processo continuo di cambiamenti e aggiustamenti nell’approccio lean originariamente adottato e nel contesto organizzativo dove si sviluppa. In particolare, l’impiego di un framework socio-tecnico per sistematizzare le evidenze emerse ha permesso di identificare alcuni correlati pattern di cambiamento che i manager ospedalieri sono chiamati a presidiare: decentralizzare le responsabilità sulle attività di miglioramento; promuovere funzioni di leadership e guida al cambiamento ad ogni livello organizzativo; introdurre un livello intermedio tra il top management ed il personale; lanciare eventi di promozione; sviluppare un processo continuo di apprendimento; adottare un approccio integrato all’ottimizzazione dei processi produttivi ospedalieri. / Lean has shown to deliver significant performance improvement in healthcare organizations. However, its practical implementation remains challenging and the ability to deliver in the long term is an under investigated issue. By using a three-step research protocol, the study draws on the main streams of literature on implementation science and lean management healthcare to explore: (i) the relevant organizational conditions for implementing lean in healthcare organizations, in particular in hospitals; (ii) the continuous process of reciprocal interdependence between lean as a system-wide organizational strategy and its context of application, and (iii) the influence of these mutual adaptation mechanisms on the sustainability of the implemented practices. As emerged from the empirical analysis (multiple case study), the implementation and the maintenance of lean efforts over time is the result of a continuous process of adjustments and modifications occurring in the overall change program originally adopted and in its context of application. In particular, the use of a socio-technical system framework to systematize the emerged evidence points out some key interrelated change patterns that hospital managers must place equal focus on: decentralizing responsibilities to practically work on lean; ensuring a stable guidance and sponsorship at all organizational levels; introducing an intermediate level between the top management and professionals; launching internal events; developing a continuous learning and improvement process; structuring a comprehensive approach to the optimization of hospital production processes.
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Creatività individuale e di team: Esperimenti riguardo gli effetti degli stili di leadership e delle pratiche di gestione delle risorse umane / INDIVIDUAL AND TEAM CREATIVITY: EXPERIMENTS ON THE EFFECTS OF LEADERSHIP STYLES AND HUMAN RESOURCES MANAGEMENT PRACTICESMOCHI, FRANCESCA 28 March 2018 (has links)
La tesi approfondisce alcune delle risorse strategiche che permettono la sopravvivenza e il miglioramento delle organizzazioni. Essa si divide in tre articoli, il fil rouge è l’utilizzo degli esperimenti come metodologia di ricerca. Riconoscendo la creatività dei lavoratori come una competenza strategica e una misura di performance sia a livello individuale che di gruppo, il primo articolo confronta gli effetti di tre stili di leadership – trasformazionale, transazionale e laissez-faire – sulla creatività individuale e mostra quale di essi sia più appropriato per il suo incremento. I mood positivi e negativi sono stati inclusi nel modello di ricerca come mediatori e la motivazione intrinseca è stata inclusa come moderatore. Il secondo articolo estende il primo e indaga le medesime relazioni a livello di team. Non solo i leader, ma anche i follower sono rilevanti per le organizzazioni: i talenti sono la linfa vitale delle organizzazioni e il loro comportamento deve essere indagato in modo da attrarli, trattenerli e gestirli. Il terzo articolo indaga quindi il comportamento dei talenti nella ricerca di una posizione lavorativa e nella scelta del datore di lavoro tramite l’utilizzo di social media e l’analisi delle pagine sui social network. / The purpose of the thesis is to provide an in-depth understanding of some strategic resources that allow organizational survival and improvement. The thesis is divided into three papers and the fil rouge is the use of experimental design as research methodology. Recognizing creativity as a strategic competence and a measure of individual or team performance, the first paper compares the effect of three leadership styles – transformational, transactional and laissez-faire – on individual creativity, thus showing which leadership behavior is the most suitable for enhancing it. Positive and negative moods are included in the research design as mediators and individual intrinsic motivation is included as moderator. The second paper is an extension of the first one and investigates the same relationships at a team level of analysis. Furthermore, not only leaders are relevant for the organizations, but followers too. Talents are the life-bloods of organizations and their behaviours have to be detected for attracting them, but also for retaining and managing them. The third paper untangles the job seekers’ behaviors in looking for a job and choosing a company rather than another one basing their choice on the screening of social media and social network pages.
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Innovation Patterns in the Design-Driven Industries. Opening Up the 'Made in Italy'Faludi, Julianna January 2016 (has links)
The main argument of the dissertation is structured around the relationship of innovation and modularity with a special focus on innovation openness. This research took a grasp in understanding the context, the classics, story of Italian design, and Made in Italy at the same time exploring design today: based on a field work in Milan, Lombardy. Case study method proved to be as most suitable for answering the explorative nature of this research. The approach was thus relying on secondary data, desk research and observation for understanding the context both from the angle of tradition and current discourse, as for reaching the next level: collecting cases worth to pursue. The cases presented were chosen to elucidate the targeted questions, and to open the path for further research. However, obstacles faced on the field narrowed the cases covered, and the breadth of the investigation of each case study. Limitations in data access did not allow going beyond the story, I had to rely on what was constructed by the company itself. Despite these obstacles the analysis benefited from the perspective of communication and branding: it made possible to investigate a complex innovation effort. This proved to be a valuable insight, since design-driven industries are driven by producing meanings, forming the discourse where communication plays a key role. This work explores what modularity means in production opening up the perspective toward the aesthetic and semantic realm of production of goods. Furthermore in search for the locus of innovation it examines the relationship of modularity, innovation and openness. By exploring architectural innovation [Henderson and Clark 1990] I found that core design concepts that define the direction of technological improvements enter the conceptual frame of innovation: • What was interpreted as ‘values’ by the company defining the design are proven to be core design concepts in the conceptual frame, as they define here a technological and conceptual [stylistic] frame. • Thus, architecture draws here a semantic and aesthetic frame of conveying meanings. [Not just merely defining the technological construction of the artifact described by the interaction of the elements]. • Procedural innovation [coined by me]: the effort that evolves around the main objective to most efficiently elaborate on the core design concepts in technological, and semantic realms. Further findings of the case studies suggest that open methodology of design and innovation is prone to come from third parties to established firms: • open design methodology as a communication strategy that contributes to innovation practices of the company, and not as a conscious strategy coming from the other way round. Here technological and communication tools are intertwined, as they are conveying meanings defined by the core design concepts • Firms in need for raising their capacities and reshaping organizational routines to innovate turn to third parties in the Knowledge-Intensive Business Services • elucidate hybrid forms of innovation Adding to theory The above-mentioned empirical findings were backed by a concise summary on: • open/ user/ collaborative innovation scholarship • links between modularity and innovation • and understanding the relationship of modular design in the history of design and architecture; also elaborating the: • Semantic frame of innovation: where the product is an architecture of meanings • Framework for understanding stylistic realm of conveying meanings and innovation • Linking modular design of products as a conceptual approach [aesthetics] and linking it to production from an evolutionary perspective Adding empirical insights to be considered for • Organizational theory: namely redefining the boundaries of the firm • Innovation openness: based on the locus of innovation • Modularity: apart from focusing on production, organization and that modular construction of goods has also a conceptual meaning (conceptually exploring the relationship of modular design and integrality with examples from architecture and classics of Italian design). Considering goods as an architecture of meanings and firms producing brands rather than goods, it draws on the implications of arrangement of production.
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CRAFTSMANSHIP OF EXCELLENCE: A THREE - STUDY EXAMINATION OF THE CONCEPT OF "ARTISANAL"RICCI, ALESSANDRA 01 April 2019 (has links)
Questa tesi si propone di approfondire il significato del concetto di 'artigianato' dal punto di vista di tre differenti tipologie di stakeholder: 1) Associazioni e Camere di commercio; 2) Aziende, Fornitori ed Esperti e 3) Consumatori. L’obiettivo principale di questa tesi è riassumere i più recenti sviluppi in materia di artigianato evidenziandone lo stato dell'arte e proponendo osservazioni critiche in merito al concetto stesso di artigianalità. Verranno identificati eventuali limiti e lacune concettuali sul tema dell’artigianato nonché indicati suggerimenti per la ricerca futura. Questa tesi è articolata in tre ricerche: la prima, " Artisanship: A review of the conceptualization of the “craftmanship ", impiega la content analysis per esaminare le definizioni di 'artigianato' fornite da diverse fonti tra cui Fondazioni, Associazioni, Organizzazioni Internazionali e Intergovernative e Camere di Commercio. La seconda ricerca "Crafting the craft - evidence from Italian experts" utilizza la metodologia qualitativa delle interviste semistrutturate con manager, esperti e opinion leader che gravitano nel mondo dell’artigianato. L’ultima ricerca " Understanding of the concept of “craft” – from the perspective of Italian consumers " è un'indagine finalizzata a capire le percezioni del consumatore in merito all’artigianato e le sue preferenze per i diversi tipi di prodotti artigianali. Grazie all’intrinseca interdisciplinarietà di questa tesi, che collega diverse basi teoriche e discipline come sociologia, economia, arte, filosofia e storia sociale, si cercherà di colmare le attuali lacune presenti nella ricerca sull'artigianato offrendo, così, un nuovo contributo in materia. / This thesis aims to deepen the meaning of ‘craft’ by looking at the concept from the perspective of different stakeholders, including 1) Guilds and Chambers of Commerce; 2) businesses, providers and experts and 3) consumers. The overarching purpose of this dissertation is to summarize recent developments, to highlight the state of the art and to offer some critical observations of various understandings of the concept of artisanship, in order to identify conceptual gaps and limitations and directions for future research. This dissertation includes three studies: Study 1 - “Artisanship: A review of the conceptualization of the “craftmanship” – employs content analysis to examine definitions of ‘artisanship’ provided by different sources from Craft Foundations and Associations, international and intergovernmental organizations, and European Chambers of Commerce. Study 2 – “Crafting the craft – evidence from Italian experts” is based on a qualitative methodology and includes semistructured interviews with managers and experts of artisanal products. Study 3 – “Understanding of the concept of “craft” – from the perspective of Italian consumers” is a survey aimed at investigating consumer perceptions of artisanship and preference for different types of artisanal products. By bridging different theoretical bases and disciplines, such as sociology, economics, arts, philosophy and social history, this research will offer a novel contribution and fill gaps in the research on artisanship.
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Sostenibilità applicata: esplorando le strategie di Business Inclusivo attraverso le dimensioni spaziali ed istituzionali. / APPLIED SUSTAINABILITY: EXPLORING INCLUSIVE BUSINESS STRATEGIES ALONG SPATIAL AND INSTITUTIONAL DIMENSIONSDAL NEGRO, LUCIA 06 March 2014 (has links)
Questo studio analizza i meccanismi di diffusione di iniziative di Inclusive Business secondo i principi della Teoria Base della Piramide (BOP). La ragione è quella di approfondire l’ipotesi che tali iniziative possano rappresentare un modello di policies a favore dello Sviluppo Sostenibile e Umano, a livello globale.
Due variabili sono state analizzate: la replicabilità geografica dei modelli di inclusive Business e la presenza di un contesto istituzionale di supporto. Lo studio ha verificato l’ipotesi attraverso un’analisi qualitativa di due aziende (per la variabile geografica), quindici laboratori appartenenti al BOP Learning Lab Network (per la variabile istituzionale) e novantasei casi-studio del database UNDP Growing Inclusive Markets (per entrambe le variabili).
I risultati indicano la presenza di barriere culturali, politiche, normative ed economiche che impediscono la replicabilità/diffusione di iniziative BOP. Dal punto di vista istituzionale, appare una scarsa integrazione dei rappresentanti delle comunità BOP all’interno delle istituzioni a loro supporto. Tuttavia, sono emersi due driver per la diffusione di iniziative BOP: reti migratorie e organizzazioni settoriali. Questi sono stati analizzati evidenziandone le potenzialità relativamente alla domanda di ricerca.
Infine, sono state presentate questioni aperte derivanti dalla diffusione di meccanismi di Inclusive Business a livello globale, contestualizzandole in rapporto alla Teoria BOP. / This study wants to investigate the process of diffusion of Inclusive Businesses according to the principles of the Bottom of the Pyramid (BOP) theory. The rationale is to investigate whether the Inclusive Business approach may lead to a new policy framework addressing Sustainability needs and Human Development, at a global level.
Two diffusion-related variables were tested: the geographical replication of Inclusive Business models and the presence of a supporting institutional landscape. The study verified the hypothesis through a qualitative analysis of two firms (geographical replication variable), sixteen labs from the BOP Learning Lab Network (supporting institutional landscape variable) and ninety-six case-studies of the UNDP Growing Inclusive Markets database (both variables).
Results showed cultural, policy, regulatory and economic barriers hampering the geographical replication of BOP ventures. From the institutional point of view, results showed a poor integration of actors from the BOP within the supporting institutions. Yet, two drivers to diffuse the Inclusive Businesses emerged: migrant networks and sector-level organizations. Both were investigated highlighting their potentialities in relation to the research question.
Finally, open issues on the diffusion of Inclusive Business models were presented, explaining their contribution in advancing the state of the art of the BOP theory.
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Le dinamiche di social evaluation di individui ed organizzazioni nei field istituzionali culturali e creativi / AN INSTITUTIONAL PERSPECTIVE ON THE EVALUATION OF INDIVIDUALS AND ORGANIZATIONS IN CREATIVE AND CULTURAL FIELDS / An institutional perspective on the evaluation of individuals and organizations in creative and cultural fieldsALIBERTI, DANIELA 11 May 2021 (has links)
Questa tesi di dottorato ha l’obiettivo di analizzare i processi attraverso cui individui ed organizzazioni costruiscono la loro posizione e la loro valutazione nel contesto di field istituzionali culturali e creativi. La tesi contiene tre capitoli che rappresentano tre distinti lavori di ricerca. Le analisi empiriche svolte sono incentrate sui settori del cinema (primo capitolo), della quality television (televisione ‘di qualità’, serie televisive) e della musica indipendente negli Stati Uniti. In tutti i lavori di ricerca sono stati utilizzati database longitudinali e metodi quantitativi e qualitativi. Nel primo capitolo, si analizza come gli scandali personali (di natura sessuale e non sessuale) influenzino la costruzione della peer recognition. Si prendono anche in considerazione gli effetti degli stereotipi legati al genere e dei comportamenti orientati alla valorizzazione delle diversità (solidarietà femminile), per comprendere come questi influiscano sulla peer recognition, insieme agli scandali, nell’ambito della valutazione degli attori di Hollywood (candidatura all’Oscar), nel lasso temporale 2003-2018. Nel secondo capitolo, viene teorizzato il processo di nascita e di consolidamento di un field interstiziale (interstitial issue field), attraverso l’analisi del caso del field nato tra la musica indipendente e la quality television negli Stati Uniti, dal 2003 al 2018. Si delineano le caratteristiche della infrastruttura istituzionale del field emerso, si definisce il ruolo lavoro degli attori istituzionali (institutional work) e degli spazi interstiziali (interstitial spaces). Nel terzo capitolo, i field istituzionali della musica indipendente e della quality television sono ulteriormente esaminati, tra il 2013 e il 2018, attraverso una indagine della collaborazione tra i due field, nell’ utilizzo di un album indipendente nella soundtrack di episodi di una serie televisiva. La ricerca mira a comprendere gli effetti della collaborazione sulla valutazione di un prodotto del field della musica indipendente (album indipendenti) che collabora con un field più ‘commerciale’ (quality television). / This doctoral thesis aims at shedding light on the processes by which individuals and organizations negotiate their structure, position, and evaluation, within the context of creative and cultural fields. It contains three chapters that represent three research studies. The empirical analyses undertaken throughout the research pieces are focused on the fields of cinema (first chapter), quality television, and independent music (second and third chapter) in the United States. For all of them, longitudinal databases are employed, and both quantitative and qualitative methodologies are utilized. In the first chapter, the role of personal (sexual and non-sexual) scandals for peer recognition is investigated. The research focuses on how scandals, gender stereotypes, and engagement in diversity-valuing behaviors (female solidarity) affect peer recognition for Hollywood actors (nomination of actors for an Oscar), in the time frame 2003-2018. In the second chapter, the process of emergence and consolidation of an interstitial issue field is theorized, by exploring the case of the field that emerged between indie music and the quality television in the United States from 2003 to 2018. In the analysis, the features of the institutional infrastructure of the emerged field, with the role of institutional actors and of interstitial spaces, are taken into consideration. In the third chapter, the fields of independent music and quality television in the US are further examined, between 2013 and 2018, by focusing on the patterns of evaluation of one field’s products (independent music, independent albums) when this field interacts with the other (quality television) – that is, when independent albums are featured in quality television episodes.
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Il Multinational Managerial Community Index per analizzare l’internazionalizzazione d’impresa da una prospettiva incentrata sul comportamento collaborativo internazionale dei manager relativamente alla propria catena del valore / IL MULTINATIONAL MANAGERIAL COMMUNITY INDEX PER ANALIZZARE L'INTERNAZIONALIZZAZIONE D'IMPRESA DA UNA PROSPETTIVA INCENTRATA SUL COMPORTAMENTO COLLABORATIVO INTERNAZIONALE DEI MANAGER RELATIVAMENTE ALLA PROPRIA CATENA DEL VALORE / The Multinational Managerial Community Index to analyze the firm’s internationalization degree from a perspective focused on the international collaborative managerial behavior relative to its value chain.ALBERTIN, ROBERTO 24 May 2017 (has links)
La presente tesi teorica propone il MOPC index per misurare quanto i manager abbiano generato una comunità multinazionale di gestione aperta di un generico processo considerando congiuntamente l’affiliazione, la connettività interna, la forza e la multinazionalità. A tal fine ho impiegato il SAOM-Behavior valutando la collaborazione internazionale di processo ed annessa propensione come variabili multiple i cui valori e co-evoluzione dipendono dalla co-influenza tra le collaborazioni internazionali fasiche, tra le medesime e le rispettive propensioni fasiche e tra queste ultime. L’intensità relazionale dipende dal modello mentale condiviso, generatosi a livello di team internazionale, su una certa fase del processo mentre la propensione è funzione dell’orientamento e dell’attitudine alla collaborazione internazionale fasica. Il MOPC index è stato applicato alla comunità multinazionale di innovazione aperta e di gestione aperta introducendo due indici teorici: MOIC index e MOMC index. Infine ho teorizzato la catena del valore del manager (MVC) impiegando il processo innovativo e gestionale; considerando le collaborazioni internazionali sui due processi con annesse propensioni, si ho analizzato la collaborazione internazionale sulla MVC, la relativa propensione e la loro co-evoluzione. Cosi facendo, ho introdotto il MMC index per misurare la comunità multinazionale manageriale e, mediante questo, la multinazionalizzazione d’impresa da una prospettiva relazionale manageriale. / This thesis presents the theoretical MOPC index to measure how much the managers generate a multinational open process community by considering the affiliation, the internal connectivity, the strenghtness and the multinationality. I employed the SAOM-Behavior by evaluating the international process collaboration and the respective propensity as multiple variables whose value and co-evolution depend on the co-influence between the international collaborations phasic, between the same and the respective propensities phasic and between them. The intensity of these relationships depends on the International phasic team mental model sharing (TMMS) while the propensity’s one depends on the orientation and the attitude. Then the MOPC index has been applied to measure the multinational open innovation community and the multinational open management community by introducing the MOIC index and the MOMC index. Finally, I introduced the managerial value chain (MVC) as composed of the innovative and the management process. By integrating the international collaborations related to the two processes and their propensities It’s possible to measure the international MVC collaboration, the correlated propensity and their co-evolution. In doing so, I introduced the MMC index to determine the multinational managerial community’s degree and use it to evaluate the firm’s multinationalization by a managerial relational perspective.
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