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La valutazione di modelli e sperimentazioni di progettazione partecipata sociale e socio-sanitaria / Evaluation of models and experimentation of social and social health participatory planning

Martino, Fausta <1979> 10 June 2016 (has links)
Fino ad oggi i servizi sociali hanno offerto interventi e prestazioni di tipo riparatorio, con la frammentazione della domanda e di conseguenza l’individualizzazione dell’offerta. L’obiettivo è quello di svolgere una ricerca esplorativa di studio di casi, avendo come livello di indagine il micro (l’esperienza di attivazione di processi partecipativi nell’ambito dei servizi sociali e sociosanitari in unità ecologiche e non necessariamente in unità amministrative) con la messa a sistema di buone prassi partecipative attraverso la valutazione delle stesse. Questo lavoro ha visto la collaborazione della scrivente con l’Agenzia sociale e sanitaria della regione Emilia Romagna. / Up until today, social services have offered reparatory interventions and activities, which caused fragmentation of requests and therefore individualisation of the offer. The objective of this research is to explore different cases, with a perspective focused on a micro-level i.e. how participatory processes are started in the field of social and social health services in ecological and not necessarily administrative units, through good participatory practices characterised by their own evaluation. This research has been made in collaboration with “Agenzia sociale e sanitaria della regione Emilia Romagna”.
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Relazionarsi oggi nella web society / Relate today in the web society

Canestrini, Edi <1983> January 1900 (has links)
L’avvento delle Information and Communication Technology (ICT) e successivamente quello di Internet nella sua evoluzione in Web 2.0 caratterizzato dall’insieme di tutte quelle tecnologie e applicazioni che permettono un alto grado di interattività tra utenti, ha portato alla diffusione della percezione di una realtà condivisa attraverso nuove possibilità e modalità di scambio comunicativo e socio-relazionale che hanno prodotto, e stanno tutt’ora producendo, sostanziali cambiamenti sul nostro essere sociali e relazionali. Ci troviamo infatti a vivere in quella che è stata definita la web society (Cipolla, 2013), la società dalla comunicazione in Rete, della socializzazione che vive e si dipana anche attraverso i social media. L’ipotesi generale che ha sostenuto l’intero lavoro qui esposto è che il web partecipi attivamente alla costruzione e al cambiamento delle dinamiche relazionali e sociali che caratterizzano il nostro fare società, attraverso l’offerta di una moltitudine di spazi interattivi mediante cui i soggetti riuscivano a soddisfare, ricercare, coltivare, mantenere ed ampliare le proprie relazioni sociali e affettive. Il lavoro qui esposto, ponendosi in un’ottica esplorativa presenta i risultati di una ricerca che ha permesso di mettere in luce e descrivere il rapporto della popolazione italiana, dai 14 ai 65 anni con internet e le innovazioni tecnologiche, gli stili di navigazione, l’utilizzo dei social network, la penetrazione dell’uso delle nuove tecnologie per svolgere determinate azioni socio-relazionali, ma anche il ruolo di internet all’interno delle relazioni amicali e di quelle sentimentali e le percezioni rispetto al rapporto internet e sessualità umana. Per raggiungere l’obiettivo si è adottata una metodologia mixed e sono stati utilizzati innovativi strumenti di indagine afferenti agli e-methods. / The work here Exposed, placing itself in a explorary perspective Presents the result That have allowed to put into light and describe the relationship of the Italian population, 14 to 65 years old with internet and Technological Innovations, the Styles of Navigation, the social network use, the rules and the penetration of ICT in specific socio-relational actions, but also the Role of the Internet in relationships with customers and friendship, on the sentimental relationship and perceptions to the rules of Internet on human sexuality. For do this we have adopted a mixed methodology and some of the innovative tools of the e-methods.
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Religione e sfera pubblica in Polonia. L'influenza della Conferenza Episcopale e dei movimenti pro-life sulla legislazione "eticamente sensibile". / Religion and public sphere in Poland. The influence of the Episcopal Conference and the pro-life movement on "ethically sensitive" legislation.

Capacci, Giulia <1980> 09 June 2016 (has links)
Il presente lavoro tratta l'influenza della Chiesa Cattolica in Polonia nella stesura della legislazione nazionale relativa all'interruzione di gravidanza e alla fecondazione assistita, nella loro costruzione discorsiva e nella loro collocazione ed espressione nel discorso pubblico. La tesi è divisa in tre parti. La prima fornisce un substrato di riferimento tramite un percorso torico e di revisione della letteratura che inquadra e motiva gli stretti rapporti esistenti fra Stato, Chiesa e identità in Polonia, creando la diade stereotipica Polak / Katolik. La seconda verifica la persistenza di questo binomio: attraverso l'analisi di dati provenienti dalla WVS e dal CBOS polacco, misuriamo il livello di religiosità e l'impatto della religione sulla vita quotidiana, sui comportamenti e sulle scelte morali della popolazione. Il tasso di aderenza alle pratiche religiose non si è modificato in maniera significativa nel corso dell'ultimo ventennio. Sebbene l'affiliazione sia maggiore per alcune categorie socio-demografiche, le differenze sono modeste e le correlazioni sovente non significative. Il ruolo storico della Chiesa Cattolica in Polonia e la diffusa e profonda religiosità del Paese costituiscono il framework dello spazio sociale in cui si articola il discorso pubblico. Nella terza parte, tramite Critical Discourse Analysis, abbiamo esaminato sia il discorso della Conferenza Episcopale Polacca sia la rappresentazione a mezzo stampa dei temi. Dall'analisi del corpus, emerge che il discorso pubblico è caratterizzato da parzialità, con una prevalenza pro-life in termini sia di linguaggio sia di messaggio. La semantica pro-vita si è trasferita non solo dal vocabolario orientato a quello quotidiano, ma anche dalla sfera della discussione sui diritti riproduttivi alle definizioni sociali di concetti più generali, configurando una “barriera discorsiva”. La stampa cattolica, inoltre, è particolarmente attiva nella trattazione di questi argomenti, mentre quella di sinistra mostra un ruolo meno incisivo nel prendere posizione sul tema. / The topic of the present work is the influence exerted by the Catholic Church in Poland on the drafting of national legislation on abortion and IVF, on their discursive construction and their collocation and expression in the public discourse. The thesis is divided into three parts. The first provides a theoric and historical framework motivating the close relations existing between State, Church, and identity in Poland, creating the stereotypical dyad Polak / Katolik. The second part verifies the persistence of this juxtaposition: through the analysis of data from the WVS and the Polish CBOS, we measure the level of religiosity and the impact of religion on daily life, behaviours, and moral choices of the population. Adherence rate to religious practices has not changed significantly over the last two decades. Although the affiliation is higher for some socio-demographic categories, differences are small and correlations often insignificant. The historical role of the Catholic Church in Poland and the widespread and deep religiosity of the country creates the social framework in which the public discourse is developed. In the third part, through Critical Discourse Analysis, we examined both the public discourses of the Polish Episcopal Conference and the representation of the issues in the national press. The analysis shows that public discourse is characterized by partiality, with a pro-life prevalence in terms of both language and message. Pro-life semantics moved not only from the oriented vocabulary to the everyday one, but also from the sphere of the discussion on reproductive rights to social definitions of more general concepts, configuring a “discursive barrier”. Moreover, while the Catholic press is particularly active in the discussion, the leftist one shows a less significant role in taking a position on the issue.
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Negoziazioni intergenerazionali dell'autonomia abitativa in contesti di working class / Intergenerational negotiations of independent living in working class context

Mattioli, Elena <1983> 27 May 2015 (has links)
Nell’ambito della riflessione sui processi di riproduzione e trasmissione intergenerazionale delle disuguaglianze sociali, la presente tesi dottorale propone un’analisi in prospettiva intersezionale dei percorsi verso l’indipendenza abitativa dei giovani bolognesi di origine popolare, e il ruolo svolto dalle loro famiglie in questi percorsi. Nell’approfondimento teorico si offre una ricostruzione del dibattito sociologico nazionale e internazionale sul tema delle disuguaglianze sociali e abitative delle giovani generazioni, nonché dello studio della classe sociale e i principali approcci presenti in letteratura. La ricerca sul campo si concentra, in particolare, sui modi in cui le famiglie appartenenti ad una determinata classe sociale, intesa nel senso conferito al termine da Bourdieu, negoziano e sostengono la transizione all’indipendenza abitativa dei loro figli. L’approfondimento empirico consiste in una ricerca qualitativa longitudinale retrospettiva, condotta nel bolognese nel 2013-2014 su un campione di famiglie working class. Ai giovani-adulti coinvolti e ai loro genitori è stato chiesto di ricostruire le loro biografie attraverso lo strumento delle life histories. La ricerca evidenzia il delinearsi di “micro sistemi economici” familiari specifici e creativi. Le molteplici forme di sostegno genitoriale nei percorsi di autonomizzazione dei figli, individuate nel corso dell’analisi del materiale raccolto, si innestano quindi all’interno di un più ampio sistema di supporto intergenerazionale, che continua anche dopo l’uscita dalla famiglia di origine, a conferma dello stretto legame che caratterizza le famiglie italiane. Nello studio una particolare attenzione viene rivolta alle logiche di legittimazione del sostegno genitoriale, adottate dalle famiglie per orientare i propri interventi di aiuto. Infine, mettendo a confronto la concezione di indipendenza dei giovani adulti con quella dei loro genitori, l’indagine rileva l’esistenza di una apparente contraddizione tra le rappresentazioni dell’indipendenza e dell’autonomia abitativa e i comportamenti attuati nella vita quotidiana, contraddizione che trova una risoluzione nella negoziazione, tra le due diverse generazioni, del concetto stesso di indipendenza. / The present doctoral thesis offers an intersectional analysis of the housing pathways of working class young people in Bologna, and of the role played by their family in the transition towards independent living, within a broader reflection on processes of reproduction and intergenerational transmission of social inequalities. The first part sets out the national and international sociological debate on youth’ social and housing inequalities, as well as the debate on social class. In the second part, the focus is on the empirical research. In particular, questions are raised on how families belonging to a particular social class, as understood in Bourdieu’s terms, negotiate and support the transition to independent living of their adult-children. The empirical study consists of a retrospective longitudinal qualitative research, carried out in Bologna in 2013-2014 on a sample of working-class families. Through life histories, young-adults and their parents were asked to reconstruct their biographies and housing experiences. The research highlights the emergence of specific and creative "micro-economic family systems". Through analysis on the collected materials, it was possible to identify several forms of parental support in young-adults’ pathways towards independent living, embedded in a wider system of intergenerational support, which continues even after leaving the family nest and confirms once again the strong ties characterizing Italian families. In the study, particular attention is given also to logics of legitimacy of parental support, underlying working class families' decisions of helping their adult-children. Finally, by comparing young adults’ idea of independence with that of their parents, the research reveals an apparent contradiction between representations of autonomy and independent living and everyday life practices, which is being solved by negotiating, between the two generations taken in exam, the meaning of independence itself.
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Disuguaglianze sociali in oncologia: accesso ai servizi, esperienze di cura e vissuto di malattia

Iseppato, Ilaria <1981> 10 June 2010 (has links)
No description available.
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Droga, alcol e lavoro: La prevenzione come promozione della salute

Lombi, Linda <1980> 10 June 2010 (has links)
Lo scopo di questa dissertazione è quello di costruire un modello di promozione della salute nel contesto di lavoro in relazione al consumo di sostanze psicoattive fra lavoratori, attraverso il confronto tra la situazione italiana e inglese. L’ipotesi di fondo rimanda all’idea che i luoghi di lavoro possano rappresentare setting d’elezione per i progetti di prevenzione non solo perché alcuni studi dimostrano l’esistenza di fattori di rischio connessi alla mansione rispetto alle condotte relative allo stile di vita, ma anche perché il consumo di alcol e droghe è altamente diffuso tra i lavoratori e questo comporta rischi per la sicurezza e la salute personale nonché quella dei colleghi di lavoro. Si tratta quindi di indagare il rapporto tra contesto lavorativo e utilizzo di sostanze al fine di suggerire  alla luce degli studi internazionali in materia e delle riflessioni condotte dai soggetti coinvolti nella ricerca che si andrà a presentare  linee guida e indicazioni operative per la realizzazione di interventi di promozione alla salute nei contesti professionali. A tal fine, saranno analizzati gli esiti di 13 focus group che hanno coinvolto esperti italiani e 6 interviste somministrate a esperti inglesi volti a definire la situazione attuale in Italia e Gran Bretagna in materia di prevenzione del consumo di alcol e droghe nei luoghi di lavoro. In particolare, l’analisi verterà sulle seguenti aree: - Percezione circa la diffusione dei consumi nei luoghi di lavoro - Presentazione delle politiche adottate, in logica comparativa, tra i due paesi. - Analisi critica degli interventi e problematiche aperte. L’analisi del materiale empirico permette di delineare due modelli costruiti sulla base dei focus group e delle interviste: - in Italia si può affermare che prevalga il cd. modello della sicurezza: di recente trasformazione, questo sistema enfatizza la dimensione del controllo, tanto che si parla di sorveglianza sanitaria. É orientato alla sicurezza concepita quale rimozione dei fattori di rischio. Il consumo di sostanze (anche sporadico) è inteso quale espressione di una patologia che richiede l’intervento sanitario secondo modalità previste dal quadro normativo: una procedura che annulla la discrezionalità sia del datore di lavoro sia del medico competente. Si connota inoltre per contraddizioni interne e trasversali rispetto alle categorie lavorative (i controlli non si applicano alle professioni associate a maggiore prestigio sociale sebbene palesemente associate a rischio, come per esempio i medici) e alle sostanze (atteggiamento repressivo soprattutto verso le droghe illegali); - in Gran Bretagna, invece, il modello si configura come responsabilità bilaterale: secondo questo modello, se è vero che il datore di lavoro può decidere in merito all’attuazione di misure preventive in materia di alcol e droghe nei luoghi di lavoro, egli è ritenuto responsabile della mancata vigilanza. D’altro canto, il lavoratore che non rispetta quanto previsto nella politica scritta può essere soggetto a licenziamento per motivi disciplinari. Questo modello, particolarmente attento al consumo di tutte le sostanze psicoattive (legali e illegali), considera il consumo quale esito di una libera scelta individuale attraverso la quale il lavoratore decide di consumare alcol e droghe così come decide di dedicarsi ad altre condotte a rischio. Si propone di ri-orientare le strategie analizzate nei due paesi europei presi in esame attraverso la realizzazione di un modello della promozione della salute fondato su alcuni punti chiave: – coinvolgimento di tutti i lavoratori (e non solo coloro che svolgono mansioni a rischio per la sicurezza) al fine di promuovere benessere secondo un approccio olistico di salute, orientato ad intervenire non soltanto in materia di consumo di sostanze psicoattive (legali e illegali), ma più in generale sulle condotte a rischio; – compartecipazione nelle diverse fasi (programmazione, realizzazione e valutazione del progetto) del lavoratore, datore di lavoro e medico competente secondo una logica di flessibilità, responsabilizzazione condivisa fra i diversi attori, personalizzazione e co-gestione dell’intervento; – azione volta a promuovere i fattori di protezione agendo simultaneamente sul contrasto dei fattori di rischio (stress, alienazione, scarso riconoscimento del ruolo svolto), attraverso interventi che integrano diverse strategie operative alla luce delle evidenze scientifiche (Evidence-Based Prevention); – ricorso a strumenti di controllo (drug testing) subordinato all’esigenza di tutelare l’incolumità fisica del lavoratore e dei colleghi, da attuarsi sempre e comunque attraverso prassi che non violino la privacy e attraverso strumenti in grado di verificare l’effettivo stato di alterazione psico-fisica sul luogo di lavoro; – demedicalizzazione delle situazioni di consumo che non richiedono un intervento prettamente sanitario, ma che al contrario potrebbero essere affrontate attraverso azioni incentrate sul care anziché la cure; – messa a disposizione di servizi ad hoc con funzione di supporto, counselling, orientamento per i lavoratori, non stigmatizzanti e con operatori di formazione non solamente sanitaria, sull’esempio degli EAPs (Employee Assistence Programs) statunitensi. Si ritiene che questo modello possa trasformare i contesti di lavoro da agenzie di controllo orientate alla sicurezza a luoghi di intervento orientati al benessere attraverso un’azione sinergica e congiunta volta a promuovere i fattori di protezione a discapito di quelli di rischio in modo tale da intervenire non soltanto sul consumo di sostanze psicotrope, ma più in generale sullo stile di vita che influenza la salute complessiva.
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Comprendere la ricerca:studio pilota sull'attitudine e la consapevolezza nei confronti della donazione di campioni biologici e delle Biobanche

Celani, Laura <1979> 09 June 2010 (has links)
No description available.
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L'eroina al femminile

Molteni, Lorella <1975> 19 May 2011 (has links)
No description available.
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L'Orientamento politico come fattore di differenziazione delle politiche pubbliche locali: I casi di Modena e Verona / Political Orientation as a Factor of Local Public Policy Differentiation: The Communes of Modena and Verona

Monteduro, Giuseppe <1981> 13 June 2012 (has links)
La tesi ha per oggetto lo studio delle politiche pubbliche locali ed in particolare delle politiche sociali che dal 2011 sono diventate politiche esclusivamente territoriali. L’obiettivo è quello di verificare se il differente orientamento politico delle amministrazioni genera politiche differenti. Per verificare le ipotesi si sono scelti 2 Comuni simili sul piano delle variabili socio-economiche, ma guidati da giunte con orientamento politico differente: il Comune di Modena a guida Partito Democratico e il Comune di Verona con un sindaco leghista a capo di una giunta di centro-destra. Nella prima parte vengono esposti ed analizzati i principali paradigmi di studio delle politiche (rational choice, paradigma marxista, economia del benessere, corporativismo e pluralismo, neo-istituzionalismo e paradigma relazionale) e viene presentato il paradigma che verrà utilizzato per l’analisi delle politiche (paradigma relazionale). Per la parte empirica si è proceduto attraverso interviste in profondità effettuate ai due Assessori alle Politiche sociali e ai due Dirigenti comunali dei Comuni e a 18 organizzazioni di Terzo settore impegnate nella costruzione delle politiche e selezionate attraverso la metodologia “a palla di neve”. Sono analizzate le disposizioni normative in materia di politica sociale, sia per la legislazione regionale che per quella comunale. L’analisi dei dati ha verificato l’ipotesi di ricerca nel senso che l’orientamento politico produce politiche differenti per quanto riguarda il rapporto tra Pubblica Amministrazione e Terzo settore. Per Modena si può parlare di una scelta di esternalizzazione dei servizi che si accompagna ad un processo di internalizzazione dei servizi tramite le ASP; a Verona almeno per alcuni settori delle politiche (disabilità e anziani) sono stati realizzati processi di sussidiarietà e di governance. Per la fase di programmazione l’orientamento politico ha meno influenza e la programmazione mostra caratteristiche di tipo “top-down”. / My thesis deals with local public policies, with a particular focus on policies which since 2011 have acquired a mere territorial status. My aim was to verify if different political orientation of government could generate different orientation in policies. In order to test this hypothesis, I have chosen two municipalities which are very similar in terms of socio-economic variables, but with an otherwise politically orientated City Council. The cities I mean are Modena (led by Democratic Party) and Verona (led by a center-right council). Firstly, I have analyzed the major paradigms for the political study (rational choice, the Marxist paradigm, welfare economics, corporatism and pluralism, neo-institutionalism and the relational paradigm), and I have presented the paradigm used for political analysis (relational paradigm). I have applied experimental method by carrying out interviews to assessors for social policies, to municipal managers, to eighteen third-sector organizations involved in municipal policies, selected through the method called "ball of snow". Secondly, I have analyzed law provisions on social policy, both in the regional and municipal legislation, with a particular consideration to the so called “piani di zona”. To sum out, data analysis have confirmed the original research hypothesis. Political orientation has shown to produce different policies according to the relationship between Public Administration and Third Sector. Referring to Modena, it is possible to affirm a pure choice of outsourcing of services. On the other hand, referring to Verona, it is possible to verify a choice of subsidiarity and governance processes regarding to some policy areas (disabled and elderly). Finally, concerning to a planning phase, political orientation has demonstrated lower political influence with a planning of top-down type.
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Sociología y ética del deporte: Desde la perspectiva relacional / Sociology and Ethical sports: The relational perspective / Sociologia dello Sport e Etica dello sport: la prospettiva dell´approccio relazionale

Sebastian Solanes, Raul Francisco <1982> 22 March 2013 (has links)
Esta tesis presenta un breve estado de la cuestión de la sociología y la ética del deporte como nueva disciplina académica, desde su origen hasta el presente. En segundo lugar pretende ver que aporta la perspectiva de la sociologia relacional al estudio del deporte. La primera contribución es la “trans-discipliniariedad” entre disciplinas como la sociología y la ética, evitando caer en una ética “sociologizzata” o en una sociología “eticizzata”. Gracias a la relacionalidad se obtiene la des-mercantilización de bienestar. La lógica relacional busca el desarrollo económico sin olvida que la sociedad está formada por personas, que son lo realmente importantes por encima de los interés económicos. Otra contribución es la distinción entre la “sociedad humana” y la “sociedad de lo humano” que evita muchos de los actuales problemas que trae consigo las nuevas tecnologías. Y finalmente aporta el esquema “AGIL” como “brújula relacional” que ayuda a relaizar los objetivos, medios y reglas éticas dentro de la práctica deportiva. / Let's see how the prospect of 'relational approach contributes to the sociological study of sport. The first contribution is to trans-disciplinary approach, that is, the capacity not to avoid putting boundaries between disciplines such as sociology or ethics and work together without falling into the trap of an ethics ['sociologizzata'] ed'una sociology ['eticizzata'] The relational logic seeking economic development doesn´t forget the human society, always looking for people who are building the company. Another contribution is [in] its distinction between “human society” and the “society of the human race”. In the case of sport, theuse of genetic technologies to facilitate the performance of athletes and ultimately increase profit. Finally, I think relational sociology offers AGIL scheme, such as "relational compass", that helps us to achieve the objectives, the means, the rules (ethics) and values that must be followed in this sport as a social practice, and help to cement largely applied ethics in sport. / Tuttavia, lo sviluppo sistematico di un approccio sociologico allo studio dello sport ha avuto luogo principalmente negli anni Settanta del Secolo. Da allora, sono stati molti gli studiosi di scienze sociali che hanno affrontato il tema dello sport. L´interesse dei filosofi verso lo sport risalga all'antichità classica (come dimostrano le testimonianze di cui sopra), in tempi più recenti la filosofia non ha rivolto particolare attenzione allo sport; questo ha spinto alcuni autori a denunciare tale mancanza di attenzione. Nella mia ricerca ho notato che alla fine degli anni Settanta del secolo. A mio avviso, l'inizio del cambiamento da "filosofia dello sport" a "etica dello sport" è il lavoro compiuto di Robert. L. Simon. Vediamo come la prospettiva dell’ approccio relazionale contribuisce allo studio sociologico dello sport. Il primo contributo è quello di trans-disciplinarietà, cioè la capicità di evitare di mettere confini tra discipline come la sociologia o l'etica e per lavorare insieme senza cadere nella trappola d´una etica ['sociologizzata'] e d´una sociologia ['eticizzata']. Grazie alla relazionalità si ottiene de-mercificare il benessere. La logica relazionale cerca lo sviluppo economico non dimenticare la società umana, sempre alla ricerca di persone che stanno costruendo la società. La sociologia relazionale propone un modello di reciprocità che ci aiuta a superare la mercificazione attuale dello sport. Un altro contributo è nella sua distinzione tra la società umana e la società dello umano. Nel caso dello sport, l'utilizzo di tecnologie genetiche per facilitare l'esecuzione di atleti e infine per aumentare il profitto. Infine, ritengo sociologia relazionale offre lo schema AGIL, come “brussola relazionale”, che ci aiuta a realizzare gli obiettivi, i mezzi, le regole (etiche) e valori che devono essere seguite in questo sport come pratica sociale e aiutano a cementare in gran parte l´etica applicata allo sport.

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