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Gli Ostrogoti. Sopravvivenze sociali e culturali nell'Italia medievale / The Ostrogoths. Social and Cultural Survivals in Middle Age Italy

CAPRI, FABIO 18 March 2008 (has links)
Ridefinizione del tema delle origini dei Goti secondo il recente dibattito e indagine storico-prosopografica basata su fonti narrative, documentarie, archeologiche ed epigrafiche sulla fisionomia identitaria e sociale degli Ostrogoti insediati in Italia e sopravvissuti nel periodo successivo alla Guerra Greco-Gotica (dalla seconda metà del VI sec. d.C..), con particolare attenzione alle aree di dominio bizantino. Il lascito della loro memoria etnica, storica e istituzionale nel Regnum longobardo e in alcune fonti narrative italiane medievali. / Redefinition of the Goths-origins them in the recent debate, and historical -prosopographical research based on narrative, documentary, archaeological and epigraphic sources about the identity and social make-up of living and surviving Ostrogoths in Italy after the Greek-Gothic War (from 2nd half of VIth century), particularly for the areas under Byzantine rule. The heritage of their ethnic, historical, and institutional remembrance in the Lombard kingdom and in some Italian middle-age narrative sources.
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MEMORIA E INNOCENZA DELLA POETICA CRITICA DI GIUSEPPE UNGARETTI / Memory and innocence. The art of poetry in Ungaretti's critical writings

MIGLIORATI, MASSIMO 04 April 2011 (has links)
Lo studio effettuato sulle carte di Ungaretti critico e docente universitario ha permesso di evidenziare l'evoluzione dei concetti di memoria e di innocenza e di far emergere alcune basi teoriche della nozione di memoria, elaborate nel corso degli anni Trenta. L’approfondimento della conoscenza di Bergson, Agostino e Vico, infatti, rendono il concetto di memoria sempre più articolato, ampliandone i confini. L’indagine ha inoltre portato alla luce il debito che l’attività critica di Ungaretti ha con le teorie di Giambattista Vico, conosciuto quasi certamente tramite gli animatori de «La Voce», ma poi studiato quale fonte, indiretta, della poetica leopardiana. Sono le teorie vichiane ha suggerire a Ungaretti il ruolo fondamentale della fantasia nella creazione artistica, ruolo che svolge coadiuvando la memoria. Nella Scienza Nuova infatti fantasia e memoria sono sempre associate. Anche in Ungaretti questa associazione, una volta istituita, resiste nel tempo e, nel periodo in cui la suggestione vichiana è più intensa, la fantasia sembra sostituire l’innocenza. Ungaretti si interessa di Vico anche perché il filosofo che pone grande attenzione alla questione delle origini dell’umanità. Un tema imprescindibile per chi, come Ungaretti, fa dell’innocenza primigenia un obiettivo artistico ed umano da raggiungere, tramite la memoria. / The aim of this essay is investigate the evolution of ideas like memory and innocence in Ungaretti's critical writings. These ideas were influenced from studies on Bergson, Agostino e Vico' philosophical teories during the Thirties in Brazil. Thanks to these investigations Ungaretti can wide the bounds of those concepts. Particularly important was Vico's influence and the association introduced between memory and imagination by the neapolitan philosopher in his most important work, the Scienza Nuova. Furthermore, Ungaretti is interested in Vico's humankind origins theory, a fundamental topic for who, like the italian poet, set the idea of archetypical innocence as a human and artistic target attainable by memory.
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RICOSTRUIRE IL PUZZLE DELLA PROPRIA STORIA Una ricerca partecipativa con le persone adottate / RICOSTRUIRE IL PUZZLE DELLA PROPRIA STORIA. UNA RICERCA PARTECIPATIVA CON LE PERSONE ADOTTATE / PUT TOGETHER THE PIECES OF OWN IDENTITY PUZZLE A participatory research on the challenge of Italian adoptees in searching for their origins

MALACRIDA, LAURA 25 May 2020 (has links)
Il presente lavoro di tesi, realizzato su mandato della cooperativa C.T.A. di Milano, discute i risultati di una ricerca partecipativa realizzata per approfondire il percorso di ricerca delle origini da parte di persone adottate con adozione nazionale. Per la realizzazione della ricerca, in accordo con i principi dell’approccio partecipativo, sono stati coinvolti quattro esperti per esperienza -adulti adottati che hanno fatto esperienza di ricerca delle proprie origini- i quali, lavorando in gruppo insieme al ricercatore, hanno definito le domande di ricerca, valutato la scelta dello strumento per la raccolta dei dati, costruito la traccia dell’intervista e infine analizzato i dati raccolti. Dalle 16 interviste realizzate sono emersi risultati che evidenziano la complessità del percorso di ricerca delle origini: quali significati assume per le persone adottate, le modalità con cui avviene, da parte di chi le persone adottate si sentono supportate nel corso delle ricerche, il rapporto con la famiglia adottiva, con altre persone adottate, con i Tribunali per i Minorenni e con gli operatori sociali. Questi risultati forniscono numerosi elementi utili non solo per approfondire la conoscenza del fenomeno, ma anche per immaginare l’attivazione di forme di sostegno specifiche per coloro che necessitano di ricostruire il puzzle della propria storia. / This thesis, carried out under the mandate of CTA Milan, shows the results of a participatory research on the process of reconstruction of pre-adoptive history by Italian adult adoptees. According to the participatory model, four experts by experience were involved in a research group (steering group), and work in tandem with the researcher on all the research project. Integrating researcher’ s technical skills with experiential skills of co-researchers, we defined the research question and decided to use semi-structured interviews to collect data. Text analysis of the transcripts of the 16 interviews carried out, was also made in the steering group, according to the literature review and to the personal experience of co-researchers. The interviews analysis shows the whole complexity of the origins’ research process: what is the meaning of origins’ research in the view of adoptees; how Italian adoptees try to find the identity of their birth family; by whom they have been supported during this research process; the relationships with adoptive family, with other people who live adoptive experiences, with the Juvenile Court and social workers. With these results we could learn more about origins’ research and provide significant suggestions on how adopted people could be supported in their experience of research.
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Il focolare elettronico. Una storia culturale dell'ingresso della televisione nello spazio domestico (1954-1960)

PENATI, CECILIA 17 June 2011 (has links)
Obiettivo della tesi è stato quello di ricostruire una storia culturale della televisione italiana delle origini, concentrandosi sui percorsi attraverso i quali il medium è diventato parte integrante delle routine quotidiane del suo primo pubblico, cercando di dare senso a come la prima audience del piccolo schermo abbia sperimentato l’arrivo della televisione nello spazio della casa, nel corso degli anni di istituzionalizzazione del medium in Italia (1954-1960). Dopo una ricognizione della letteratura scientifica sul tema della domestication dei mezzi di comunicazione, della biografia culturale degli oggetti tecnici e dell’analisi storica delle “culture di visione” della tv, la seconda sezione della tesi prende in esame come il sistema dei media popolari (il discorso pubblicitario, il dibattito pubblico sulla stampa popolare, i paratesti aziendali della Rai) abbia attribuito significati alla televisione, "insegnando" al suo primo pubblico come collocarla nello spazio della casa. La terza sezione della tesi è dedicata a una ricostruzione storica del primo consumo televisivo domestico, svolta attraverso una ricerca etnografica condotta con venti interviste a testimoni che hanno vissuto in prima persona la prima diffusione dei ricevitori e la loro prima collocazione nello spazio della casa. / This dissertation is aimed to outline a cultural history of early Italian television, focusing on the pattern by which TV became part of its first audience’s daily routines, and trying to give sense of how the first public of the small screen experienced the arrival of the television in the space of their homes, in the years of institutionalisation of the new medium (1954-1960). After an overview of the scientific literature that has dealt with the topic of “media domestication”, cultural biography of technical objects, and historical analysis of television’s culture of viewing, the second section of the thesis examines how the system of popular media (mainly advertising, popular press, and broadcaster’s house organs) ascribed meanings to television as a domestic medium and advised its public how to use it. A third section of the dissertation is devoted to understanding the television viewing and consumption in historical perspective, through a ethnographic research developed with twenty in-depth interviews to witnesses that participated directly in the first diffusion and domestication of the TV sets in Italy.
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ANALISI FILOLOGICA E STORICO-TEOLOGICA DI UN INNO PASQUALE PRIMIGENIO. IL CASO DI Mt 27,51b - 53

PESSINA, ANNA 02 September 2019 (has links)
L’elaborato analizza e ricostruisce la storia del testo del brano neotestamentario di Mt 27,51b-53. Il breve componimento, di natura innodica, assume particolare rilievo per la sua collocazione all’interno del racconto della passione, cuore dell’annuncio evangelico. Attraverso l’applicazione di una metodologia che tenga conto delle peculiarità di origine, redazione e trasmissione della letteratura protocristiana, il passo in questione è assunto come caso di studio per una rivalutazione, nella constitutio textus del Nuovo Testamento, della c.d. tradizione indiretta, non sempre adeguatamente valutata dalla filologia tradizionale. Il lavoro è strutturato in due macro-sezioni: la prima, filologica, volta a far emergere, attraverso l’analisi delle citazioni indirette, la forma testuale più antica. Particolare attenzione è rivolta all’espressione «dopo la sua risurrezione», non presente nella fase primitiva del testo. La seconda sezione, storico-teologica, analizza il contesto di formazione e utilizzo della pericope, avallando l’ipotesi di un’origine innodica del brano. Esso sarebbe stato un materiale liturgico precedente, forse giudeo-cristiano, a disposizione della comunità e fatto qui confluire dal redattore del Vangelo per celebrare il sacrificio di Gesù. Vengono, infine, indagate le motivazioni teologiche che potrebbero aver contribuito, tra il III e il IV secolo, alla modifica del dettato testuale più antico. / The thesis aims to reconstruct the history of the text of Matt 27:51b-53. This brief composition, probably a hymn, is particularly relevant for its arrangement in the passion narrative, which is the most important point of the Gospel’s kerygma. By applying a methodology that takes into consideration the peculiarity of the origin, the redaction, and the transmission of the earliest Christian literature, these verses are assumed as a study case, in order to value the indirect tradition in the reconstruction of the text of the New Testament. The work is divided into two parts: the first one, philological, brings out, through the indirect quotations, the earliest form of the text, which is partly different from the canonical one. Here, the sentence «after his resurrection» is relevant because it was not present in the primitive text. The second section analyses the context and the employment of the Matthean pericope in order to confirm the hypothesis of the hymn. It might have been a liturgical material, perhaps Jewish-Christian, used by the community and added to the Gospel by the redactor. Finally, this study takes into account the theological reasons that could have caused, within the third and fourth centuries, the modification of the earliest text.
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Le savoir des mytiliculteurs de la lagune de Venise et du littoral breton : étude d'anthropologie comparative / The knowledge of musseil-culturists of the lagoon of Venice and the "Bretagne" coast : study of comparative anthropology / I saperi dei mitilicoltori della laguna di Venezia e del litorale bretone : studio di antropologia comparativa

Vianello, Rita 13 December 2013 (has links)
D’un point de vue géographique, la lagune de Venise n’a que peu en commun avec les baies principales de la Bretagne septentrionale, si ce n’est son ouverture sur la mer. Les deux réalités étudiées ont pourtant en commun leur soumission à l’action des marées qui a poussé les populations littorales à développer des savoirs et des techniques de pêche traditionnelles d’une très grande richesse et qu’ils ont su faire évoluer au cours du temps pour mieux les adapter aux caractéristiques du milieu.Les différentes formes de récolte et de pêche, l’élevage des moules en particulier, ont entraîné une domestication et une anthropisation de ces zones. En Bretagne, tout comme à Venise, la valorisation de la moule en tant que ressource alimentaire et économique est assez tardive.Que ce soit dans les sources bibliographiques ou durant l’enquête réalisée sur le terrain, notre recherche nous a permis de repérer des allusions fréquentes à la toxicité présumée de ce mollusque, à Venise appelé « peòcio » c’est-à-dire « pou » et considéré non comestible. Quels mécanismes ont métamorphosé la moule en un aliment aujourd’hui apprécié et recherché ? Et comment des zones, autrefois très pauvres se sont transformées, en des lieux renommés pour la production de moules ? C’est pour répondre à ces questions que nous avons entrepris la reconstruction de l’histoire de la mytiliculture. / From a geographic perspective, the Venice Lagoon has almost nothing in common with the main northern bays of “Bretagne”; simply, both open on the sea. Therefore, the two studied realities have to share their submission to the action of tides that have pushed the coastal communities to develop fishing knowledge and techniques. They were able to evolve over time to better suit the characteristics of the environment. The different forms of harvesting and fishing, mussel farming in particular, led to domestication and human impacts in these areas. In “Bretagne”, as in Venice, is rather late the development of mussels as food and as economic resource.Whether in the literature sources or during the survey in the field, our research has led us to identify frequent allusions to the alleged toxicity of this mollusk in Venice called “peòcio” that mean “cootie” and considered inedible. What mechanisms have metamorphosed mussels into a regarded and sought food today? And how formerly very poor areas are transformed into places renowned for the production of mussels? It is to answer these questions that we undertook the reconstruction of the history of the mussel. / Da un punto di vista geografico la laguna di Venezia ha poco in comune con la Bretagna settentrionale se non il suo sbocco sul mare. Di conseguenza le due realtà condividono la dipendenza dall’azione delle maree, le quali hanno spinto le popolazioni litoranee a sviluppare dei saperi e delle particolari tecniche di pesca adattate alle caratteristiche dell’ambiente.Nel corso della nostra ricerca abbiamo incontrato delle frequenti allusioni alla presunta tossicità del mitilo, a Venezia chiamato “peòcio”, cioè pidocchio. Infatti a Venezia, come in Bretagna, la valorizzazione dei mitili quale risorsa alimentare ed economica è un fenomeno tardivo. Quali meccanismi hanno trasformato i mitili in un alimento che è oggi apprezzato e ricercato? E in che modo delle zone un tempo molto povere si sono trasformate in località rinomate per la produzione di questi molluschi? Per rispondere a queste domande abbiamo ricostruito la storia della mitilicoltura.

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