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LO STURZO "AMERICANO" (1940 - 1946): STRATEGIE POLITICHE E CULTURALIBORGO, GIANNI 19 March 2015 (has links)
L'indagine ha per oggetto il periodo americano di Luigi Sturzo (1940-1946), finora proco esplorato, soprattutto dal punto di vista delle fonti americane. E' stata messa in luce una serie di attività politiche e culturali, inquadrabili in precise strategie, volte alla diffusione dei valori della democrazia cristiana, a livello internazionale; alla formazione della classe politica; al più ampio sostegno alla patria lontana. / The essay focuses the American period of Luigi Sturzo (1940-1946), which has not been sufficiently explored until now, expecially from the point of view of the American archives data. It has been highlighted a series of political and cultural activitie set up by Sturzo, and which can be contestualized in the sense of precise strategies, directed to the diffusion of the values Christian Democracy, in the international background; to the formation of the ruling classes; to the wide support to the constitution of the democratic system in Italy.
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Politisation et monde libéral en Italie méridionale (1815-1856) : le malgoverno et ses opposants : acteurs et pratiques dans le royaume des Deux-Siciles / Politicization and the liberal world in Southern Italy (1815-1856) : the malgoverno and its opponents : actors and practises in the Kingdom of the Two Sicilies / Politicizzazione e mondo liberale nell’Italia meridionale (1815-1856) : Il malgoverno e i suoi oppositori : attori e pratiche nel Regno delle Due SicilieDelpu, Pierre-Marie 30 September 2017 (has links)
La thèse cherche à restituer les mécanismes de la politisation libérale dans la partie continentale du royaume des Deux-Siciles, de l’effondrement de l’Empire napoléonien en 1815 au moment où se précisent les voies de l’annexion du royaume méridional dans l’Italie en construction, au milieu des années 1850. Le croisement de la documentation administrative, des écrits personnels des libéraux et de leurs productions politiques permet d’identifier ce courant avec l’opposition patriotique à la monarchie restaurée des Bourbons. Il prend la forme d’une société d’opposants réticulée et disparate, davantage anti-absolutiste qu’elle n’est idéologiquement libérale, qui s’est appuyée sur les pratiques politiques locales pour contester le pouvoir centralisé mis en place par la monarchie française d’occupation (1806-1815) et maintenu par Ferdinand IV de Bourbon après 1815. À partir de cinq observatoires régionaux (la capitale, les deux Principats Citérieur et Ultérieur et les provinces calabraises de Cosenza et de Reggio), choisis pour leur représentativité au regard des structures politiques du royaume, cette thèse veut mettre en évidence les structures et les rythmes de la politisation libérale sur le temps long de la période pré-unitaire, par-delà les seules révolutions de 1820-1821 et de 1848 plus particulièrement étudiées par l’historiographie. À travers un parcours chronologique, on interrogera l’articulation du courant libéral napolitain avec le « libéralisme » qui se structure au même moment dans l’espace plus large des révolutions occidentales, la permanence du personnel politique, la tension entre espaces politiques locaux et nationaux et l’appropriation complexe de la construction nationale italienne, qui se précise au lendemain des révolutions de 1848. / The thesis aims to study the mechanisms of liberal politicization in the continental part of the Kingdom of the Two Sicilies, from the collapsing of the Napoleonic Empire in 1815 to the acceleration of the Italian national construction in the middle 1850s. By crossing the administrative documentation, the liberals’ personal writings and their political productions, this political movement can be identificated with the patriotical opposition to the restored monarchy of the Bourbons. It constitutes a reticulated and disparate society of opponents, more anti-absolutist than ideologically liberal, who used to lean on local political practises to contest the centralized power instituted by the French occupation monarchy (1806-1815) and maintained by Ferdinand IV after 1815. On the basis of five regional observatories (the capital, the two Citerior and Ulterior Principates and the Calabrian provinces of Cosenza and Reggio), chosen for their representativity towards the political structures of the kingdom, the thesis wants to enlighten the structures and the rhythms of liberal politicization in the long period of the lungo Risorgimento, beyond the two revolutions of 1820-1821 and 1848 particularly studied by historiography. Through a chronological approach, we will question the links between the Neapolitan liberal movement with the European forms of « liberalism », the permanence of political actors, the tension between local and national political spaces and the difficult appropriation of the Italian national construction, which becomes more precise after the 1848 revolutions. / La tesi mette al centro della sua riflessione i meccanismi della politicizzazione liberale nella parte continentale del Regno delle Due Sicilie, dalla caduta dell’Impero napoleonico nel 1815 al momento in cui si precisano le modalità di annessione del regno meridionale all’Italia in costruzione, a partire dal 1850. Il confronto tra la documentazione amministrativa, gli scritti personali dei liberali e le loro produzioni politiche permette di identificare questo movimento politico come l’opposizione patriottica alla monarchia restaurata dei Borboni. Esso si presenta inoltre come una società di oppositori, ramificata e diffusa su tutto il territorio del Regno, più di matrice anti-assolutista che ideologicamente liberale, che si è affidata alle pratiche politiche locali per contestare il potere centralizzato della monarchia francese durante il Decennio (1806-1815) e, dopo il 1815, di Ferdinando IV di Borbone al momento del suo ritorno sul trono di Napoli. Concentrandosi su cinque spazi geografici ben definiti (la capitale, i due Principati Citra e Ultra e le provincie calabrese di Cosenza e di Reggio), scelti per la loro rappresentatività rispetto alle strutture politiche del regno, la tesi di dottorato vuole studiare le strutture e i ritmi della politicizzazione liberale sul lungo periodo del Risorgimento preunitario, oltre alle rivoluzioni del 1820-1821 e del 1848, ampiamente analizzate dalla storiografia. Utilizzando un approccio cronologico, si propone infine una riflessione sul movimento liberale napoletano in comparazione al « liberalismo » risultato delle altre rivoluzioni occidentali, sulla permanenza del personale politico, sulla tensione tra gli spazi politici locali e nazionali e sulla difficile appropriazione della costruzione nazionale italiana che si definisce all’indomani del 1848.Parole chiave : politicizzazione ; rivoluzione ;
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L'EPISCOPATO ITALIANO E LA GRANDE GUERRA: DISCORSO PUBBLICO E DISCORSO INTERNO (1914-1918) / The Italian Bishops and the Great War. Public Discourse and Discourse inside the Church (1914-1918)MALPENSA, MARCELLO 26 March 2010 (has links)
Fino ad oggi, la storiografia occupatasi dell'atteggiamento tenuto dai vescovi italiani nel corso del primo conflitto mondiale aveva affrontato il tema in base a un’ottica essenzialmente politica, volta a stabilire la maggiore o minore adesione dell'episcopato agli ideali patriottici e il suo grado di sostegno alla guerra. In questo studio, da una parte l'analisi del discorso pastorale pubblicamente prodotto dall'episcopato italiano sulla e nella Grande Guerra, dall'altra l'analisi del discorso indirizzato all'interno della gerarchia ecclesiastica sia verso il basso (sacerdoti-soldati e chierici combattenti) sia verso l'alto (S. Sede), consentono di evidenziare le reali categorie interpretative con cui l'evento-guerra venne compreso e giudicato dai vescovi. Il quadro che ne emerge appare variamente articolato: se la retorica patriottica non mancò di manifestarsi, il discorso dominante fu tuttavia rappresentato dalla lettura provvidenzialistica del conflitto, che, culminando nell'attribuzione di un significato salvifico alla morte per la patria in guerra, svolse una funzione decisiva nel legittimare la partecipazione dei fedeli ad essa. L'analisi della corrispondenza tra i vescovi e i chierici combattenti e tra i vescovi e la S. Sede mostra l'esistenza di sfumature e di altre sensibilità, certamente importanti da registrare, ma non sufficienti a mutare il profilo complessivo emerso dall'analisi del discorso pubblico. / Until today, the historiography concerning the attitude of Italian bishops during the First World War dealt with the subject from essentially a political perspective, focused on bishops' commitment to patriotic ideals and the level of support for the war. This research takes into account, on the one hand, the analysis of the pastoral discourse made publicly by the Italian bishops about and during the «Great War», and on the other hand, the analysis of the discourse inside of the church hierarchy addressed both downwards (to priest-soldiers and fighting seminarists) and upwards (to the Holy See). Thus, the actual explanatory categories by which the war-event was understood and judged by bishops are revealed. The picture that emerges is heterogeneous: beyond patriotic rhetoric, the most dominant finding is represented by providential reading of the conflict. By attaching a redemptive meaning to death from fighting for one's country, it proved to be a decisive factor in legitimising the participation of the faithful. The analysis of the correspondence between the bishops and fighting seminarists, and between the bishops and the Holy See demonstrates the existence of different tones and sensibilities. Although worth recording, they do not seem to change the overall picture that the public discourse displays.
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