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Alle origini delle case di correzione. Indagine storico-educativa sulle pratiche di internamento in Italia e in Inghilterra / On the origins of the houses of correction. A historico-educational study on the realities of internment in Italy and England

Raimondo, Rossella <1986> January 1900 (has links)
La presente tesi intende compiere un’indagine, dal punto di vista storico-educativo, sulla storia delle case di correzione. Nello specifico si è tentato di analizzare il “caso” del Discolato bolognese, operando un confronto con altre analoghe istituzioni, sorte in due città campione, come Roma e Milano, per quanto riguarda il contesto italiano, e con la situazione inglese, per quanto riguarda il contesto internazionale. Il focus della ricerca si è incentrato sul rapporto tra devianza e internamento, considerato secondo una declinazione pedagogica. A tal proposito si è cercato di far emergere le modalità educative, nonché i principi e le finalità che sottostavano agli interventi istituzionali, non solo soffermandosi su quanto i regolamenti e gli statuti prescrivevano all’interno delle strutture correzionali, ma analizzando la reclusione nella sua effettiva organizzazione quotidiana. Per quanto riguarda la situazione bolognese è stata analizzata un’ampissima documentazione, conservata presso l’Archivio storico Provinciale di Bologna, che ha permesso di svolgere un’analisi di tipo quantitativo su un totale di 1105 individui al fine di delineare le principali caratteristiche demografiche e sociali delle persone internate nel Discolato bolognese. L’interpretazione delle fonti ha permesso anche un’indagine qualitativa, nel tentativo di ricostruire le storie di vita dei singoli reclusi. Da questa ricerca emerge un’immagine complessa delle case di correzione. Nel corso dei secoli, in modo particolare nelle diverse realtà prese in esame, esse hanno assunto caratteristiche e peculiarità differenti. La loro inefficacia fu la motivazione principale che condusse alla definitiva chiusura, quando si fece via via sempre più evidente la difficoltà a tradurre in pratica ciò che regolamenti e statuti - a livello teorico - prescrivevano. / The present research investigates the history of the house of correction from an educational history perspective. More specifically, the study focuses on an analysis of the case of the Discolato of Bologna, making a comparison with other analogous institutions that came about in the two sample cities of Milan and Rome in an Italian context, and more broadly, examples of the house of correction in England in a more international context. The object of the research is focused on the relationship between deviance and internment, from a pedagogical perspective. To this end, this study aims to evidence not only the educational methods employed in these institutions but also the principles and goals that these educational methods aimed to foster and achieve. Furthermore, the present research analyses both the rules and regulations that formed the backbone of such corrective institutions, as well as the daily functioning and organization of imprisonment. In analysis of the correctional institution in Bologna, a wide range of documents from the Archivio Storico Provinciale di Bologna were consulted, thus enabling the operationalisation of a quantitative study of 1105 prisoners which gave invaluable insights into the principal demographic and social characteristics of the people interned in the Discolato. The interpretation of a variety of sources also facilitated the creation of a qualitative survey in an attempt to reconstruct the life stories of individual inmates. The present research paints a complex picture of the houses of correction. Over the course of centuries, and especially in the various realities examined in the study, they have taken on different characteristics and peculiarities. Their ineffectiveness was the main reason for their final closure, as it became increasingly evident that translating the theoretical prescriptions of regulations and statutes into practice was an extremely difficult task.
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Families Stories. Rappresentazioni di famiglie nella letteratura per l'infanzia in Europa e negli Stati Uniti / Families Stories. Depictions of Families in Children's literature in Europe and in United States

Trisciuzzi, Maria Teresa <1983> 08 May 2015 (has links)
In questa tesi dottorale viene preso in analisi il tema della famiglia, uno degli elementi fondanti della riflessione pedagogica, crocevia di una molteplicità di nuclei interpretativi con diramazioni e contaminazioni, con mutamenti attraverso le epoche storiche, rappresentati in pagine contenute nei Classici della letteratura per l’infanzia e nei migliori libri di narrativa contemporanea. Si tratta di un tema di grande ampiezza che ha comportato una scelta mirata di Autori che, nei loro romanzi hanno trattato questioni riguardanti la famiglia nelle sue pluralità delle sue tante accezioni, dalla vita familiare agli abbandoni, dalle infanzie senza famiglia alle famiglie altre. Nelle diverse epoche storiche, le loro narrazioni hanno lasciato un segno per l'originalità interpretativa che ancora oggi ci raccontano storie di vie familiale Dai romanzi ottocenteschi alle saghe fantasy degli ultimi cinquant’anni, fino ai picturebook, destinati ai più piccoli, le families stories possono costituire un materiale pedagogico privilegiato, sia offrendo occasioni di scoperta e conoscenza di sé e del mondo, attraverso le quali i lettori bambini, enigmatici frontalieri, varcano soglie verso altrovi misteriosi, sia fornendo spunti agli studiosi per approfondire tematiche multiple e complesse. Le families stories riflettono spesso in maniera critica le divergenze che possono manifestarsi tra le prassi individuate e studiate dalle scienze umane e sociali e le metafore narrative proposte dai numerosi Autori della letteratura per l’infanzia. Proponendo una prospettiva spesso spiazzante, esse interpretano la realtà a fondo, cogliendo i più piccoli ed inosservati particolari che, invece, hanno la capacità di rompere gli schemi socio-educativi dell’epoca storica in cui le storie prendono vita. / This doctoral dissertation analyzes the theme of the Family, one of the founding elements of pedagogical reflection, crossroads of a multiplicity of interpretive nucleuses with branching and contaminations, with Changes across historical periods represented in the pages of Classics of Children's literature and in the best contemporary's fiction books. It is a subject of great amplitude that entailed a choice of Authors who, in their novels have dealt with issues relating to the family in its plurality of its many meanings, from family life to the abandoned child, from childhoods without family to others families. In different historical epochs, their narratives have left an originality of interpretation that still tell stories of 'vie familiale'. From 19th-century's novels to sagas of fantasy's novels of the past fifty years, until the picturebook, the families’ stories may constitute a privileged educational and pedagogical material, that offers opportunities for discovery and knowledge of oneself and of the world, through which children's readers, cross the threshold to the mysterious everywhere, and also provides insights to scholars to study multiple and complex issues. The families’ stories often reflect critically the variations that can occur between the practices identified and studied by the humanities and social sciences and the metaphors offered by numerous narrative's Authors of children's literature. Offering a perspective often unsettling, they interpret reality thoroughly, taking the smaller and unnoticed details that have the ability to break the mold of socio-educational historical epoch in which the stories come to life.
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La cura delle bambine e dei bambini nella scuola dell'infanzia: buone pratiche in Cina e in Italia / The child care in the kindergarten: best practice in China and in Italy

Yuan, Qin <1985> 09 May 2016 (has links)
Motivazione: La ricerca proposta vuole individuare e indagare i modelli educativi e le buone pratiche di cura dei bambini e delle bambine che si sono sviluppati nelle scuole d’infanzia di alcune zone della Cina e dell’Italia. A tale fine, verranno considerati i fattori connessi all’individuazione: a) del modello educativo; b) del pattern educativo informale; c) delle buone pratiche. Queste diverse fasi delle analisi ci aiutano a capire quali siano le teorie pedagogiche (implicite e/o esplicite) presenti nella scelta delle attività educative e nella loro organizzazione e le concezioni d'infanzia strettamente legate alle tradizioni culturali della cura e dell'educazione dei due paesi. Metodologia: La ricerca ha appoggiato alle diverse metodologie e strumenti di indagine. Si è scelto di utilizzare una metodologia di tipo descrittivo, alternando diversi metodi osservativi in alcune sezioni di diverse scuole d’infanzia sia in Italia sia in Cina. Inoltre si è scelto di utilizzare un altro strumento guida dell'osservazione, applicato solo alle scuole d’infanzia italiane perché si tratta della scala di valutazione della qualità della scuola dell'infanzia (PraDISI) elaborata sulla base delle storie e della culture dell'infanzia diverse da quelle della Cina, che permette di valutare la qualità delle scuole dell'infanzia coinvolte nell’indagine. Oltre a ciò, nelle scuole d’infanzia di Shanghai è stata utilizzata la tecnica della video-registrazione per poter documentare e successivamente analizzare momenti specifici e rilevanti delle giornate. Conclusione: Dalle analisi sui dati raccolti, si risulta che è interessante integrare due modelli: uno della scuola dell'infanzia di Shanghai centrato più sul gruppo e l'altro della scuola dell'infanzia di Bologna e di Reggio Emilia più sul singolo. / Objective: The mail objective of the research is to identify: a. The educational model; b. The informal educational pattern; c. The best practice in some preschools of China and Italy. The research of this project has something with my personal experiences. The Chinese government pays more attention to the child care and more preschools choose the Montessori educational model from others. The negligence of training of teacher created many problems during the importation of the education model, coming from another country. Method: In the part of empirical research, I used different tools for doing observation. In the three preschools of Shanghai, it is applied that named descriptive, that is, collecting the data with the paper and pen (Anna Bondioli); while in the preschool of Bologna and Reggio Emilia, it used the PraDISI (Rossaella D’Ugo, Ira Vannini), an instrument for observation and valuation of the quality of the teaching practice. The third tool which is applied just in one of the three preschools of Shanghai is the video-cued multivocal ethnography, elaborated by the group of researchers of Joseph Tobin. Result: After the analysis of data, it noted that the educational model in of preschool of Shanghai emphasized the collective value, while in Italy it focus more on the individual realization. So it is interesting that the one model can be integrated with another.
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Culture familiari e pratiche di vita quotidiana. Modelli educativi e culturali nelle conversazioni tra genitori e bambini / Families cultures and everyday life practices. Educational and cultural models into parents-children interaction

Vassallo, Erika <1982> January 1900 (has links)
la ricerca vuole analizzare e descrivere i modelli educativi agiti e trasmessi dai genitori nell'interazione quotidiana, privilegiando fra gli altri un peculiare contesto naturale quale quello delle cene in famiglia. Attraverso una interrogazione sistematica dell’apparente normalità delle interazioni tra genitori e figli, l’analisi si propone di amplificare la portata educativa delle pratiche quotidiane. A partire da un approccio qualitativo allo studio dell’interazione, il parlare-in-interazione è qui considerato come uno dei più potenti strumenti attraverso cui genitori e figli costantemente costruiscono, negoziano e mantengono le loro rispettive identità, ruoli, posizioni sociali. L’analisi si sofferma in particolare sul micro-ordine delle interazioni familiari, così come si realizzano nel contesto domestico (l’abitazione di ogni famiglia), in un momento specifico della giornata (la consumazione della cena). A tale scopo è stato raccolto un corpus di 28 cene video registrate presso 6 famiglie italiane riprese presso le loro case durante la consumazione della cena. La ricerca intende mostrare come modelli educativi, orientamenti valoriali e credenze culturali siano costantemente (ri)prodotti sul piano del micro ordine della vita quotidiana. / The research focuses on the ordinary life parents/children interactions. Through a systematical consideration of the only seeming normality of interactions between parents and children, the analysis aims at enlarging the educational meaning of family practices in the process of everyday life. On the basis of a qualitative approach to interaction studies, talking-in-interaction is here considered as one of the most powerful means by which parents and children steadily construct, negotiate and maintain their reciprocal identities, roles, social positions. The analysis specifically focuses on the micro-order of family interactions in the way they take form in the domestic environment (every family household) and in a specific moment of the day (dinner time). To this effect a corpus of twenty-eight Italian family dinners recorded in their own household has been collected. This research intends to show how educational patterns, values orientations and cultural beliefs are steadily reproduced and reshaped in the context of daily, interactive micro-order.
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Impatto pedagogico e sociale dei grandi eventi / Mega Events Impact

Masi, Enrico <1983> January 1900 (has links)
Obiettivo della tesi è il tentativo di indagare - da un punto di vista pedagogico e con un approccio interdisciplinare - l’invasione “intima” delle tecnologie di comunicazione e la cosiddetta invasione globale dei grandi eventi. Che cosa si intende per impatto pedagogico e sociale? Come lo spazio influenza la vita delle persone, colpite o soltanto sfiorate, dal conflitto urbano e dal suo linguaggio? La struttura si suddivide in presentazione del problema e definizione del grande evento; disamina fenomenologica e concettuale del progetto educativo di Coubertin e del rituale olimpico; analisi pedagogica e teoretica della diffusione e “invasione” delle tecnologie nello spazio postmoderno; diari di campo e casi-studio; apparato visuale. Per affrontare questa ricerca è stato scelto un approccio di tipo fenomenologico, attivando un’analisi qualitativa su casi-studio specifici, e realizzando interviste semi-strutturate ad alcuni testimoni privilegiati del sistema di relazione sociale tra territorio e città che essi rappresentano. Con la presente ricerca vengono messe in evidenza alcune caratteristiche archetipiche e stereotipiche, all'interno della manifestazione dell'evento globale. Questo lavoro si avvicina all'esperienza vissuta per tentare di ritrarre modellizzazioni educative-relazionali del quotidiano, focalizzandosi sul concetto di reperibilità permanente e sul rapporto dell'individuo con l’identità virtuale. Basandosi sull’osservazione e attraverso una analisi critica di tipo esplorativo, lo sguardo del ricercatore si concentra sulla rappresentazione del grande evento in quanto fenomeno educativo-sociale allargato, rilevando negli ambienti neutrali, nei luoghi di transito, e nello spazio rituale delle grandi manifestazioni sportive ed espositive globali, il superamento del concetto di non-luogo e di sur-modernità. L’attenzione primaria viene posta sull’individualità dell’oppresso, la cui narrazione ritorna ad essere parte possibile nel discorso pedagogico e politico attuale. La ricerca si concentra su fenomeni quali il colonialismo e la “rivoluzione” tecnocratica, proponendosi di costruire uno strumento utile alla interpretazione educativa del nostro agire sociale di mediatori, attivi nel contesto globale. / The aim of this thesis is to investigate – from the educational point of view and with an interdisciplinary approach – the inner invasion of communication technologies and the global invasion of mega events. How the space influences the life of people touched or just scratched by the urban conflict and its language? The structure of the work: presentation and definition of the mega event; phenomenological and conceptual investigation of the educative project of Coubertin within the Olympic ritual; educational and theoretical analysis of the spreading “invasion” of technologies in the postmodern space; field-diaries and case-studies; visual apparatus. A phenomenolgical approach was chosen to work on the thesis; a qualitative analysis of the case-studies was activated, and semi-structured interviews have been made to both eye and body witnesses of the problematic relationship existing between the city and the living territory. Inside the thesis are shown some archetypical and stereotyped characteristics of the global mega event. The current research works close with everyday experiences to depict educative-relational structures, focusing on the concept of constant availability and the relationship between individual and virtual identity. The work is based on exploration, observation and critical analysis while the researcher focused on the mega event representation as expanded socio-educative phenomenon, detecting its proof in neutral areas, transit areas, and in the ritual space of the great sporting and global exhibition events, to describe the overcoming of the non-place. The primary attention is put on the oppressed person, according to Freire. The research focuses on phenomena such as late colonialism and “technocratic” revolution and aims to be a useful tool to the educative interpretation of our social action of mediators, operating in the global context.
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Fuori dal limbo. Mafie e direzioni progettuali per una resistenza pedagogica / Out of the limbo. Mafia and pedagogical resistance

Gazzotti, Elena <1983> 09 May 2016 (has links)
La riflessione pedagogica è stata da una parte accusata di silenzio e di mancanza di approfondimento rispetto alle responsabilità educative coinvolte nello sviluppo dei fenomeni mafiosi; d'altra parte ci confrontiamo con la diffusa domanda di comprensione di tali realtà e del ruolo della società civile e con un aumento di interesse, da parte delle Istituzioni, verso percorsi educativi. Questa ricerca intende contribuire al dibattito pedagogico sulle possibili progettualità educative per costruire una risposta civile alla problematica delle mafie. Per fare ciò, si accostano diverse griglie interpretative (storiche, sociologiche, giuridiche) e si confrontano percorsi di differenti criminalità organizzate (mafia, camorra, 'ndrangheta a livello nazionale e internazionale in primis, ma anche Yakuza, Cosa nostra americana e Triadi) con l'obiettivo di formarsi un angolo visuale più ampio e nello stesso tempo profondo della problematica mafiosa nella società globalizzata. Da questo confronto emerge l'importanza di comprendere, accanto alla pervasività delle mafie, la permeabilità dei contesti e le convergenze con gli stili esistenziali inautentici del nostro tempo, improntati al consumo, all'utilitarismo, al disimpegno, all'antropocentrismo. Ripercorrendo l'evoluzione delle iniziative che sono state svolte sul piano politico-istituzionale e su quello civile, constatiamo soprattutto a partire dagli anni '80 l'emergere del discorso educativo. Per comprendere i possibili obiettivi educativi, si analizzano infine diversi progetti, narrati attraverso la documentazione, le interviste e i questionari rivolti ai protagonisti, e confrontati con le riflessioni pedagogiche in merito alla cittadinanza e alla legalità. L'ascolto dei familiari delle vittime, le esperienze dei campi della legalità “tra nord e sud”, di rigenerazione sociale e cura degli spazi e dei beni pubblici e dell'abitare la città, consentono di aprire l'orizzonte all'utopia di una civiltà dell'empatia, a patto di non sottrarsi all'investimento educativo nello sviluppare la capacità di ascolto della realtà e delle ragioni dell'altro, di coltivare l'arte della resistenza nel segno dell'empatia. / Pedagogy has been blamed of silence and superficiality on the relationship between mafias and education; however, nowadays we are facing a spreading of interest among civil society and institution around educational projects. This research aims to contribute to the pedagogical debate around possible directions to support the civil society response to the problems of mafias. First of all, it deepens different theoretical framework (sociological, criminological, historical, law) and compares the different evolution of mafias (Cosa nostra, camorra, 'ndrangheta in the italian and international context, but also yakuza, triads, and italo-american mafia). The aim is to keep a wide and deep perspective of the problem of mafias in the globalized era. From this analysis emerges the importance of comprehension not only of the pervasiveness of the phenomenon but also the permeability of the contexts and the convergence with inauthentic lifestyles which are connected with consumption, utilitarianism, anthropocentrism and disengagement. Considering this, the research address to understand the evolution of political-institutional and civil initiatives. The importance of education has increased since the '80s, when the law enforcement agents have started to be murdered. To comprehend possible educational goals, the research analyzes different projects, which are narrated through the documentation, interviews and surveys of actors involved and it confronts them with the pedagogical reflections on citizenship and legality. Listening to the relatives of victims, working on the land confiscated to mafiosi and turned into social land trust or social projects, restoring and taking care of public spaces and goods, trying new way of social living: these practices allow us to open the horizon to the utopy of the civilization of empathy if we engage in the development of the ability to comprehend reality and the reasons of the other and to nurture the art of resistence, in the sign of empathy.
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Dal dolore alla solidarietà. Storie di resistenza attiva in contesti di conflitto e violenza per una pedagogia della solidarietà.

Filippini, Federica <1980> 27 May 2011 (has links)
No description available.
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Media activism on and off line by Italian adolescents and young adults

Capobianco, Amelia <1973> 06 June 2014 (has links)
From several researchers it appears that Italian adolescents and young people are grown up with commercial television which is accused to contain too much violence, sex, reality shows, advertising, cartoons which are watched from 1 to 4 hours daily. Adolescents are also great users of mobile phones and spend a lot of time to use it. Their academic results are below the average of Ocse States. However the widespread use of communication technology and social networks display also another side of adolescents who engage in media activism and political movement such as Ammazzateci tutti!, Indymedia, Movimento 5 Stelle, Movimento No Tav. In which way does the world economic crisis -with the specific problems of Italy as the cutting founds for school, academic research and welfare, the corruption of political class, mafia and camorra organisation induce a reaction in our adolescents and young people? Several researches inform us about their use of internet in terms of spending time but, more important, how internet, and the web 2.0, could be an instrument for their reaction? What do they do online? How they do it? Which is the meaning of their presence online? And, has their online activity a continuity offline? The research aims are: 1. Trough a participant observation of Social Network profiles opened by 10 young active citizens, I would seek to understand which kind of social or political activities they engage in online as individuals and which is the meaning of their presence online. 2. To observe and understand if adolescents and young people have a continuity of their socio-political engagement online in offline activities and which kind of experiences it is. 3. Try to comprehend which was (or which were) the significant, learning experiences that convinced them about the potential of the web as tool for their activism. / All’origine di questa ricerca ci sono due affermazioni, la prima di Al Gore, premio Nobel per la pace nel 2007, ha affermato che “La primavera araba ha avuto internet come strumento” La seconda è di Jacques Gonnet membro del gruppo di studio francese Clemì: “… [esiste un] legame fondamentale tra democrazia ed educazione ai media: (…). La scuola, luogo d’iniziazione ai valori di una società, si inscrive e si rivela, grazie ai media, in una visione politica del mondo. L’educazione ai media diventa un’iniziazione alle pratiche democratiche, (…)” La dichiarazione di Gore mi ha indotta a riflettere sull’attivismo dei giovani italiani, a fenomeni quali “Ammazzateci tutti!”, “Indymedia”, “Movimento 5 Stelle” “Libera” il Movimento “No Tav” ecc. Quella di J. Gonnet su quali possono essere le esperienze formative relative ai media per i giovani italiani. La scuola? La famiglia? I pari? Tutte queste? Altre? Le domande che guidano questo mio lavoro di ricerca sono state: in quale maniera la crisi del nostro paese induce una reazione nei nostri adolescenti e giovani? La rete quanto è utilizzata per dare forma a queste reazioni? Molte ricerche ci forniscono dati sull’uso che i ragazzi fanno di internet in termini di tempo dedicato e attività svolte ma, come internet può essere uno strumento per il loro impegno? Cosa fanno i ragazzi online? Come? Come la loro attività online si traduce nella continuità offline? Avvalendomi di strumenti come l’osservazione di profili su Social Network, l’osservazione in presenza di eventi quali manifestazioni e dibattiti, l’intervista e il questionario, lo studio della letteratura esistente, tenta di dare una risposta a queste domande.
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Per una implementazione sostenibile delle nuove tecnologie a scuola / A sustainable implementation of new technologies in schools

Ferrari, Luca <1980> January 1900 (has links)
This dissertation aims to explore, from a pedagogical point of view and according to a “qualitative approach”, the issue of sustainable implementation of new technologies at school. Take in account the exploratory researches undertaken in Italy (Emilia Romagna) and in the State of El Salvador (Central America), this work intends to stimulate the political and cultural debate around the issue of sustainability of ICT. It represents a first contribution to support schools in cooperating each other, in order to systematically manage the processes that make “possible” the sustainable implementation of ICT in the school. / La presente dissertazione si propone di esplorare, da un punto di vista pedagogico e secondo un approccio qualitativo, il tema della implementazione sostenibile delle nuove tecnologie digitali in ambito scolastico. A partire dai risultati delle indagini esplorative condotte nella Regione Emilia Romagna (Italia) e nello Stato de El Salvador (America Centrale), le considerazioni raccolte e organizzate in questo lavoro vorrebbero rappresentare un primo contributo d’indirizzo politico e pedagogico per sostenere sia le scuole in aree e/o in situazioni di svantaggio, sia le scuole considerate di “eccellenza” nel cooperare tra loro e nel governare adeguatamente i processi che rendono “possibile” la implementazione sostenibile e sistemica delle TIC nella scuola.
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INCONTROCANTO. Un'indagine esplorativa sul legame d'attaccamento tra genitori e bambini al nido d'infanzia / INCONTROCANTO. An exploratoy inquiry on the attachment bond between parents and children at the day nursery

Ferrari, Laura <1979> 09 May 2016 (has links)
Il presente percorso di ricerca nasce da un interrogativo specifico: cosa pensano e affermano i genitori della relazione con il proprio bambino durante il primo anno di vita, nel momento in cui frequentano il nido? La nascita e la cura di un figlio richiedono alla coppia e al singolo, che diventa genitore, di pensarsi famiglia. Tra genitore e bambino, nel primo anno di vita, si formano relazioni affettive, legami di attaccamento che, secondo una vasta letteratura influenzano il comportamento del bambino. I bambini sperimentano altre relazioni durature e significative con adulti diversi dai genitori e questo richiede al genitore di riflettere, modificare e a volte negoziare il proprio stile educativo con l’altro genitore e con gli adulti tra cui le educatrici di nido. Le relazioni primarie tra bambino e genitore e quelle secondarie tra bambino ed educatrice hanno caratteristiche comuni: la continuità nel tempo, la ripetitività, la vicinanza, il contatto fisico, il coinvolgimento emotivo e la cura quotidiana. Il territorio bolognese, in cui questo progetto di ricerca è stato realizzato, è caratterizzato dalla presenza di numerosi servizi per la prima infanzia (0-6 anni) e da una cultura storica sul tema della cura e della genitorialità. Nei servizi d’infanzia, l’inserimento avviene in età precocissime (anche prima del compimento del primo anno di età) e per un numero significativo di ore di frequenza giornaliera. Lo spoglio della letteratura non ha portato alla luce studi specifici sulle opinioni dei genitori in merito al loro legame di attaccamento con il bambino piccolo inserito al nido d’infanzia nel primo anno di vita. Lo scopo della presente indagine è quello di esplorare la relazione tra bambino e genitore attraverso due strumenti di ricerca: un questionario e una serie di interviste condotte ad un numero ristretto di famiglie. / This doctoral research is based on a specific question: what do parents think and say about the relationship with their infant in the first year of life? The birth and the care of a child require to the couple and to the individual -which becomes a parent- to think themselves as family. In the first year of life, between a parent and an infant, affective relationships and attachment’ bonds are created. These relationships, according to a wide literature, influence the future behaviour of the child. At the same time, the infants have the experience of other different, significant and lasting relationships with adults (caregivers of the day nurseries), who are different from parents. Thus, parents are required to reflect, to change and sometimes negotiate own parental style with the other parent and with the other adults. The primary relationships between infant and parent, and the second ones between infant and caregiver of the day nursery have common features: the continuity over the time, the closeness, the constant and repeated physical and body contact, the emotive involvement and the daily care. This exploratory inquiry has been carried out in the city of Bologna, where the culture of childhood, of the care and of parenting are traditionally strong, along with the presence of several day care services (for the early childhood) where the infants attend since very early age for many hours at day for five days a week. The analysis of the literature does not show specific studies and research on the parents’ opinions about the attachment’s bond between them and their infant, when he/she is attending the day nursery during the first year of life. The main aim of this exploratory inquiry is to explore the relationships between infants and parents by two research instruments: a questionnaire and the interviews.

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