• Refine Query
  • Source
  • Publication year
  • to
  • Language
  • 321
  • 248
  • 63
  • 26
  • 12
  • 10
  • 9
  • 7
  • 6
  • 6
  • 5
  • 3
  • 3
  • 2
  • 1
  • Tagged with
  • 734
  • 350
  • 205
  • 181
  • 142
  • 129
  • 127
  • 124
  • 120
  • 116
  • 114
  • 110
  • 108
  • 106
  • 97
  • About
  • The Global ETD Search service is a free service for researchers to find electronic theses and dissertations. This service is provided by the Networked Digital Library of Theses and Dissertations.
    Our metadata is collected from universities around the world. If you manage a university/consortium/country archive and want to be added, details can be found on the NDLTD website.
161

La Ragione violenta di Ramiro Ledesma Ramos. Fascismo e pensiero conservatore in Spagna / The Violent Reason of Ramiro Ledesma Ramos. Fascism and Conservative Thought in Spain

Soto Carrasco, David <1981> 30 March 2012 (has links)
Aunque esta tesis puede leerse desde diferentes perspectivas, tiene una voluntad fundamental: explicar, desde la metodología propia de la historia conceptual, la racionalidad específica del llamado fascismo español. Centra su interés en la figura de Ramiro Ledesma Ramos (1905-1936), fundador del primer movimiento fascista español. Ledesma ideó un proyecto de modernización de España que sólo podía pasar por la organización de un Estado total. Trató de crear un movimiento de masas de corte fascista con capacidad para fundar un Estado total capaz de ser una alternativa viable al liberalismo republicano y al socialismo. El fascismo español emergerá como una experiencia temporal propia de la modernidad. Buscará revitalizar y acelerar un proceso, el moderno, que a la luz de los jóvenes exaltados de principios de siglo se percibía como agotado y decadente. El planteamiento de Ledesma brotaba de la necesidad de combatir aquellas presuntas fuerzas degenerativas (liberalismo, comunismo, conservadurismo, etc.) de la historia contemporánea española para erigir una nueva modernidad basada en el renacimiento de la nación. Al mismo tiempo, se pretende poner en relieve la eficacia de la acción histórica planteada por el pensamiento reaccionario español. Bajo sus coordenadas, la nación jamás desarrollaría los rasgos sublimados de la política moderna europea. Jamás abandonó los pretendidos órdenes del derecho natural del clasicismo católico que, en última instancia, limitaban la potencia absoluta de cualquier soberano político. Esta particularidad histórica, arrastrada desde la primera modernidad, impedirá con obstinación cualquier oleada revolucionaria que supusiera la autonomización de la esfera política y por tanto, la instauración de un poder totalitario. De hecho, cuando se instauré la dictadura del Franco, a lo más que se llegaría, sería a un Estado mínimo, que bajo los presupuestos del tradicionalismo, dejaba a su suerte las dinámicas económicas. / Although the different perspectives this thesis could be read, it has a fundamental willing: explains, from the conceptual history owns methodology, the specific rationality of Spanish fascism. Focusing its interest in Ramiro Ledesma Ramos (1905-1936), he was the founder of the first Spanish fascist movement. Ledesma devised a modernization project of Spain that could only go through the organization of a total state. He tries to create a fascist mass movement with the capacity of founding a total state able to be an alternative to the republican liberalism and socialism. Spanish fascism emerges as a temporal experience typical of modernity. It would search to revitalize and accelerate a process, the modern one. This process was seen in the light of the angry Young of the beginnings of century which seen that as decadent and exhausted. Ledesma's approach arose from the need to combat those alleged degenerative forces (liberalism, communism, conservatism, etc.). Of contemporary Spanish history to erect a new modernity based on the rebirth of the nation. At the same time, it is intended to highlight the effectiveness of historical action raised by the Spanish reactionary thought. Under its coordinates, the nation never develops the sublimated features of European modern politics. He never abandoned the alleged orders of Catholic natural law of classicism that ultimately limited the absolute power of any political sovereign. This historical particularity, dragged from the first modernity, obstinately prevent any revolutionary wave that would cause the autonomy of the political sphere and thus the establishment of a totalitarian power. In fact, when it will be establish the dictatorship of Franco, the result would be a minimal state under the assumptions of traditionalism which left their own economic dynamics.
162

La città che cambia: la diffusione urbana. Mobilità residenziale e stili di vita emergenti nel Comune di Argelato (Bologna) / City Change: the Urban Sprawl. Residential Mobility and Emerging Lifestyles in Argelato (Bologna)

Molinari, Marta <1984> 13 June 2012 (has links)
Il presente lavoro di ricerca ha per oggetto il tema della diffusione urbana. Dopo una breve ricostruzione delle varie definizioni presenti in letteratura sul fenomeno - sia qualitative che quantitative - e una descrizione dei limiti di volta in volta presenti all’interno di tali definizioni, si procede con la descrizione dell’evoluzione storica dello sprawl urbano all’interno del mondo occidentale. Una volta definito e contestualizzato storicamente l’oggetto della ricerca, ne vengono analizzate le cause e il complesso sistema di conseguenze che tale fenomeno urbano porta con sé. Successivamente vengono presentate le principali teorie sociologiche attraverso le quali può essere interpretato il fenomeno dello sprawl urbano e vengono descritte le varie forme con cui si può esprimere lo sprawl urbano: non esiste infatti uniformità tra i vari paesaggi suburbani, ma una grande diversità interna alle varie forme in cui si manifesta il fenomeno della dispersione insediativa. Se quanto finora esaminato, soprattutto a livello bibliografico, è riconducibile alla letteratura nordamericana, arrivati a questo punto del lavoro, l’attenzione viene spostata sul continente europeo, prendendo in esame l’emergere del periurbano all’interno del nostro continente e tentando di descrivere sia le contiguità che le differenze tra il fenomeno dell’urban sprawl e quello del periurbano. Infine, adottando un procedimento “ad imbuto”, il lavoro si sofferma sulla situazione del nostro paese in merito alla tematica in questione. L’ultima sezione della ricerca prevede una parte di lavoro empirico. Se, come è emerso nel quadro teorico, molti sono gli elementi che caratterizzano il tema dello sprawl urbano e del periurbano, si è voluto andare a verificare se, ed eventualmente quali, degli elementi descritti, sono presenti in un’area ben delimitata del territorio bolognese, per cercare di capire se si possa parlare di un “periurbano bolognese” e quali caratteristiche esso presenti. / Urban Sprawl is the topic of my research. After a short overview on the qualitative and quantitative definitions of this phenomenon and a description of their limits, I introduce the history of urban sprawl in the western societies. Once my research topic is well-defined, I go on with the analysis of complex system of consequences of urban sprawl. Then I present the main sociological theories to interpret this phenomenon, and I describe the features of the forms assumed by urban sprawl: there is no homogeneity in suburban landscapes indeed, but a wide variety in the forms that urban sprawl can assume. If this first part of my research is based on the north-American context and literature, in the second part I focus on Europe: I consider in particular the emerging of urban sprawl in this part of the world, and I also try to describe both similarities and differences between Europe and North-America. Finally, I consider the state of urban sprawl in our country. The last part of my research is empirical. If there are many elements that characterize urban sprawl, I tried to check which ones can be found in a small area near the city of Bologna, in order to understand if we can talk about a “periurban Bologna” and which are its peculiar elements.
163

Partnership fra terzo Settore e Istituzioni Locali nelle Politiche Family Friendly: Il "Distretto famiglia" / Partnership between Third Sector and Local Institutions about Family Friendly Policies: The "Family District"

Orlandini, Matteo <1983> 13 June 2012 (has links)
L’idea fondamentale da cui prende avvio la presente tesi di dottorato è che sia possibile parlare di una svolta nel modo di concettualizzare e implementare le politiche sociali, il cui fuoco diviene sempre più la costruzione di reti di partnership fra attori pubblici e privati, in cui una serie di soggetti sociali plurimi (stakeholders) attivano fra loro una riflessività relazionale. L’ipotesi generale della ricerca è che, dopo le politiche improntate a modelli statalisti e mercatisti, o un loro mix, nella politica sociale italiana emerga l’esigenza di una svolta riflessiva e relazionale, verso un modello societario, sussidiario e plurale, e che di fatto – specie a livello locale – stiano sorgendo molte iniziative in tal senso. Una delle idee più promettenti sembra essere la creazione di distretti sociali per far collaborare tra loro attori pubblici, privati e di Terzo settore al fine di creare forme innovative di servizi per la famiglia e la persona. La presente tesi si focalizza sul tentativo della Provincia di Trento di distrettualizzare le politiche per la famiglia. Tramite l’analisi del progetto “Trentino – Territorio Amico della Famiglia” e di una sua verticalizzazione, il Distretto Famiglia, si è studiato l’apporto delle partnership pubblico-privato nella formazione di strumenti innovativi di governance che possano determinare una svolta morfogenetica nell’elaborazione di politiche per la famiglia. Le conclusioni del lavoro, attraverso una comparazione tra esperienze territoriali, presentano la differenziazione delle partnership sociali, in base ad alcuni variabili (pluralità di attori, pluralità di risorse, shared project, capitale sociale, decision making, mutual action, logiche di lavoro relazionale, sussidiarietà). Le diverse modalità di gestione delle partnership (capacitante, professionale e generativa) sintetizzano i portati culturali, strutturali e personali coinvolti nelle singole costruzioni. Solo le partnership che interpretano il loro potenziale regolativo e promozionale secondo la riflessività relazionale tendono a generare beni comuni nel contesto sociale. / The fundamental idea that inspires this dissertation is that it is possible to speak of a breakthrough in the way of framing and implementing social policies today. More and more the focus becomes building up partnership networks among public and private actors in which a plurality of stakeholders act according to relational reflexivity. The general hypothesis of this research is that Italian social policies, after assuming models marked by statist and market driven policies (or a mix), show the need to adopt a relational model supported by subsidiary policies. Many welfare initiatives are springing up in this direction particularly at the local level. One of the most promising examples seem to be the creation of social districts in which public, private and third sector actors can cooperate together in order to create innovative forms of personal social services addressed to families. The empirical part of this dissertation focuses on the attempt made by the Province of Trento to produce new family policies according to these new orientations. Through the analysis of the "Trentino – Territorio Amico della Famiglia" and its vertical integration, the Family District, this study shows how a public-private partnership can create innovative tools of social governance that lead to a morphogenetic development of family policies. The conclusions of the work, through a comparison between different territorial experiences, present the differentiation of social partnership according to certain variables (number of players, resources, shared project, social capital, decision making, mutual action, the logic of relational work, subsidiarity). The different ways of managing these partnerships (enabling, professional and generative) represent the synthesis brought about by the cultural, structural and personal contributions involved in building each one of them. Only those partnerships that interpret their regulatory and promotional potential through relational reflexivity tend to lead to generativity actions.
164

Reti socievoli: l’impatto dei social networks nella costruzione dello spazio pubblico / Sociable networks: the impact of social networks in the construction of public space

Marciante, Lucia <1974> 13 June 2012 (has links)
La tesi si è consolidata nell’analisi dell’impatto dei social networks nella costruzione dello spazio pubblico, nella sfera di osservazione che è la rete e il web2.0. Osservando che il paradigma della società civile si sia modificato. Ridefinendo immagini e immaginari e forme di autorappresentazione sui new media (Castells, 2010). Nel presupposto che lo spazio pubblico “non è mai una realtà precostituita” (Innerarity, 2008) ma si muove all’interno di reti che generano e garantiscono socievolezza. Nell’obiettivo di capire cosa è spazio pubblico. Civic engagement che si rafforza in spazi simbolici (Sassen, 2008), nodi d’incontro significativi. Ivi cittadini-consumatori avanzano corresponsabilmente le proprie istanze per la debacle nei governi.. Cultura partecipativa che prende mossa da un nuovo senso civico mediato che si esprime nelle “virtù” del consumo critico. Portando la politica sul mercato. Cultura civica autoattualizzata alla ricerca di soluzioni alle crisi degli ultimi anni. Potere di una comunicazione che riduce il mondo ad un “villaggio globale” e mettono in relazione i pubblici connessi in spazi e tempi differenti, dando origine ad azioni collettive come nel caso degli Indignados, di Occupy Wall Street o di Rai per una notte. Emerge un (ri)pensare la citizenship secondo due paradigmi (Bennett,2008): l’uno orientato al governo attraverso i partiti, modello “Dutiful Citizenship”; l’altro, modello “Self Actualizing Citizenship” per cui i pubblici attivi seguono news ed eventi, percepiscono un minor obbligo nel governo, il voto è meno significativo per (s)fiducia nei media e nei politici. Mercato e società civile si muovono per il bene comune e una nuova “felicità”. La partecipazione si costituisce in consumerismo politico all’interno di reti in cui si sviluppano azioni individuali attraverso il social networking e scelte di consumo responsabile. Partendo dall’etnografia digitale, si è definito il modello “4 C”: Conoscenza > Coadesione > Co-partecipazione > Corresposabilità (azioni collettive) > Cultura-bility. / The thesis has been consolidated in the analysis of the impact of social networks in the construction of public space, in the sphere of observation represented from networking and web2.0. Noting that the paradigm of civil society has changed. Redefining images and imaginary and forms of self-representation on the new media (Castells, 2010). On the assumption that public space "is never a preconceived reality" (Innerarity, 2008) but moves within networks that generate and provide sociability At the aim to understand what is public space (between online and offline) Civic engagement that gets increased in symbolic spaces (Sassen, 2008), significant meeting nodes. Thus citizens-consumers co-responsibly advance their issues for the debacle in governments. Participatory culture that gets moved by a new civic engagement mediated expressed in the "virtues" of critical consumption. Bringing the policy on the market. Self actualized civic culture searching solutions to the crisis of recent years. Power of a communication that reduces the world to a "global village", linking "connected publics" in different spaces and times, giving rise to collective actions as the Indignados movement, Occupy Wall Street or, in Italy, “Rai per una notte”. Emerge a (re)thinking citizenship according to two paradigms (Bennett, 2008): one oriented to the government through parties, "dutiful Citizenship" model; the other, "Self Actualizing Citizenship" model, for which the active publics followed news and events, perceive a lower requirement in the government, the vote is less significant because of (not)trust in the media and politicians. Market and civil society moved togheter for the common good and a new "happiness". Participation gets constituted as political consumerism into networks in which individual actions are developed through social networking and responsible consumer choices. Starting with digital ethnography, we define the model "C 4" Knowledge> Co-support> Co-participation> Co-resposability (collective action)> Culture-ability.
165

La Comunità Energetica del Sud Est Europa quale fattore di stabilità nell’area Balcanica / Energy Community of South East Europe as stability factor in the Balkan Region

Massari, Saverio Francesco <1980> 17 September 2012 (has links)
Il lavoro cerca di valutare il possibile ruolo della Comunità Energetica del Sud Est Europa quale fattore di stabilita’ nell’area Balcanica. Il Trattato fondativo della Comunita’ assegna a questa l’obiettivo di condurre una cooperazione in campo energetico al fine diffondere istituzioni e normative condivise, quali elementi di superamento del conflitto: tuttavia, sono molti gli ostacoli posti su questo cammino sia di natura interna alla regione che esterna, per l’influenza di fattori e poteri internazionali interessati all’area. Il processo di transizione in molti dei paesi del quadrante non e’ ancora concluso e molti sono i nodi politici successivi ai processi di disgregazione della Federazione Jugoslava ancora presenti e non risolti. I progetti di corridoi energetici portati avanti dall’Unione Europea, Stati Uniti e Russia, concentrano sui Balcani un interesse sempre alto e tali attenzioni potrebbero influire sui processi d’area e sulle scelte politiche da compiersi. Sullo sfondo di tutto cio’ un altro importante fattore contribuisce alle dinamiche in corso: la crisi economica ha fatto sentire la sua presenza anche nella regione balcanica e questo crea importanti squilibri che devono essere valutati alla luce di processi di cooperazione quale quello della Comunita’ Energetica. / The aim of my thesis is to evaluate the possible role of the Energy Community South East Europe as a factor of stability in the Balkans. The founding Treaty gives to the Community the goal to create and improve the cooperation in energy field to promote shared norms and institutions, as elements to overcome the conflict period: however, there are many obstacles on this path since domestic and external factors, due to the influence of international powers interested in the area. Many Countries in the region have not concluded the transition process yet and there are many political problems following the processes of disintegration of the Federal Republic of Yugoslavia. On the other hand, the European Union, United States and Russia, energy corridor projects planned in the region are focusing on the Balkans important interests on geo political point of view. These dynamics could affect the processes and policy choices in the area. The background of the whole scenario is another important factor that is contributing to the dynamics in progress: the economic crisis has shown its presence even in the Balkan region and this creates significant imbalances that need to be evaluated on the light of processes of cooperation such as the Energy Community .
166

Servizi relazionali e inclusione sociale: due studi di caso sul coinvolgimento delle famiglie nel Comune di Parma / Relational services and social inclusion: two case studies on involvement of families in the town of Parma

Vendemia, Giovanna <1978> 31 May 2013 (has links)
La presente ricerca muove i suoi primi passi dall’ipotesi generale che il paradigma relazionale possa offrire al mondo dei servizi sociali una configurazione diversa, talora meno utopistica, del community work. Sebbene, infatti, in questi anni il sistema di offerta dei servizi si sia arricchito di principi come la co-progettazione e la co-responsabilità delle azioni, il lavoro di comunità resta ancora molto distante dal lavoro generalmente svolto nei servizi sociali territoriali, incapaci per ragioni strutturali e culturali di accogliere dentro di sé tale funzione. L’idea dalla quale trae origine la presente tesi di dottorato, è pertanto quella di arricchire la definizione di servizi sociali relazionali. Partendo dalle dimensioni che in letteratura sociologica e nei principali modelli teorici di social work definiscono un servizio alla persona quale servizio relazionale, nella prima parte teorica viene ipotizzata una trasformazione parziale del welfare regionale emiliano, poiché ai mutamenti culturali di questi anni non ha fatto seguito un cambiamento reale dei modelli operativi maggiormente basati sullo sviluppo delle competenze. Nella seconda parte della tesi, la ricerca empirica si focalizza sui progetti “family friendly” realizzati nel Comune di Parma, collocati in una logica di welfare societario e basati sull’apporto di soggetti di Terzo Settore, responsabili di ogni fase di realizzazione delle attività. La ricerca si avvale prevalentemente di tecniche qualitative e in alcuni tratti assume le caratteristiche della ricerca-azione. Nelle conclusioni, il contesto territoriale studiato rivela grande ricchezza dei legami strutturali, ma anche necessità di un rafforzamento dei legami interni. La forza dei servizi prodotti si situa, inoltre, nella sovrafunzionalità del legame tra volontari e famiglie, e di questo elemento dovrebbe arricchirsi anche il social work che scelga di adottare una prospettiva metodologica di lavoro relazionale. / This research takes his first steps from the assumption that the relational paradigm can offer to the world of social services a differently configuration, sometimes less utopian, of the community work. In fact, while in recent years the services system is enriched with principles such as co-design and co-responsibility for action, community work is still far from work usually done in the local social services, unable for structural and cultural reasons to accommodate this function within itself. The idea from which originated the present doctoral thesis is to enrich the definition of relational services. Starting from the dimensions that in the sociological literature and in the main theoretical models of social work define a service as relational service, the first theoretical part assumed as in the regional context of Emilia-Romagna occurred a partial transformation of regional welfare, because in these years the cultural changes was not followed by an actual change of business models, based more on skills development. In the second part of the thesis, the empirical research focuses on the projects "family friendly" made in the town of Parma, which are placed in a logic of corporate welfare based on the support of subjects of the Third Sector, responsible primarily for each phase of implementation of the activities. The research relies mainly on qualitative techniques and in some sections assumes the characteristics of action research. In its conclusions, the territorial context reveals great wealth of structural links, but also the need for a strengthening of the internal bonds. The strength of the produced services lies on the above-functionality of the link between volunteers and families, and this should also enrich the social work that chooses to adopt a methodological perspective of relational work.
167

L’abitare come relazione sociale: il significato della casa e i processi di coesione sociale di vicinato / Inhabiting as social relation: the meaning of home and the neighborhood social cohesion dynamics

Marrone, Vincenzo <1975> 31 May 2013 (has links)
Se le trasformazioni sociali in atto tendono a esasperare il senso di incertezza, sradicamento ed individualismo, sussistono pratiche che si contrappongono alle tendenze dominanti, finalizzate a ricucire i legami sociali su scala locale. La progettazione urbano-architettonica interiorizza il nuovo bisogno di comunità originando soluzioni abitative tese a favorire gli scambi informali fra vicini, facendo leva sul concetto di capitale sociale, attaccamento al quartiere, identità del luogo e partecipazione. La casa, simbolo di stabilità e sicurezza ma anche di privacy, privatismo familiare, diventa sempre più oggetto di studi, domanda sociale e intervento politico. Soprattutto è sempre più intesa come un nodo di relazioni familiari in una rete di relazioni sociali più ampie. Casa e quartiere incidono nella esperienza di benessere e socialità familiare? In che modo gli spazi urbani e architettonici influenzano la coesione sociale? Quale il ruolo degli abitanti nello sviluppare socialità e integrazione? Sono queste le domande che ci siamo posti per rilevare le dinamiche sociali e culturali dell’abitare attraverso uno studio di caso condotto in due quartieri simili. Dalla ricerca emerge come il significato della casa non sia univoco ma cambi rispetto al ciclo di vita familiare e a quello economico e ciò incide nella partecipazione alle attività di quartiere. Mostriamo inoltre come lo spazio fisico costruito crea importanti opportunità per gli scambi informali e per il benessere familiare e individuale dei bambini ma che, il contesto sociale sia una discriminate fondamentale. Nel quartiere dove è presente una organizzazione di abitanti il numero delle relazioni di vicinato aumenta, cambiano anche la qualità delle relazioni e le distanze fisiche fra i vicini. Emerge inoltre che la reciprocità è il principale strumento di costruzione della coesione comunitaria interna e crea un atteggiamento di apertura e fiducia che va al di là dei confini di quartiere. / The current social changes enhance the uncertainty, displacement and individualism perception, but at the same time, some practices contrast with the dominant trend. These practices are aimed to create local social ties. For instance, the urban-architectural planning is embodying the growing need for community, developing housing solutions aimed to increase informal neighbors exchanges. So it relies on the terms of social capital, neighborhood attachment, place identity, participation. Home, the symbol of stability and safety, but also, privacy and familiar privatism, increasingly becomes the object of sociological studies, social question and policy action. It is increasingly understood as a node within widest networks of household relationships. In which extent home and neighbourhood community affect to the family well-being and sociability? In which extent the urban-architectural spaces impact on social cohesion levels? What is the role of inhabitants in developing sociability and integration? Starting from these research questions, we explore the social and cultural dynamics of inhabiting, using a case study in two similar planned neighbourhoods. The research findings highlight that the meaning of home is not unique but it changes in function of the family life cycle and economic status. So, the meanings of the home are linked with the neighborhood activities’ participation. The findings show that the physic built space creates important chances for informal exchanges, family and children well-being but, also that, the social context is the determinant of the social benefits. Comparing the neighborhoods, the one in which a inhabitants association is present, the number of neighbor relations and the physic distances between them increase, as well as the quality of relations between neighbors improves. Furthermore, it seems that the reciprocity is the principal mean about the constitution of the internal community cohesion and it also creates an openness and trust attitude that goes beyond the neighbourhood boundaries.
168

Reti sociali e realtà aumentata: la digitalizzazione della vita quotidiana / Social networks and augmented reality: the “digitalization” of everyday life

Bonazzi, Michele <1981> 31 May 2013 (has links)
Il mio progetto di ricerca è nato da una riflessione concernente una domanda fondamentale che si pongono gli studiosi della comunicazione digitale: le attuali tecnologie mediali che hanno creato nuovi modelli comunicativi e inaugurato inedite modalità di interrelazione sociale conducono a un dualismo digitale o a una realtà aumentata? Si è cercato di dare una risposta a questo interrogativo attraverso un’indagine compiuta su un social network, Facebook, che è la piattaforma digitale più diffusa nel mondo. L’analisi su Facebook, è stata preceduta da una riflessione sui concetti dello spazio e del tempo elaborati dalla letteratura filosofica e sociologica. Tale riflessione è stata propedeutica all’analisi volta a cogliere l’impatto che hanno avuto sulla relazionalità intersoggettiva e sulle dinamiche di realizzazione del sé l’interazione semantica nello spazio delimitato della piazza tradizionale, la molteplicità e la potenza seduttiva delle offerte comunicative dei media elettronici nella estensione della piazza massmediale e soprattutto la nascita e l’affermazione del cyberspazio come luogo della comunicazione nella piazza digitale. Se la peculiarità della piazza tradizionale è nel farsi dei rapporti face to face e quella della piazza massmediale nella funzione rilevante della fonte rispetto al destinatario, la caratteristica della piazza digitale consiste nella creazione autonoma di un orizzonte inclusivo che comprende ogni soggetto che si collega con la rete il quale, all’interno del network, riveste il doppio ruolo di consumatore e di produttore di messaggi. Con l’avvento dell’online nella prassi della relazionalità sociale si producono e si attuano due piani di interazioni comunicative, uno relativo all’online e l’altro relativo all’offline. L’ipotesi di lavoro che è stata guida della mia ricerca è che la pervasività dell’online conduca all’integrazione dei due segmenti comunicativi: l’esperienza della comunicazione digitale si inserisce nella prassi sociale quotidiana arricchendo i rapporti semantici propri della relazione face to face e influenzandoli profondamente. / My research project started with a reflection on a fundamental question that the digital communication scholars are dealing with nowadays: the current media technologies that have created new communication patterns and opened new forms of social interrelation lead to a digital dualism or to an augmented reality? I tried to give an answer to this question through an investigation on the most popular social network, Facebook. The analysis of Facebook was preceded by a reflection on the concepts of space and time developed by the philosophical and sociological literature. This reflection has been preparatory to analyse and understand the impact that three key moments have on the intersubjective relationality and on the dynamics of self-realization: the semantic interaction within the delimited space of the traditional square, the multiplicity and the seductive power of communication proposals linked with the mass media square and the affirmation of cyberspace as a place of communication in the digital square. If the peculiarity of the traditional square is indentified with the develop of a “face to face” relationship and in the mass media place the relevance is linked with the predominant role of the source compared to the recipient, the characteristic of the digital square is the creation of a self-inclusive horizon that includes every person who is connected with the network and also the double role of the user who is at the same time a consumer and producer of messages . With the coming of the "online" in the everyday life of social relationality, two levels of communicative interactions are produced and implemented: one related to the online and other related to the offline. The working hypothesis that has driven my research is that the pervasiveness of online communication leads to the integration of the two segments and to their mutual influence.
169

Verso una sociologia della sostenibilità: il caso delle Città in Transizione. Prospettive e limiti di un percorso bottom-up / Towards a sociology of sustainability: the case of Transition Towns. Perspectives and limits of a bottom-up path

Landi, Alessandra <1983> 31 May 2013 (has links)
Oggetto di indagine del lavoro è il movimento ambientalista e culturale delle Città in Transizione che rappresentano esperimenti di ri-localizzazione delle risorse volte a preparare le comunità (paesi, città, quartieri) ad affrontare la duplice sfida del cambiamento climatico e del picco del petrolio. A partire dal Regno Unito, la rete delle Transition Towns si è in pochi anni estesa significativamente e conta oggi più di mille iniziative. L’indagine di tale movimento ha richiesto in prima battuta di focalizzare l’attenzione sul campo disciplinare della sociologia dell’ambiente. L’attenzione si è concentrata sul percorso di riconoscimento che ha reso la sociologia dell’ambiente una branca autonoma e sul percorso teorico-concettuale che ha caratterizzato la profonda spaccatura paradigmatica proposta da Catton e Dunlap, che hanno introdotto nel dibattito sociologico il Nuovo Paradigma Ecologico, prendendo le distanze dalla tradizionale visione antropocentrica della sociologia classica. Vengono poi presentate due delle più influenti prospettive teoriche della disciplina, quella del Treadmill of Production e la più attuale teoria della modernizzazione ecologica. La visione che viene adottata nel lavoro di tesi è quella proposta da Spaargaren, fautore della teoria della modernizzazione ecologica, secondo il quale la sociologia dell’ambiente può essere collocata in uno spazio intermedio che sta tra le scienze ambientali e la sociologia generale, evidenziando una vocazione interdisciplinare richiamata anche dal dibattito odierno sulla sostenibilità. Ma le evidenze empiriche progressivamente scaturite dallo studio di questo movimento che si autodefinisce culturale ed ambientalista hanno richiesto una cornice teorica più ampia, quella della modernità riflessiva e della società del rischio, in grado di fornire categorie concettuali spendibili nella descrizione dei problemi ambientali e nell’indagine del mutamento socio-culturale e dei suoi attori. I riferimenti empirici dello studio sono tre specifiche realtà locali in Transizione: York in Transition per il Regno Unito, Monteveglio (Bo) e Scandiano (Re) in Transizione per l’Italia. / The object of investigation of this work is the environmental and cultural movement of Transition Towns. Transition Towns are experiments of re-location of resources aimed to prepare communities (villages, cities, neighborhoods) to face the twin challenge of climate change and peak oil. From the United Kingdom, Transition Towns network has significantly spread in few years and now has more than thousand initiatives. The investigation of this movement required in the first instance to focus on the field of sociology of the environment. The focus is on the troubled process of recognition which made the sociology of the environment an autonomous branch, and on the theoretical-conceptual path that characterized the deep break proposed by Catton and Dunlap, which introduced the New Ecological Paradigm within the sociological debate, distancing itself from the traditional anthropocentric view of classical sociology. We then present two of the most influential theoretical perspectives of the discipline, the Treadmill of Production and the current theory of ecological modernization. The vision adopted in the work is that proposed by Spaargaren, author of the theory of ecological modernization, according to which sociology of the environment can be placed in an intermediate space between environmental sciences and general sociology, highlighting the interdisciplinary nature also evoked by the current debate on sustainability. But the empirical evidence gradually arising from the study of this movement which calls itself cultural and environmental, required a more extensive theoretical framework that can provide conceptual categories expendable in the description of environmental problems and for the investigation of socio-cultural change and its actors. It was therefore chosen to fit into the framework of reflexive modernity and risk society. The empirical references of the study are three specific local contexts in Transition: York in the United Kingdom, and Monteveglio (Bo) e Scandiano (Re) for the Italian case.
170

L’esperienza turistica tra pratica di consumo e fattore di sviluppo locale sostenibile / Tourist experience between practice of consumption and factor of sustainable local development

Spillare, Stefano <1979> 31 May 2013 (has links)
La società dei consumi ha reso ogni ambito vitale suscettibile di mercificazione. Il capitalismo ha da tempo svestito la prassi produttiva dei suoi elementi più pesanti per vestire i panni della dimensione simbolica e culturale. Il consumo fattosi segno, dimensione immateriale delle nostre vite materiali, ha finito per colonizzare l'ambito dell'esperienza e, quindi, della vita stessa. Il consumo diventa, innanzitutto, esperienza di vita. Una esperienza continuamente cangiante che ci permette di vivere numerose vite, ognuna diversa. Ciò che è stabile è il paradigma consumistico che investe la nostra stessa identità, l'identità dei luoghi, l'identità del mondo. Il nomadismo è la dimensione più tipica del consumo, così come la perenne mobilità della vita è la dimensione propria dell'epoca globale. Tuttavia, le nuove forme di consumerismo politico, etico e responsabile, conseguenti al montare dei rischi globali, investendo proprio l’ambito dell’esperienza e del consumo, contribuiscono a modificare i comportamenti in senso “riflessivo” e “glocale”. L’ambito turistico, rappresentando al contempo il paradigma esperienziale e quello della mobilità globale, può diventare allora l’osservatorio privilegiato per indagare queste stesse forme riflessive di consumo, le quali forniscono un significato del tutto nuovo tanto all’esperienza quanto al consumo stesso. Il lavoro di tesi vuole allora approfondire, attraverso lo studio di caso, il modo in cui nuove forme emergenti di turismo responsabile possano rappresentare una chiave d’accesso a nuove forme di sviluppo sostenibile dei territori locali in contesti di prima modernizzazione. / The consumer society coommodify every vital area. Capitalism has stripped its productive praxis from its traditional heavier elements in order to assume a symbolic and cultural dimension. Consumption as a sign express immaterial dimension of our materials lives,  colonize  experience and life itself. Nowadays, the nomadism is the most typical dimension of consumption, as well as the everlasting mobility of life is the size of the global era. Consumption mostly becomes life experience: a never-ending changing experience that allows us to live many lives, one different from the other. The only stable aspect is just the consumerist paradigm that invests our own identities, as well as the identities of places and, by the end, the identity of the world. However, new forms of political consumerism, either ethical or responsible, raising from the growing global risks society, contribute to change behavior in a "reflexive" and “glocal” way investing the experience area and consumption scope. Tourism, representing both experiential paradigm and the global mobility one, may be considered as a privileged observatory to investigate these reflexive forms of consumption, which assign a whole new meaning to experience and consumption. This dissertation aims to explore, throughout a case study, the way the emerging forms of responsible tourism may become a basic key to access to new forms of sustainable development of local areas in earlier modernization contexts.

Page generated in 0.031 seconds