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L'editoria delle minoranze etniche: un'etnografia della produzione televisiva nell'epoca della convergenza culturale / Ethnic Minority Publishing: an Etnography of Television Production in the Covergence EraGELPI, ANDREA 03 May 2010 (has links)
Il presente lavoro di tesi si propone di ricostruire le “logiche mediali” dell’editoria promossa dalle minoranze etniche attraverso un approccio etnografico. Nella prima parte si ricostruisce lo scenario mediale, culturale, istituzionale entro il quale si dipanano le attività editoriali, con particolare attenzione alle profonde trasformazioni indotte dalle dinamiche globali e dalle migrazioni internazionali. Nella seconda parte, si ricostruisce il dibattito sulle culture mediali etnico-minoritarie a partire dall'analisi dei contributi più significativi, con un approfondimento meta-teorico sugli approcci metodologici più ricorrenti e, infine, la descrizione della realtà editoriale italiana. Nella terza parte, si indaga il significato del processo di framing in relazione alla capacità dell’istituzione giornalistica di fornire definizioni della situazione sociale e, al contempo, produrre un allargamento delle forme di cittadinanza. Nella quarta e ultima parte, si espongono i risultati di una ricerca etnografica che ha coinvolto un campione composto da sei redazioni impegnate nella produzione di contenuti televisivi. Dall’indagine qualitativa emerge una panoplia di culture produttive, in cui la professionalità e l’etnicità del soggetto vengono ri-negoziate sulla base delle peculiarità di ciascun assetto produttivo. Nondimeno, le culture mediali etnico-minoritarie rappresentano un punto d’osservazione privilegiato dal quale cogliere le complesse dinamiche che investono il mediascape contemporaneo nell’epoca della convergenza. / The dissertation is an attempt to reconstruct ethnic minority publishing media logic through an ethnographic approach. The first part is a depiction of the media, cultural, institutional scenario, where publishing practices unfold, with a specific focus on meaningful transformations provoked by both global dynamics and international migrations. The second part is a reconstruction of the debate upon ethnic media culture, or rather, an analysis of the most salient approaches and a meta-theoretical examination of the most recurring methodologies. The third part provides an insight on the process of framing with relation to the journalism, and the possibility to offer a definition of the social situation and to produce an enlargement of the concept of citizenship. The fourth part is a presentation of the ethnographic results of a research upon a sample compounded by six newsroom. Qualitative outcomes reveals a huge range of productive cultures, in which both professionalism and ethnicity are negotiated in base of the specific features of each organization. Nevertheless, ethnic minority media culture represents a privileged viewpoint from where to observe the complex dynamics affecting the contemporary mediascape in the convergence era.
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SFERE PUBBLICHE NELLA RETE. PROMESSE PARTICIPATIVE E UTOPIE COMUNICATIVE / Online Public Spheres. Promises of participation and utopias of communicationMURRU, MARIA FRANCESCA 03 May 2010 (has links)
La tesi affronta la questione delle culture civiche presenti su internet a partire dal dibattito teorico sulla rete e le sue implicazioni in relazione al discorso e alla prassi politica. Nella prima parte verranno messi in luce i presupposti delle riflessioni più recenti che tematizzano la possibilità che il web, in quanto luogo di discussione e partecipazione tendenzialmente libero e inclusivo, possa rappresentare l’incarnazione del modello idealtipico di sfera pubblica borghese, magistralmente elaborato da Habermas (1962). Grazie all’interattività, ai bassi costi di produzione e distribuzione, a una nuova struttura di comunicazione many-to-many, le nuove tecnologie digitali sembrerebbero consentire la realizzazione di una intersoggettività pura, autenticamente orientata all’intesa reciproca e non contaminata dall’agire strumentale dei sistemi politici ed economici. Tuttavia, se si analizzano le ricerche empiriche finora condotte (tra gli altri Whilelm 1999, Tsaliki 2002, Wright e Street 2007), si osserva che, accanto a contributi che evidenziano una notevole capacità deliberativa delle discussioni online, ne esistono altrettanti che, al contrario, mettono in luce un gap profondo tra l’ideale normativo e la prassi concretamente messa in atto.
Attraverso un doppio binario, induttivo e deduttivo, si tenterà di provare come la contraddittorietà radicale di tali risultati empirici sia in ultima istanza riconducibile alle problematicità insite nel modello habermasiano e alla sua inadeguatezza nel cogliere la complessità dei processi della partecipazione politica che hanno luogo sulla rete. A partire da questa constatazione, si dimostrerà come la sua applicazione possa ancora essere feconda a patto che si ipotizzi di considerare l’ideale di sfera pubblica habermasiano come uno dei paradigmi che ancora informano gli immaginari sociali moderni (Taylor, 2005), piuttosto che come ideale contro-fattuale (Dryzek, 1990) rispetto al quale commisurare criticamente le imperfezioni del reale. Ne discenderà una traslazione della prospettiva analitica, sintetizzabile nel passaggio da un approccio normativo – prescrittivo, rigidamente ancorato a una determinata concezione del “dover-essere”, a un approccio culturale - diagnostico che invece indaga la contingenza del reale alla luce delle sue precondizioni sociologiche e culturali (Nieminen, 2006).
Nella seconda parte, si analizzerà il caso empirico del blog curato dal comico italiano Beppe Grillo (www.beppegrillo.it) attorno al quale si è sviluppato un movimento politico altamente articolato ed eterogeneo, capace di promuovere incursioni sempre più frequenti nella politica istituzionale. L’analisi empirica scaturirà dall’applicazione di un modello analitico che attinge al paradigma delle culture civiche proposto da Dahlgren (2009) e in parte lo riformula alla luce del concetto di mediazione sviluppato da Silverstone (1999). Attraverso l’analisi del contenuto dei post del blog e di un corpus di interviste realizzate su lettori del blog e attivisti del movimento, si tenterà di dimostrare come il fenomeno sviluppatosi attorno a Beppe Grillo abbia funzionato come una “public sphericule” (Gitlin, 1998), una piccola sfera pubblica capace di maturare una propria cultura civica, contraddistinta da autonomi processi di mediazione e di valorizzazione del quadro socio-tecnologico a disposizione. / The notions of deliberation and the frame of the discourse theory of democracy (Habermas, 1996), have inspired a substantial strand of studies focused on the internet’s democratic potential (See e.g. Kellner (1999), Rheingold (1993), and Wilhelm (1999)). The central accomplishment of these various contributions lies in the assessment of the extent to which dialogical exchanges taking place in the cyberspace conform to the normative requirements of the ‘counter-factual ideal’ of public sphere (Dryzek, 1990). However, the contradictions that appear when analyzing practical research findings from a comparative global view, pose a dilemma that deals more with theoretical assumptions rather than with the empirical methods applied.
The basic aim of the thesis will be the proposal of a cultural turn in the analysis of online public spheres, inspired by the model of “civil cultures” developed by Dahlgren (2009). For this purpose, two major lines of reasoning will be developed.
On one hand, the theoretical roots of the concept of deliberation and the long wave of criticisms drawn out by them, will be explored in order to underscore the intrinsic shortages of the notion. It will be argued that the model of “civic cultures” seems to offer a more adequate analytical frame in order to make sense of the pluralized and fragmented online environment. In fact, its original assumptions offer a real antidote to technological determinism. If it is true that technology only makes sense within a social context from which it receives symbolic and pragmatic meanings (Lievrouw, 2002), we can think of civic cultures as a ‘community of practices’ (Wenger, 1998) within which specific ways of using and interpreting technologies are carried out in order to achieve political and civic purposes.
On the other hand, the theoretical path will be supported by the references to an empirical case study that will show how the model can be conveniently used to study what is concretely happening in the living public spheres of the internet. The case study will be focused on Beppegrillo.it, an Italian weblog acting as a communicative platform for the development of a civic and political movement which is lead by Beppe Grillo, a well-known comedian.
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LA CREDIBILITA' DELL'INFORMAZIONE E IL WEBSPALLETTA, MARICA 03 May 2010 (has links)
Il sistema dell’informazione italiano vive oggi un periodo di profonda crisi, che molti osservatori definiscono come crisi di credibilità: il pubblico non sembra infatti fidarsi dei news media tradizionali e preferisce cercare altrove le proprie fonti di informazione (blog, social network, ecc,); i giornalisti non sempre percepiscono la scarsa fiducia del pubblico, e tendono talvolta a chiudersi nella propria autoreferenzialità.
La ricerca indaga il problema della credibilità, tanto dei media tradizionali quanto dei digital media, distinguendo tra credibilità della notizia e credibilità del giornalista, e individuando nel metodo, nel linguaggio, nella formazione e nella responsabilità gli strumenti cui il sistema dell’informazione può fare ricorso per recuperare la fiducia del pubblico e, con essa, la propria credibilità. / Nowadays Italian news system is experiencing a period of radical crisis, that it’s defined by several observers as a “credibility crisis”: people don’t seem to trust in traditional news media and prefer to look elsewhere for the sources of their information (blog, social network, etc.); journalists don’t always perceive the lack of public trust, and sometimes they tend to be locked in their own self.
The research investigates the problem of credibility (related to mainstream media and digital media) distinguishing between news credibility and the journalist’s credibility. Method, language, training and responsibility are the main tools that the news system can use to recover people’s trust and its credibility.
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STRATEGIE GLOBALI E PROCESSI DI IDENTIFICAZIONE ORGANIZZATIVA: IL CASO NESTLE' PROFESSIONALVALENTINO, FRANCESCA ROMANA 08 July 2010 (has links)
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Teen Television: televisione crossmediale e adolescenti in ItaliaSAMPIETRO, SARA 26 June 2012 (has links)
Obiettivo della ricerca presentata in questa tesi è la comprensione delle pratiche televisive convergenti degli adolescenti, a partire da una ricostruzione dei fattori che possono orientare i differenti atteggiamenti fruitivi. Al di là dell’adesione al mito dei “nativi digitali” come soggetti dotati di competenze e abilità superiori a quelle dei loro genitori appare infatti necessario studiare le esperienze crossplatform, contestualizzandole all’interno del set di opportunità e di vincoli, culturali, sociali e contestuali che strutturano la quotidianità dei ragazzi.
L’importanza data ai molteplici fattori che, a diverso titolo, interagiscono nel modellare i consumi convergenti ha guidato l’intero processo di analisi dei risultati fin verso la definizione di uno sguardo interpretativo situazionale e multifattoriale, volto a interpretare la natura contingente e provvisoria degli equilibri su cui si reggono le differenti esperienze di consumo crossmediale.
I dati descritti e analizzati sono frutto di un processo di ricerca etnografica che ha coinvolto adolescenti iscritti ai primi quattro anni della scuola secondaria di secondo grado e residenti in diverse province italiane. / The research presented in this thesis explores convergent television-related consumer practices of teenagers by mapping factors which potentially orient fruition patterns. The myth of “digital natives” as more skilled and resourceful than their parents does not suffice: it is necessary to study actual cross-platform experiences by contextualizing them within the sets of affordances and limitations (cultural, social and contextual) which structure the daily lives of teenagers.
The centrality assigned to the many factors shaping convergent consumptions has driven the analysis towards the definition of a situational multi-factor interpretative view able to interpret the contingent and ephemeral nature of the balances underpinning convergent consumption experiences.
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UOMINI TRA PATERNITA' E LAVORO: LA SFIDA DELLA CONCILIAZIONE. STUDI DI CASO IN AZIENDE ITALIANEBOSONI, MARIA LETIZIA 20 February 2012 (has links)
Questa tesi affronta il tema della trasformazione dell’identità maschile e del ruolo paterno, in relazione con il contesto lavorativo. La riflessione sull’identità maschile viene considerata entro la più ampia questione delle differenze di genere, attraverso il contributo dei men’s studies; il ruolo paterno viene studiato in relazione alla sfida della conciliazione tra famiglia e lavoro.
La ricerca empirica condotta è quindi volta a studiare come la paternità è vissuta in relazione al ruolo professionale. Il fronte lavorativo viene indagato da una prospettiva specifica e particolare, ovvero quella aziendale.
Dal punto di vista metodologico sono stati realizzati tre studi di caso aziendali, con metodo qualitativo, con interviste in profondità volte a cogliere sia la cultura aziendale in termini di supporto per i dipendenti sia l’esperienza concreta dei padri.
La complessità che caratterizza il contesto odierno rende difficile scindere i diversi aspetti che costituiscono il sociale. Far convivere in modo armonioso i differenti ruoli è frutto di una capacità personale di riflettere sul contesto in cui ci si inserisce e sulle proprie azioni, in modo da gestire con abilità le sfide quotidiane. / This thesis addresses the issue of the male identity and father's role transformation, in relation to the work context. The reflection on male identity is considered within the broader question of gender differences, through the contribution of men's studies; the father's role is studied in relation to the challenge of the family and work reconciliation.
The empirical research is aimed to investigate how fatherhood is experienced in relation to the professional role. The work context is investigated from a specific and particular perspective: the companies.
Methodologically, 3 case studies have been carried out, using a qualitative research technique, aimed both to understand the corporate culture in terms of care for employees and the personal experience of fathers.
The complexity that characterizes today's context makes it difficult to separate the different aspects that constitute the social world. The ability to harmoniously integrate the different roles comes from a personal capacity to reflect on the context and actions, in order to manage the daily challenges.
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Independent to what? An analys is of the live music scene in MilanTARASSI, SILVIA MARIA 26 June 2012 (has links)
Questa tesi cerca di fornire un quadro di analisi delle azioni e interazione che caratterizzano la produzione di musica indipendente a Milano. Il punto di partenza del progetto è stato uno studio della letteratura collegata alle ‘scene musicali’ (Peterson & Bennett, 2004), termine utilizzato per comprendere una vasta gamma di studi che condividono una visione comune di scena musicale come legata a affinità di genere o a un contesto territoriale. Facendo riferimento a prospettive diverse, la tesi critica la nozione di scena musicale (Webb, 2007) perché non permette di analizzare la complessità e la mobilità delle pratiche musicali (Urry, 2005), e non considera le interazioni esterne con forze politiche ed economiche (Bourdieu, 1993). Per questo motivo, la tesi fornisce un modello per l'analisi di circuiti di produzione di musica indipendente. Il modello comprende tre livelli di analisi, uno relativo alla necessità di analizzare la scena musicale per le sue caratteristiche produttive e organizzative, come circuiti di produzione culturale; il secondo considera la scena come interconnessa a un contesto mediale, economico, normativo, politico e culturale; e il terzo livello cerca di analizzare la natura complessa del territorio in cui pratiche si svolgono, che non può essere limitata ai confini delle città. / This thesis attempts to provide a new analytical framework for the study of actions and interactions of small-scale independent live music production in Milan. The starting point of the project has been the literature connected to the music scene perspective (e.g. Peterson & Bennett, 2004), which comprises a wide range of studies sharing a common understanding of scenes as either genre-based or locally specific. Referring to different frameworks, the thesis criticizes the music scene perspective (e.g Webb, 2007) because it doesn’t allow to analyze the complexity and mobility of music-making practices (Urry, 2005), and the need of considering the external interactions with political and economic forces (Bourdieu, 1993). For this reason, the thesis provides a multi-layered model for the analysis of circuits of independent music production. The model comprises three levels of analysis, one concerning the need to analyze the music scene for its productive and organizational characteristics as circuits of cultural production, the second one considers the scene as interconnected to the media, economic, regulatory, political and cultural environment and the third level that seeks to analyze the complex nature of the territory in which such practices take place which cannot be restricted to physical space of the city.
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CHOKORA O STREET CHILDREN?: RAPPRESENTAZIONI SOCIALI E PARADOSSI IDENTITARI DEI BAMBINI CHE VIVONO SULLE STRADE DI NAIROBI / Chokora o street children? Social representations and identity paradoxes of the children living on the streets of NairobiMEDA, STEFANIA GIADA 19 February 2010 (has links)
La ricerca rappresenta un'indagine qualitativa di carattere esplorativo in merito al tema dell’identità e delle rappresentazioni sociali dei bambini che vivono sulle strade di Nairobi (Kenya). Sono state messe in luce e analizzate le numerose rappresentazioni degli street children, tra cui quella spregiativa – chokora – elaborata dalla comunità locale, che li assimila a rifiuti) per far emergere quanto l’identità del bambino di strada possa essere compresa facendo riferimento al soggetto come a un prodotto di condizionamenti sociali e culturali o anche come entità potenzialmente capace, all’interno di una continuità narrativa, di elaborare riflessivamente la propria esperienza e di produrre attivamente nuovi significati e nuove forme sociali.
Sotto il profilo metodologico sono state realizzate quarantanove interviste strutturate, dodici semistrutturate e sessantacinque in profondità a street dwellers, ex street boys, famigliari di street children, operatori di ONG e CBO, testimoni privilegiati e soggetti della comunità locale. Si è fatto inoltre uso della tecnica visuale del diario fotografico e dell’osservazione partecipante.
La ricerca empirica ha messo in luce che l’identità degli street children si struttura su relazioni di appartenenza e di differenziazione. Le rappresentazioni sociali sono determinanti per il processo identitario degli street children, ma è possibile un margine di negoziazione della propria identità, alla luce della conversazione interiore, che consente una ristrutturazione attorno a un perno positivo del sé relazionale. Questo avviene quando la negoziazione dell’identità viene vissuta come un processo relazionale, guidato dalle premure fondamentali del soggetto e all’interno di relazioni fiduciarie che consentono una rappresentazione positiva del sé. / The research is a qualitative exploratory study on the identity and social representations of the children living on the streets of Nairobi (Kenya).
A number of representations of street children are shown and analysed(including the one – chokora – elaborated by the local community that assimilates the children to garbage) to demonstrate how the identity of the street children may be understood making reference to the subject as the product of social and cultural conditioning or as an entity possibly able – within a narrative continuity – to elaborate reflexively his own experience and to actively produce new meanings and social forms.
Methodologically, forty-nine structured, twelve semi-structure and sixty-five in depth interviews were carried out with street dwellers, ex street boys, family members of street children, NGOs and CBOs’ social workers, privileged witnesses and individuals from the local community. Moreover, a visual technique (photo diary) and participatory observation were used.
The empirical research has shown that the identity of the street children is formed on the relations of belonging and differentiation. Furthermore, social representations are determinant for the identity process of the street children, but there is also room for one’s own identity negotiation, in the light of the internal conversation, that allows a restructuring of the relational self around a positive mainstay. This happens when the negotiation of the identity is experienced as a relational process, oriented by the ultimate concerns, within trustworthy relations, that allow a positive representation of the self.
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Processi di Integrazione Regionale: il Partenariato Euro-Mediterraneo ed il Maghreb / Processes of Regional Integration: the Euro-Mediterranean Partnership and the MaghrebMALLIA, LIVIO 18 May 2010 (has links)
A partire dai primi anni Novanta il mondo ha assistito allo sviluppo ed al consolidamento di importanti organizzazioni e/o accordi a carattere regionale. Da allora il fenomeno dell' integrazione regionale si è notevolmente consolidato contribuendo allo sviluppo di un rinnovato interesse teorico verso il Regionalismo e, più in generale, verso i processi di integrazione regionale. Oggigiorno il Regionalismo è un tema centrale in diverse scienze sociali, ed in particolar modo nell’ambito dell’Economia Internazionale e delle Relazioni Internazionali.
Concentrandosi su un ampio gruppo di accordi regionali caratterizzati dallo stretto rapporto tra il perseguimento dell’integrazione economica, da una parte, ed il raggiungimento di importanti fini geo-politici e nell’ambito della sicurezza dall'altra, lo scopo di questa ricerca è di dimostrare che un approccio multi-disciplinare è utile per un’analisi più completa ed approfondita di tali accordi, e nel caso specifico del Partenariato Euro-Mediterraneo. A tal proposito, i principali obiettivi del presente lavoro sono due: da una parte, analizzare se il Partenariato Euro-Mediterraneo ha effettivamente favorito lo sviluppo di un processo di integrazione regionale tra i Paesi del Bacino Mediterraneo; dall’altra, analizzare questa iniziativa alla luce dei principali contributi teorici dell’Economia Internazionale e delle Relazioni Internazionali. / Starting in the early 1990s the world witnessed the development and the strengthening of important regional organizations and arrangements. Since then many changes have occurred and the phenomenon of regional integration has strengthened. The recent upsurge in regional agreements has led to a renewed theoretical interest in Regionalism and regional integration processes. As a matter of fact, today Regionalism is a relevant issue for many social sciences; in particular, in the field of International Economics and International Relations.
By focusing on a large group of regional agreements, which are characterised by a strong binomial relationship between economic integration and the achievement of geo-political and security goals, the purpose of the research is to demonstrate that a multi-disciplinary approach drawing from both International Economics and International Relations is necessary for a deeper understanding of such agreements. In order to test this line of reasoning, the present research will analyse a recent regional agreement: the Euro-Mediterranean Partnership. On the basis of the theoretical contributions on Regionalism and RIAs, the research will have two main aims: the first one is to analyse whether the Partnership has effectively contributed to the establishment of an integration process in the Mediterranean Basin, both in the political and in the economic spheres; the second one is to analyse the same initiative according to International Relations and the International Economics theories.
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Processi di globalizzazione e digitalizzazione nei sistemi mediatici nazionali / Processes of globalization and digitalization in the national media systemsCARELLI, PAOLO 17 June 2011 (has links)
La tesi esamina in che modo i complessi fenomeni della globalizzazione e della digitalizzazione contribuiscano a riscrivere la nozione di «sistema mediatico» in una chiave di superamento dei tradizionali confini nazionali. Se, infatti, per lungo tempo vi è stata una coincidenza tra i confini dei sistemi mediatici e quelli degli stati nazionali, è altresì evidente che la nascita di organismi sovranazionali e attori non statali e le relazioni transnazionali rese possibili dallo sviluppo dei media digitali hanno comportato un mutamento di paradigma.
La ricerca si sofferma sui casi di Spagna e Italia, due Paesi appartenenti al cosiddetto “modello pluralista-polarizzato” (Hallin e Mancini, 2004) e che condividono diverse caratteristiche del sistema della comunicazione, nella convinzione che un’analisi comparativa incentrata su due sistemi simili (Przeworski e Teune, 1970) possa aiutare a evidenziare maggiormente le differenze tra i singoli casi. Entrambi i sistemi mediatici sono stati messi in relazione con i livelli di globalizzazione e digitalizzazione espressi dai principali indici di misurazione e sono stati indagati, secondo una prospettiva macro, sulla base di quattro dimensioni cruciali: l’internazionalizzazione della proprietà mediatica, la diffusione delle nuove tecnologie, la legislazione e i riferimenti sovranazionali in essa contenuti, i legami linguistici e la presenza di media ispanici e italici in altri Paesi del mondo. / The dissertation examines how globalization and digitalization concur to rewrite the notion of «media system» in overcoming national boundaries. For many years, in fact, there has been a coincidence between boundaries of media systems and those of national states; nowadays, the growth of supranational organizations, non-state actors and transnational relations made possible by the development of digital media led to a change of paradigm.
The research dwells on cases of Spain and Italy, two countries that belong to the “pluralist-polarized model” (Hallin and Mancini, 2004) and that share some characteristics of communication system, in the belief that a comparative analysis focused on “most similar systems” (Przeworski and Teune, 1970) can help to highlight the difference between them. Both media systems have been related to globalization and digitalization degrees and analysed in a macro perspective according to four crucial dimensions: internationalization of media ownership, development of new technologies, supranational references in media laws, language legacies and diffusion of Hispanic and Italic media worldwide.
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