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Attriti Finanziari nel Quadro di Ingresso delle Imprese Endogene / FINANCIAL FRICTIONS IN ENDOGENOUS FIRM ENTRY FRAMEWORK / Financial Frictions in Endogenous Firm Entry Framework

AGOP, SEVAG 13 July 2021 (has links)
La contrazione della formazione di imprese dopo la crisi finanziaria del 2008 è stata in parte determinata dall'inasprimento degli standard creditizi. Incorporare l'imperfezione del mercato del credito nei modelli DSGE è diventato un passo essenziale verso una migliore spiegazione di tali risultati. Nel primo capitolo, indago sul ruolo del finanziamento esterno nella creazione d'impresa. Sottolineo l'impatto del potere di mercato delle banche e la presenza di dispersione tra i tassi di interesse dei grandi e dei piccoli prestiti all'ingresso. Pertanto, sviluppo un modello DSGE che collega l'ingresso dell'impresa al sistema bancario imperfetto e introduco costi di prestito eterogenei per operatori storici e nuovi. Il modello prevede un impatto amplificato degli shock reali e finanziari e mostra una maggiore volatilità man mano che lo spread dei tassi di interesse si allarga. In linea con l'evidenza, la versione sticky-price produce un'entrata prociclica in risposta allo shock monetario espansivo. Nel secondo capitolo, mi concentro sull'interazione tra i prezzi delle case, le insolvenze sui prestiti e l'ingresso di imprese. Presento prove SVAR che rivelano una risposta prociclica positiva della nascita allo shock dei prezzi delle case e una reazione negativa alle inadempienze sui prestiti. Quindi sviluppo un modello DSGE in grado di prevedere e spiegare queste risposte. L'endogeneità del vincolo collaterale e della creazione d'impresa è al centro del meccanismo del modello. Il modello genera dei secondi momenti ragionevolmente vicini alle controparti dei dati. / The contraction of business formation after 2008 financial crisis was driven partly by the tightened credit standards. Incorporating credit market imperfection to DSGE models became an essential step towards better explaining such outcomes. In the first chapter, I investigate the role of external financing in firm creation. I highlight the impact of bank market power, and the presence of dispersion between interest rates of large and small loans on entry. Therefore, I develop a DSGE model linking firm entry to imperfect banking system, and introduce heterogeneous borrowing costs for incumbents and entrants. The model predicts amplified impact of real and financial shocks, and exhibits higher volatility as the spread in interest rates gets wider. In line with evidence, the sticky-price version produces pro-cyclical entry in response to expansionary monetary shock. In the second chapter, I focus on the interaction between house prices, loan defaults, and firm entry. I present SVAR evidence that reveals positive pro-cyclical response of birth to house price shock, and negative reaction to loan defaults. Then I develop a DSGE model that is able to predict and explain these responses. The endogeneity of collateral constraint and firm creation is in the core of the model’s mechanism. The model generates some second moments that are reasonably close to their data counterparts.
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La struttura del consiglio di amministrazione nel settore bancario europeo: un'indagine empirica

FOTI, GIUSEPPE 19 March 2012 (has links)
La recente crisi internazionale ha acceso un intenso dibattito sulla composizione degli organi di governo societario delle istituzioni finanziarie. Questo studio si pone l’obiettivo di indagare le determinanti della struttura del consiglio di amministrazione nel settore bancario europeo. Il primo capitolo è dedicato all’analisi dei fattori capaci di condizionare la dimensione del consiglio e la presenza di componenti non esecutivi e di componenti indipendenti. I risultati ottenuti dimostrano l’esistenza di un equilibrio complessivo tra i fattori idiosincratici propri delle singole banche e le caratteristiche dei Paesi in cui esse operano nell’influenzare la dimensione dell’organo amministrativo. Di contro, le peculiarità del contesto di riferimento spiegano la maggior parte della variabilità nelle percentuali di amministratori non esecutivi e di amministratori indipendenti. Con riferimento alle caratteristiche specifiche degli intermediari, vengono identificate relazioni sistematiche tra la struttura del consiglio di amministrazione e l’operatività aziendale o la struttura proprietaria, in funzione del trade-off tra i costi e i benefici associati a configurazioni alternative dell’organo di gestione. Nel secondo capitolo, viene sviluppata l’analisi delle determinanti della presenza di amministratori di genere femminile. Il modello empirico integra le variabili esplicative relative alle caratteristiche delle singole banche con un ampio numero di indicatori della condizione della donna in ciascun Paese, attinenti all’istruzione, alla famiglia, al bilanciamento tra vita privata e lavoro, all’occupazione e al coinvolgimento nella politica e nelle istituzioni pubbliche. Le evidenze dell’analisi fanno emergere con chiarezza che la partecipazione femminile al consiglio delle banche è uno specchio dell’immagine della donna nell’ambiente esterno. In questo senso, i Paesi con costumi più emancipativi e un più efficace sistema di welfare a supporto della parità tra i generi presentano la più elevata partecipazione femminile al consiglio di amministrazione degli intermediari nazionali. / The recent financial crisis has brought board of directors of financial institutions into the spotlight. This study investigates the determinants of board structure in the European banking industry. In the first chapter, we analyze factors that can affect the number of board members, the percentage of non executive directors and the percentage of independent directors. We prove the existence of an overall equilibrium between bank-specific and country-specific characteristics in explaining variation in board size. In contrast, country-specific characteristics explain most of the variation in the percentages of non executive directors and independent directors. As regards bank-specific characteristics, we find systematic relationships between board composition and bank’s operating variables or ownership structure variables, according to benefits and costs embedded in different board structures. In the second chapter, we examine the determinants of female participation in the boardroom. In this case, bank-specific characteristics are complemented by country-specific explanatory variables of women’s status covering the areas of education, family life, economic activity and employment, work-life balance, participation in public life and decision making. The results provide evidence that female representation on bank boards is a mirror of the general status of women in the country in which the banks operate. In this sense countries that exhibit more emancipative values, as well as more advanced welfare systems to promote effective equality between women and men, are the ones that present higher percentages of female board directors in their banks.
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AUTONOMIA PRIVATA E GOVERNANCE NEL GRUPPO BANCARIO COOPERATIVO TRA RAGIONI DI SPECIALITA' E PRINCIPI DI DIRITTO COMUNE

SCAGLIA, GABRIELE 13 April 2018 (has links)
La tesi di dottorato si occupa della riforma delle banche di credito cooperativo introdotta col D.l. n. 18/2016, conv. in l. n. 49/2016 (cfr. artt. 37-bis ss. t.u.b.), e mira al raggiungimento di tre obiettivi: individuare gli spazi riconosciuti all’autonomia negoziale e/o operativa nell’ambito dei gruppi bancari cooperativi cui, oggi, devono necessariamente aderire le b.c.c. per mantenere la forma della cooperativa bancaria; individuare le peculiarità del g.b.c. – caratterizzato dalla presenza di una s.p.a. capogruppo che controlla le b.c.c. attraverso un contratto “di coesione” e il cui capitale è partecipato in misura maggioritaria dalle medesime controllate – in rapporto alle figure più generali del gruppo “bancario” e del gruppo “comune” di cui agli artt. 2497 ss. c.c.; capire se le suddette peculiarità siano espressive di statuti eccezionali fondati sulle speciali esigenze del settore creditizio, in cui le bcc si trovano ad operare, o se, piuttosto, possano evocare principi già rinvenibili nel diritto comune dei gruppi di società. Il lavoro si divide in tre capitoli: il primo capitolo si occupa delle ragioni alla base della riforma delle bcc; il secondo capitolo si occupa dei confini dell'autonomia privata nell'ambito dei gruppi (principalmente contrattuali) "comuni" e "bancari"; il terzo capitolo, infine, si occupa delle differenze tra gruppi bancari (e comuni) e gruppo bancario cooperativo. Nel tentativo di comprendere i riflessi sistematici dell’istituto di recente introduzione e di colmare le fratture tra diritto comune e diritto bancario, il presente lavoro si contrappone a quegli studi e contributi attraverso i quali, al di là delle classificazioni nominalistiche, sono state proposte soluzioni interpretative volte a riconoscere, sempre o nei soli casi di perseguimento di finalità prudenziali, un potere (anche in parte) sottratto ai principi di diritto comune, tale da ridurre le b.c.c. a "meri sportelli bancari della capogruppo". / This Phd thesis deals with the italian reform of the Cooperative Credit Banks, introduced by the D.l. n. 18/2016 (see article 37-bis of the T.U.B.). In an effort to understand the systematic symptoms of the Cooperative Banking Groups and to bridge the fractures between common law and banking law, the research aims three goals. First, identify the space of contractual and operational autonomy within the Cooperative Banking Groups to which, today, the CCB must necessarily adhere to maintain the form of cooperative banks. Second, identify the peculiarities of the CBG - characterized by the presence of a lucrative bank group leader who controls CCB through a "cohesion" contract, whose majority of capital is participated by the same subsidiaries - in relation to the disciplines of the "banking" and "common" groups. Third, understand whether the aforementioned peculiarities are an expression of exceptional statutes based on the special needs of the credit sector or if they rather evoke principles already found in the common law of the group companies. The work is divided in three chapters: the first chapter deals with the reasons behind the reform of the CCB; the second chapter deals with the boundaries of private autonomy within the "common" and "banking" group (mainly contractual) laws; the third chapter, finally, deals with the differences between banking groups and cooperative banking groups. The present work is opposed to certain studies that reckon to the group leader of the CBG a nearly ilimited power, always or only in cases of pursuit of prudential purposes, to controll the subsidaries, even if on prejudice of the subsidiaries’ creditors and shareholders, risking to convert them into "mere branches of the parent company".

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