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Logiche del dialogo. Analisi e prospettive

Zoppellari, Lorenzo 07 October 2022 (has links)
Il lavoro di ricerca si dedica all’analisi critica di alcuni illustri esponenti delle logiche del dialogo, ossia un ampio novero di teorie che hanno inteso ricercare all’interno della relazione dialogica criteri di validità per il ragionamento e per l’argomentazione. A fini introduttivi, nel primo capitolo ci si è occupati della svolta rappresentata dalla filosofia dialogica di inizio Novecento, grazie ai cui principali esponenti – tra gli altri, Martin Buber, Franz Rosenzweig e Ferdinand Ebner – ha preso vita un movimento di reazione alle prospettive individualistiche tipiche dell’antropologia moderna. Nel secondo capitolo, di nodale importanza per la struttura generale del lavoro, si è riflettuto, attraverso il confronto con Platone ed Aristotele, sulle radici logico-filosofiche dei concetti di “dialogo” e “dialettica”, troppo spesso utilizzati in maniera sinonimica. È emerso che, mentre nella concezione platonica – almeno nei limiti entro i quali ce ne si è occupati – dialettica e dialogo (reale) potrebbero non darsi assieme, la dialettica aristotelica avrebbe il merito di recuperare il carattere eminentemente dialogico del procedimento elenctico inaugurato da Socrate. Nella seconda parte della ricerca si è così passati all’analisi critica di alcuni illustri rappresentati delle logiche del dialogo del Novecento, che rinvengono proprio in Aristotele un punto di riferimento comune. Sono stati presi in esame i tratti essenziali di due espressioni formali delle logiche del dialogo: la Dialogische Logik di Paul Lorenzen e la Game-Theoretical-Semantic di Jaakko Hintikka. Oltre alle peculiarità di ciascuna teoria, si è messo in luce come queste condividano l’obiettivo di ampliare la capacità espressiva della logica formale, avvicinandola attraverso l’elemento dialogico ai contesti di uso comune del linguaggio e dell’argomentazione. Il quarto capitolo, infine, è dedicato alle logiche del dialogo di natura non-formale, ossia gli approcci teorici che utilizzano la struttura del dialogo per rinvenire dei criteri di razionalità applicabili agli ordinari contesti argomentativi. Quest’ultima sezione della ricerca è scandita dalla lettura critica di tre testi. Il primo testo è Fallacies (1970) di Charles Hamblin, dall’esame del quale, oltre agli elementi seminali del successivo approccio di studi dell’Informal Logic, è emersa anche una lettura eminentemente retorica dell’argomentazione. Tra i concetti innovativi introdotti da Hamblin si annovera il “commitment dialogico” che, invero, rappresenta il fulcro del secondo testo esaminato: Commitment in Dialogue (1995) di Douglas Walton ed Erik Krabbe. La loro proposta, nonostante abbracci un marcato pluralismo logico, riesce, grazie proprio al “commitment dialogico”, ad evitare derive relativistiche e a far convivere tra loro i diversi approcci normativo e descrittivo. In ultima battuta, si è recuperato il testo The Dialogical Roots of Deduction (2021) di Catarina Dutilh Novaes, già incontrato durante la rilettura in termini dialogici della sillogistica aristotelica, per mettere in evidenza come l’Autrice giustifichi l’interpretazione dialogica del ragionamento deduttivo anche dalle diverse prospettive storica e cognitiva, suggerendo così la convergenza di più ambiti del sapere verso una concezione eminentemente relazionale dell’uomo che, come specificato nelle nostre conclusioni, potrà avere ripercussioni anche in ambito filosofico-giuridico.
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Lamentationes Jeremiae Prophetae de Orlando di Lasso = a aplicação da quinta categoria analitica de Joachim Burmeister / Orlando di Lasso's Lamentationes Jeremiae Prophetae de Orlando di Lasso : the application of the fifth analytical category of Joachim Burmeister

Ambiel, Aurea Helena de Jesus 15 August 2018 (has links)
Orientador: Helena Jank / Tese (doutorado) - Universidade Estadual de Campinas, Instituto de Artes / Made available in DSpace on 2018-08-15T18:17:05Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Ambiel_AureaHelenadeJesus_D.pdf: 16067202 bytes, checksum: 62a0b51ee340c1cc3d3ef9f5ccbfd44b (MD5) Previous issue date: 2010 / Resumo: Em Musica Poética (1606) , Joachim Burmeister oferece a primeira proposta de análise formal em música . A sua metodologia analítica tem um direcionamento retórico- musical e compreende a divisão em cinco categorias: "(1) investigação do modo; (2) investigação do gênero melódico; (3) investigação do tipo de polifonia; (4) consideração da qualidade; (5) secionamento da peça em afetos ou períodos" (BURMEISTER, ([1606] 1993, p.201). O presente trabalho propõe a análise da obra Lamentationes Jeremiae Prophetae de Orlando Di Lasso, segundo a sua quinta categoria. A sua aplicação nesta obra de Lasso pode revelar o valor da análise. A intenção inicial do autor, antes de mais nada, era pedagógica: ele tencionava ensinar os jovens músicos a compor, utilizando como meio: o estudo, a observação e a imitação dos recursos engenhosos empregados na obra pelos grandes mestres (emulação). A aplicação desta quinta categoria coloca o analista numa posição que diz respeito também ao intérprete: é preciso encontrar nas diversas partes do discurso musical os afetos sugeridos pelo compositor. Através da análise é possível recriar a atmosfera afetiva da obra, oferecendo uma importante ferramenta para a interpretação, com profundidade e acuidade estilística / Abstract: In Musica Poetica (1606) Joachim Burmeister offers the first proposal of a formal analysis in music. His analytical methodology has a rhetoric-musical orientation and includes a five-category division: "(1) investigation of the mode; (2) investigation of the melodic genus; (3) investigation of the type of polyphony; (4) consideration of the quality; (5) sectioning of the piece into affections or periods" (BURMEISTER, [1606] 1993, p. 201). This dissertation aims to analyse Lamentationes Jeremiae Prophetae by Orlando Di Lasso in accordance with Burmeister's fifth category. The application of his fifth category on Lasso's work can reveal the value of this analytical method. Initially the authors's intention was pedagogic. He wanted to teach young musicians how to write music using the study, observation and imitation of inventive resources employed by great masters (emulation). Nowadays the application of this fifth category puts the music analyst on a par with the music performer. It is necessary to find out first the affect suggested by the composer among the several parts of the musical discourse. Through the utilization of this fifth category it is possible to recreate the affective atmosphere of the work. At the same time it can provide the performer an important tool to help in the interpretation of the work with depth and a keener sense of historical stylistic acuity / Doutorado / Doutor em Música

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