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Imprevedibilmente sospesi tra stabilizzazione e istituzionalizzazione: uno studio sugli spin-off della ricerca universitaria

Miele, Francesco January 2012 (has links)
Il presente lavoro si inserisce nell’ampio filone di studi che nel corso degli anni ha indagato i modi in cui nuove forme organizzative si stabilizzano e, in un secondo momento, si istituzionalizzano, diventando modi di agire dati per scontati in un determinato mercato, settore economico e/o società. In particolare, si è scelto di guardare alla tematica delle nuove forme organizzative dalla prospettiva delle reti d’azione, considerando come oggetto di studio i processi organizzativi innovativi e focalizzandosi quindi sui modi in cui da questi emergono e, eventualmente, si stabilizzano e/o si istituzionalizzano alcune reti d’azione. Per inserirsi in maniera originale in questo dibattito si sono presi in considerazione gli spin-off universitari, intesi come processi in cui gruppi di membri dell’università, fondano una propria impresa al fine di commercializzare idee, risultati scientifici e prototipi tecnologici derivanti dalla ricerca accademica. Coerentemente con la lente teorica di riferimento ci si è approcciati a questo fenomeno domandandosi "É possibile che dai processi di spin-off emergano forme organizzative stabilizzate e/o istituzionalizzate? In tal caso, come?”. Per rispondere a queste domande si è scelta la Grounded Theory e si sono utilizzate le tecniche dell’osservazione diretta, dell’intervista etnografica e dell’analisi dei documenti al fine di raccogliere dati empirici da cui emerga una spiegazione teorica del fenomeno. Seguendo la logica del campionamento teorico, parallelamente alla raccolta e all’analisi dati, si è arrivati a scegliere tre casi di spin-off, diversi per anzianità e contesto di appartenenza. La ricerca ha raggiunto principalmente due tipi di contributi. In primo luogo si è mostrato come le forme organizzative nate dai processi di spin-off, inizialmente pensate come modi di trasformare i risultati della ricerca universitaria in prodotti e/o servizi commerciabili, siano al centro di processi di banalizzazione che le rendono simili nelle logiche e nei modelli d’azione a qualsiasi altra forma organizzativa presente nel contesto economico-sociale di riferimento. In secondo luogo, si sono analizzate le complesse e contraddittorie relazioni esistenti tra stabilizzazione e istituzionalizzazione, sottolineando che non necessariamente il rapporto tra tali processi è sequenziale, uno può sfociare nell’altro e viceversa, contribuendo a cambiare, in maniera più o meno radicale, l’ordine istituzionale esistente.
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Conoscenza, Soggetti, Tecnologie: una genealogia del post-umano

Castiello, Restituta January 2013 (has links)
La tesi affronta una riflessione sul post-umano inteso come paradigma entro cui mappare il rapporto tra conoscenza, soggetti e tecnologie. Questo rapporto definisce quello che Karen Barad ha diversamente chiamato onto-epistemologia: l’inscindibilità tra le forme dell’essere e le forme del conoscere. All’interno di questo vasto tema ho articolato una saldatura tra gli Science and Technology Studies di ispirazione Actor- Network e la tecnoscienza femminista mettendone in evidenza differenze e similitudini. È in particolare con un concetto di Haraway che riassumo l’articolazione di questo rapporto: l’approccio femminista, al pari dell’ANT, persegue il “piacere di confondere i confini”, ma adotta altre strategie per rispondere anche alla “responsabilità della loro costruzione”. Il contributo apportato da questo scritto consiste nell’individuare una precisa genealogia del post-umano proprio in questa operazione “di costruzione dei confini”. Per questo scopo metto in relazione alcuni concetti interni al dibattito sulla tecnoscienza con le riflessioni condotte in ambito afro-americano, queer e post-coloniale sulla identity politics. In particolare, è nella teoria intersezionale (e nelle critiche alla teoria intersezionale) che è possibile identificare una strategia per formulare una teoria non rappresentazionista, relazionale e situata del nodo onto-epistemologico (o della relazione soggetti-conoscenza-tecnologie). Nell’incontro tra tecnoscienza femminista e (critica alle) teorie dell’intersezionalità, la genealogia del post-umano oggetto della presente tesi si qualifica per una precisa attenzione al metodo della diffrazione e a una più generale teoria dell’agencement (o dell’assemblaggio).
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Uomini e no: un'analisi narrativa della costruzione dell'identità di genere nella organizzazione sindacale

Soldà, Monica January 2012 (has links)
La mia tesi affronta il tema della costruzione dell'identità di genere all'interno di un contesto organizzativo a tradizionale dominanza maschile quale il sindacato. Il frame teorico di riferimento è quello degli studi organizzativi, in particolare i contributi che hanno guardato al genere come pratica materiale, sociale e discorsiva, così come al costrutto di maschilità egemone. La ricerca si basa sull'analisi narrativa dei materiali documentali e dei testi d'intervista a uomini e donne membri di una particolare organizzazione sindacale. Dall'analisi emerge il cambiamento in corso nella pratica sindacale , dalla centralità della fabbrica alle nuove identità lavorative, con le relative implicazioni di genere. L'analisi si concentra sul dibattito interno all'organizzazione sui temi delle quote e dell'equilibrio tra dimensione pubblica e privata, mettendo in evidenza le possibilità di mantenere o sfidare il modello di maschilità egemone nell'organizzazione.
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La traduzione in pratica della responsabilità sociale di impresa

Zamparelli, Laura January 2011 (has links)
La tesi di dottorato si presenta come un interessante lavoro di ricerca empirica, che ha messo a fuoco il processo attraverso il quale il concetto di ‘responsabilità sociale d’impresa’ viene interpretato, coniugato con artefatti empirici che lo rappresentano come uno standard ed infine tradotto entro le pratiche lavorative situate di uno stabilimento multinazionale. Attraverso una indagine qualitativa ho seguito, fin dall’inizio, tutto il processo di progettazione e realizzazione dell’intervento organizzativo che ha portato alla certificazione etica, avendo un ruolo attivo nel seguire ed accompagnare tale iter. il framework teorico scelto è stato caratterizzato dai practice-based studies, mentre la metodologia utilizzata è stata rappresentata dal case-study qualitativo sviluppato attraverso diverse tecniche di rilevazione quale l'osservazione partecipante, analisi del materiale documentale ed interviste in profondità. Nella prima parte della tesi esporrò dunque il framework teorico e metodologico, mentre nella seconda parte descriverò la ricerca empirica da me condotta, mentre nelle conclusioni presenterò lo schema interpretativo del mio caso di studio, in cui espliciterò come l’organizzazione da me considerata sia stata favorita nel mettere in pratica la responsabilità sociale d’impresa, avendo a disposizione determinate pre – condizioni e avendo avviato il processo di traslazione. Terminerò, infine, il lavoro chiarendo “cosa possiamo imparare da questo caso”, evidenziando gli esiti e gli aspetti più rilevanti e significativi emersi da questa indagine.
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L'imprenditoria cinese in Italia: due casi studio: la ristorazione cinese a Milano e il distretto del porfido a Trento

Bressan , Nicoletta January 2013 (has links)
Questo lavoro è uno studio accurato su due settori economici che hanno visto, con modalità differenti, lo sviluppo dell'imprenditoria cinese: la ristorazione cinese a Milano e il distretto del porfido a Trento. La metodologia di ricerca impiegata è stata l'etnografia con la conduzione di interviste semi-strutturate a 56 migranti cinesi, tra lavoratori dipendenti ed autonomi, e interviste non strutturate a 17 esperti incontrati nei due contesti territoriali. I risultati di tale studio riguardano il ruolo delle reti etniche cinesi nel favorire l'accesso al mercato del lavoro e l'imprenditoria, ma anche il contesto lavorativo cinese, le problematiche legate alla normativa contrattuale e i rapporti intra-familiari e tra i membri della rete etnica in ambito familiare e lavorativo.
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Lavorare nell'economia informale: i meccanici di strada nella metropoli parigina

Giordano, Denis January 2014 (has links)
La presente tesi di dottorato intende inscriversi nel filone delle ricerche rivolte alle forme di lavoro che si esprimono nell'economia informale. E' stato adottato un approccio etnografico focalizzato sulle pratiche lavorative, a partire da una prospettiva che vuole concentrarsi sulle modalità concrete con cui gli attori costruiscono, giorno dopo giorno, le condizioni sociali del loro agire e riescono a condurre il loro lavoro confrontandosi con le difficoltà quotidiane. L'ambito dell'economia informale, con le sue caratteristiche specifiche e le difficoltà d'accesso che lo contraddistinguono, non è stato finora molto considerato a partire da un'attenzione rivolta in profondità alle forme di pratica lavorativa intraprese dagli attori che qui agiscono. Il lavoro di ricerca intende situarsi in questo interstizio ancora scarsamente considerato, andando ad esplorare un'attività specifica dell'economia informale, non per indagarne le dinamiche generali e le linee d'andamento e sviluppo, ma per approfondire le condizioni situate che permettono ad un'attività economica e di lavoro di manifestarsi. Dati anche i presupposti teorici orientati all'analisi della dimensione concreta, minuta e situata delle pratiche lavorative messe in atto dagli attori nel corso del loro agire quotidiano, mi sono concentrato su di un'attività e un territorio particolare: la meccanica di strada nella metropoli parigina. La ricerca si è articolata grazie ad un'intensa esperienza di lavoro sul campo, che mi ha dato modo di sperimentare attivamente le pratiche lavorative dei meccanici di strada. Ho dunque intrapreso un percorso d'immersione nel contesto prescelto per la ricerca, seguendo una partecipazione osservante delle azioni quotidiane che ha trovato nel corpo del ricercatore un ulteriore strumento d'indagine utile al fine di saggiare le condizioni di lavoro dei meccanici di strada.
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The social reproduction of licensed professionals : a micro-class approach

Ruggera, Lucia January 2017 (has links)
It assesses how processes of social closure enhance intergenerational immobility in the regulated professions and thus promote persistence at the top of the occupational hierarchy. I compare five European countries (Great Britain, Germany, Denmark, Sweden and Italy) that differ considerably in their degree of professional regulation and in their broader institutional arrangements. I run log-linear and multinomial logistic regression models on e datasets with detailed information at the level of unit occupations. Analyses indicate that children of licensed professionals are far more likely to inherit the occupation of their parents and that this stronger micro-class immobility translates into higher chances of persistence in the upper class. These results support social closure theory and confirm the relevance of a micro-class approach for the explanation of social fluidity and of its cross-national variations.
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L'esperienza dell'etica nell'esercizio del ruolo manageriale / The Experience of Ethics in the Managerial Role

CECCHINATO, FABIO 28 March 2007 (has links)
Viene esplorata l'esperienza della dimensione etica nel ruolo manageriale attraverso una analisi su tre piani: quello dell'esperienza soggettiva, della relazione interpersonale e infine il livello istituzionale / The experience of ethics in managerial role is explored at three different levels of analysis: the individual level, the interpersonal level and the institutional level.
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PENSIERO ORGANIZZATIVO E AZIONE MANAGERIALE PER L'« INTRAPRESA SOCIALE » IN UNA PROSPETTIVA GENERATIVA. IL CASO DELLA CISL / Organizational thinking and managerial action for the “social undertaking" in a generative perspective”?

COLOMBI, MASSIMILIANO 21 June 2011 (has links)
L’ipotesi che ha guidato il lavoro di ricerca fa riferimento alla possibilità di verificare come le trasformazioni in atto, impattando sulle dimensioni concrete della vita delle persone, modificano la domanda sociale che viene rappresentata nelle tante relazioni faccia a faccia tra l’operatore sindacale (confederale, di categoria e dei servizi) e i lavoratori, nei tanti “punti di contatto” che costruiscono il front-office dell’organizzazione. Tra le associazioni di rappresentanza è stato scelto di focalizzare l’attenzione sulla Cisl, il sindacato-associazione. Al fine di “conoscere l’organizzazione” si è privilegiata una logica di ricerca-azione secondo un approccio psicosociologico. Quali indicazioni si possono trarre per delineare una prima proposta di “Pensiero organizzativo e azione manageriale per l’”intrapresa sociale” in una prospettiva generativa”? Una prima indicazione fa riferimento alla possibilità di rappresentare la Cisl come “intrapresa sociale”, sottolineando la necessità di una dimensione “socialmente imprenditiva”, per quanto riguarda sia la “produzione” di tutela e di rappresentanza per tutti quei soggetti “estranei” ai percorsi tradizionali, sia la capacità di riattivare l’associazione come “mondo vitale”. Una leva per l’innovazione è stata rintracciata nel “ciclo della rappresentanza ricompositiva”: la trasformazione dell’ incontro personale in una “mappa collettiva” e la costruzione della rappresentanza a partire da “storie di donne e uomini” con i propri bisogni, possono essere due elementi che aiutano la Cisl a restare il “sindacato nuovo”. La stessa formazione viene sollecitata a mutare paradigma, a ripensarsi e a proporsi con logiche e forme che siano congruenti con l’esigenza di sviluppare capability nelle organizzazioni, negli individui e nella società. / The research has been guided by a hypothesis which refers to the possibility of verifying how the ongoing transformations, drawing on concrete dimensions of people’s lives, modify the social demand that is represented in several face to face relationships between the trade-union operator (confederal operator, category operator and services operator) and the workers, at many “contact points” which construct the front-office of the organization. Among the representative associations it was decided to focus on Cisl, the union-association. In order to “get to know the organization” it was favoured a logic of research-action based on a psycho-sociological approach. Which guidelines can be drawn to outline a first proposal of “Organizational thinking and managerial action for the “social undertaking" in a generative perspective”? A first guideline refers to the possibility of representing Cisl as “social undertaking”, underlining the necessity of a “socially undertaking” dimension, both in relation to the “production” of safeguard and representation for all those subjects which are “alien” to the traditional ways, as well as regarding the capacity of re-activating the association as “vital world”. A lever for innovation has been identified in the “cycle of re-compositional representation”: the transformation of personal encounters in a “collective map”, and the construction of representation starting from "stories of women and men” with their own needs, can be two elements helping Cisl to remain the “new union”. The training itself is solicited to change its paradigm, to re-think of itself and to introduce itself with a series of logics and forms which are congruent with the need for developing capabilities within organizations, individuals and the society.
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L'économie des monastères: recomposition d'une utopie dans la modernité religieuse en comparaison européenne = Economy of Monasteries, Reorganization of a Utopia in the Religious Modernity: European Comparison.

Jonveaux, Isabelle January 2010 (has links)
Monastic utopia integrates of necessity economic activities which it tries to deny because off it religious character. Monks spread then an arsenal of strategies of reorganization to reconcile economy and religious life. These tensions between work and prayer are essential of the monastic life, but modernity and secularization of society bring with them new data who require monks a more successful economy. The social background which defines the status of the monk depends on each country, and the European comparison between France, Italy, Germany and Belgium allows to determine the intrinsic characteristics of the monastic economy and those which are contingent, according to place and period in whom it takes place. The more the monks seem extraworldly, the more their products win in symbolic value, so building a charismatic economy. Although in theory outside the world, the monastery is not nevertheless hermetic to its outside environment. Even, we can observe offers and demands between society and monasteries, this last one answers to demands of tradition and natural which society is expecting. Role of monks in the religious modernity thus recomposes around a new charisma which is not only religious. Unlike to the institutional Church, monks keep more credibility thanks to the other canals of communications which they can develop with the world, in particular by economy.

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