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KNOWLEDGE TRANSFER: VERO VANTAGGIO COMPETITIVO DELLE ORGANIZZAZIONI ORIENTATE AL FUTURO. UN'INDAGINE NELL'AMBITO DELLE INDUSTRIE CREATIVE DELL'ARTIGIANATO D'ECCELLENZA

BERNER, MARTINA 31 March 2014 (has links)
La presente tesi si propone di comprendere come le organizzazioni chiamate ad agire in mercati complessi siano in grado di produrre, sedimentare, utilizzare, condividere e rendere disponibile la propria conoscenza. La ricerca si focalizza sulle organizzazioni creative legate all'artigianato d’eccellenza in quanto realtà ancora poco esplorate e all'interno delle quali il tema proposto è percepito in misura crescente. Dallo studio emergono due risultati significativi raggiunti grazie all’elaborazione di una review della letteratura e di un’indagine qualitativa condotta sul campo. Il primo risultato è la constatazione di un recente interesse da parte degli studi accademici per il tema della conoscenza e del suo trasferimento con riferimento alle industrie creative dell’artigianato d’eccellenza. Il secondo risultato mette in risalto la relazione tra trasferimento del saper fare e creazione di manufatti d’eccellenza, e riconosce il maestro d’arte come figura cruciale di questo processo di trasferimento della conoscenza (knowledge transfer) in quanto detentore di un sapere che costituisce ed alimenta il valore unico ed esclusivo dei manufatti. Il lavoro proposto riconosce quindi nel sapere dei maestri d’arte una risorsa cardine da valorizzare e trasmettere, in quanto leva di sviluppo di sistemi produttivi basati sulla qualità, sull’eccellenza e sulla differenziazione. / The goal of this study is to understand how organizations operating in a complex market are able to produce, leave sediment, use, share and make available their knowledge. The focus is on arts & crafts creative industries as still insufficiently investigated organizations, although the proposed theme is increasingly perceived. This study presents two significant results achieved thanks to a literature review and a qualitative field research. The first result is the identification of a unprecedented interest of academic studies for the issue of knowledge and its transfer relevant to arts & crafts creative industries. The second result focuses on the relationship between knowledge transfer and creation of artifacts of excellence. In this second part of the study, the craftsman is a critical factor in the process of knowledge transfer as holder of a knowledge which constitutes and nurtures the sole and the exclusive value of the products. In the present dissertation the knowledge of these craftsmen emerges as a key resource that must be valued and transmitted as lever of development of production systems based on quality, excellence and differentiation.
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SAPERE D'AZIONE E COSTRUZIONE DELLA CONOSCENZA. LO SVILUPPO PROFESSIONALE DEGLI INSEGNANTI DI RICERCA, PRATICA RIFLESSIVA E INNOVAZIONE

CATTANEO, AGNESE 03 April 2008 (has links)
In relazione all'insegnamento, pare opportuno concentrare l'attenzione su di una peculiare forma di conoscenza prodotta nella e per la pratica professionale, il sapere d'azione, oggetto di studio soprattutto nel contesto francofono. L'ipotesi generale di ricerca che fonda il presente studio risulta incentrata sull'analisi, in prospettiva pedagogica, di tre dimensioni-chiave (la ricerca, la pratica riflessiva e la diffusione delle innovazioni e del cambiamento in ambito scolastico) che concorrono alla costruzione di tale sapere, considerato componente essenziale nello sviluppo professionale degli insegnanti. la riflessione su questi temi orienta la messa a punto di un sistema di analisi e descrizione delle iniziative di formazione continua attuate in sinergia fra il mondo della scuola e quello della ricerca scientifica.
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Il ruolo sociale delle Università il caso della partnership Boston University-Chelsea / THE SOCIAL ROLE OF UNIVERSITIES THE CASE OF THE BOSTON UNIVERSITY-CHELSEA PARTNERSHIP

LABARILE, MISA 27 March 2008 (has links)
La mia tesi in questo lavoro di ricerca è che le università possono costituire attori di sviluppo grazie ad un'azione immediata e diretta su un'area problematica locale condotta attraverso partnership e reti con altri attori pubblici e privati. L'obiettivo è di creare due fattori di sviluppo: capitale sociale e capitale umano. Ho contestualizzato questa idea nella letteratura dell'istruzione superiore, relativamente ai termini del dibattito intorno a un ruolo innovativo e attivo dell'università contemporanea nel contesto sociale. Di questo mi occupo nel capitolo 1. Nel capitolo 2 analizzo il problema di secondo livello, ovvero l'aspetto organizzativo che può assumere una forma innovativa di funzione sociale: le partnership pubblico-private. Le ipotesi che emergono nei primi due capitoli vengono testate nel terzo sul caso di studio, la partnership tra Boston University e il distretto scolastico di Chelsea, MA: un esperimento unico nel quale un'università privata ha gestito sistematicamente per due decenni un distretto scolastico pubblico. Benché il caso di studio sia unico nel suo genere, e quindi non comparabile, ho voluto contestualizzarlo nel capitolo 4 attraverso l'analisi di altri due casi relativi a problemi affini: riforme scolastiche per la qualità dell'istruzione, e le politiche e la missione delle istituzioni di istruzione superiore. Tutti i casi presentati in questo lavoro appartengono alla prospettiva statunitense. / My thesis in this work is that the universities could be active agents of development, intervening successfully on a local problematic area by networking with public and private actors in order to generate two specific factors of development: social and human capital. I set this idea in the context of the literature on higher education and the debates on innovative and active social functions for the contemporary university. This is the focus of Chapter 1. In Chapter 2 I approach the problem on a deeper level, in its organizational terms: I analyse the public-private partnerships as instruments for the universities to self-assign and re-interpret their local engagement for the creation of human and social capitals. The hypothesis presented in the first two chapters are tested in Chapter 3 on my case study: the Boston University-Chelsea Partnership, a unique example of the day-by-day management of a public district (the Chelsea public schools, MA) by a private university (the Boston University). My case study is set in context in Chapter 4, through the provision of other cases that, albeit not comparably, address similar concerns (quality of education and systems reform, and higher education policies and mission). All these cases are US-focused.
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Web ontologies e rappresentazione della conoscenza. Concetti e strumenti per la didattica / Web Ontologies and Knowledge Representation

CARMINATI, VERA MARIA 02 April 2007 (has links)
Il lavoro mette in luce le reciproche implicazioni di due mondi, quello delle tecnologie e quello dell'educazione, rispetto a temi di interesse condiviso: l'evoluzione della Rete in termini semantici attraverso l'impiego di ontologie informatiche e i complessi rapporti tra formalismi per la rappresentazione della conoscenza e didattica. La ricostruzione storica delle relazioni tra didattica, tecnologie e sistemi di espressione e comunicazione dei saperi ci ha condotto alla ricomprensione del Semantic Web nell'archeologia delle forme di rappresentazione della conoscenza, osservate con attenzione alle loro potenzialità didattiche e in rapporto all'evoluzione della cultura occidentale. La trattazione intende provvedere un modello per la lettura delle intersezioni tra Web Ontologies e scienze dell'educazione. Con uno sguardo al panorama internazionale della ricerca educativa su questi temi, si sono isolate e descritte alcune esperienze significative di impiego dell'approccio ontologico in ambienti e sistemi per l'e-learning, per calare nella realtà delle applicazioni e degli strumenti il discorso teorico proposto. / The work highlights the mutual implications between technologies and education: the two worlds have interest in common matters such as Internet semantic evolution through the implementation of informatic ontologies and the connections we can draw between knowledge representation and didactics. The historical reconstruction of the relationships among didactics, technologies and cultural resources leads us to the Semantic Web as a stage in the knowledge representation archaeology, regarded from cultural transmission and educational mediation perspectives. The work provides an explanation model for the intersections we can see between ontologies and sciences of education. With regard to the international research panorama about these themes, we point out and describe some significant experiences, which put the theory in practice. We analyze tools and applications involving the ontological approach in the development of e-learning environments and systems.
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Agências reguladoras e democracia: a necessária aplicação do modelo de democracia cooperativa reflexiva do conhecimento para legitimação de sua atuação

Schneider, Yuri 31 January 2013 (has links)
Submitted by Maicon Juliano Schmidt (maicons) on 2015-07-06T13:52:51Z No. of bitstreams: 1 Yuri Schneider.pdf: 2029406 bytes, checksum: 0198decf267a9ae9e557832503cded39 (MD5) / Made available in DSpace on 2015-07-06T13:52:51Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Yuri Schneider.pdf: 2029406 bytes, checksum: 0198decf267a9ae9e557832503cded39 (MD5) Previous issue date: 2013-01-31 / Nenhuma / Il Stato di regolamentazione ha eseguito negli ultimi due decenni del secolo scorso come un modello nuovo vestito di intervento dello Stato nell'economia presentato dai neoliberisti che si proponeva di raggiungere i vostri obiettivi, ancora una volta, sostenere la tesi di uno stato minimo, ma ora, con un po 'di partecipazione lo stesso stato nella regolamentazione dei servizi pubblici e le questioni di mercato. In Brasile non era diverso. A metà degli anni novanta, la piattaforma di globalizzazione economica neoliberista facilitato il nostro ingresso nella struttura del modello di amministrazione pubblica di agenzie di regolamentazione brasiliane. Tuttavia, questo regolatore stesso stato, è sostenuto da un modello democratico tipico del liberalismo che sarebbe una democrazia puramente rappresentativa che, anche se contiene un modello fiera ha difetti strutturali propositivo ed essenziale per coloro che dominano il mercato economico. Il modello di democrazia partecipativa, anche se più bella della prima, manca ancora il vero senso di una partecipazione reale ed effettiva, che, ha sostenuto questa tesi, si potrebbe raggiungere solo pienamente con l'attuazione di una conoscenza democrazia cooperativa riflessiva dove ognuno ha il diritto di primo corretta comprensione delle questioni che riguardano la vita della società per, solo dopo che, il cittadino può portare la loro partecipazione democratica. Brasiliani agenzie di regolazione, anche se carente nella sua struttura efunzionamento, per il possesso di una cosiddetta "malattia" iniettato una falsa democrazia, rappresentativa, che ostacola la legittimità del proprio operato, in particolare quando si tratta di una regolamentazione di quelli che dovrebbero essere disciplinate, potrebbeessere "curato" con l'applicazione di un nuovo modello democratico di partecipazione popolare, che sarebbe la democrazia della conoscenza. / O Estado Regulador se apresentou nas duas últimas décadas do século passado como uma nova roupagem de modelo de intervenção do Estado na economia apresentada pelos neoliberais onde visavam alcançar seus objetivos de, novamente, sustentar a tese de um Estado mínimo, todavia agora, com certa participação pelo mesmo Estado na regulação de serviços públicos e outras questões ligadas ao mercado. No Brasil não foi diferente. Em meados da década de noventa, a globalização econômica de plataforma neoliberal propiciou o ingresso na nossa estrutura de Administração Pública o modelo das Agências Reguladoras no cenário brasileiro. Todavia, este mesmo Estado regulador, é sustentado por um modelo democrático típico do liberalismo o qual seria uma democracia meramente representativa que, embora se sustente como um modelo justo apresenta falhas estruturais propositais e essenciais para aqueles que dominam o mercado econômico. O modelo de uma democracia participativa, embora mais justa do que a primeira, ainda assim não apresenta o verdadeiro sentido de uma participação efetiva e verdadeira, a qual, sustentada nesta tese, só poderíamos alcançar plenamente com a aplicação de uma democracia cooperativa reflexiva do conhecimento, onde a todos é dado o direito primeiro da correta compreensão das questões que influenciam na vida da sociedade para, somente após isso, o cidadão possa efetivar a sua participação democrática. As Agências Reguladoras brasileiras, embora deficientes em sua estrutura e atuação, por portarem uma dita "enfermidade" injetada por uma falsa democracia, a representativa, o que dificulta a legitimidade de suas ações, mormente em se tratando da regulação daqueles que deveriam ser regulados, poderiam ser "curadas" pela aplicação de um novo modelo democrático de participação popular, o qual seria o da democracia do conhecimento. / El Estado Regulador ha actuado en las dos últimas décadas del siglo pasado como un modelo nuevo vestido de la intervención estatal en la economía presentada por los neoliberales que pretenden alcanzar sus objetivos, una vez más, el apoyo a la tesis de un Estado mínimo, pero ahora, con alguna participación el mismo estado en la regulación de los servicios públicos y otras cuestiones de mercado. En Brasil no fue diferente. A mediados de los años noventa, la plataforma de la globalización económica neoliberal facilitó nuestra entrada en la estructura del modelo de Administración Pública de las agencias reguladoras brasileñas. Sin embargo, este regulador mismo estado, se sustenta en un modelo democrático típico del liberalismo que sería una democracia meramente representativa que a pesar de que se mantiene como un modelo de feria cuenta con fallas estructurales propósito y esencial para aquellos que dominan el mercado económico. El modelo de democracia participativa, aunque más justo que el primero, todavía le falta el verdadero sentido de una participación real y efectiva, que apoyó esta tesis, que sólo se podía lograr plenamente en la aplicación de un conocimiento reflexivo democracia cooperativa donde todos se les da el derecho de primera comprensión correcta de las cuestiones que afectan a la vida de la sociedad para, sólo después de que, el ciudadano puede llevar a su participación democrática. Agencias reguladoras brasileñas, aunque deficiente en su estructura y funcionamiento, por la posesión de lo que se denomina "enfermedad" inyecta una falsa democracia representativa, lo que dificulta la legitimidad de sus acciones, sobre todo cuando se trata de la regulación de los que deben ser reguladas, podría ser "curado" mediante la aplicación de un nuevo modelo democrático de participación popular, que sería la democracia del conocimiento.
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Natura, cultura, storia : l’ontologia espressiva di Maurice Merleau-Ponty / Nature, culture, history : the expressive ontology of Maurice Merleau-Ponty / Nature, culture, histoire : l’ontologie expressive de Maurice Merleau-Ponty

Gianfrancesco, Fabio 16 February 2018 (has links)
«Nous ne cessons pas de vivre dans le monde de la perception, mais nous le dépassons par la pensée critique, au point d’oublier la contribution qu’il apporte à notre idée du vrai». Avec cette phrase qui ouvre un texte auquel le philosophe confie un bilan des résultats de ses premiers travaux, Maurice Merleau-Ponty récapitule le problème fondamental dont toute sa réflexion restera marquée. Poussé, depuis le tout début de sa recherche, par l’intention de dépasser l’antinomie entre les perspectives, intellectualiste et empiriste, Merleau-Ponty fait appel à une philosophie capable de se tourner à nouveau vers le phénomène humain, de rendre compte de ses modalités d’existence et de l’explorer à nouveau au-delà de la distinction cartésienne entre âme et corps, en inaugurant ainsi une anthropologie philosophique comme propédeutique à une réforme épistémologique plus générale, capable de restituer à la philosophie même, sa fonction d’interrogation radicale de l’expérience concrète.Le but de notre recherche est de montrer comment cette exploration qui, au commencement trouve dans l’observation et dans la description de la perception son point de départ, tend toujours davantage vers une thématisation et une étude du problème de l’expression à travers lequel la réflexion merleau-pontienne évolue de la phenomenologie de la corporéité à la véritable ontologie du sensible.Tout d’abord explorée comme nécessaire corrélatif des manifestations perceptrices, l’expression devient progressivement objet d’une réflexion autonome et en même temps, le pivot méthodologique d’une trajectoire philosophique dans laquelle l’enquête anthropologique laisse graduellement le pas à une philosophie de la nature.On observera ainsi l’attestation d’une ontologie indirecte, capable de rendre compte de l’historicité de l’expérience et en vertu de laquelle repenser le rapport entre nature et culture, corps et langage. C’est-à-dire de reproposer le problème de la genèse du sens au sein d’une réhabilitation accomplie du sensible ainsi que le problème de l’émergence d’une philosophie comme ré-articulation d’une archéologie de la perception et d’une généalogie de la connaissance. / «Nous ne cessons pas de vivre dans le monde de la perception, mais nous le dépassons par la pensée critique, au point d’oublier la contribution qu’il apporte à notre idée du vrai». With this sentence, which opens a text to which the philosopher entrusts an evaluation of the results of his first works, Maurice Merleau-Ponty recapitulates the fundamental problem due to which all his reflections will be affected afterwards. Led, from the very beginning of his research, from the intent to overcome the antinomy between the intellectualist and the empiricist perspectives, Merleau-Ponty calls for a philosophy capable of turning towards the human phenomenon, to account for its mode of existence and redirect it beyond the Cartesian distinction between soul and body, inaugurating a philosophical anthropology as propaedeutic to a more general epistemological reform, capable of returning to philosophy itself its function of radical questioning the concrete experience.The aim of our work is to show how this investigation, which initially finds its starting point in the observation and description of perception, increasingly stretching towards a thematization and a study of the problem of expression, through which the Merleaupontian reflection evolves from the phenomenology of corporeity to a real ontology of the sensible.First investigated as a necessary correlative of perceptual manifestations, expression becomes progressively the subject of an autonomous reflection and, at the same time, a methodological pivotal point of a philosophical trajectory in which the anthropological inquiry gradually gives way to a philosophy of nature, an indirect ontology able to account for the historicity of the experience and, in virtue of this, to rethink the relationship between nature and culture, body and language. This means to bring back the problem of the genesis of meaning within an accomplished rehabilitation of the sensible and to point out the emerging of a philosophy as a continuous re-articulation of and archaeology of perception and a genealogy of knowledge. / «Nous ne cessons pas de vivre dans le monde de la perception, mais nous le dépassons par la pensée critique, au point d’oublier la contribution qu’il apporte à notre idée du vrai». Con questa frase, con cui si apre un testo cui il filosofo affida un bilancio dei risultati dei suoi primi lavori, Maurice Merleau-Ponty ricapitola il problema fondamentale da cui tutta la sua riflessione rimarrà segnata. Spinto, fin dagli esordi della sua ricerca, dall’intento di superare l’antinomia fra le prospettive Intellettualiste ed Empiriste, Merleau-Ponty fa appello a una filosofia capace volgersi nuovamente verso il fenomeno umano, di rendere conto delle sue modalità d’esistenza e re indagarlo al di là della distinzione cartesiana fra anima e corpo, inaugurando un’antropologia filosofica come propedeutica a una più generale riforma epistemologica in grado di restituire alla filosofia stessa la sua funzione d’interrogazione radicale dell’esperienza concreta.Scopo del nostro lavoro è di mostrare come questa indagine, che da principio trova nell’osservazione e nella descrizione della percezione il suo punto d’avvio, protenda sempre maggiormente verso una tematizzazione e uno studio del problema dell’espressione, attraverso il quale la riflessione merleaupontiana evolve da fenomenologia della corporeità a vera e propria ontologia del sensibile.Dapprima indagata come correlato necessario delle manifestazioni percettive, l’espressione diviene progressivamente oggetto di una riflessione autonoma e, al medesimo tempo, cardine metodologico di una traiettoria filosofica in cui l’inchiesta antropologica lascia gradualmente il passo a una filosofia della natura. Si osserverà così l’attestarsi di un’ontologia indiretta, in grado di rendere conto della storicità dell’esperienza, e in virtù di quest’ultima di ripensare il rapporto tra natura e cultura, corpo e linguaggio. Ovvero di riproporre il problema della genesi del senso in seno a una riabilitazione compiuta del sensibile e quello dell’emergere di una filosofia come continua riarticolazione di un’archeologia della percezione e di una genealogia della conoscenza.
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COMPETENZE "TACITE" DEGLI INSEGNANTI E JOINT PROFESSIONAL DEVELOPMENT. QUADRI PEDAGOCICI E PROSPETTIVE FORMATIVE. / Teacher's tacit competence and Joint Professional development

GOISIS, CLAUDIO 31 March 2011 (has links)
Il progetto di ricerca muove dall’interesse per l’emergere di nuove epistemologie della formazione professionale che riconoscono la pratica condivisa come contesto epistemologico di produzione e sviluppo di competenze. Recenti ricerche collegano le possibilità di crescita professionale del singolo allo sviluppo complessivo delle organizzazioni, interpretate come sistemi di comunità che apprendono. Il tema di fondo su cui si confronta la ricerca attiene alla trasformazione delle conoscenze dell’insegnante, all’interno dei vincoli e delle possibilità connesse all’attuale fase di transizione, in favore dell’apprendimento organizzativo. Più in dettaglio, la ricerca indaga il ruolo che assumono le conoscenze tacite nella trasformazione di conoscenza dal livello individuale a quello collettivo. / The research project originates from the interest in emerging new epistemologies of professional formation which identify shared practice as the epistemological context of competence creation and development. Recent research relates the opportunities of individual professional growth to the overall development of the organizations, considered as learning community systems. Given the limits and possibilities connected to the present moment of transition, the main point the research deals with is the transformation of the teacher's knowledge in favour of organizational learning. To be more precise, the research investigates the role of tacit knowledge in the transformation of knowledge from individual to collective level.
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Un'analisi dell'attività di design nel contesto dell'industria agro-alimentare in Italia tra innovazione ed estetica / An analysis of the design activity in the context of the agro-food industry in Italy between innovation and aesthetics

D'IPPOLITO, BEATRICE 24 February 2011 (has links)
La tesi si prepone di analizzare il significato di design nel contesto dell’industria agro-alimentare in Italia, con particolare riferimento alle teorie dell’innovazione tramite servizi (Miles et al., 1995; Tether et al., 2001). Precedenti studi sulla professionalizzazione di una disciplina hanno supportato una prima fase di ricerca, durante la quale si è cercato di valutare se si sta sviluppando una disciplina del design agro-alimentare (Hodgson, 2002). Successivamente, la ricerca ha analizzato come le imprese del settore abbiano sviluppato ed integrato specifiche competenze mirate a fare del design uno strumento di crescita innovativa (Jennings e Wood, 1994, Meroni, 2000, Miele e Murdoch, 2002). La metodologia si basa su casi studio tratti da dati di fonte primaria e secondaria. Un primo risultato ha evidenziato l’importanza dell’innovazione di tipo organizzativo, in particolare il lavoro di progetto ed un rapporto frequente con il cliente. Lo studio enfatizza inoltre che le aziende agro-alimentari debbano considerare aspetti legati all’innovazione in concomitanza a quelli legati all’estetica. Nei casi in cui il prodotto non rappresenti l'unica interfaccia col cliente (es. settore vinicolo), la ricerca suggerisce che la funzione di servizio del design emerge come preminente. / This thesis unveils the meaning of design in the context of the agro-food industry in Italy from a service innovation perspective (Miles et al., 1995; Tether et al., 2001). Different theoretical underpinnings have been called: previous studies on the professionalisation of a discipline have helped to assess the extent to which a discipline of agro-food design is emerging (Hodgson, 2002). Additional insight is provided by the analysis of firms and sectors that have integrated design-related expertise into their activities and, consequently, contributed to further our understanding on this matter (Jennings and Wood, 1994, Meroni, 2000, Miele and Murdoch, 2002). A qualitative approach has combined both primary- and secondary-source data. The study indicates that organisational innovations are crucial for the competitiveness of Italian design firms, project-based activity and close relationship with client firms in particular. Case studies on medium and large agro-food firms point to a blurring line between design and marketing. The study emphasises that both the innovation and aesthetic components must be considered. In cases where the product is not the only interface with the client (e.g. winemaking sector), the research suggests that the service trait of the design activity is becoming increasingly relevant.
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Centralità del concetto di fiṭra in al-Ṭahṭāwī per la traslazione di categorie moderne occidentali nella cultura musulmana

CASERTA, PAOLO 21 February 2007 (has links)
Dall'analisi dell'opera di Rifā‘a Rāfi‘ al-Ṭahṭāwī intellettuale egiziano del XIX sec. Taḫlīṣ al-ibrīz fī talḫīṣ Bārīz (Dell'oro raffinato a Parigi in condensato) emerge come la traslazione di categorie moderne francesi, da lui messa in atto, sia fondata sul concetto di fiṭra, un endoxon culturale espressivo dell'identità arabo-musulmana. Fu l'incontro con la cultura francese che gli permise di riscoprire la rilevanza del concetto arabo-musulmano di fiṭra per la dinamica della conoscenza umana. Esso è alla radice stessa della facoltà della parola e perciò dell'atto traduttivo. / The translation work, from French to Arabic, of Rifā‘a Rāfi‘ al-Ṭahṭāwī an important Egyptian thinker of the XIX century - is founded on the concept of fiṭra, a cultural endoxon of the Islamic Arabic culture. He recovered the relevance of the concept of fiṭra for Human process of knowledge in his culture by the encounter with the French culture. According to the Muslim Arabic culture the human possibility of language is based on the concept of fiṭra and so the translation process.
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La città da energivora a nodo attivo delle reti di produzione e di scambio energetico / Towns, Cities and Urban Areas. From Energy Consumers to Renewable Energies Producers

VENUTA, MARIA LUISA 13 July 2007 (has links)
Il concetto di rete dell'informazione può diventare uno schema logico con cui descrivere l'evoluzione delle politiche sulle energie rinnovabili e sulla sostenibilità? La ricerca è stata svolta analizzando l'architettura delle due reti (internet e reti energetiche) e l'evoluzione del bene prodotto e distribuito nella rete energetica, l'energia, esplicitando l'accessibilità da parte della distribuzione mondiale delle risorse petrolifere tradizionali e delle risorse rinnovabili. La struttura metodologica del progetto di ricerca si basa due tipi di analisi teorica: 1) l'analisi della nascita delle società in rete attraverso le teorie di Manuel Castells (concetto di spazio di flussi) e di Saskia Sassen e l'evoluzione delle città (cap.2 e cap.5) 2) le analisi dei flussi dei materiali e delle energie avendo come riferimento metodologico l'approccio ecologico ideato dai ricercatori dell'istituto per il Clima, l'Ambiente e l'Energia di Wuppertal, Germania (cap.3 e cap.4) La contraddizione tra città innovative e città che sono ai livelli di enormi discariche o di baraccopoli è esposta nel cap.6 attraverso casi studio e progetto dei Programmi Europei. Nell'ultimo capitolo (cap.7) si riassumono le ipotesi di partenza e i risultati della ricerca e si espongono le questioni aperte. / Can internet logic scheme be used as a basis to describe public policies evolution on renewable energies production and sharing in urban areas all over the world? The research project analyses the two networks (internet and energetic grids) architectures in actual and future urban areas. This analysis is connected with present and future forecasts energy productions from traditional fuels and from renewable sources. Theoretical analysis is conducted following a double conceptual pathway: - societal networks (Manuel Castells theory) and urban areas evolution (Saskia Sassen and Mike Davis) in order to picture the evolution of cities and towns in modern economies and in developing countries (Chapters 2 and 5); - Material and Energy Flow Analysis (approach by Wuppertal Institute for Climate, Environment and Energy) applied to renewable energy (Chapters 3 and 4) In Chapter 6 case studies are exposed on the deep cleavage between two different worlds: innovative, rich towns on a side and the landfills cities, slums on the other side. In the last part hypothesis and thesis are put together and open questions are explained (Chapter 7).

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