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Tax Treaty Override

De Pietro, Carla <1975> 20 December 2012 (has links)
What exactly is tax treaty override ? When is it realized ? This thesis, which is the result of a co-directed PhD between the University of Bologna and Tilburg University, gives a deep insight into a topic that has not yet been analyzed in a systematic way. On the contrary, the analysis about tax treaty override is still at a preliminary stage. For this reason the origin and nature of tax treaty override are first of all analyzed in their ‘natural’ context, i.e. within general international law. In order to characterize tax treaty override and deeply understand its peculiarities the evaluation of the effects of general international law on tax treaties based on the OECD Model Convention is a necessary pre-condition. Therefore, the binding effects of an international agreement on state sovereignty are specifically investigated. Afterwards, the interpretation of the OECD Model Convention occupies the main part of the thesis in order to develop an ‘interpretative model’ which can be applied every time a case of tax treaty override needs to be detected. Fictitious income, exit taxes and CFC regimes are analyzed in order to verify their compliance with tax treaties based on the OECD Model Convention and establish when the relevant legislation realizes cases of tax treaty override. / Che cosa é esattamente il treaty override ? Quando può dirsi realizzato ? Questa tesi, risultato di un dottorato in co-tutela tra l’Università di Bologna e l’Università di Tilburg, approfondisce un tema che non ha ancora trovato una sistematica analisi accademica. Al contrario, la ricerca relativa al treaty override è ancora ad uno stadio preliminare. Per questa ragione, la tesi, traendo origine dall’analisi di diritto internazionale generale, ha innanzitutto approfondito gli aspetti relativi all’origine ed alla natura del treaty override. Al fine di evidenziare le caratteristiche del treaty override e comprenderne le peculiarità sono stati analizzati gli effetti del diritto internazionale sui trattati contro la doppia imposizione che seguono il Modello OCSE. In modo particolare, la ricerca si è soffermata sugli aspetti concernenti la limitazione della sovranità nazionale quale effetto della valida conclusione di un trattato internazionale. La tesi, ha, quindi, prevalentemente avuto ad oggetto l’interpretazione del Modello OCSE al fine di delineare un ‘modello interpretativo’ che consenta l’individuazione dei casi di treaty override. Presunzioni, exit taxes e regimi CFC sono stati analizzati al fine di verificarne la compatibilità con il suddetto modello di Convenzione e stabilire quando la relativa legislazione nazionale determina casi di treaty override.
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La fiscalità delle perdite dei gruppi transfrontalieri: tra regimi nazionali e libertà di stabilimento / The taxation of losses of cross border groups in light of national regimes and freedom of establishment

Beltramelli, Giulia <1981> 14 September 2015 (has links)
Caratteristica comune ai regimi di consolidamento previsti dai diversi ordinamenti, è quella di consentire la compensazione tra utili e perdite di società residenti, e, di negare, o rendere particolarmente difficoltosa, la stessa compensazione, quando le perdite sono maturate da società non residenti. La non considerazione delle perdite comporta una tassazione al lordo del gruppo multinazionale, per mezzo della quale, non si colpisce il reddito effettivo dei soggetti che vi appartengono. L’effetto immediato è quello di disincentivare i gruppi a travalicare i confini nazionali. Ciò impedisce il funzionamento del Mercato unico, a scapito della libertà di stabilimento prevista dagli artt. 49-54 del TFUE. Le previsioni ivi contenute sono infatti dirette, oltre ad assicurare a società straniere il beneficio della disciplina dello Stato membro ospitante, a proibire altresì allo Stato di origine di ostacolare lo stabilimento in un altro Stato membro dei propri cittadini o delle società costituite conformemente alla propria legislazione. Gli Stati membri giustificano la discriminazione tra società residenti e non residenti alla luce della riserva di competenza tributaria ad essi riconosciuta dall’ordinamento europeo in materia delle imposte dirette, dunque, in base all’equilibrata ripartizione del potere impositivo. In assenza di qualsiasi riferimento normativo, va ascritto alla Corte di Giustizia il ruolo di interprete del diritto europeo. La Suprema Corte, con una serie di importanti pronunce, ha infatti sindacato la compatibilità con il diritto comunitario dei vari regimi interni che negano la compensazione transfrontaliera delle perdite. Nel verificare la compatibilità con il diritto comunitario di tali discipline, la Corte ha tentato di raggiungere un (difficile) equilibrio tra due interessi completamenti contrapposti: quello comunitario, riconducibile al rispetto della libertà di stabilimento, quello degli Stati membri, che rivendicano il diritto di esercitare il proprio potere impositivo. / A common feature of all consolidation regimes provided by different jurisdictions is that they allow the offsetting of gains and losses of resident companies, while denying or making it particularly difficult to be granted the same right to compensation when losses are suffered by non-resident companies. Not being able to take into consideration such losses lead gross taxation of cross-border groups, through which it is not possible to tax the actual income of the companies belonging to that group. The immediate effect is to reduce incentives for groups to expand beyond national borders. This prevents the proper functioning of the single market, to the detriment of the freedom of establishment provided for in Articles 49-54 TFUE. Those provisions aim at giving foreign companies the benefit of the rules of the host Member State and at prohibiting the State of origin from hindering the establishment of its nationals or of the companies which have been set up under its laws in another Member State. Member States continue to justify the discrimination between residents and non-residents in light of their fiscal sovereignty in the field of direct taxation, basically by resorting to the balanced allocation of taxing rights. In the absence of any legal framework, it is up to the Court of Justice to interpret European law. With a series of important decisions, the Court has verified the compatibility of the different national regimes denying the cross-border carrying of losses with EU law. In its decisions, the Court has always looked for a (difficult) balance between freedom of establishment and a proper allocation of taxing rights.
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Iva: crisi europea ed esperienza sammarinese / VAT: the European crisis and San Marino experience

Mazza, Marilisa <1986> 15 June 2015 (has links)
«I felt that the time had come to have a fresh look at the European VAT system. There were indeed a number of reasons which in my view justified taking this step»: da queste parole del Commissario Europeo Algirdas Šemeta trae ispirazione tale ricerca che ha l’obiettivo di ripercorrere, in primo luogo, le ragioni che hanno portato alla creazione di una imposta comunitaria plurifase sui consumi, ed in secondo luogo, i motivi per cui oggi è necessario un ripensamento sul tema. Le spinte ammodernatrici provengono anche dagli stessi organismi europei, che sono impegnati da anni in discussioni con gli Stati membri per arrivare alla definizione di una normativa che riesca a disegnare un sistema snello ed efficiente. Il primo importante passo in tale direzione è stato effettuato dalla stessa Commissione europea nel 2010 con l’elaborazione del Libro Verde sul futuro dell’IVA, in cui vengono evidenziati i profili critici del sistema e le possibili proposte di riforma. L’obiettivo di dare origine ad un EU VAT SYSTEM in grado di rendere la tassazione più semplice, efficace, neutrale ed anti frode. In questo lavoro si intendono sottolineare i principali elementi critici della normativa IVA comunitaria, ideando anche le modifiche che potrebbero migliorarli, al fine di creare un’ipotesi normativa capace di essere un modello ispiratore per la modifica del sistema di imposizione indiretta esistente nella Repubblica di San Marino che ad oggi si trova a doversi confrontare con una imposta monofase alle importazioni anch’essa, come l’IVA, oramai in crisi. / «I felt that the time had come to have a fresh look at the European VAT system. There were indeed a number of reasons which in my view justified taking this step»: these words of the EU Commissioner for Taxation and Customs Union Algirdas Šemeta inspired this research that aims to examine, first, the reasons that led to the creation of a common multi-phase tax on consumption, and secondly, why today we need to rethink this issue. Pressures to modernize come even by European organizations, who are engaged for years in discussions to reach the definition of a legislation that is able to draw an efficient tax system. The first important step in this direction was made by the European Commission itself in 2010 with the drafting of the Green Paper on the future of VAT, which highlights the critical profiles of the system and possible reform proposals. The objective is to adopt an EU VAT SYSTEM able to make taxation more simple, effective, neutral and anti-fraud. In this research the aim is to highlight the main critical aspects of the Community VAT rules, highlighting also changes that could improve them in order to create a legislation capable of being a model for changing the existing system of indirect taxation in the Republic of San Marino that today is faced with a single-phase tax on imports that is, like VAT, now in crisis.
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La fiscalità delle regioni ultraperiferiche

Fornieles Gil, Angel <1980> 30 March 2007 (has links)
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Aspetti fiscali del commercio elettronico

Mercurio, Vitaliano <1971> 16 June 2007 (has links)
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L'incidenza del diritto comunitario sulle convenzioni contro la doppia imposizione

Nocete Correa, Francisco Josè <1980> 30 March 2007 (has links)
El sometimiento de una determinada manifestación de riqueza a más de una soberanía tributaria estatal constituye uno de los principales problemas que perjudican la movilidad de los factores productivos, distorsionando las relaciones comerciales que pueden establecerse entre operadores económicos que se encuentran situados en países diversos. Conscientes del carácter negativo que esta circunstancia puede representar para el desarrollo de sus relaciones económicas, e incluso políticas, con otros Estados, las autoridades nacionales han procedido a la fijación de ciertas reglas que tienen por finalidad establecer un reparto de la potestad impositiva correspondiente a una concreta manifestación de riqueza entre las soberanías tributarias concurrentes, determinando el sometimiento a gravamen en un único Estado o, en caso de que ninguna de las soberanías tributarias concurrentes renuncie a su consideración, articulando las medidas que permitan eliminar o atenuar el doble gravamen que se generaría. Hallándonos en un contexto internacional, la adopción de estas reglas no podía realizarse sino de una forma consensuada entre los sujetos soberanos que constituyen esta sociedad, sin admitir mayores ingerencias que las derivadas de las propias limitaciones establecidas para cada uno de los Estados contratantes en sus propias normas constitucionales y de la aceptación de los condicionantes que pudiera imponer el respeto al Derecho internacional. Así fue como los convenios de doble imposición internacional, que esencialmente revisten carácter bilateral, se convirtieron en el principal instrumento de los Estados para luchar contra este fenómeno, complementándose con las medidas unilaterales de carácter interno que cada uno de estos países adoptaba para perfeccionar y hacer efectiva la regulación contenida en los mismos. Sin embargo, la creación de la Comunidad Europea, con sus especiales características, ha supuesto la aparición de un nuevo nivel de normatividad que afecta a sus Estados miembros, imponiéndoles unas obligaciones que vienen a sumarse a las que estos mismos Estados hayan asumido en su calidad de actores de la sociedad internacional y que, en determinadas circunstancias, pueden resultar contradictorias, determinando el surgimiento de situaciones conflictivas entre instrumentos jurídicos que pertenecen a diversos planos de normatividad y presentan un diverso ámbito de aplicación. Este trabajo pretende abordar una especie concreta perteneciente al género de las situaciones conflictivas que pueden establecerse entre el Derecho comunitario y las normas internacionales, concretamente las relativas a las contradicciones existentes entre las normas pertenecientes al primero de los sistemas jurídicos mencionados y los convenios de doble imposición suscritos por los Estados miembros de la Unión Europea. No obstante, con carácter previo, consideramos oportuno abordar la problemática reseñada desde una perspectiva general, aspecto al que dedicamos el primer capítulo de nuestro trabajo, pues sólo una correcta determinación de las pautas que rigen las relaciones entre los sistemas normativos a los que nos vamos a referir, puede aportarnos el sustrato teórico necesario para afrontar nuestro particular estudio. Una vez establecidas esas reglas de alcance general, abordaremos la primera fase de nuestro estudio relativo a la incidencia del Derecho comunitario sobre los convenios de doble imposición, tratando de determinar el alcance de las limitaciones que las normas comunitarias originarias imponen a los Estados miembros al proceder a la eliminación de la doble imposición mediante normas convencionales, intentando identificar los aspectos de los convenios de doble imposición que presentan un carácter más problemático con las exigencias comunitarias. Esta labor de descubrimiento y depuración de los aspectos conflictivos de los convenios de doble imposición, a la que dedicamos el segundo capítulo de nuestro trabajo, se ha desarrollado por el Tribunal de Luxemburgo a través de una interpretación expansiva del contenido de las libertades comunitarias que recibe la denominación de “armonización negativa”, en función del carácter esencialmente destructivo que ha representado para los instrumentos normativos utilizados por los Estados miembros en la eliminación de la doble imposición. En una segunda fase de nuestro análisis, a la que dedicamos el tercer capítulo de nuestro estudio, intentaremos exponer el alcance que en materia de eliminación de la doble imposición pueden presentar las medidas de carácter positivo adoptadas por las Instituciones comunitarias, así como la incidencia de las mismas respecto a los convenios de doble imposición, tratando de clarificar cuál es el marco competencial existente sobre esta materia e intentando señalar cuáles serían las medidas más idóneas para resolver las situaciones conflictivas que pueden plantearse entre el Derecho comunitario y los convenios de doble imposición. La importancia que la eliminación de las situaciones de doble imposición reviste en un contexto que, como el comunitario, ha reconocido la necesidad de eliminar todas las trabas que perjudiquen la libre circulación de personas, capitales, bienes y servicios, así como la inadecuación a las exigencias comunitarias de algunas de las medidas que actualmente se ocupan de resolver esta cuestión, son aspectos que, en nuestra opinión, justifican la realización del estudio que nos disponemos a desarrollar.
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Aiuti di Stato e coerenza dei sistemi tributari tra non discriminazione, libertà economiche e territorialità

Mameli, Giovanni <1976> 28 February 2008 (has links)
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Imposta sul valore aggiunto e servizi finanziari: profili comunitari e nazionali

Montanari, Francesco <1976> 28 February 2008 (has links)
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La decadenza nei procedimenti tributari: profili nazionali e comunitari

Sanz Clavijo, Alfonso <1978> 14 March 2008 (has links)
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La cessazione dell'attività economica nell'IVA: profili nazionali e comunitari

Addarii, Eleonora <1980> 27 June 2008 (has links)
La ricerca oggetto della tesi dottorale verte sulla ricostruzione della disciplina della cessazione e delle fasi liquidatore dell’attività nell’ambito dell’imposta sul valore aggiunto, nel tentativo di individuare criteri certi ed omogenei per la sua individuazione, sia in prospettiva comunitaria che in prospettiva nazionale. In primo luogo, l’indagine si concentra sulla ricostruzione della nozione di attività economica e sui profili dinamici dell’attività in ambito comunitario, nell’intento di chiarire, sulla base della giurisprudenza, i criteri utilizzati per individuare la cessazione dell’attività rilevante ai fini dell’imposta, sfruttando in tal senso l’esperienza degli atti preparatori e l’applicabilità dell’ipotesi di applicazione dell’imposta per autoconsumo Vengono così valorizzati, accanto al profilo oggettivo costituito dalla presenza di una legame tra le operazioni della fase liquidatoria, il ruolo del soggetto passivo, quale portatore di una volontà che è in grado di influire sull’esistenza dell’attività stessa, e, conseguentemente, delle dichiarazioni formali imposte dalla Direttiva, quale manifestazione diretta di tale volontà ed elemento in grado di costituire un indice certo di cessazione. In seguito si esamina il regime impositivo nazionale ed in particolare le linee interpretative maggioritarie accolte da dottrina e giurisprudenza. Ricostruiti nozione e ruolo di attività economica, con riferimento all’esercizio d’impresa, vengono analizzati i diversi casi di cessazione contemplati dall’ordinamento –liquidazione volontaria, trasferimento dell’azienda e fallimento- analizzati sia nella prospettiva del diritto tributario che in quella del diritto commerciale. L’esame così sviluppato è volto a contestare l’interpretazione maggioritaria che vede nella sola presenza di beni residui alla liquidazione, o comunque la permanenza di un insieme di beni potenzialmente in grado di far riprendere l’esercizio, elemento sufficiente a mantenere in vita l’impresa e con essa la soggettività passiva all’imposta. Infine, vengono confrontati i risultati raggiunti nell’esame della disciplina comunitaria nazionale, ponendone in evidenza le possibilità incompatibilità ed i punti di contatto, con l’intenzione di dimostrare l’applicabilità anche a livello nazionale dei principi emersi in ambito comunitario.

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