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La ricerca partecipativa nel Social Work. Una sperimentazione in un quartiere povero di Reggio Emilia / LA RICERCA PARTECIPATIVA NEL SOCIAL WORK. UNA SPERIMENTAZIONE IN UN QUARTIERE POVERO DI REGGIO EMILIA. / The Participatory Research in Social Work. An experimentation in a poor neighborhood in Reggio Emilia

PANCIROLI, CHIARA 14 September 2017 (has links)
Il presente lavoro di ricerca si pone la finalità di approfondire l’approccio della participatory research dal punto di vista teorico e della sua applicazione pratica. La participatory research è un approccio di ricerca non convenzionale che consiste nel coinvolgere nel processo persone vicine al tema oggetto d’indagine in qualità di ricercatori, anche se non sono tali dal punto di vista professionale. La prima parte dell’elaborato è dedicata alla presentazione teorica della participatory research in cui vengono delineate le caratteristiche, le origini ed i principi. Sono poi analizzate le fasi di cui l’approccio di ricerca si compone e vengono esplorati gli aspetti ed i dilemmi etici cui il tema della partecipazione dà origine. La descrizione si basa sulla letteratura internazionale nel campo del Social Work, ambito in cui la participatory research si è particolarmente diffusa. Parallelamente è presentato il metodo Relazionale di Rete, un nuovo quadro epistemologico per il Social Work sviluppatisi in Italia in anni recenti. I suoi principi fondanti e le prassi operative da esso indicate risultano particolarmente affini e in sintonia con le caratteristiche della participatory research e possono dare suggerimenti e spunti di riflessione utili al ricercatore che voglia implementare tale approccio partecipativo. Nella seconda parte del lavoro è illustrata un’applicazione pratica dell’approccio della participatory research nell’ambito del fenomeno della povertà. Sono quindi descritte le fasi del percorso di ricerca implementato nella città di Reggio Emilia tra il 2015 e il 2017. Dato l’obiettivo dell’elaborato l’accento è posto sugli aspetti metodologici di tale sperimentazione al fine di descrivere il percorso di ricerca seguito mettendone in luce vantaggi e limiti. In conclusione è quindi data una descrizione delle potenzialità e del valore aggiunto che la participatory research può fornire al campo del Social Work e al futuro della ricerca in tale settore. / The purpose of this doctoral thesis is to present the participatory research approach from the theoretical point of view and to show a practical application. The participatory research is an unconventional research approach that involves as co-researchers in the conduction of the research and in the decision-making process those who are usually the object of the research itself. The first part of the thesis is devoted to the theoretical presentation of the participatory research, whose the characteristics, the origins and the principles are outlined. The phases of the research approach are then analyzed and the ethical aspects and dilemmas of the theme of participation are explored. The description starts from international literature in the field of social work, where participatory research is particularly widespread. At the same time, the Relational Social Work Method, a new epistemological framework for Social Work developed in Italy in recent years, is presented. Its founding principles and its operating practices have particular similarities with the characteristics of participatory research and may provide ideas and prompt reflections useful for the researchers who want to implement this approach. In the second part of the dissertation, there is a practical application of the participatory research approach in the field of poverty. The phases of this practical research path, implemented between 2015 and 2017 in the city of Reggio Emilia, are described. Given the purpose of the thesis, the emphasis is placed on the methodological aspects of such experimentation, by describing the research path followed and by highlighting the potentialities and limitations. In conclusion, a description of the usefulness and the added value that participatory research can provide to the field of Social Work and the future of research in this field is given.
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LO STAGE SPERIMENTALE NELLA SOCIAL WORK EDUCATION. UNA RICERCA ESPLORATIVA SUL MODELLO DELL'UNIVERSITA' CATTOLICA DEL SACRO CUORE

SALA, MARTINA 24 March 2017 (has links)
Questo lavoro di ricerca si colloca nell’ambito della Social Work Education e indaga gli Stage sperimentali in Servizio sociale, una nuova forma di tirocinio proposta al terzo anno del corso di laurea in Scienze del Servizio Sociale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Brescia. La tesi osserva l’evoluzione della professione di assistente sociale e della sua formazione, dedica attenzione alla Social Work Education di stampo relazionale ed in particolare a delle esperienze di campo innovative a livello internazionale. La parte empirica si concentra sugli Stage sperimentali: attraverso uno strumento originale sono stati raccolti 315 questionari on-line da laureati tra l’anno accademico 2008-2009 e 2014-2015 che hanno sostenuto questa attività. L’indagine ha osservato le caratteristiche fondamentali dei progetti realizzati sul campo e ha riscontrato continuità con il modello teorico degli Stage basato sull’approccio relazionale; si è infatti rilevata la presenza negli Stage sperimentali di: costruzione partecipata delle progettualità, ingaggio di collaboratori riflessivi non necessariamente professionali, innovazione relativa rispetto al contesto. Si è anche rilevato il proseguire di un numero rilevante progetti al termine degli Stage curricolari grazie al contributo dei partner coinvolti e lo scaturire dalle esperienze di Stage di nuove occasioni di lavoro per i neo assistenti sociali. / This study takes palce in the field of Social Work Education and investigates the Social Work Unconventional Placements, a new frame of placement proposed at the third year of Catholic University Social Work degree (Milan-Brescia). The thesis argues the evolution of Social Work profession and its education, giving attention to the Relational-way of Social Work Education and to international innovative practice learning experiences. The research project focused on Unconventional Placement inspired by Relational Social Work method. To collect data and opinions of UC Social Work bachelors an original survey was created. The on-line survey was administered to 315 former-social work students that practiced this activity in 2008-2015. The research explored the main characteristics of the Unconventional Placements realized by the students during their Social work education path. Findings from the study confirmed the presence of distinctive traits related to the theoretic model of Unconventional Placement developed in Relational SWE framework: participatory approach to projects, reflexive involvement of professional/non-professional partners, innovation in the specific context. The survey observes the carry on of a considerable number of projects after the end of curricular placements, through the community project partners activation; from Unconventional Placements emerge new job opportunities for new social workers involved.
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L'affido familiare in Lombardia. Una ricerca quantitativa sui fascicoli del Tribunale per i Minorenni di Milano / L'AFFIDO FAMILIARE IN LOMBARDIA. UNA RICERCA QUANTITATIVA SUI FASCICOLI DEL TRIBUNALE PER I MINORENNI DI MILANO / The foster care in Lombardy. A quantitative research on case files of Juvenile Court of Milan

LANDI, CAMILLA 14 September 2017 (has links)
Il tema centrale del presente lavoro di tesi è l’affidamento etero-familiare di bambini e ragazzi, temporaneamente privi di un adeguato contesto familiare in cui vivere e, per questa ragione, affidati alle cure di un’altra famiglia, per un periodo di tempo determinato. L’affido familiare si considera un istituto giuridico complesso in quanto si fonda su un delicato intreccio di relazioni tra famiglia d’origine, bambino, famiglia affidataria, operatori dei servizi e autorità giudiziaria. La finalità che ha guidato il lavoro di ricerca quantitativa è l’analisi dei progetti di affido etero-familiare, disposti dal Tribunale per i Minorenni di Milano, mettendo a fuoco i passaggi chiave per il loro avvio e realizzazione e gli snodi critici che si incontrano lungo il percorso. La ricostruzione dei processi di affido familiare è stata realizzata a partire dalle indicazioni del “buon affido”, emersi da due importanti lavori di revisione della letteratura internazionale (Wilson et al., 2004; Raineri e Calcaterra, 2017). L’approccio di studio utilizzato è l’analisi documentaria e la fonte di informazioni scelta i fascicoli dei bambini e ragazzi per cui il Tribunale ha emesso tra il 2010 e il 2014 un decreto di collocamento in famiglia affidataria. Per analizzare i progetti di affido etero-familiari, è stata costruita una “scheda di rilevazione” mediante cui si sono “interrogati” i fascicoli, ottenendo dei dati che è stato possibile poi elaborare statisticamente, mediante analisi del contenuto di tipo quantitativo. La tesi si struttura in due parti: la prima pone le fondamenta teoriche del progetto di ricerca, offrendo una panoramica delle fonti giuridiche in materia di minori e famiglia e del sistema di protezione e tutela dei bambini e ragazzi, con particolare attenzione all’istituto dell’affido familiare e alle tappe operative per la sua promozione e realizzazione, mentre la seconda è dedicata all’illustrazione del disegno della ricerca e all’analisi dei dati raccolti mediante il lavoro di “intervista” a più di cinquecento fascicoli. / Foster care is a complex intervention in child protection and for social workers and Juvenile Courts it’s difficult to identify exactly the outcomes of this care experience. Although his thirty-year history, in the Italian context, foster care represents a challenge, not only for social workers, but also for the Court that decide it, for children and their families and for foster families. This thesis is about foster care projects decided by the Juvenile Court of Milan, in Italy. The research is firstly based on an international literature review of researches on foster care with the aim to identify factors for a “good foster care project” and to create a scheme of success indicators. Starting from the indications emerged from the literature review, the aim of the research was to realize a description of foster care projects decided by the Juvenile Court of Milan from 2010 to 2014. The data collected are analyzed considering the factors for a good foster care placement identified through the literature review. Following a quantitative method, the main part of the research focused on Juvenile Court’s case files analysis. The information about foster care project contained in the documents are collected by a questionnaire. The sample consisted of 308 children for whom the Juvenile Court decided foster care placement. The documentary analysis aimed to recognize and to describe the foster care projects, considering key aspects arisen from the literature review, such as the matching and planning the foster placement, the work with birth families, foster families and foster children, the contacts between the child and his family, the relationship between the two families, the support to foster placement, the project’s conclusion and the possible reunification. This study offers an overview on social work practice in foster care placement in Lombardy, a region of Italy, highlighting also the partnership among different welfare services and the Juvenile Court. The results encourage a reflection on aspects considered important in foster care by social workers in the child protection and the other protagonists of this important care experience.
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LE DONNE: UN PONTE TRA LE CULTURE. IL COMMUNITY SOCIAL WORK E LA RIGENERAZIONE RELAZIONALE NEI QUARTIERI PERIFERICI MULTIETNICI / LE DONNE: UN PONTE TRA LE CULTURE. IL COMMUNITY SOCIAL WORK E LA RIGENERAZIONE RELAZIONALE NEI QUARTIERI PERIFERICI MULTIETNICI

CIRILLO, FRANCESCA 27 June 2019 (has links)
La ricerca ha l’obiettivo di illustrare la tesi secondo cui le donne hanno un ruolo importante all’interno dei processi rigenerativi delle comunità e possono essere considerate il “motore” per lo sviluppo dei legami sociali. In particolare, le donne di diversa nazionalità, all’interno dei quartieri multietnici, possono agire da “ponte” capaci di mediare tra la cultura del paese d’origine e quella del paese ospitante, capaci di unire mondi culturali e sociali diversi, rappresentando quindi una possibile e preziosa via per promuovere l’integrazione sociale. La ricerca si basa sul case study di un progetto di Community Work chiamato “il mondo in un quartiere”, nato nel 2012 all’interno del contesto multiculturale del Comune di Pioltello. Sono state realizzate 43 interviste a persone in vario modo coinvolte nel progetto. Attraverso le interviste, analizzate su tre livelli di lettura, sono stati messi in luce i nodi tematici rilevanti, la percezione delle persone sul progetto e l’efficacia della metodologia di Social Work. Infine, i dati emersi dalle interviste sono stati commentati e connessi con i temi emersi dalla letteratura internazionale evidenziandone gli aspetti di conformità, di diversità, gli aspetti non osservati e quelli innovativi introdotti dall’esperienza sul campo. / The research aims to prove the thesis according to which women play a foremost role in the regenerative processes, as well as they can be considered as the “driving force” in the development of social connections. In particular, women of different nationalities, within the multiethnic neighborhoods, they can act as a "bridge" able not only to mediate between the culture of the native country and that of the host country, but also to connect different cultural and social worlds, representing in this way a potential and worthy way to promote social integration.The research is based on the case study of a Community Work project called "the world in a neighborhood" arised in 2012 within the multicultural context of the City of Pioltello. 43 interviews were conducted to people differently involved in the project. The interviews were analyzed on three different levels of reading; first finding the focal themes, following people’s perception of the project and finally the effectiveness of the Social Work methodology. To sum up the data collected from the interviews were analyzed and connected with the themes resulted from the international literature, highlighting the aspects of: compliance, diversity together with the not faced aspects and the innovative ones introduced by a first and experience.
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IL PEER SUPPORT IN CONTESTI SANITARI: UN'INDAGINE ESPLORATIVA IN TRE REPARTI OSPEDALIERI

CLEMENTI, SILVIA 17 May 2018 (has links)
Questa ricerca esplorativa qualitativa si è posta l’obiettivo di comprendere il funzionamento del peer support in ospedale e le ragioni che spingono alcuni pazienti a diventare peer supporter. È stata realizzata un’ osservazione di tre reparti ospedalieri italiani in cui il peer support è praticato e successivamente sono state condotte 27 interviste agli attori coinvolti (peer supporter, pazienti, operatori). Uno sguardo internazionale si è avuto con la realizzazione di due interviste a peer supporter del King’s Hospital di Londra. I dati raccolti sono stati analizzati e interpretati alla luce del paradigma relazionale, secondo il quale il professionista da solo non è in grado di trovare delle soluzioni ad una malattia che colpisce una persona, ma necessita anche dell’aiuto della persona stessa per fronteggiare la situazione. Dalla ricerca è emerso che la presenza del peer support produce benefici per il reparto ospedaliero e tutti gli attori coinvolti: i pazienti conoscono meglio i servizi, i loro doveri e diritti e comprendono meglio alcune scelte terapeutiche del medico; i medici comprendono meglio i vissuti dei pazienti e le loro esigenze, si avvicinano al paziente e riescono a lavorare meglio; i peer supporter valorizzano il proprio sapere esperienziale e si sentono utili. / This exploratory qualitative reasearch identifies the reasons who leads patient to become peer supporter and explain peer support program in hospital ward. Three italian hospital ward, whose already have a peer support program, have been selected. Practicioners, patients and peer supporters were interview in these hospital departments (27 interviews in total), moreover each department was observed for three days to follow all the peer supporter’s activities. Thanks to two peer supporter’s interviews who worked at King’s Hospital in London was possible to have an international view. The collected qualitative data were then analyzed and interpreted according to the relational paradigm of social work. The idea of this approach is that social workers are not able to solve problems and to find solutions for the life problems; in the contrary professionals need to be helped from the service users. From the results emerged that the peer support program produce benefit for all people: the patients learned to know their rights and duties together with social and clinical services; the practitioners learned to know experiential knowledge, patient’s needs and how to work in a better way; the peer supporters learned to use their illness experience and feel useful.
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Transférabilité des savoirs et des compétences dans la formation et la mobilité professionnelle des éducateurs spécialisés dans l’espace européen. Étude comparative entre l’Italie et la France / Transferability of knowledge and skills in the training and professional mobility of educators specializing in the European area. Comparative study between Italy and France / La trasferibilità delle conoscenze et delle competenze nella formazione e la mobilità professionale degli educatori nello spazio europeo. Studio comparativo tra Italia e Francia

Romano, Luciano 27 October 2017 (has links)
Cette recherche s’inscrit dans le cadre plus large d’une cotutelle de thèse en Sciences de l’Éducation entre les Universités de Nice et de Turin. Nous sommes partis du constat que l’organisation de l’éducation spécialisée en Europe est loin d’être homogène. Ainsi, en Italie, contrairement à la France, la formation en travail social est confiée aux universités. Depuis l’inscription de la formation française dans le cadre européen en 1989, la réorganisation des contenus de formation et la mise en conformité avec le reste de l’Europe a provoqué une révision profonde du modèle pédagogique de référence et de la conception même de la profession. À partir de cette étude comparative, notre thèse étudie l’impact de ce nouveau modèle de transmission et de reconnaissance des savoirs sur la professionnalisation des travailleurs sociaux, afin d’envisager comment le cadre européen agit à travers ses deux postulats : la transférabilité des savoirs et des compétences professionnelles. En partant d’un secteur spécifique comme celui de l’éducation spécialisée, notre thèse explore le double aspect de la formation – transférabilité des savoirs- et de la professionnalisation – transférabilité des compétences –afin de vérifier s’il est judicieux de parler d’une véritable "Europe des métiers du social". / This research is incorporated within the wider framework of a thesis in Educational Studies which was co-tutored by the University of Nice in France and the University of Turin in Italy. We started by observing that the organisation of specialised education in Europe is far from being homogeneous. Consequently, Social Work Education in Italy is entrusted to Universities, yet not in France. Since French education was incorporated within the European Framework in 1989, the re-organisation of the educational content and its compliance with the rest of Europe has led to a deep reviewing of both the pedagogical model of reference and the conception of the profession itself. Moving from this comparative study, our thesis analyses the impact of this new model of transmission and recognition of knowledge on the professionalization of social workers in order to understand how the European framework acts through the two following postulates : the transferability of knowledge and the transferability of professional expertises. Starting from the specific field of specialised education, our study explores the double aspect of education – knowledge transferability – and professionalization – expertises transferability – in order to verify whether it is wise to talk about a common “European approach to social work”. / Questa tesi in Scienze dell’Educazione ha visto la luce nell’ambito di una co-tutela tra l'Università di Nizza e l’Università di Torino. La premessa è che la professione dell’educatore in Europa è tutt’altro che omogenea. In Italia, sin dagli anni Novanta, la formazione degli educatori è affidata alle università e conserva una base disciplinare. In Francia, invece, essa é delegata alle scuole regionali ed é declinata in competenze. Inoltre, nel 2010 é stata attuata una profonda revisione del modello pedagogico in nome dell’adesione alle norme che regolano lo Spazio Europeo dell'Istruzione Superiore (SEIS). In questo quadro si colloca il nuovo modello di trasmissione e di riconoscimento dei saperi proposto dall’Europa, basato su due postulati : la trasferibilità delle conoscenze e delle competenze professionali. Partendo da un settore specifico come quello dell’educazione professionale, la ricerca si è proposta di esplorare il doppio aspetto della comparazione dei sistemi di formazione – trasferibilità delle conoscenze – e professionali – trasferibilità delle competenze – al fine di verificare se è possibile parlare di una "Europa dei mestieri del sociale".

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