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Madre que da la muerte. Introducción escénico-poética a la imagen cristianaCarmona Tabja, Miguel January 2017 (has links)
Tesis para optar al grado de Magíster en Filosofía / El objetivo de este trabajo es realizar una lectura psicoanalítica de las posiciones teológicas referidas a las imágenes de culto, que tienen su origen principalmente en el Segundo Concilio de Nicea. Para ello se parte elaborando un marco teórico para entrar a esta discusión por medio de la obra de Patricio Marchant, quien tensiona el concepto de “representación”. En segundo lugar, a partir de la obra de León Rozitchner se realiza una interpretación acerca de lo que sería el Edipo cristiano, cuya principal innovación sería aquello llamado “desmaterialización de la madre”. Finalmente, a la luz de estos dos autores se realiza una interpretación de la controversia iconoclasta que ocurrió en Bizancio entre los siglos VIII y IX y sus recepciones occidentales, viendo su conexión con la figura de la madre en el Edipo cristiano.
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Investigación breve sobre los presupuestos filosóficos en la distinción personal y unidad sustancial trinitaria en los tres grandes CapadociosArroyo Arroyo, Sergio January 2019 (has links)
Informe de Seminario para optar al grado de Licenciado en Filosofía / El presente trabajo tiene básica y generalmente como objetivo estudiar de qué manera
influyen filosóficamente conceptos concebidos como tradicionales en la metafísica y
ontología antigua y tardoantigua griega insertados en un contexto cristiano que busca
desarrollar fórmulas trinitarias más elaboradas durante la segunda mitad del siglo cuarto
d.C. Concretamente, se buscará dilucidar y demostrar cómo los conceptos griegos de
hypostasis y ousía , con su propia historia y carga filosófica, llegan a ser los conceptos
capitales de una formulación trinitaria que notablemente disipa, durante la segunda mitad
del siglo cuarto d.C, equívocos doctrinales y da una forma más definitiva y canónica al
dogma trinitario cristiano gracias al tratamiento que los Capadocios, padres griegos hacen
de dichos conceptos. Esto quiere decir que la principal pretensión que se buscará defender
aquí es considerar que los Capadocios se valieron de conceptos griegos tradicionalmente
filosóficos.
Para llevar a cabo dicha empresa, inicialmente se hará un rastreo del uso de los conceptos
de ousia e hypostasis previo a la discusión capadocia cristiana, con el fin de evidenciar los
principales rasgos filosóficos contenidos en ellos, considerando también el tratamiento que
hizo Orígenes de los conceptos, aproximadamente dos siglos antes. Ya teniendo los
antecedentes filosóficos a la vista, y luego de mostrar independientemente los
planteamientos Capadocios en torno a la Trinidad, se evidenciarán las influencias
filosóficas contenidas en su tratamiento y sus concepciones contextualizadas históricamente
en el debate. Dificultades no menores que surgen al emprender este proyecto son,
principalmente, la incongruencia interna entre posturas heterodoxas y la ausencia de obras
traducidas tangentes al tema. El recorrido recién enunciado mostraría como resultado lo
siguiente: 1) La evolución y el uso que se le daba a los términos ousia e hypostasis en
ámbitos filosóficos y teológicos. 2) Los teólogos de ese entonces se valieron de dichos
conceptos y asumieron su carga filosófica e histórica para cimentar sus doctrinas trinitarias.
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Tipologia e diffusione delle produzioni ceramiche in Romagna tra XIII e XV secolo / Typology and distribution of ceramics production in Romagna between XIII and XV centuryLo Mele, Elvira <1978> 21 July 2015 (has links)
In questo lavoro si è avuta la possibilità di studiare e confrontare i reperti ceramici provenienti da tre recenti scavi condotti nella zona della Romagna dall’Università di Bologna: il monastero di San Severo a Classe (RA), il castello di Rontana (Brisighella-RA) e la pieve di S. Reparata a Terra del Sole (FC). Si tratta di scavi ancora inediti differenti tra loro sia per connotazione distrettuale di appartenenza che per tipologia insediativa
La cesura cronologica che si è preso in esame va dal XIII a XV secolo. Il XIII secolo corrisponde a un periodo in cui si assiste ad una riapertura dei trasporti a lunga distanza e si diffonde la tendenza al trasferimento dei saperi tecnici da Oriente verso Occidente, fenomeno che include l’introduzione di nuove tecnologie produttive in campo ceramico come l’ingobbio e la maiolica in diversi centri urbani.
Si passa poi attraverso il XIV secolo, momento in cui alcune produzioni, come quella della maiolica, raggiungono la loro massima diffusione, con una diversificazione qualitativa dei prodotti, raggiungendo anche l’ambito rurale, e si assiste alla moltiplicazione dei centri di produzione. Si arriva così al XV secolo periodo in cui iniziano ad affermarsi dei veri e propri centri produttivi “industriali”, rappresentativi anche di una specializzazione regionale dei prodotti di qualità medio-alta.
La possibilità di confrontare materiali di siti così differenti tra loro ha dato modo di sottolineare analogie e differenze anche tra città e campagna, in un territorio come quello romagnolo che ancora risente del peso della lunga tradizione antiquaria che ha caratterizzato gli studi fino al secolo scorso. / This research has allowed to study and compare the pottery artefacts from three recent excavations carried out by the University of Bologna, in the area Romagna at the sites of: the monastery of San Severo in Classe (Ravenna), the castle of Rontana (Brisighella, Ravenna) and thePieve of S. Reparata a Terra del Sole (Forlì-Cesena). These are yet unpublished works, but they differ in their territory and location, as well as the typology of settlement.
The chronological range examined in this work is the period between the 12thand the 15th century. The 13th century corresponds to the reopening of long distance trade and transport that allow exchange of technological knowledge from the Orient into the Western world. This phenomenon includes the introduction of new production techniques, such as slipware and majolica now manufactured in several towns.
Later, into the 14th century, some fabrics, like majolica, reach the highest diffusion, with qualitative differentiation of the products that reached also rural areas; during this period, it is possible to witness to multiplication of production centres. It is during the 15th century that well organised “industrial” productions centres did establish for the production of medium-high quality products.
The chance of comparing materials that are so dissimilar allowed us to underline analogies and difference also when comparing city and countryside locations in a territory, like that of Romagna, that still suffers of the long antiquarian tradition that characterised the study of this subject until the end of the last century.
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Paolo, Mosè e l'alleanza non revocata in 2 Cor 3,1-4,6 / Paul, Moses and the Non-Revoked Covenant in 2 Cor 3,1-4,6CASELLA, GIOIETTA 10 April 2008 (has links)
Paolo, Mosè e l'Alleanza non revocata in 2 Cor 3,1-4,6
La pericope di 2 Cor 3,1-4,6 appartiene a uno scritto denso e problematico. Nel quadro più ampio del confronto con gli “oppositori”, il testo esaminato dimostra la fedeltà di Paolo alle sue radici, che sono fondate nell'Israele della promessa e della berît stabilita per sempre, “nuova” perché rinnovata e alla quale è stato tolto il velo che copriva il volto di Mosè. Dimostra anche il suo ininterrotto dialogare con la Scrittura. L'Apostolo riconosce nel volto del Cristo - quel volto che ha trasfigurato la sua vita e lo ha definitivamente conquistato - la vera immagine di Dio. Al Figlio di Dio crocifisso e risorto Paolo ha affidato la sua causa: la sua parrhs…a non è soffocata dalle tribolazioni che sembrano minacciare la sua stessa vita. Proprio nelle sofferenze con le quali segue la crescita dell'™kklhs…a, l'Apostolo realizza la configurazione a Colui che gli si è manifestato e al suo eÙaggšlion. Il linguaggio di questi versetti riflette il vissuto dinamico della giovane chiesa di Corinto, chiamata a proteggere la koinwn…a e a rafforzarsi nell'¢g£ph, senza lasciarsi avvincere dalle lusinghe di chi intende separarla dal suo ministro (di£konoj-doàloj), Paolo. / Paul, Moses and the non-revoked Covenant in 2 Cor 3,1-4,6
The pericope of 2 Cor 3,1-4,6 belongs to a dense and perplexing writing. In the wider frame of the confrontation with the “opponents”, the text examined shows Paul's faithfulness to his roots, which are put down in the Israel of the promise and of the berît settled forever, which is “new” because renewed and set free from the veil which covered Moses' face. It also shows Paul's uninterrupted dialogue with Scripture. The Apostle recognizes in Christ's face - the face that transfigured his life and definitively gained him - God's true image. Paul has relied on the crucified and risen Son of God; so his parrhs…a is not stifled by the tribulations that seem to threaten his own life. Right in the sufferings in which he follows the growing of the ™kklhs…a, the Apostle assumes the shape of Who that revealed himself to him and of his eÙaggšlion. The language of these verses mirrors the dynamic background of the Corinthian church, called to shield the koinwn…a and to get stronger in the ¢g£ph, without being won over by the flattery of those who try to divide her from her minister (di£konoj-doàloj), Paul.
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Ravenna e i piu' significativi centri dell'Impero. Il mosaico parietale tra V e VI secolo: Revisione critica / Ravenna and the most important centers of the Empire. Wall mosaics between the Vth and VIth century: critical review.Sotira, Letizia <1978> 17 July 2014 (has links)
Tra il V ed il VI secolo, la città di Ravenna, per tre volte capitale, emerge fra i più significativi centri dell’impero, fungendo da cerniera tra Oriente e Occidente, soprattutto grazie ai mosaici parietali degli edifici di culto, perfettamente inseriti in una koinè culturale e artistica che ha come comune denominatore il Mar Mediterraneo, nel contesto di parallele vicende storiche e politiche. Rispetto ai ben noti e splendidi mosaici ravennati, che insieme costituiscono senza dubbio un unicum nel panorama artistico dell’età tardoantica e altomedievale, nelle decorazioni musive parietali dei coevi edifici di culto dei diversi centri dell’impero d’Occidente e d’Oriente, e in particolare in quelli localizzati nelle aree costiere, si possono cogliere divergenze, ma anche simmetrie dal punto di vista iconografico, iconologico e stilistico. Sulla base della letteratura scientifica e attraverso un poliedrico esame delle superfici musive parietali, basato su una metodologia interdisciplinare, si è cercato di chiarire l’articolato quadro di relazioni culturali, ideologiche ed artistiche che hanno interessato e interessano tuttora Ravenna e i vari centri della tarda antichità, insistendo sulla pluralità, sulla complessità e sulla confluenza di diverse esperienze artistiche sui mosaici di Ravenna. A tale scopo, i dati archeologici e artistici sono stati integrati con quelli storici, agiografici ed epigrafici, con opportuni collegamenti all’architettura, alla scultura, alle arti decorative e alle miniature, a testimonianza dell’unità di intenti di differenti media artistici, orientati, pur nella diversità, verso le medesime finalità dogmatiche, politiche e celebrative. Si tratta dunque di uno studio di revisione e di sintesi sui mosaici parietali mediterranei di V e VI secolo, allo scopo di aggiungere un nuovo tassello alla già pur vasta letteratura dedicata all’argomento. / Between the Vth and VIth century, Ravenna, three times capital city, stands out among the most important centers of the Empire: it’s a bridge between East and West, especially thanks to the wall mosaics of the places of worship, since mosaic art in Ravenna fits perfectly into a cultural and artistic koinè that has the Mediterranean Sea as a common denominator in a similar context of parallel historical and political events. These beautiful and well known mosaics of the Adriatic city, which really look unique in the artistic panorama of the Late Antiquity and the early Middle Ages, can offer an interesting comparison with the contemporary parietal decorations in the various centers of the West and the East, and in particular those located in the coastal areas. It’s possible therefore to see differences, and also similarities from the point of view of the iconography, iconology and style. On the basis of the scientific literature and through a polyhedrical examination of the wall mosaic, founded on interdisciplinary methodology, I’ve tried to clarify the complex network of cultural, ideological and artistic works that have involved and still involve Ravenna and the various centers of Late Antiquity, focusing on the plurality, complexity and the confluence of different artistic experiences. For this purpose, artistic and archaeological data have been integrated with historical, hagiographical and epigraphic ones, with appropriate references to architecture, sculpture, decorative arts and miniatures, in order to witness the unity of intent of different artistic media, which, despite the diversity, are oriented towards the same dogmatic, political and celebratory purposes. In conclusion, the main aim of this study is to offer a review and a synthesis of the Mediterranean wall mosaics of the Vth and VIth century, in order to add another “tessera” to the already vast literature written on this topic.
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Storiografia dei restauri musivi e architettonici relativi al battistero neoniano di RavennaSarasini, Federica <1976> 09 June 2008 (has links)
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Prosopopea ed esegesi prosopologica in Origene: un confronto col mondo classicoVillani, Andrea <1980> 22 July 2008 (has links)
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Laconia e Messenia in Età Tardoantica e Protobizantina: l'edificio di culto e l'insediamentoCoppola, Valentina <1977> 04 June 2009 (has links)
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I sarcofagi tra III e IV secolo d. C.: problemi di iconologiaDall'Aglio, Michele <1978> 05 June 2009 (has links)
Cosa e’ stato fatto e il fine della ricerca in questi tre anni si è esaminato il materiale edito sui sarcofagi del periodo in esame, sui culti funerari, i problemi religiosi ed artistici.
Per trovare confronti validi si sono resi necessari alcuni viaggi sia in Italia che all’estero.
Lo scopo della ricerca è stato quello di “leggere” i messaggi insiti nelle figurazioni delle casse dei sarcofagi, per comprendere meglio la scelta dei committenti verso determinati temi e la ricezione di questi ultimi da parte del pubblico.
La tomba, infatti, è l’ultima traccia che l’uomo lascia di sé ed è quindi importante cercare di determinare l’impatto psicologico del monumento funerario sul proprietario, che spesso lo acquistava quando ancora era in vita, e sui familiari in visita alla tomba durante la celebrazione dei
riti per i defunti.
Nell’ultimo anno, infine, si è provveduto a scrivere la tesi suddivindendo i capitoli e i pezzi in base
all’argomento delle figurazioni (mitologici, di virtù, etc.).
I capitoli introduttivi
Nel primo capitolo di introduzione si è cercato di dare un affresco per sommi capi del periodo storico in esame da Caracalla a Teodosio e della Chiesa di III e IV secolo, mettendo in luce la profonda crisi che gravava sull’Impero e le varie correnti che frammentavano il cristianesimo.
In particolare alcune dispute, come quella riguardante i lapsi, sarà alla base di ipotesi interpretative riguardanti la raffigurazione del rifiuto dei tre giovani Ebrei davanti a Nabuchodonosor.
Nel capitolo seguente vengono esaminati i riti funerari e il ruolo dei sarcofagi in tali contesti, evidenziando le diverse situazioni emotive degli osservatori dei pezzi e, quindi, l’importanza dei temi trattati nelle casse.
I capitolo
Questo capitolo tratta dei sarcofagi mitologici.
Dopo una breve introduzione, dove viene spiegata l’entrata in uso dei pezzi in questione, si passa alla discussione dei temi, suddivisi in paragrafi.
La prima classe di materiali è qualla con la “caduta di Fetonte” la cui interpretazione sembra chiara:
una tragedia familiare. Il compianto sul corpo di un ragazzo morto anzi tempo, al quale partecipa tutto il cosmo. L’afflizione dei familiari è immane e sembra priva di una possibile consolazione.
L’unico richiamo a riprendere a vivere è solo quello del dovere (Mercurio che richiama Helios ai propri impegni).
La seconda classe è data dalle scene di rapimento divino visto come consolazione e speranza in un aldilà felice, come quelle di Proserpina e Ila. Nella trasposizione della storia di Ila è interessante anche notare il fatto che le ninfe rapitrici del giovane – defunto abbiano le sembianze delle parenti già morte e di un fanciullo, probabilmente la madre, la nonna e un fratello deceduto anzi tempo.
La terza classe presenta il tema del distacco e dell’esaltazione delle virtù del defunto nelle vesti dei
cacciatori mitici Mealeagro, Ippolito e Adone tutti giovani, forti e coraggiosi.
In questi sarcofagi ancor più che negli altri il motivo della giovinezza negata a causa della morte è fondamentale per sottolineare ancora di più la disperazione e il dolore dei genitori rimasti in vita.
Nella seguente categoria le virtù del defunto sono ancora il tema dominante, ma in chiave diversa: in questo caso l’eroe è Ercole, intento ad affrontare le sue fatiche.
L’interpretazione è la virtù del defunto che lo ha portato a vincere tutte le difficoltà incontrate durante la propria vita, come dimostrerebbe anche l’immagine del semidio rappresentato in età diverse da un’impresa all’altra.
Vi è poi la categoria del sonno e della morte, con i miti di Endimione, Arianna e Rea Silvia, analizzato anche sotto un punto di vista psicologico di aiuto per il superamento del dolore per la perdita di un figlio, un marito, o, ancora, della sposa.
Accanto ai sarcofagi con immagini di carattere narrativo, vi sono numerosi rilievi con personaggi mitici, che non raccontano una storia, ma si limitano a descrivere situazioni e stati d’animo di felicità. Tali figurazioni si possono dividere in due grandi gruppi: quelle con cortei marini e quelle con il tiaso dionisiaco, facendo dell’amore il tema specifico dei rilievi. Il fatto che quello del tiaso
marino abbia avuto così tanta fortuna, forse, per la numerosa letteratura che metteva in relazione l’Aldilà con l’acqua: l’Isola dei Beati oltre l’Oceano, viaggi per mare verso il mondo dei morti.
Certo in questo tipo di sarcofagi non vi sono esplicitate queste credenze, ma sembrano più che altro esaltare le gioie della vita.
Forse il tutto può essere spiegato con la coesistenza, nei familiari del defunto, della memoria retrospettiva e della proiezione fiduciosa nel futuro. Sostanzialmente era un modo per evocare situazioni gioiose e di godimento sensibile, riferendole ai morti in chiave beneaugurale.
Per quanto rigurda il tiaso di Bacco, la sua fortuna è stata dettata dal fatto che il suo culto è sempre
stato molto attivo. Bacco era dio della festa, dell’estasi, del vino, era il grande liberatore, partecipe della crescita e della fioritura, il grande forestiero , che faceva saltare gli ordinamenti prestabiliti, i confini della città con la campagna e le convenzioni sociali. Era il dio della follia, al quale le menadi si abbandonavano nella danza rituale, che aggrediva le belve, amante della natura, ma che penetra nella città, sconvolgendola. Del suo seguito facevano parte esseri ibridi, a metà tra l’ordine
e la bestialità e animali feroci ammansiti dal vino. I suoi nemici hanno avuto destini orribili di indicibile crudeltà, ma chi si è affidato anima e corpo a lui ha avuto gioia, voluttà, allegria e pienezza di vita. Pur essendo un valente combattente, ha caratteri languidi e a tratti femminei, con forme floride e capelli lunghi, ebbro e inebriante. Col passare del tempo la conquista indiana di alessandro si intrecciò al mito bacchico e, a lungo
andare, tutti i caratteri oscuri e minacciosi della divinità scomparirono del tutto. Un esame sistematico dei temi iconografici riconducibili al mito di Bacco non è per nulla facile, in quanto l’oggetto principale delle raffigurazioni è per lo più il tiaso o come corteo festoso, o come gruppi di figure danzanti e musicanti, o, ancora, intento nella vendemmia. Ciò che interessava agli scultori era l’atmosfera gioiosa del tiaso, al punto che anche un episodio importante, come abbiamo visto, del ritrovamento di Arianna si pèerde completamente dentro al corteo, affollatissimo di personaggi.
Questo perché, come si è detto anche al riguardo dei corte marini, per creare immagini il più possibile fitte e gravide di possibilità associative. Altro contesto iconografico dionisiaco è quello degli amori con Arianna.
Sui sarcofagi l’amore della coppia divina è raffigurato come una forma di stupore e rapimento alla vista dell’altro, un amore fatto di sguardi, come quello del marito sulla tomba della consorte.
Un altro tema , che esalta l’amore, è senza ombra di dubbio quello di Achille e Pentesilea, allegoria dell’amore coniugale. Altra classe è qualla con il mito di Enomao, che celebra il coraggio virile e l’attitudine alla vittoria
del defunto e, se è presente la scena di matrimonio con Ippodamia, l’amore verso la sposa. Infine vi sono i sarcofagi delle Muse: esaltazione della cultura e della saggezza del morto.
II capitolo
Accanto ad i grandi ambiti mitologici dei due tiasi del capitolo precedente era la natura a lanciare un messaggio di vita prospera e pacifica.
Gli aspetti iconografici diq uesto tema sono due: le stagioni e la vita in un ambiente bucolico.
Nonostante la varietà iconografica del soggetto, l’idea di fondo rimane invariata: le stagioni
portano ai morti i loro doni affinchè possano goderne tutto l’anno per l’eternità.
Per quanto riguarda le immagini bucoliche sono ispirate alla vita dei pastori di ovini, ma
ovviamente non a quella reale: i committenti di tali sarcofagi non avevano mai vissuto con i pastori,
né pensavano di farlo i loro parenti.
Le immagini realistiche di contadini, pastori, pescatori, tutte figure di infimo livello sociale,
avevano assunto tratti idilliaci sotto l’influsso della poesia ellenistica. Tutte queste visioni di felicità
mancano di riferimenti concreti sia temporali che geografici. Qui non vi sono protagonisti e
situazioni dialogiche con l’osservatore esterno, attraverso la ritrattistica.
I defunti se appaiono sono all’interno di un tondo al centro della cassa.
Nei contesti bucolici, che andranno via, via, prendendo sempre più piede nel III secolo, come in
quelli filosofici, spariscono del tutto le scene di lutto e di cordoglio.
Le immagini dovevano essere un invito a godersi la vita, ma dovevano anche dire qualcosa del
defunto. In una visione retrospettiva, forse, si potrebbero intendere come una dichiarazione che il
morto, in vita, non si era fatto mancare nulla.
Nel caso opposto, poteve invece essere un augurio ad un’esistenza felice nell’aldilà.
III capitolo
Qui vengono trattati i sarcofagi con l’esaltazione e l’autorappresentazione del defunto e delle sue
virtù in contesti demitizzati.
Tra i valori ricorrenti, esaltati nei sarcofagi vi è l’amore coniugale espresso dal tema della dextrarum iunctio, simbolo del matrimonio, la cultura, il potere, la saggezza, il coraggio, esplicitato dalle cacce ad animali feroci, il valore guerriero e la giustizia, dati soprattutto dalle scene di battaglia e di giudizio sui vinti.
IV capitolo
In questo capitolo si è provato a dare una nuova chiave di lettura ai sarcofagi imperiali di S. Elena e di Costantina.
Nel primo caso si tratterebbe della vittoria eterna sul male, mentre nel secondo era un augurio di vita felice nell’aldilà in comunione con Dio e la resurrezione nel giorno del giudizio.
V capitolo
Il capitolo tratta le mediae voces, quei pezzi che non trovano una facile collocazione in ambito religioso poiché presentano temi neutri o ambivalenti, come quelli del buon pastore, di Prometeo, dell’orante.
VI capitolo
Qui trovano spazio i sarcofagi cristiani, dove sono scolpite varie scene tratte dalle Sacre Scritture.
Anche in questo caso si andati al di là della semplice analisi stilistica per cercare di leggere il messaggio contenuto dalle sculture. Si sono scoperte preghiere, speranze e polemiche con le correnti cristiane considerate eretiche o “traditrici” della vera fede, contro la tradizionale interpretazione che voleva le figurazioni
essenzialmente didascaliche.
VII capitolo
Qui vengono esposte le conclusioni da un punto di vista sociologico e psicologico.
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Archeologia dell'architettura in Romagna. Progetto per la realizzazione di un atlante delle tecniche costruttive di età medievale.Fiorini, Andrea <1974> 02 July 2010 (has links)
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