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SVILUPPO DELL'INDICE DI BENESSERE SDIB PER BOVINE DA LATTE FINALIZZATO ALL'OTTIMIZZAZIONE DEGLI ALLEVAMENTI / Development of the welfare model “SDIB” to optimize dairy cows livestock

PREMI, MICHELE 16 December 2019 (has links)
Dalla panoramica dei sistemi di valutazione del Benessere Animale (BA) si evince che si basa su molteplici indicatori diretti ed indiretti, ma per tutti i sistemi esaminati non vi è mai la possibilità di confermare la stima di benessere con metodi di riferimento oggettivi ed indipendenti. Inoltre, i vari sistemi, pur volendo stimare un dato oggettivo del BA, rispondono a specifiche categorie sociali: opinione pubblica (es. Welfare Quality), politica amministrativa (es. IBA), allevatori (es. FARM, IBS e SDIB), consumatori (FARM, Welfare Quality). Un sistema realmente olistico al momento non esiste, in quanto in relazione all’esigenza principale che deve soddisfare, si tende a semplificare la valutazione omettendo alcuni aspetti significativi. Lo scopo generale di questa attività di ricerca è stato quello di evolvere un sistema di valutazione del BA (modello SDIB) realizzato presso il Dipartimento DIANA di Piacenza, rivolto agli allevamenti in prima istanza, quale strumento di innovazione dell’impresa zootecnica, ma nel pieno rispetto delle normative, della sensibilità sociale e delle istanze etiche. L’obiettivo principale è stato quello di sviluppare un software, denominato IDEAL, dedicato al modello di valutazione SDIB. È stata valutata l’eventuale ridondanza degli indicatori di benessere inclusi nel modello, entro una adeguata popolazione di allevamenti della pianura padana e dello stato dell’Oregon. Inoltre, SDIB ha mostrato incoraggianti risultati circa il suo utilizzo come strumento di valutazione di fattori sovra-aziendali, sono infatti state eseguite valutazioni in gruppi di allevamenti caratterizzati da differenze produttive, e gestionali (es. sistema biologico vs convenzionale; adesione al disciplinare del Grana Padano vs Parmigiano Reggiano; sistema padano vs sistema Oregon) per valutare l’eventuale incidenza sul livello di BA. Applicando questa metodologia l’investigazione di tali fattori esula dalle mode del momento; al contrario, privilegia la risposta degli animali per tali fattori. Nei confronti eseguiti, è stata riscontrata per tutti i gruppi di aziende una elevata variabilità relativa al livello di BA, dimostrando come disciplinari o sistemi di allevamento diversi, non siano da soli, sufficienti a garantire un ottimale livello di BA. Un secondo obiettivo del progetto si è concentrato sullo studio di valori di riferimento ematici nelle varie fasi di lattazione, per fornire una maggiore oggettività ai sistemi di valutazione del BA con dati indipendenti. Pertanto, si sono eseguiti prelievi ematici nelle categorie di allevamento più rappresentative delle bovine durante il ciclo produttivo (asciutta, immediato post-parto, fine del primo mese di lattazione e lattazione avanzata) appartenenti ad allevamenti con un buon livello di benessere in tutti i cluster di SDIB, una adeguata alimentazione in tutte le fasi ed ottimi standard di strutture ed attrezzature, con lo scopo di identificare i livelli di riferimento di vari indicatori fisiologici. Per le 4 fasi sono pertanto stati individuati nuovi range di riferimento che potranno essere usati per validare i vari sistemi di valutazione del BA. / The overview of Animal Welfare (AW) assessment systems shows that it is based on multiple direct and indirect indicators, but for all systems examined, there is never the possibility of confirming the welfare estimate with objective and independent reference methods. Even though the various systems want to estimate an objective data of animal welfare, they respond to specific social categories: public opinion (e.g., Welfare Quality), administrative policy (e.g., IBA), breeders (e.g., FARM, IBS and SDIB), consumers (FARM, Welfare Quality). At the moment, there is no truly holistic system; in relation to the main need to satisfy, there is a tendency to simplify the evaluation by omitting some significant aspects. The general aim of this research activity was to evolve an animal welfare evaluation system (SDIB model), that has been carried out at the DIANA Department of Piacenza. Firstly, this system is suggested for farms as a tool for innovation of the livestock enterprise, but in full compliance with the regulations, social sensitivity, and ethical requirements. The main objective was to develop a software, called IDEAL, dedicated to the SDIB evaluation model. The possible redundancy of the welfare indicators included in the model was evaluated within an adequate population of farms in the Po Valley and in the State of Oregon. In addition, SDIB has shown encouraging results about its use as a tool for the evaluation of extra company factors. In fact, some evaluations have been carried out in groups of farms characterized by differences in production and management (e.g., biological system vs. conventional, adherence to Grana Padano Disciplinary vs. Parmigiano Reggiano Disciplinary, Po Valley system vs. Oregon system) to assess the possible impact on the level of AW. Applying this methodology, the investigation of these factors goes beyond the current trends. On the contrary, it favors the animals' response to these factors. With regard to the comparisons carried out, a high variability relative to the level of animal welfare has been found for all groups of farms, demonstrating how different disciplines or farming systems are not sufficient to ensure an optimal level of AW, if not related to something else. A second objective of the project was to study blood reference values at the various stages of lactation in order to provide greater objectivity to the AW assessment systems with independent data. Therefore, blood samples were taken from the most representative categories of cows during the production cycle (dry, immediate post-partum, end of the first month of lactation and advanced lactation) belonging to herds with a good level of welfare in all SDIB clusters, adequate feeding at all stages and excellent standards of facilities and equipment, with the aim of identifying the reference levels of various physiological indicators. For the 4 phases, new reference ranges have been identified, and they can be used to validate the various assessment systems of the AW.
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RUOLO POTENZIALE DEL MICROBIOMA NELLA SINDROME DA AFFATICAMENTO CRONICO/ ENCEFALOMIELITE MIALGICA (CFS/ME) / POTENTIAL ROLE OF MICROBIOME IN CHRONIC FATIGUE SYNDROME/MYALGIC ENCEPHALOMYELITIS (CFS/ME)

LUPO, GIUSEPPE FRANCESCO DAMIANO 08 April 2020 (has links)
La Sindrome da Affaticamento Cronico/Encefalomielite Mialgica (CFS/ME), è una grave malattia multisistemica caratterizzata da anomalie immunologiche e disfunzioni del metabolismo energetico. Recenti evidenze suggeriscono l’esistenza di una forte correlazione tra disbiosi e condizione patologica. La presente ricerca ha analizzato la composizione del microbiota intestinale ed orale in pazienti con CFS/ME rispetto a controlli sani e ha determinato se eventuali differenze osservate potrebbero essere utili in futuro per l'identificazione di biomarcatori diagnostici. La composizione batterica fecale e salivare dei pazienti con CFS/ME è stata studiata mediante sequenziamento Illumina degli ampliconi del gene 16S rRNA. Il microbiota fecale dei pazienti con CFS/ME ha mostrato una significativa riduzione di Lachnospiraceae, in particolare di Anaerostipes, rispetto ai gruppi di soggetti senza CFS/ME e un incremento di Phascolarctobacterium faecium e unclassified Ruminococcus. Bacteroides vulgatus, unclassified Bacteroides, Bacteroides uniformis e unclassified Barnesiella sono risultati significativamente più abbondanti nei pazienti con CFS/ME. Il microbiota orale dei pazienti con CFS/ME ha mostrato un aumento significativo di Rothia dentocariosa. Il profilo metabolico fecale di un sottogruppo di pazienti con CFS/ME ha mostrato un aumento complessivo di SCFA e di derivati dell'indolo rispetto ai gruppi non CFS/ME, suggerendo un aumento dei processi di fermentazione. I nostri risultati supportano l'ipotesi autoimmune per la CFS/ME e se saranno confermati da studi più ampi, le differenze rilevate nei profili microbici dei pazienti CFS/ME potrebbero essere utilizzate come markers per una diagnosi più accurata e per lo sviluppo di strategie terapeutiche specifiche. / The Chronic Fatigue Syndrome/Myalgic Encephalomyelitis (CFS/ME), is a severe multisystemic disease characterized by immunological abnormalities and dysfunction of energy metabolism. Recent evidence suggest that there is a strong correlation between dysbiosis and pathological condition. The present research investigated the composition of the intestinal and oral microbiota in CFS/ME patients in comparison to healthy controls and determined whether any observed differences could be useful for the identification of diagnostic biomarkers. The fecal and salivary bacterial composition in CFS/ME patients was investigated by Illumina sequencing of 16S rRNA gene amplicons. The fecal microbiota of CFS/ME patients showed a significant reduction of Lachnospiraceae, particularly Anaerostipes, compared to the non-CFS/ME groups, and an increase of Phascolarctobacterium faecium and unclassified Ruminococcus. Bacteroides vulgatus, unclassified Bacteroides, Bacteroides uniformis and unclassified Barnesiella resulted significantly more abundant in CFS/ME patients. The oral microbiota of CFS/ME patients showed a significant increase of Rothia dentocariosa. The fecal metabolic profile of a subgroup of CFS/ME patients revealed an overall increase of SCFAs and indole derivatives compared to the non-CFS/ME groups, suggesting an increase in the fermentation processes. Our results support the autoimmune hypothesis for CFS/ME condition and if confirmed by larger studies, the differences detected in the microbial profiles of CFS/ME patients may be used as markers for a more accurate diagnosis and for the development of specific therapeutic strategies.

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